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autunno 2

È proprio arrivato il momento. Oggi pomeriggio abbiamo fatto il giro degli armadi. Devo dire che è stato molto meno peggio di quanto temessi: un’ora e mezzo e si era spostato tutto, lavato gli armadi e il cassettone sotto il letto, e rimessa a posto la roba. L’unica cosa che ci è parsa strana è che miracolosamente è rimasto dello spazio libero sotto il letto… ma probabilmente la cosa è dovuta al fatto che i vestiti invernali occupano più spazio.
L’unico piccolo guaio è che domani c’è la seconda parte: giro delle scarpe :-(

Ultimo aggiornamento: 2006-10-07 18:33

una mattina d’autunno

Stamattina, visto lo sciopero dei mezzi, ho preso la mia fidata bicicletta per arrivare in ufficio. E ho scoperto tante cose.
– la mattina inizia a fare freddo: non ho tolto il giubbetto per tutto il viaggio, e il primo chilometro è stato divertente. È vero che sono ancora con le polo a manica corta, però si capisce che è arrivato l’autunno.
– c’era meno traffico del solito. Secondo me, parecchia gente ha preso ferie… o se preferite, lo sciopero dei giornali ha fatto sì che meno gente uscisse in auto a comprarsi il quotidiano preferito :-)
– a Rozzano mi sono trovato un’ambulanza che trainava un’altra ambulanza: sarà, ma mi sarebbe sembrato più logico usare un altro mezzo per il traino
– mi sono trovato davanti a un incidente in fondo a viale Gadio. Una tipa in Mini ha preso sotto una scooterista: per una volta però la colpa non era della tipa in moto. A dire il vero non sono nemmeno riuscito a capire cosa diavolo volesse fare la Mini: dopo avere svoltato a sinistra da viale Alemagna (cosa che si può fare al momento causa lavori in via Paleocapa) ha curvato ancora a sinistra come se volesse tentare un’inversione a U che era tecnicamente impossibile. La moto ovviamente non si aspettava una tale prova di intelligenza: per fortuna non sembra essersi fatta troppo male.

Ultimo aggiornamento: 2006-10-06 11:24

trenitalia punto boh

In questi giorni Anna è stata a tenere un corso a Pescara. Il corso durava due giorni e mezzo, e quindi terminava oggi a pranzo. Solo che non era sicura di riuscire a prendere l’eurostar delle 13:54, e quindi non aveva fatto il biglietto di ritorno. Oggi all’una e trentacinque mi arriva una sua telefonata: «sei davanti al pc? per favore fammi il biglietto online, che qua in biglietteria c’è una coda impossibile e le macchinette automatiche sono tutte scassate». La mia connessione internet in ufficio è molto più lenta di quella di casa (mai capito perché), ma con un po’ di fatica riesco a fare il biglietto e pagare con la mia carta di credito. Già che ci sono, uso il famoso servizio “invia notifica ticketless al telefonino”, ovviamente di Anna. Per sicurezza, le anticipo il numero del posto.
Dieci minuti dopo, Anna mi richiama e mi dice «guarda che non mi è arrivato l’SMS: mi puoi spedire tu i dati?» Cerrrto, faccio io, e scrivo tutto compreso il codice di prenotazione.
Tre quarti d’ora dopo, Anna mi chiama per la terza volta, e fa «Per Trenitalia, la mia prenotazione non esiste, nonostante poi mi sia arrivato in duplice copia il loro sms di conferma. Adesso il controllore farà controllare il server centrale, altrimenti…» e inizia a spiegarmi una procedura che mi sono rifiutato di memorizzare.
Ho ricontrollato la pagina (il bello della navigazione a tab è che li puoi tenere a piacere): si dice che il pagamento è stato effettuato. Forse che hanno qualche problema di rete?

