Archivi categoria: y2004_pipponi

funerali di Stato?

Adesso che il DNA ci ha confermato che il corpo lasciato a Bagdad dalle parti della Croce Rossa è quello di Quattrocchi – certo che le condizioni là devono essere disastrose, se in un mese c’è una decomposizione simile – qualcuno da Alleanza Nazionale ha già iniziato a chiedere i funerali di Stato.
Non vedo assolutamente il perché, a meno che non iniziamo a farli a tutti quelli che qui in Italia vengono ammazzati da rapinatori, o muoiono sul lavoro. Non sono di quelli che parlano degli ostaggi e dicono “se la sono voluta loro, bastava che non fossero andati in Iraq”. È ingiusto nei loro confronti. Ma da qui a dire che lo Stato debba onorare la morte di uno che faceva il suo lavoro solo perché è stato ammazzato in tivvù, ce ne va…

Ultimo aggiornamento: 2004-05-23 17:40

transessuali alle Olimpiadi e politica

Il CIO ha stabilito le regole secondo le quali i transessuali potranno partecipare alle Olimpiadi. Così a prima vista mi sembrano condivisibili: avvenute “trasformazioni anatomiche chirurgiche”; cura ormonale per un tempo sufficiente a eliminare i possibili vantaggi del sesso precedente. Apprezzabile il fatto che la circolare non sia sessista. Qualche dubbio in più sulla necessità di un documento dal quale si evinca il cambio di sesso, ma non si può pretendere troppo.
Oggi Metro ha un’intervista alla presidente dell’Associazione Nazionale Transessuali, che dice cose condivisibili tranne un punto che è l’argomento di questo pippone. La signora Alvino afferma infatti che “Per presentare la mia candidatura alle elezioni speravo nel centro-sinistra, e invece ho dovuto farlo con Forza Italia…)
Mentre plaudo alla scelta di questi ultimi, non posso evitare di notare che scegliere lo schieramento opposto a quello delle proprie idee porta alla lunga a grossi svantaggi. Supponiamo che la signora venga eletta: forse riuscirà a ottenere qualche risultato per i transessuali, ma a prezzo di quali mal di pancia?

Ultimo aggiornamento: 2004-05-19 10:20

e vai col blackout!

Il signor Gestore della Rete Elettrica Nazionale ha già messo le mani avanti: l’ultima settimana di luglio e la prima e l’ultima di agosto siamo a rischio di blackout. Solite scuse: alta richiesta perché fa caldo e le industrie lavorano ancora, maggiori consumi di energia elettrica, e così via. Però se gli permettono le deroghe ambientali, allora…
Innanzitutto, per chi non lo sapesse, queste “deroghe ambientali” non equivalgono a “scaricare fumi e scorie”. Significano che l’acqua che serve a raffreddare gli impianti può essere rimessa nei fiumi a una temperatura più elevata. Bene, non venitemi a dire “beh, qual è allora il problema”, soprattutto se qualche anno fa avete imprecato in tutte le lingue da voi conosciute contro la mucillagine in spiaggia, tanto per fare un esempio. Scaldare l’acqua di un fiume o un lago modifica il suo equilibrio in maniera anche irreparabile, ed è per questo che la legge prevede dei limiti rigidi. Solo che così il rendimento della centrale si riduce, perché non può produrre – e quindi riscaldarsi – quanto vorrebbe.
Ma il mio pippone non era questo, mi spiace per chi sperava avessi già finito.
Le scuse dell’anno scorso erano “faceva caldissimo e tutti avevano i condizionatori a palla; e poi c’era la siccità e quindi i bacini idroelettrici erano vuoti; e poi…” Mancavano solo le cavallette. Quest’anno le previsioni danno un’estate nella norma; ci sono state pioggie a sufficienza con temperature abbastanza basse per assicurare il riempimento dei bacini; l’economia va avanti a fatica, altro che il 3% di consumi in più che il nostro Gestore ha ottimisticamente previsto. Il petrolio costa di più, ma quello ce lo troviamo subito in bolletta. Insomma, mi pare tanto una delle solite prese per i fondelli, o un gridare “al lupo” per ottenere non so bene cosa.

