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SMS “domani si vota”

Quasi tutti avranno ricevuto l’SMS della “Pr.Cons.Min.” che ci ricorda che si vota domani pomeriggio e domenica, e che occorre un documento d’identità e la tessera elettorale. Il mio è stato recapitato sulla scheda Vodafone alle 7:15; il telefono di lavoro Tim è stato risparmiato, probabilmente perché di tipo “business”.
In rete i giudizi che ho letto sono contrari all’iniziativa, sia tra i blog (Mantellini e Neri) che nei portali. Io invece non ci ho trovato poi tutto quel male. Per quello che mi riguarda è una comunicazione “di servizio” che ricorda il diritto/dovere del voto, e non è riconducibile a una parte politica. Inoltre gli SMS sono stati inviati direttamente dalle compagnie telefoniche, e quindi i nostri numeri non sono stati resi noti al governo. Magari la cosa potrà contribuire a fare in modo che noi si vada a chiedere al nostro gestore di non farci più inviare questi messaggini – lo si può fare già ora, anche se non lo sa quasi nessuno – ma finiamola lì e pensiamo alle cose più serie.
Ad essere sinceri, come fa giustamente risaltare Pier Luigi Tolardo, possiamo vedere una caduta di stile nel non avere usato come mittente il Viminale che è il ministero istituzionalmente deputato alle elezioni, ma sappiamo tutti che Silvio ha la sindrome del Buondì Motta: “è miiiiio!”. Il Presidente della Repubblica, tirato in ballo da qualcuno, non c’entra invece nulla né deve entrarci nella questione, lasciamolo un po’ in pace.
PS: non so assolutamente quale sia il partito politico cui appartiene lo spammatore Riservato Personale, né mi interessa saperlo. Il punto che volevo fare notare è che se vuoi mandare una circolare, elettorale o no che sia, dovresti avere il buon gusto di non far finta che sia chissà quale messaggio direttamente per me.

Ultimo aggiornamento: 2004-06-11 12:31

dietrologia elettorale

Ieri pomeriggio stavo per scrivere una notiziola dicendo “però, il Silvio ha davvero degli addentellati con il medio oriente, per essere riuscito a fare liberare gli ostaggi proprio la settimana delle elezioni. Nemmeno Carter ci era riuscito a suo tempo…”
Poi mi pare che la situazione si sia incasinata: il blitz è stato dei servizi segreti americani – anche se i nostri servizi hanno subito detto “sì, ma il covo l’avevamo trovato noi”, che non è esattamente una Bella Cosa se ci pensate su. Poi non si capisce come mai la prima notizia della liberazione è arrivata dalla TV polacca: l’operazione deve essere stata davvero segreta. Onore comunque al Cav che è riuscito a stare zitto per tutto questo tempo senza lasciarsi sfuggire nulla, deve essere un suo record.
Se poi qualcuno mi spiega perché ci debba essere la diretta televisiva del rientro degli ex-ostaggi… siamo felici che siano liberi, ma lo speciale tv no!
Già che ci sono, commento anche la campagna elettorale bombarola. Quando l’altra settimana sentii dello striscione “una, cento, mille Nassiriya” lo immaginai opera di un gruppo di idioti di sinistra, che non mancano mai (come non mancano mai gli idioti di destra, chiaro). Quando ci furono i primi attentati a sedi di AN continuai ad essere ragionevolmente convinto che chi lo compì si professasse “di sinistra”. Ma la bomba carta al comizio di Fini mi sembra parecchio sospetta. Abbiamo il vicepresidente del consiglio che fa uno degli ultimi comizi della campagna, e qualcuno riesce a mettere una bomba sotto il pulmino del candidato locale di AN. E la Digos che faceva, se ne stava a bearsi con le parole di Gianfranco? Misteri italiani.
Aggiornamento: lo so che sono in molti a pensare che il Cav avesse pagato un riscatto a suo tempo, e che gli ostaggi fossero già in mano italiana da mo’, con qualcheduno che si travestiva da beduino per far loro credere di essere ancora nelle mani degli aguzzini. Mentre sulla prima parte potrei concordare, non credo affatto alla seconda. Ma mica per altro: quando mai in Italia si riuscirebbe a fare una simile operazione di intelligence?

