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mail marketing

Compro molto spesso vestiti da Boggi: ho raggiunto un compromesso con Anna, e almeno non mi porta in dieci posti diversi quando decide che il mio guardaroba è da cambiare. Qualche mese fa ho provato a chiedere al negoziante “ma non è che a un affezionato cliente come me fate una fidelity card?”, sottintendendo che potevo rinunciare a un po’ della mia privacy per qualche sconto. La risposta è stata “non so, queste cose le fanno in sede centrale: io posso solo inviare la richiesta”. Vabbè, penso io, al limite butto via un po’ di cartaccia in più (ho messo un indirizzo email di quelli che non controllo praticamente mai, se non per cancellare tutto una volta ogni tanto).
Mi ero dimenticato poi della cosa fino a venerdì scorso, quando in buca ho trovato tre buste con il catalogo Boggi; in due delle buste c’era un’altra lettera con la famosa fidelity card. I numeri d’ordine delle due lettere erano tra l’altro consecutivi, e l’indirizzo era scritto allo stesso modo in tutte e tre le buste. Ora, capisco che la loro base dati abbia dei problemi, ma mi chiedo come mai questa disparità nella terza busta…

Ultimo aggiornamento: 2005-10-10 17:44

riflessi pavloviani

Stamattina – come del resto praticamente tutte le mattine – Ariel ha iniziato a miagolare in maniera molto querula per ricordarci che lei rivendicava il diritto alla sua pappa. Assieme al miagolio, ha anche fatto uno dei suoi leit-motiv: raspare sulla porta del bagno. Anna, che non ha ancora capito che con i gatti bisogna far finta di nulla, le ha urlato dietro di smetterla: risultato, Ariel ha continuato a miagolare e io mi sono svegliato.
Meno di un minuto dopo è suonata la sveglia: a questo punto ho sentito distintamente Ariel cambiare tipo di miagolio, direi ora quasi “soddisfatto”, e dirigersi in cucina. Commenti: abbiamo una gatta che ha perfettamente associato il suono della sveglia al fatto che qualcuno si alzerà – e quindi adempirà allo scopo istituzionale di darle da mangiare; ma soprattutto che abbiamo una gatta rompipalle che se ne frega altamente del fatto che tanto suonerà la sveglia.

Ultimo aggiornamento: 2005-10-05 11:02

Autunno

Oggi siamo ufficialmente in autunno. Sta diluviando qui a Milano: la Uokireis di Radio Popolare e Legambiente, che si sarebbe dovuta tenere alla montagnetta di San Siro è stata annullata per fiumi di fango. Anche la Biodomenica, che in fin dei conti era sotto i portici di piazza Diaz, stamattina vedeva cinque banchetti cinque. Oggi pomeriggio Anna ha acceso il camino.
Ma il peggio è che ho dato un’occhiata alle previsioni del tempo per la prossima settimana: a seconda dei giorni avremo “numerosi rovesci, rovesci di passaggio, scrosci di pioggia, molta pioggia”. Glugluglu!

Ultimo aggiornamento: 2005-10-02 16:08

CD audio rovinati

Io posseggo almeno tre CD (un doppio live di Jannacci e una raccolta di rock italiano del Dizionario della Canzone Italiana della Curcio) che si sono rovinati. Il colore del disco è diventato bronzo, dall’argento originale, e all’ascolto si sente una quantità di crepitio che manco un 78 giri, oltre ad alcuni stop quando il povero correttore di errore non sa più che pesci pigliare.
A parte le operazioni necessarie adesso per rifarmi i dischi (leggasi, scaricarmi da qualche parte gli mp3… è una specie di backup retroattivo se ci si pensa bene) c’è qualcuno che ha un’idea di cosa fare in genere, e come ci si può accorgere in anticipo della degradazione del supporto?