Ultimo aggiornamento: 2004-05-15 13:51

sempre sulla legge 106/2004

Approfittando della pausa pranzo sono andato un po’ a vedere l’iter della legge in questione. La parte trattata in Senato si può vedere qui; è interessante vedere come la forma originale del decreto era davvero incredibile, con l’obbligo di consegna entro quindici giorni e il regolamento attuativo da farsi in 90 giorni. Inoltre, nella prima stesura non era affatto prevista la possibilità di esonero dell’invio da parte di nessuno.
Può anche essere interessante leggere il DDL 1057, presentato dalla senatrice DS Acciarini, e che è confluito nel DDL 894 che alla fine è diventato appunto legge 106/2004. Ora, chi legge queste mie notiziole sa perfettamente che il mio giudizio sulle conoscenze informatiche dei nostri parlamentari è assolutamente bipartisan :-), ma mi pare che la versione approvata sia in un certo senso migliore. Resta poi il fatto che se la sanzione va da tre a quindici volte il valore commerciale del documento, possiamo usare le mirabolanti proprietà moltiplicative dello zero, e non preoccuparci per nulla.
Chi vuole vedere l’iter alla Camera può partire da qui. Chi poi ama scavare davvero a fondo può andare ad esempio a guardare il DDL 3610 presentato alla Camera il 17 aprile 1997, a firme … Veltroni, Napolitano, Bassanini. Comprenderà probabilmente perché i due DDL del governo e dell’opposizione erano simili: la legge sta girando da sette anni almeno. La maggiore differenza era che si parlava di “documenti multimediali” in genere, e non di “documenti diffusi tramite rete informatica”. Però, se devo essere sincero, non so se fosse meglio una dichiarazione generica che poi “casualmente” poteva essere applicata a chiunque: in questo modo c’è una maggior possibilità che il regolamento attuativo preveda gli esoneri logici – o che affermi che per l’espletamento dell’obbligo basta che io invii l’URL del mio feed RSS, tanto per dire.
Ho infine una simpatica curiosità che probabilmente nessuno potrà togliermi. La legge è stata approvata il 31 marzo, promulgata il 15 aprile, e pubblicata il 27 aprile. Per due settimane dalla pubblicazione non se n’è saputo nulla, poi d’improvviso Repubblica e Corsera si lanciano. Chi è che li ha svegliati?
PS: ho visto solo ora questa lettera di Giovanni Bergamin. Il commento di Beppe (“perché un obbligo borbonico, e non un invito?”) è giusto in teoria, ma preferisco essere pragmatico e limitarmi al risultato finale.

Ultimo aggiornamento: 2004-05-13 14:22

obbligo di conservazione siti?

Stamattina arrivo tranquillo e beato in ufficio, e mi trovo tutti i blog a lamentarsi. Beh, “tutti” è un po’ esagerato. Diciamo Massimo, zop, Delymyth, Paolo… giusto per citare i primi. Cosa è successo? C’è una legge, la 106/2004, che si intitola “Norme relative al deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati all’uso pubblico”.
Per i soliti pigroni che non hanno voglia di leggersi tutta la legge, cito qua i punti principali:
Articolo 1, comma 1: 1. Al fine di conservare la memoria della cultura e della vita sociale italiana sono oggetto di deposito obbligatorio, di seguito denominato “deposito legale”, i documenti destinati all’uso pubblico e fruibili mediante la lettura, l’ascolto e la visione, qualunque sia il loro processo tecnico di produzione, di edizione o di diffusione, ivi compresi i documenti finalizzati alla fruizione da parte di portatori di handicap.
Articolo 1, comma 4: I documenti di cui al presente articolo sono depositati presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze e la Biblioteca nazionale centrale di Roma, […]
Articolo 4, comma 1: Le categorie di documenti destinati al deposito legale sono:
a) libri; […]
q) documenti diffusi su supporto informatico;
r) documenti diffusi tramite rete informatica non rientranti nelle lettere da a) a q).
Articolo 7, comma 1: Chiunque vìola le norme della presente legge è soggetto ad una sanzione amministrativa pecuniaria pari al valore commerciale del documento, aumentato da tre a quindici volte, fino ad un massimo di 1.500 euro.
Insomma, se uno ha un sito web deve inviarlo regolarmente (beh, ogni due mesi visto che l’obbligo si ha entro i sessanta giorni) alle Biblioteche Nazionali di Roma e Firenze, che si premureranno di comprarsi un po’ di terabyte di spazio dove salvare anche le mie notiziole. Che bello, non devo più fare i backup!
A parte le battute, mi sembra che la levata di scudi sia prematura. Come capita abbastanza spesso con le leggi almeno in Italia, ci sarà un regolamento attuativo (articolo 5, comma 1) che verrà promulgato entro sei mesi. Il regolamento stabilirà anche (articolo 5, comma 5) “a) i casi di esonero totale o parziale dal deposito dei documenti”. Insomma, quello che bisogna fare è farsi sentire e fare indicare esplicitamente che i siti personali sono esonerati dal deposito; non mettersi a urlare contro gli intenti censori da Grande Fratello (orwelliano, non televisivo!) del governo. Possiamo anche dire che quella legge sarà fatta alla carlona, ma in realtà afferma un principio generale condivisibile (i documenti di una certa importanza devono essere archiviati) e lascia l’attuazione del principio a una verifica non solo parlamentare.
E poi, scusate: il mio sito è pubblico, a me non me ne può fregare di meno di dovere inviarlo da qualche parte. Cosa ci perdo, se non un po’ di tempo?

