Archivi categoria: y2006_pipponi

satira cattolica

Ieri sulla Stampa (a parte i toni trionfalistici sull’inaugurazione della metropolitana di Torino. Se voi non siete subalpini almeno quarantenni, non potete capire…) il “Buongiorno” di Gramellini riproponeva la vignetta postata da Vauro sul Manifesto il 28 gennaio, e si chiedeva se c’era una differenza, senza sapere dare una risposta.
La vignetta rappresenta il Cristo in croce tra i due ladroni; Gesù sta sparando ai due, dicendo “sorry, è la nuova legge”. Pur tralasciando il fatto che la religione cristiana non ha il tabù della rappresentazione di Cristo, c’è un punto che accomuna la vignetta con le altre: sono completamente fuori contesto. La “nuova legge” è quella infatti che allarga i casi di legittima difesa fino a potere ammazzare chi entra in casa tua. Certo, se la legge avesse affermato “si raddoppiano le pene se il reato è stato fatto da più di una persona” allora la vignetta, oltre che essere molto più dissacrante – in pratica, a Gesù sarebbe stato dato del ladro – avrebbe avuto un senso. Ma così, che ci azzecca?
Aggiornamento: adesso il link c’è.

Ultimo aggiornamento: 2006-02-05 15:35

vignette sataniche

Sono finalmente riuscito a vedere le vignette che hanno fatto tutto questo scandalo. Le trovate qui (occhei, è un sito olandese: l’olandese mi è un po’ meno incomprensibile del danese, ma nemmeno troppo).
Commenti: bah.
La seconda (un non meglio identificato arabo – con l’aureola[1]? – che ferma la fila di terroristi dicendo “Fermatevi! abbiamo finito le vergini!” l’ho trovata simpatica, così come l’ultima (due donne col burka di cui si vedono solo gli occhi e un terrorista che invece ha una fascia sugli occhi). Anche il vignettista che nasconde il suo disegno di un islamico ha un certo qual senso. Il resto più che altro mi sembra dimostri che i danesi non sanno fare battute; il Profeta con la bomba al posto del turbante e quello in mezzo alla bandiera non aggiungono sicuramente nulla, ergo le si potevano evitare.
Poi io di islamismo ne so ben poco, e magari i problemi sono altri.
Aggiornamento: secondo quanto scritto qua (ammesso che riusciate a caricare la pagina), tutte le vignette sono espressamente su Maometto. A questo punto la cosa cambia un po’, perché così si vuole esplicitamente fare di tutta l’erba un fascio.
Aggiornamento 2: ma lo sapevate quando le vignette sono state pubblicate? il 30 settembre! (grazie a Wikipedia per l’informazione). Certo che le notizie dalla Danimarca si muovono senza fretta.
[1]no, adesso che me l’hanno fatto notare è un turbante stilizzato.

Ultimo aggiornamento: 2006-02-03 11:11

Primarie milanesi

Sono andate quasi come avevo previsto. Avrei detto “Ferrante 60 – Fo 30 – Milly Moratti 7 – Corritore 3” e invece le percentuali sono state 68-23-6-3. Bisogna dire che vedere Ferrante sorridente è qualcosa che non ci si aspettava; mi aspettavo invece l’indispettito commento di Dario Fo.
Ottantamila votanti sono tanti in assoluto e considerate le condizioni atmosferiche, pochi pensando alla popolazione milanese: vedremo a maggio.
Per chi non ascolta Radio Popolare, vorrei soltanto riprendere le finte pubblicità sull’enciclopedia a fascicoli “Sindaci dele Primarie” trasmesse nella trasmissione Mentelocale. (trovate i clip nel sito).
Nel primo fascicolo ci sarebbero state le riproduzioni in scala dei quattro candidati: Ferrante, Dariofò, la moglie del presidente dell’Inter e quell’altro.
La seconda parte è ancora più perfida: “con il secondo numero della rivista, in omaggio il kit del piccolo prefetto, una simpatica registrazione del Premio Nobel che chiacchera in grammelot, una foto di Adriano e qualcosa di quell’altro”.

Ultimo aggiornamento: 2006-01-30 12:09

sciogliamo le camere! O no?