Ultimo aggiornamento: 2006-10-04 15:36

orologiao

Da quando ho scoperto gli orologi analogico-digitali Casio, circa vent’anni fa, sono rimasto loro fedele: costano poco, sono relativamente piccoli e fanno tutto quello che mi serve. Il che significa che ne ho avuti tre: uno si è definitivamente rotto, il secondo è quello che stavo usando in questi giorni perché il terzo si era fermato del tutto, dopo un tentativo di rianimazione a inizio settembre.
Il problema è che ho comprato tutti e tre quegli orologi a Torino, in un negozietto dietro piazza Castello, e avevo dei problemi a fare un viaggio apposta; e da quello che vedevo Milàn l’è un gran Milàn ma gli unici Casio che trovavo erano quelli che si connettevano con Francoforte per regolare l’ora, il che dal mio punto di vista è overkilling. Immaginate dunque la mia gioia stamattina: mentre il corteo passeggiava amabilmente per via Pirelli ho visto un negozio di orologi – e non una gioielleria, notate bene – con il logo Casio bello in vista.
Oggi pomeriggio sono così passato nel negozio, e dietro esborso di 25 euro sono il felice proprietario di un orologio praticamente identico al precedente, giusto con i numeri più grandi e il quadrante bluette invece che nero (ok, anche senza luce, ma il penultimo era anche così). Ero indeciso se prenderlo con il quadrante quadrato come il mio primissimo orologio, ma mi sono innamorato a prima vista dell’altro.
Solo che in un impeto di follia ho anche speso cinque euro per cambiare la piletta dell’ultimo orologio, sapendo che non lo userò probabilmente mai. Non so, mi è venuto in mente una storia dove Paperino apriva l’armadio e sceglieva una delle dieci bluse da marinaio tutte identiche…

Ultimo aggiornamento: 2006-10-03 18:04

ma-ni-fe-stia-mo!

