Archivi categoria: y2006_pipponi

delega negativa

Un paio di mesi fa è stato finalmente firmato il contratto di lavoro per le telecomunicazioni, con tredici mesi di ritardo e un po’ di scioperi in mezzo.
In questi giorni mi è arrivata una comunicazione sindacale al riguardo: come da accordo con ASSTEL (l’equivalente della Confindustria, tanto per capirsi) le aziende tratterranno 20 euro sulla busta paga di giugno ai non iscritti al sindacato, “per le spese sostenute dalle Organizzazioni Sindacali per il rinnovo del CCNL”. Per la precisione, è stato definito un metodo di silenzio-assenso: se non si vuole la trattenuta, occorre comunicarlo esplicitamente.
Aziende e sindacato devono pubblicizzare la cosa, e in effetti io ho ricevuto sia il verbale d’accordo che il comunicato sindacale: l’espressione “delega negativa” non me la sono inventata io, ma l’ho semplicemente copiata dal comunicato. Resta il fatto che questo mi pare tanto un inciucio. Sono perfettamente d’accordo sul fatto che uno può anche incazzarsi un po’ nel vedere i crumiri che si beccano tutti i guadagni delle lotte altrui, ma non è che il tentativo di prendere loro dei soldi così sia tanto meglio… anche perché mi sa tanto che quelli saranno abbastanza furbi da essere i primi a fare opt-out.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-27 12:04

vignette satiriche

Ho spesso parlato male di Forattini e della sua logorrea, e probabilmente continuerei a farlo se mi capitassero davanti sue vignette; ma sono un uomo fortunato in questo periodo.
Stavolta voglio fare un esempio di senso opposto, raccontando la vignetta di Altan apparsa ieri su La Repubblica. Ci sono un uomo e una donna con le bandierine tricolori in mano; lui dice “Festa della liberazione!”, e lei risponde “Quasi.” Tutto qua. Nessuna parola di troppo, anzi la necessità per il lettore di far partire il neurone per aggiungere lui il sottinteso.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-26 11:02

proprietà intellettuale all’attacco

Google ha l’abitudine di modificare di quando in quando il proprio logo per commemorare un evento che accade nella giornata. Magari non ve ne siete accorti, ma durante le Olimpiadi di Torino venivano raffigurati vari sport invernali. Bene, oggi è il centotredicesimo anniversario della nascita di Mirò, e Google aveva preparato un bel logo nello stile del pittore. Peccato che, come si può leggere in questo articolo sulla Stampa, abbia dovuto toglierlo in fretta e furia. La Artist Rights Society, che detiene i diritti sulle opere di Mirò, ha infatti affermato che quel logo “è una distorsione dei lavori originali e pertanto viola i diritti morali dell’artista”.
Leggendo l’articolo in lingua originale, si scopre che Google avrebbe dovuto chiedere il permesso di usare quelle immagini: non è chiaro se c’è il sottinteso “e pagare il giusto”., ma non mi stupirei affatto della cosa, visto che la cosa cozza alquanto con i “diritti morali” di cui sopra.
Il problema si era già verificato l’anno scorso con Salvador Dalí e naturalmente la Artists Right Society, quindi Google è recidiva e dovrebbe stare un po’ più attenta. Ma onestamente a me pare che questi loghi siano delle grandi pubblicità gratuite agli artisti, e non riesco davvero a capire perché fare tutto quel casino sopra. O meglio, lo capisco bene e la cosa mi scoraggia.
(via Mantellini, dove potete anche vedere il logo… almeno fino a che la Artists Right Society non glielo farà togliere)

Ultimo aggiornamento: 2006-04-21 23:42

flussi elettorali

Mantellini segnala due documenti di SWG sulle considerazioni postelezioni.
Personalmente ho trovato il primo un po’ deludente. La spiegazione per cui i sondaggi e gli exit poll si sono rivelati farlocchi può essere riassunta così: (a) “l’impossibilità di monitorare, o meglio arrivare ad alcuni segmenti dell’opinione pubblica”; (b) “l’incremento significativo dei voti validamente espressi”; (c) “la tendenza (superiore a quella tradizionalmente e fisiologicamente registrata) a non dichiarare correttamente la propria preferenza o orientamento al voto”. Così spannometricamente, il punto (a) dovrebbe dare un effetto noto e quindi già considerato nelle stime prodotte; il punto (b) avrebbe dovuto essere considerato non tanto nei sondaggi, che sono ex ante, ma in fase di exit poll; e in fin dei conti i famosi americani l’avevano anche detto; il punto (c) si può tradurre come “cattivoni! non hanno fatto come al solito!” che non è esattamente il massimo.
Il meglio lo si raggiunge con la frase «Fin d’ora è certo è che i sondaggi hanno rilevato correttamente la distanza (quattro punti percentuali) tra centro sinistra e centro destra, ma in termini relativi e non assoluti». Qualcuno riesce a spiegarmi cosa significa?
Molto più interessante invece il secondo testo, che presenta i risultati grezzi dell’instant poll che ha condotto insieme a Libero (portale, non giornale). In pratica, si vede che i votanti volontari sono più estremisti, il che non è così strano: Rifondazione e AN prendono il 3% in più e la Rosa nel Pugno (che è estremista in una direzione ortogonale a quella destra-sinistra :-) praticamente raddoppia i consensi, passando dal 2.6 reale al 5 simulato. L’errore vero si ha con i partiti di centrodestra: la Lega raccoglie on line un punto in meno, l’UDC più di due punti in meno, e Forza Italia ben quattro punti. Il mio commento personale: o gli elettori del Polo hanno paura di essere sgamati da chissà quale diavoleria informatica, o almeno una delle Tre I berlusconiane ha avuto un esito subottimale :-)
Detto tutto questo, trovo molto interessante il fatto che un sondaggista abbia voluto mettere così in pubblico le sue considerazioni, anche quando non concordo con esse. È comunque un segno di attenzione.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-14 10:39