Magari molti non hanno capito cosa sta succedendo con il balletto delle date di termine della legislatura. Come parte del mio servizio pubblico, provo a spiegare le cose in maniera non dico chiara ma comprensibile.
La XIV legislatura è iniziata con la votazione del 13 maggio 2001, quindi dovrebbe terminare il 13 maggio 2006, e il voto tenersi domenica 14. C’erano però due problemi, uno costituzionale e uno politico. Il mandato di Ciampi scadrà infatti… il 13 maggio 2006. Di per sé la Costituzione in questo caso prevede una prorogatio, ma non è comunque una bella cosa. Ma c’è di più: questa primavera si voterà anche per numerosi comuni, tra cui Torino, Milano, e Roma, e quindi ci si sarebbe aspettato di andare alle urne una sola volta, previo apposito decreto. Però generalmente Forza Italia, essendo un partito incentrato su Berlusconi, è più debole nelle consultazioni locali, e Silvio non era molto convinto dell’accoppiamento. Così si sono messi d’accordo tutti, proclamando urbi et orbi che la data delle elezioni sarebbe stata il 9 aprile, sciogliendo le Camere il 29 gennaio. (noticina a margine: è la domenica delle Palme. Chissà cosa succederà con tutti quelli che faranno benedire i ramoscelli d’ulivo)
Poi sono però successe alcune cose. La più eclatante è stata il rinvio alle camere della legge Pecorella, che non potrebbe più essere ripresentata. Ma sotto sotto c’è dell’altro: la campagna elettorale di Berlusconi che finalmente ha avverato la predizione di Enzo Biagi (“Se Berlusconi avesse le tette, farebbe anche l’annunciatrice”) e quindi non aveva affatto voglia di essere vincolato dalle norme di par condicio in periodo elettorale; e il fatto che il Polo è indubbiamente in rimonta. A questo punto Berlusconi ha pensato di fare un bel giochetto e dire “massì, prolunghiamo la legislatura fino al limite naturale, così possiamo ancora lavorare”, ottenendo il subitaneo appoggio di tutti gli studenti che all’interrogazione di fine quadrimestre chiedono al prof se può essere rimandata a domani. Ciampi non l’ha presa affatto bene, anche perché lui poteva sì sciogliere le camere il 29 gennaio ma fino a che il governo non promulga i decreti per l’istituzione dei comizi elettorali non sarebbe successo nulla. A sinistra hanno sempre più paura di non vincere e quindi non vogliono toccare la data d’altronde concordata.
Risultato? La data del voto non si tocca, ma si riduce al minimo ammesso – 60 giorni – la durata della campagna elettorale, dando un paio di settimane in più ai lavori del parlamento. Tanto ai politici non importa più dovere tornare sul territorio per la campagna elettorale: ricordo che con la nuova legge non esiste più la preferenza, e conta solo l’ordine in cui sei stato messo in lista.
Chiaro?
Aggiornamento (26 gennaio) La notizia aggiuntiva è che il governo preparerà anche un “decreto tagliafirme”, per ridurre il numero di firme necessarie ai partiti non presenti in parlamento per presentarsi. A parte i giudizi sulla “democrazia perfettissima”, vorrei ancora aggiungere che se la legislatura termina anticipatamente (anche solo di un mese) il numero di firme richiesto viene comunque dimezzato, e secondo me questo conta molto, soprattutto nel momento in cui si è passati da un sistema maggioritario a un “proporzionale con finto sbarramento”…

Ultimo aggiornamento: 2006-01-25 11:08

44 gatti partiti

Campagna comunicativa di Forza Italia Sulla home page del sito di Forza Italia da ieri campeggiano alcuni manifesti taroccati che prendono per i fondelli la campagna dell’Unione. Mantellini si lamenta; io personalmente li trovo carini, a volte anche più interessanti di quelli originali, e sicuramente meglio di quelli ufficiali attaccati per le strade. Ma non è di quello che voglio parlare.
Uno dei manifesti recita “Oggi quattro partiti – Domani quarantaquattro”. L’iperbole non è purtroppo così lontana dal vero, ma quello che non mi torna sono i quattro partiti al governo. Oltre a FI,AN,Lega e UDC non c’erano anche i resti del Nuovo PSI? e Giorgio La Malfa si è perso per strada assieme ai suoi repubblicani di destra? Alle prossime elezioni, non ci saranno pure quelli della Nuova DC di Rotondi, il MIS di Rauti e altri ancora? Andrà a finire che quel cartello sarà profetico chiunque vincerà.

