La Stampa dice qualcosa in più degli altri, ma non troppo, sull’incontro di stamattina tra azienda e sindacato: «È stato un incontro del tutto deludente», senza «ulteriori novità rispetto a quello che hanno scritto i giornali».
Ma non vi preoccupate: il Vostro Affezionato Bloggher oggi pomeriggio si è intrufolato nell’incontro di RSU e quadri sindacali unitari lombardi, e può assicurarvi che è la pura verità.
Come ricorderete, io a gennaio sono stato trombato alle votazioni per le RSU, quindi con tutto questo non c’entrerei nulla; però basta avere abbastanza faccia tosta, rimettere a posto in fretta e furia durante la mattina le cose da fare in ufficio durante la giornata, e trovarsi nella sede del sindacato, e non ci sono problemi da quel punto di vista. I problemi naturalmente sorgono quando si sta a sentire un po’ di interventi. Già l’inizio non è stato dei migliori, quando scopriamo che in realtà ai “nazionali” (quelli insomma che hanno fatto l’incontro) non gliene fregava nulla di parlare con noi e se ne stavano già tornando a Roma; solo per caso siamo riusciti ad avere una rappresentante che in una mezz’oretta è riuscita a dirci poco o nulla.
A quanto pare, Ruggiero ha loro spiegato che tutto è nato per colpa dell’Authority cattivona che mette i bastoni tra le ruote a Telecom che non può tirare fuori i suoi bellissimi prodotti convergenti (UMA dice nulla a nessuno?), e quindi MTP ha pensato bene di scorporare l’ultimo miglio in modo da buttare all’aria i paletti e potere lavorare in santa pace. E visto che tanto stava scorporando, si è detto, perché non tirare fuori anche la parte mobile? Occhei, ovviamente nessuno crede a questa favoletta, ma è quanto è agli atti. Inutile dire che dove avverrà esattamente la divisione non è stato detto, e a volte mi viene quasi da pensare che non lo sanno nemmeno i capoccia Telecom.
Detto questo, aggiungo subito che le alte sfere del sindacato non solo sono state colte di sorpresa e non hanno ancora idea di cosa fare, ma sono anche dell’idea di buttarla tutto sul politico. Non solo la sindacalista ci ha comunicato che i vertici confederali della Triplice “sono attenti alla situazione”, ma soprattutto ha affermato che le loro priorità sono “salvaguardare l’italianità di Telecom e salvaguardare i posti di lavoro”. Notare l’ordine. A me sembrerebbe più logico pensare innanzitutto ai lavoratori e solo dopo a chi potrebbe comprare i pezzi dello spezzatino Telecom, ammesso e non concesso che la cosa sia così importante – per il sindacato, intendo.
Il resto della riunione ha visto una serie di interventi, sia dei sindacalisti lombardi che dagli eletti nelle RSU, di nuovo con una certa inevitabile confusione nelle idee. Vi ricordo che il sindacato aveva accolto favorevolmente il vecchio piano industriale con la fusione tra Telecom e Tim, con le eccezioni di molti rappresentanti lombardi Tim che naturalmente non hanno perso l’occasione di dire che al tempo loro avevano ragione e li si sarebbe dovuti ascoltare. Come sempre, le posizioni presenti erano di una varietà incredibile per chi non ha mai frequentato il sindacato: le uniche due cose su cui tutti erano d’accordo era che bisognava trovare l’unità, e gli strali contro l’attuale top management Telecom. Nemmeno sulla data dello sciopero c’era l’unanimità: alcuni l’avrebbero voluto fare immediatamente, anche prendendosi la multa della Commissione di Vigilanza, mentre la maggior parte faceva notare che uno sciopero di questo tipo deve essere preparato, visto che non solo ci vorrà un’alta adesione ma anche una partecipazione convinta alla manifestazione collegata. La differenza maggiore tra sindacalisti e RSU si notava poi sul da farsi al momento. I primi pensavano a un’assemblea permanente, gli altri – giustamente a mio parere – facevano notare che il loro compito oggi è di informare noi lavoratori, che siamo sì incazzati ma non è detto che lo siamo solo contro l’azienda e non anche nei confronti del sindacato :-)
Lasciando perdere quelli che si limitavano a dire quello che piacerebbe loro succedesse, ci sono però stati alcuni interventi interessanti. Dalla base è arrivata forte la voce che gli investimenti di Telecom sull’ultimo miglio sono stati brutalmente tagliati negli ultimi anni a favore delle dorsali, e quindi la supposta società che l’avrà a carico partirà con una serie forse insostenibile di costi, anche perché è presumibile che MTP cercherà di infilarci tutto quello di cui potrà disfarsi. Tra le altre malefatte dell’attuale dirigenza, c’è anche la vendita di tutti gli immobili già di sua proprietà. Quelli che non sono stati alienati per far cassa ora sono parte di… Pirelli RE, e quindi Tronchetti guadagna soldi anche con gli affitti della società che gestisce, il tutto senza che se ne parli. Per quanto riguarda lo spezzatino, se proprio s’ha da fare il gruppo “statalista” vorrebbe aggiungere all’ultimo miglio anche tutta la parte della rete, e affidare la società così creata allo Stato. Tanto, dicono, se Ruggiero dice che Telecom è così brava a fare servizi avrà finalmente la possibilità di dimostrarlo! La sensazione generale è comunque che la crisi sia finanziaria e non industriale, nonostante i non esaltanti risultati ottenuti nel primo semestre 2006. Spero non sia solo un nostro wishful thinking.
Che fare adesso? Io non ho grandissime idee. È probabile che la situazione sia tale che una risposta non possa prescindere dalla politica, e di questo bisogna tenerne conto. Ma è anche vero che con un’azienda il cui capo è abituato a fare di testa sua e un governo che è preso da tutt’altre cose, il sindacato non può limitarsi a protestare e piangere, ma deve fare il mestiere degli altri. Non so, mi piacerebbe una proposta davvero di rottura, come creare una rete (fissa) nazionalizzata dove l’ultimo miglio e le dorsali dei vari provider confluissero; una società in cui ciascuno avesse la sua quota parte, e lo Stato facesse da garante di neutralità e da gestore. Ah, dimenticavo la cosa piu importante: tra gli azionisti dovrebbero esserci le banche, gentilmente invitate a convertire una bella fetta dei crediti che hanno con Telecom. Hanno voluto dare i soldi a Tronchetti, che se li è fumati così? Bene, che si piglino i cocci. Sarebbe comunque meglio che Parmalat :-) Occhei, non prendetemi troppo sul serio, non sono assolutamente in grado di capire se una strada del genere sarebbe percorribile. Però ritengo che ci sia spazio per idee diverse dalle solite, e mi piacerebbe che venissero messa su un serio tavolo di discussione. Sono il solito utopista…
Un’ultima cosa: venerdì scorso c’è stato un incontro azienda-sindacato sulla creazione di squadre di operai miste fisso-mobile, uno dei risultati della fusione tra Telecom e Tim. Da parte aziendale c’era il capo della Rete lombarda, quindi un dirigente di altissimo livello. Il delegato sindacale mi ha detto che il clima era assolutamente tranquillo, e che è probabile che il dirigente non sapesse nulla. Insomma, la mossa di Tronchetti sembra la sapessero davvero in pochi. Il dubbio è “Prodi non sapeva proprio nulla?” Il guaio è che sarebbe triste in ogni caso.
Ultimo aggiornamento: 2006-09-13 21:31