[.mau. vessillifero] Oggi i dipendenti del gruppo Telecom (e quindi il Vostro Affezionato) erano in sciopero contro il piano industriale di Tronchetti Provera, o per la precisione quello che sembra essere il suo piano, visto che è ancora tutto fumoso; la parola “industriale” possiamo però toglierla tranquillamente. Lo sciopero comprendeva anche una manifestazione, anzi due: i Cobas a Roma e la Triplice qui a Milano. Considerando che tanto era abbastanza chiaro che al top management dello sciopero non gliene poteva fregare una cippa, e che il tutto era fatto a nuora perché suocera intenda, mi sono affrettato a presenziare.
Il concentramento era alle 9 in porta Venezia: manco a farlo apposta, ieri quando Regina ha fatto pulizia deve avere azzerato il volume della radiosveglia che quindi si è accesa ma non ha emesso suono, e mi sono svegliato in ritardo, tanto che sono uscito di casa alle 8.50. Non che fosse un problema: non pensavo che il corteo sarebbe partito prima delle 10 e quindi, visto che tanto non pioveva anche se il cielo non è che fosse chissà che cosa nemmeno per gli standard milanesi, me la sono fatta tranquillamente a piedi, con la maglietta rossa di ordinanza. Occhei, la maglietta è quella con la scritta “la matematica è un gioco da ragazzi”, ma potevo sempre dire che era una scritta contro la finanza creativa di MTP, no?
Una volta arrivato, mi sono trovato i colleghi del piano di sopra e mi è stata subito cacciata in mano una bandiera (vedi foto sopra), per la serie “tanto sei qua, non hai nulla da fare e sei alto”. No, non è vero: per prima cosa ho incontrato i Cobas che distribuivano un volantino dove non si capiva esattamente se ce l’avevano di più contro Tronchetti, Prodi o la CGIL-CISL-UIL, come del resto è sempre stata la loro storia. A dire il vero mi sono preoccupato un po’, perché non è che ci fosse troppa gente: così ad occhio un trecento-quattrocento persone. Ma ero semplicemente in anticipo: man mano che passava il tempo, infatti, la cima del corteo andava un po’ avanti sui bastioni per fare spazio a chi stava arrivando, e penso che alla fine ci saranno state più di duemila persone a sfilare: non tantissime, ma facevano un bell’effetto per strada. Ci siamo trovati con Massimo, abbiamo preso un caffè, e siamo rimasti in attesa degli altri colleghi, che non spuntavano. Solo alla fine siamo riusciti a telefonare a Franco – cosa non banale, visto il rumore e il fatto che mi ero dimenticato di mettere in carica il mio telefonino – che ci ha detto che erano tutti verso il fondo, e ci siamo così uniti. Bisogna dire che il gruppo rozzanese ex-tutto era ben rappresentato: eravamo in tredici, quindi metà del totale, e credo che in ufficio fosse rimasta una o due persone al massimo. Quando alle 10.15 siamo finalmente partiti, ho fatto come al mio solito l’elastico, su e giù per il corteo fino a quando sono riuscito a trovare il gruppetto degli ex-colleghi cseltini da salutare: devo dire che non mi è sembrato uno di quei cortei “cattivi”, e le facce della gente erano sì incazzate ma nemmeno troppo. Molto peggio erano gli automobilisti bloccati dal nostro passaggio: quando abbiamo attraversato viale Tunisia, il rumore dei clacson sovrastava quello dei fischietti. Ah, a proposito: c’era un tipo un po’ strano che aveva un sacco di fischietti e li vendeva a un euro l’uno. Non so quanti affari abbia fatto, visto che dal pulmino del sindacato uscivano fuori fischietti a iosa…
Noi siamo arrivati in piazza Einaudi verso le 11.15, mentre stava già parlando il primo oratore, immagino del sindacato della gomma visto che si riferiva soprattutto a Pirelli. Dal palchetto nel parcheggio, pieno di gente che non si sapeva bene chi fosse, si sono poi alternati ben due segretari generali (Angeletti per la UIL e Bonanni per la CISL), inframmezzati dal segretario della SLC-CGIL Emilio Bonanni, che a sentirlo così sembrava più prodiano di Prodi quando ha proposto di avere l’ultimo miglio separato per permettere più occupazione… anche se si deve essere accorto di quanto stava dicendo e ha subito aggiunto che però va benissimo se questa nuova società rimane all’interno del gruppo. Angeletti mi sembrava un po’ fuori dalla storia, mentre invece Bonanni è stato di un logorroico da far paura, tanto che molta gente ha iniziato ad andarsene.
Qualche appunto di colore: nonostante in assoluto ci fossero più bandiere della SLC, quelli della Fistel-Cisl sono riusciti a mettersi tutti intorno al palco, dimostrando un’ottima capacità di scelta dei posti più visibili. C’era poi un gruppo di bandiere Uilcom, che formava una specie di ridotta, e addirittura qualcuno con le bandiere UGL; quelli però se ne stavano ben lontani dal centro della manifestazione, forse anche comprensibilmente. Il panettiere dall’altro lato di via Melchiorre Gioia deve essersi fregato le mani, vista la quantità di gente che si è fiondata nel negozio per comprarsi un po’ di pizza al taglio: io sono arrivato al solito troppo tardi, ma tanto mi sono accontentato di un paio di pagnottine, non essendo un tipo troppo pretenzioso. Infine una nota lessicale: la differenza tra CGIL e CISL è chiarissima. Bonanni non si è indirizzato ai lavoratori chiamandoli “compagne e compagni”, ma bensì “amiche e amici”…

Ultimo aggiornamento: 2006-10-03 16:09

giornataccia?

Occhei, sono uscito cinque minuti più tardi del solito. Occhei, mi sono fermato in edicola a comprare Repubblica e La Stampa visto che ci saranno due giorni di sciopero (la sapete la barzelletta dei due carabinieri in montagna, vero?) e mi sono trovato un po’ di coda.
Ma è andata a finire che mi sono visto partire la gialla sotto gli occhi, e ancora grazie che avevano rimesso a posto il problema alla stazione Sondrio; mi sono visto partire la verde sotto gli occhi; il 15 almeno aveva già fatto una fermata, ma comunque l’ho aspettato quasi dieci minuti; e per sovrammercato la porticina del retro del nostro simpatico complesso postindustriale non funzionava, e ho dovuto fare tutto il giro per entrare. Non è così che si inizia bene una giornata, anche se è venerdì e quindi ci sono ampi margini di miglioramento nel corso della giornata.
L’unica cosa favorevole è che hanno riaperto la scala mobile della metro in Piazzale Abbiategrasso. Quella scala mobile è nata sfigata: l’avveniristica (?) copertura con lastre di cristallo è stata spaccata dopo nemmeno una settimana, e ci sono voluti tre mesi di chiusura prima che… venissero tolte le lastre rotte. Adesso mi sa tanto che ci siano problemi agli ingranaggi quando piove, e quindi è più il tempo in cui sta chiusa di quello di funzionamento: ad esempio, a settembre non l’avevo mai vista accessibile fino appunto ad oggi (o forse ieri, ma ero in bicicletta). Ma la cosa più divertente è che ormai la gente ha cancellato dal proprio campo visivo quel passaggio: stamattina tutti facevano le scale!