Ultimo aggiornamento: 2006-01-24 11:01

Tremonti

Complice il fatto che Anna doveva stirare, siamo restati a vedere l’apparizione televisiva di Giulio Tremonti alla trasmissione di Fabio Fazio Che tempo fa (a parte che il Magnifico Rettore ha un’aria molto più carina adesso che venticinque anni fa – questa la capiranno in pochi).
Commenti? Beh, innanzitutto Corrado Guzzanti è un maestro. Quando ha rifatto Tremonti dalla Dandini era assolutamente indistinguibile dall’originale. Ma quello che mi ha lasciato davvero basito è che Tremonti non ha senso dell’umorismo. Non capiva quando Fazio lo prendeva per i fondelli, si è messo a puntualizzare da maestrina sulla (vecchia) barzelletta raccontata in precedenza da Rutelli mettendosi a spiegare che l’Italia non è bagnata da tre mari, ma da quattro; la battuta che ha fatto (alla domanda su cosa si erano detti Berlusconi e Ciampi ha risposto snocciolando le cifre del numero telefonico del centralino di Palazzo Chigi) non era male, ma pronunciata così era incomprensibile.
Per il resto, idee poche ma confuse, o meglio che facevano confondere il povero ascoltatore. Ma sono certo che lui è uscito dagli studi milanesi convinto di avere riscosso un successone!

Ultimo aggiornamento: 2006-01-22 21:59

sacro copyright

Su La Stampa di oggi c’era un articolo che mi ha lasciato davvero basito. Papa Benedetto XVI ha infatti deciso che da ora in poi rafforzerà, attraverlo la Libreria Editrice Vaticana, il copyright sui suoi testi; quindi se un altro editore volesse stampare una copia di una sua enciclica d dovrà pagare i diritti d’autore a B16.
A parte che io avrei già dei problemi con il concetto di copyright su parole che si suppone siano per il mondo tutto, potrei ancora capire l’idea di impedire che qualcuno travisi i testi, e quindi l’apposizione di un copyright. Ma pagare i diritti? Se ci pensate un attimo, è assurdo. Un fedele non ha la possibilità di sapere cose che indubbiamente lo riguardano, se non pagando “un diritto” a chi glielo deve dire: quasi meglio della simonia.
Aggiornamento: Grazie a quasi.dot, ecco il lancio d’agenzia. Interessante notare la data: fine maggio scorso.

Ultimo aggiornamento: 2006-01-21 22:25

ed è stato Guardasigilli

In teoria uno che è stato ministro della Giustizia ne dovrebbe sapere più di me sul tema (anche se l’ingegner Castelli verrà subito a rimbrottarmi…), ma confesso di non avere capito il commento di Fassino alla notizia che Ciampi ha rimandato alle camere la legge sull’inappellabilità.
Chi non è stato attento probabilmente non sa molto di questa legge, che sostanzialmente dice “se una persona è stata prosciolta, il pubblico ministero non può ricorrere in appello”. Inoltre, non sono appellabili le sentenze che terminano con una condanna a una semplice ammenda.
Presumo che il motivo del rinvio alle camere sia dovuto al fatto che la Costituzione prevede che accusa e difesa siano alla pari, e in questo caso la legge diverrebbe sbilanciata verso la difesa.
Però Fassino dice tra l’altro che se la legge fosse rimasta così avrebbe “reso più lunghi e intensi i tempi dei processi”, e questo non mi torna proprio. Se si dice che in una certa serie di casi non si può più andare in appello, come fanno i processi ad allungarsi?
Aggiornamento: (20 gennaio) Per chi non ha voglia di leggere i commenti, i processi si sarebbero potuti allungare perché la Cassazione avrebbe giudicato anche nel merito, e quindi fare tornare al via parecchi processi. Chi invece non riesce a capire perché parlo di Fassino deve sapere che l’articolo di Repubblica che ho linkato non è quello che appare oggi: non c’era la spiegazione di Carl’Azeglio, ma appunto il commento di Piero. Riciclare i bit è facile!

Ultimo aggiornamento: 2006-01-20 15:16