Ultimo aggiornamento: 2004-05-12 10:34

Disinformatija

Oggi su Repubblica. Titolo: “In Trentino Ulivo in testa”. Si parla di microelezioni, nulla di importante a livello nazionale in realtà. Testo: “Nei sei paesi più importanti, solo uno ha eletto un sindaco di centrodestra”. Ma continuiamo a leggere: scopriamo che negli altri “ha vinto o è arrivato al ballottaggio il centrosinistra”, oltre a scoprire che nel paese di cui sopra la giunta precedente era di centrosinistra. (Degli altri non si può sapere).
D’altro canto, forse dobbiamo ancora ritenerci fortunati che il fogliaccio scalfariano abbia messo la notizia in una striminzita colonna di pagina interna, e non a tutta pagina.

Ultimo aggiornamento: 2004-05-11 10:42

produttori di medicinali: al muro!

Anna soffre di allergia. Oggi era molto presa, e mi ha chiesto di andare in farmacia a comprarle uno spray cortisonico, il Lunis, prodotto dalla Valeas.
Vado in farmacia, pago 13 euro e mezzo, dico ‘azz, e torno a casa. A questo punto mi accorgo che il talloncino del prezzo segna 7.50 €. Torno indietro, faccio vedere la cosa, e la farmacista mi dice “no, il prezzo ufficiale è 13 e mezzo”, e mi fa vedere lo scontrino del PC con i dati ufficiali. Aggiunge “eh, i farmaci mutuabili sono calati di prezzo, ma gli altri sono aumentati”.
Sono andato a fare una ricerchina in rete. Il prezzo è di 13.50€. Era passato a 7 euro e mezzo il 24 marzo 2003. La farmacista aveva un vecchio prontuario cartaceo di ottobre 2002, dove costava 5.84€, se proprio vogliamo fare le cose per esteso. Insomma, in quattordici mesi c’è stato un aumento dell’80%. Continuando la ricerca, ho scoperto che tra i farmaci con questo principio attivo, il flunisolide, abbiamo il Gibiflu da 5.30€, il Ventoflu a 5.70, il Syntaris a 7.61, ma anche roba a 28 euro. Simpatico, vero?

Ultimo aggiornamento: 2004-05-08 20:26

Arte

In questi giorni a Milano ci sono forti polemiche per l'”opera d’arte” che Maurizio Cattelan ha esposto a Milano, in piazza XXIV maggio. Tre bambini impiccati. Ieri sera una persona ha cercato di tagliare via i rami cui erano appese le corde, ed è anche caduto facendosi male: l’opera è stata comunque tolta.
Io ieri pomeriggio ero passato in bicicletta dalla piazza, ma non mi ero affatto accorto dell’opera, il che non significa però molto, a dire il vero: stavo banalmente cercando di capire dove potevo passare visti i lavori sulla strada, e l’unica cosa che ho osservato era la ruspa che metteva i sassi per fare il fondo intorno ai binari del tram.
I commenti che ho visto in giro sembrano tutti negativi. Io (purtroppo) questa volta sono d’accordo con Sgarbi: un’opera che provoca tutte queste reazioni è arte.
Noticina a lato: trovo un po’ buffo che sia un consigliere comunale di AN a tuonare contro la propria giunta, perché “Così si dà sfogo alla fantasia malata della gente”. I tempi sono cambiati.

Ultimo aggiornamento: 2004-05-07 12:17