Ultimo aggiornamento: 2005-09-27 17:21

fenomenologia dell'outlet

Oggi siamo stati a un battesimo a Torino, e tornando Anna mi ha detto “andiamo a vedere com’è questo Vicolungo Outlet, che è persino indicato nelle destinazioni dello svincolo autostradale…” Ho detto di sì – sono in forte debito, mettiamola così – e siamo così usciti, trovandoci una bella coda all’unico casello aperto per contanti. Fin qua nessun problema: ho tirato fuori il bancomat e sono passato dall’uscita ViaCard come sempre vuota. Il secondo problema, quello di trovare parcheggio, è stato risolto esattamente allo stesso modo: tutti cercavano di parcheggiare subito, anche fuori dalle strisce, e noi ce ne siamo andati dall’altro lato che era praticamente vuoto.
Il logo del posto è una specie di boomerang, o se prefererite di V molto larga: anche la planimetria ha esattamente la stessa forma, e credo non sia un caso, pur sapendo perfettamente che non se ne sarà accorto nessuno. Ma si sa, queste cose subliminali… Ma quello che mi ha stupito di più è la quantità di gente e soprattutto il fatto che fossero di tutte le età: non solo ventenni che non hanno probabilmente nulla di meglio da fare, ma anche coppie quarantenni e financo sessantenni. La fruizione è sempre di gruppo, non mi pare di avere visto nessuna persona da sola; la parte familiare è acuita dal numero di cani al guinzaglio, che sicuramente non devono comprare nulla.
Il luogo, anche se il depliant promette che “l’architettura degli outlet crea l’atmosfera giusta per una giornata di shopping ma anche di incontro, divertimento e cultura” prevede al massimo il primo punto. Non esiste una libreria (di remainder, chiaro…) o un negozio di dischi (nice price?), ma non c’è nemmeno un’edicola, e i bar sono indubbiamente sottodimensionati e soprattutto con pochi posti a sedere. Sì, perché l’outlet è un posto da visitare rigorosamente in piedi: non esistono panchine e addirittura i muretti delle aiuole sono stati rigorosamente costruiti in pendenza, per impedire che le stanche membra del compratore vi si posino.
Ma a parte tutto, qual è la logica di mettere tutti questi negozi di outlet insieme? Una volta esisteva lo spaccio, che stava attaccato alla fabbrica e serviva per fare fuori i vestiti di seconda scelta. Ora probabilmente non si fabbrica più nulla in Italia, e quindi hanno deciso che si può fare il negozio apposta, per la gioia dei negozianti che dovrebbero vendere gli stessi pezzi a costo più alto. Sì, gli stessi pezzi: la commessa del negozio di scarpe dove Anna ha ceduto alla logica consumistica, alla sua domanda “ma non c’è nulla della scorsa stagione autunno-inverno?” ha risposto “no, perché la gente arriva qua e vuole trovare le cose uscite adesso”. Altro che outlet: è tutta una finta.

Ultimo aggiornamento: 2005-09-25 21:34

Milano è anisotropa

Stamattina ad andare in ufficio ho pedalato alla media dei 19 all’ora. Stasera a tornare a casa ho tenuto i 17. Tenendo conto che il cronometro si ferma quando sono fermo al semaforo, non si può usare l’onda rossa come causa del rallentamento: restano solo le ipotesi seguenti: (a) al mattino vado verso sud e quindi in discesa, la sera vado in salita; (b) la sera sono più stanco per essere stato davanti al video tutto il giorno; (c) il percorso serale ha troppi tratti in massello, e visto che le pietre sono sempre troppo sconnesse devo rallentare.
Scegliete la vostra ipotesi preferita.

Ultimo aggiornamento: 2005-09-21 21:51

Palestra, un anno dopo.

Una fregatura di avere un blog che gira da ormai più di quattro anni è che ogni anno capita una serie di cose che si ripetono, e io – essendo notoriamente pigro, e confidando nella memoria selettiva dei miei lettori – le ripeto.
Tutto questo per comunicare che oggi ho ripreso la palestra. Avevo smesso ad aprile, quindi vi lascio immaginare il mio tono muscolare. Mi è perfino venuta la pancetta, cose da non credere. D’altro canto, potete anche immaginare la mia capacità di dimenticarmi tutto: stamattina avevo la roba da palestra anche perché l’avevo preparata due settimane fa, ma ho lasciato a casa pane e companatico che sarebbero dovuti essere il mio pranzo, e non mi sono neppure preso il “libro da palestra”. Ma tanto oggi è stata la solita giornata iniziale: pesi leggerissimi, e due sole serie per esercizio invece che tre. Ho solo fatto molti più addominali; tanto la pagherò cara tra domani e dopodomani…
Ah: ormai credo così tanto al nostro trasferimento via da Rozzano che ho fatto l’abbonamento annuale.

Ultimo aggiornamento: 2005-09-19 14:28

i miei tesori

Ieri e oggi Anna è in trasferta a Reggio Emilia, e quindi sono il gatta-sitter ufficiale. Sfruttando il fatto che ieri a casa non c’era nessuno, ho dato loro una scatoletta di Petreet, che fa tanto bene. Peccato che non lo apprezzino affatto, e che in questi giorni hanno anche mangiato parecchio. Così sono arrivato ieri sera a casa con due gatte affamate e le ciotole piene. Essendo io notoriamente un nazista, ho detto “va bene, niente pappa nuova fino a stanotte”. Quando esco per andare alle Cenerentoliadi, noto che Momo sta mangiucchiando.
Rientro a mezzanotte e mezzo, e scopro che la pappa è ancora praticamente tutta là. Nazista sì ma non criminale: la butto via e apro un’altra scatoletta. Intanto passo in camera e scopro che qualcuno (presumo Momo) ha amabilmente vomitato sul copriletto. Smadonnando il giusto, lo tolgo e sciacquo via un po’ di roba; recupero un plaid e mi metto finalmente a dormire.
A un certo punto un rumore “qualcosa di metallo caduto a terra” mi sveglia di colpo. Guardo l’orologio e sono le quattro e venti. Una volta recuperata la coordinazione motoria mi alzo, e in quel momento arriva Ariel con il suo miagolio “mah mah, mah mao?” che usa solo e unicamente quando ha combinato qualcosa e vuole discolparsi. Per la cronaca, avevano buttato a terra il vassoio portapomodori che sta in cucina: mi chiedo cosa stessero facendo per spostarlo così. È vero che pomodori dentro non ce n’erano, e che se avessero fatto cadere il bicchiere che era lì vicino sarebbe stato molto peggio: però è sempre una gioia essere risvegliato in questo modo.

Ultimo aggiornamento: 2005-09-16 11:45