Tempi lunghi per il governo

A quanto sembra, l’incarico per il nuovo governo non potrà essere dato prima di metà maggio, perché la «lunghezza dei tempi» è «costituzionalmente obbligata». Mah. Spero che almeno per una volta l’incarico di governo venga accettato sul momento, e che la sera stessa i ministri vadano a giurare. Tanto tempo per mettersi d’accordo prima ce l’hanno, no? (come, “no”?)

Ultimo aggiornamento: 2006-04-12 16:09

progresso? mah…

Come avevo scritto, ieri mi si erano scaricate le pile della radio. Avevo messo al volo le prime che avevo trovato, ripromettendomi di andare oggi all’Iper a comprarne di nuove. Ci sono andato: negli scaffali c’erano pacchi di pile ricaricabili e pacchi di pile alcaline, ma nessuna pila salina.
Per chi avesse solamente le informazioni degli spot televisivi, le pile saline sono quelle che si utilizzavano prima che comparissero le alcaline: hanno la stessa tensione di 1.5V, ma una capacità minore. Allora durano di meno? Dipende. Per una macchina fotografica, un flash o un lettore di CD, che consumano molto e hanno dei picchi di richiesta, non mi sognerei mai di mettere una pila salina. Ma per una radiolina, che ha consumi molto bassi, all’atto pratico durano lo stesso tempo e dovrebbero costare di meno, oltre ad essere meno inquinanti.
(sempre per amor di precisione: le ricaricabili sarebbero ancora meglio, ma generalmente non capita che le apparecchiature elettriche siano tarate per andare bene anche con il 20% in meno di tensione, come necessario visto che le ricaricabili sono a 1.2V). Però sembra che utilizzarle stia diventando impossibile.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-11 15:46

exit poll

Essendo io una persona previdente, per avere i primi dati non mi sono rivolto ad Internet (Repubblica e Corsera sono entrambi virtualmente bloccati) ma alla mia fida radiolina (su Radiopop, chiaro).
Se gli exit poll sono corretti, il risultato più eclatante è che al Senato comunque il partito di maggioranza relativa è… Forza Italia, nonostante tutto. Però non solo avrebbe perso un 7% di voti rispetto a cinque anni fa, ma sia AN che UDC sarebbero cresciute, anche se non quanto avrebbero sperato Fini e Casini.
Chi vuole vedere qualche stima, può leggere i risultati postati da Mantellini direttamente dalla sede SWG.
Adesso lasciamo perdere per qualche ora, grazie.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-10 15:30

Cronaca elettorale

Leggiamo che Silvio sarebbe stato redarguito perché, entrato nel seggio con la mamma, le avrebbe detto di mettere la croce sul simbolo di Forza Italia, e al richiamo del rappresentante di lista avrebbe risposto «Siete proprio l’Italia che non vuole bene».
Perché ho usato i condizionali? Beh, innanzitutto mi pare strano che la signora Rosa sia così fuori di testa da non riuscire a ricordare per chi votare. Poi mi chiedo come è uscita questa notizia – c’era tutto lo staff di Repubblica.it al seggio di Silvio? E se fossero stati zitti non sarebbe stato meglio? Diciamo almeno che la frase pronunciata si direbbe indubbiamente sua.
In una notizia scorrelata si parla di almeno tre seggi, presumo posizionati nelle scuole, in cui il crocifisso è stato fatto togliere dal presidente di seggio e un altro caso in cui un elettore ha riconsegnato le schede al rifiuto di farlo togliere. Premesso che io non saprei nemmeno dire se nell’aula dove ho votato il crocefisso ci fosse o no, mi chiedo se uno pensi di essere spiato dall’alto.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-09 19:32