Come dovrebbe esserti noto, le mie recensioni sono di ogni tipo. Stavolta si tratta di un gioco da tavolo, di ideazione italiana e prodotto dalla Nuova Faro. La presentazione ufficiale italiana è stata il 22 giugno; io sono stato a quella “di riserva” che si è tenuta alla Città del Gioco venerdì 25.
MadamX a prima vista sembra non essere nient’altro che la buona vecchia dama. Scacchiera otto per otto con trentadue caselle nere, dodici pedine per parte. Le pedine non possono muoversi all’indietro, però se arrivano all’ultima fila di caselle diventano MadamX e acquistano anche quel movimento, oltre a non essere mangiabile dalle pedine. La presa è obbligata, per quanto la mossa possa non essere quella preferita.
C’è però un piccolo particolare. Quando hai fatto la tua mossa, muovi anche la casella. Sì: le caselle nere non sono fisse, e si possono mettere in una qualsiasi posizione libera, aprendo nuovi percorsi, anche orizzontali e verticali. La casella che viene spostata è quella dove stava originariamente la pedina, mentre nel caso di presa è quella dove si trovava la pedina mangiata. Sembra incredibile, ma la strategia di gioco cambia completamente. Ho giocato – e perso – due partite: nella prima mi sono davvero sentito sperso come una mosca nella tela del ragno, mentre l’altra è andata leggermente meglio ma è terminata anch’essa con una mia ignominiosa sconfitta per mancanza di mosse possibili.
Non oso poi pensare alla variante a quattro: due squadre, in ciascuna delle quali uno muove i pezzi e l’altro le caselle, ovviamente senza parlarsi. Mi pare un sistema foriero di litigi furiosi peggio dello scopone scientifico.
Ulteriori informazioni sul gioco si possono trovare sul sito relativo.
Cartolina non virtuale
È quella arrivatami dal Giappone, spedita dal mio vicino di casa (sempre non virtuale… Sì, c’è vita qua fuori dal blog) Grazie, Dario!
Lavori in corso
Votate, votate, votate
Dai giornali di oggi
Mi limito a Metro, che oggi mi sembra particolarmente in forma, pur non riportando esplicitamente la logica cerchiobottistica del ministro Lunardi che dice “non sposto la data di obbligo del patentino per i ciclomotori, quindi chi non l’ha fatto deve lasciare il motorino a casa; però invito i tutori dell’ordine a non accanirsi”.
Però volete mettere? “Dalla natura arriva il caffè decaffeinato”, visto che si sono trovate alcune piante di caffè che non avevano caffeina. La Hag sta già bruciando le piantagioni sospette. Ma la natura non è più quella di una volta: non basta più una mela al giorno, ce ne vogliono almeno due.
Il meglio però è quando veniamo resi edotti che Hugh Grant “non sarebbe estraneo all’ondata di divorzi che recentemente ha colpito amiche sposate dell’attore”. Mica male, no? Altro che il caffè autodecaffeinato. Qui abbiamo un ormone rompilegami, e nessuno che si metta a studiarlo! Si vede che i ricercatori sono tutti uomini eterosessuali, o al più neutri.
Il giorno dopo
È andata tutto bene. Non c’era moltissimo pubblico, diciamo 150 persone al massimo: peggio per chi non è voluto venire a vederlo, e un plauso particolare ad Antonella arrivata fin da Torino per fare il tifo per noi colleghi improvvisatori milanesi che per una volta provavamo a cimentarci col copione. Naturalmente c’era Anna, con i suoi genitori e un paio di nostri amici pronti a sostenere.
Non so quanto sia stato serio che l’unica prova “filata” – e con la scenografia – sia stata fatta ieri pomeriggio dalle 17:30 alle 19:30, senza avere nemmeno avuto la possibilità di riprovare le cose andate male, ma tenendocele solo a mente. Più normale che abbiamo dovuto montarci e smontarci tutto, il famoso teatro faidate.
La cosa che mi è piaciuta di più è stata l’atmosfera, più complice che nei match di improvvisazione, forse perché qui siamo tutti nella stessa barca. Per quanto riguarda me, la mia parte è stata sicuramente catartica. Prima che toccasse a me ero tranquillo, dopo ci ho messo una decina di minuti per calmarmi un po’.
Però sono contento. Mi sono piaciuto. E anche questo è Bello.
ps: qualche foto del backstage.
È giunto il dì
Stasera si recita a oggetto. Le informazioni su cosa dove quando quanto le avete già lette, quindi non le ripeto.
Però aggiungo che stanotte non sono riuscito a prendere sonno per un po’. Quando poi ero nel bel mezzo di un sogno, Vodafone ha pensato bene di inviare un messaggino per ricordarmi che dovevo fare una ricarica. Peccato che io non avessi spento il telefonino, e stia usando il Samsung di Anna che ogni tre minuti ripete il bip. Io non ho sentito nulla, Anna sì e si è premurata di svegliare anche me per dirmi di andare a vedere chi mi chiamava. Poi non sono di nuovo riuscito ad addormentarmi per un po’, ed ero di nuovo in mezzo a un sogno quando la sveglia è suonata (troppo presto, aggiungo). Zzzz.