Ultimo aggiornamento: 2006-09-29 10:53

1,2,3… assemblea

Oggi pomeriggio abbiamo avuto un’assemblea per preparare la manifestazione di martedì prossimo. Per la prima volta (forse per l’ultima?) ci siamo trovati tutti: noi che arriviamo da Tim, i due gruppi da IT Telecom, e quei pochi operai Telecom che non sono stati esternalizzati. Visto che ci sono anche degli operativi, ci sono state in realtà due assemblee; inoltre, visto che eravamo parecchi, per una volta abbiamo usato l’auditorium, che è quello dove Tronchetti fa le assemblee di Telecom :-)
I sindacalisti presenti hanno fortemente spinto perché non solo si scioperi, ma si vada anche tutti a farsi vedere, che è più o meno quello che mi aspettavo. Hanno esplicitamente affermato che la richiesta sindacale è che il governo faccia come capitato con la Fiat, quindi diventi garante di un piano industriale serio per l’azienda, con un datore di lavoro che dia garanzie al mercato e all’azienda. Inoltre sono fortemente contrari a ritrovarsi un’azienda in mano agli italiani ma spezzettata, perché si è visto cosa è successo in passato in casi simili. Bene: diciamo che la base non è poi rimasta troppo soddisfatta, per usare un eufemismo. Ci sono state voci che proponevano di fermare le centrali telefoniche, o di bloccare ferovie e autostrade per farsi sentire davvero, lamentandosi perché tanto tutte le volte che si è scioperato non ci è servito a un tubo, e soprattutto il sindacato è andato avanti per conto suo. Il tutto ha portato a un tentativo di difesa dei sindacalisti, che però non mi pare abbia sortito grandi risultati. Alla fine è probabile che molti sciopereranno, che qualcuno andrà alla manifestazione, ma tutti piuttosto scazzati con azienda e sindacato.
Io ho fatto due domande, chiedendo come poteva il sindacato chiedere un piano stile Fiat quando sappiamo che il management non ha soldi e comunque è sfiduciato dai mercati, e se avevo capito bene sentendo che voleva preservare l’italianità dell’azienda, oltre alla sua unitarietà. Alla fine dell’assemblea sono stato preso in giro dai miei colleghi, visto che la prima domanda non è stata nemmeno presa in considerazione e alla seconda c’è stata una risposta assolutamente fumosa. Certe cose non cambiano mai.

Ultimo aggiornamento: 2006-09-27 18:27

quello che non cambia mai

Come potete immaginare, in questo momento la situazione interna a Telecom è praticamente congelata. Si continua a fare il lavoro di tutti i giorni per inerzia e perché comunque si sa cosa fare, ma null’altro: in fin dei conti, non sappiamo nemmeno in quale società finiremo.
Non parliamo poi delle cose interne: quest’estate era partita la trafila per l’aggiornamento dei nostri computer (che ormai sono stati ammortizzati da mo’, per non parlare del caso mio dove il carcassone portatile del 2001 mi è stato rubato): tutto bloccato. Avevamo finalmente qualche possibilità reale di spostarci via da Rozzano, con una richiesta ufficiale e la disponibilità di posti in via Giacosa, non certo la migliore delle sedi ma comunque un avvicinamento non di poco a casa: tutto bloccato. Non parliamo di assunzioni, corsi di formazione e simili.
Eppure c’è qualcosa che si muove. Stamattina ci è arrivato un allegro messaggio della funzione Risorse Umane, che gioiosamente ci comunica che tra pochi giorni potremmo – con un solo clic! – compilare il questionario di autovalutazione e quello sulle nostre competenze in un colpo solo. Non sto più nella pelle.

Ultimo aggiornamento: 2006-09-25 14:59