Ultimo aggiornamento: 2004-06-09 12:08

Diritto di voto 2

Stasera mi sono trovato in buca delle lettere la cartolina dell’Ufficio Elettorale che mi fa notare che per ben due volte (lunedì 31 alle 12 e martedì 1 alle 19) non mi hanno trovato, e quindi devo andare a prendermelo io.
Vorrei fare notare le date. Non solo i volpini hanno scelto i due giorni dell’unico ponte fattibile quest’anno – e passi – ma quando Anna era andata a chiedere la mia tessera loro avrebbero già dovuto sapere che la tessera non l’avevo potuta ritirare.
Ufficio Complicazione Affari Semplici.

Ultimo aggiornamento: 2004-06-07 19:16

Il diritto di voto

Ci sono in giro manifesti a iosa che invitano l’elettore a non aspettare l’ultimo momento: se ha smarrito la propria tessera elettorale, può già andare all’ufficio elettorale a chiedere un duplicato.
Bene. Venerdì mattina ho chiesto ad Anna di andare là, con la mia carta d’identità e la vecchia scheda elettorale, per chiederne l’aggiornamento. Essendo ormai un residente milanese, devo votare qua. Risultato: niente da fare. Hanno controllato, e hanno sentenziato che l’adesivo per aggiornare la tessera è già stato spedito, che sarebbe arrivato in settimana, e che solo in caso contrario sarei dovuto passare a chiederlo – immagino durante i giorni del voto, a questo punto.
Visto che comunque Anna era là, non mi sembrava così difficile né lungo ristampare l’adesivo. O forse c’è qualcosa che mi sfugge?

Ultimo aggiornamento: 2004-06-06 18:30

eugenetica pelosa

In questi giorni c’è stata la polemica su una sentenza di un giudice di Catania che non aveva permesso la verifica degli embrioni prima di un impianto, per verificare che non fossero talassemici: i genitori sono infatti entrambi portatori sani. Per la cronaca, l’impianto è stato fatto, ma l’embrione non è attecchito.
La sentenza di per sé non farebbe una grinza: il giudice deve applicare la legge, e la legge 40/04 dice appunto questo. Quello che trovo preoccupante è che al giudice non sia passato per l’anticamera del cervello di sollevare un’eccezione costituzionale: anzi, ha ribadto che la legge “non autorizza un uso dell’aborto come strumento selettivo dei feti, con riferimento alla loro salute”
Siamo onesti: la legge sulla fecondazione assistita non solo è una schifezza, ma è anche completamente idiota. Se infatti la signora fosse rimasta incinta e avesse scoperto che il figlio sarebbe stato talassemico, non avrebbe avuto alcuna difficoltà ad abortire, “per gravi rischi alla salute psichica della madre”.
Occhei, probabilmente avrebbe dovuto pagare per andare in una clinica privata dove l’obiezione di coscienza viene tacitata a suon di euro, ma avrebbe potuto farlo. Solo che non ci sarebbe stata l’etichettina “eugenetica”, e allora sarebbe andato tutto bene.
Io sono generalmente contrario all’aborto. Trovo la legge 194 ipocrita nella formulazione, a partire dalla sua prima frase e continuando con l’assoluta mancanza di veri consultori: sarò ingenuo, ma mi sembra che sarebbe più semplice prevenire per quanto possibile. Però credo che il modo in cui è stata applicata in questi anni, salvo i problemi di cliniche pubbliche e private di cui parlavo sopra, sia in linea con quanto ci si sarebbe dovuto aspettare da una legge. Cambiare surrettizialmente le carte in tavola in questo modo è non solo ancora più ipocrita, ma anche vergognoso. Mi viene da pensare che qualcuno immagini “sì, ma se la donna abortisce poi sta più male, e così impara…” Pensieri edificanti, vero?
(ah: Barbara mi fa notare che c’è una raccolta di firme per un referendum abrogativo. Eppure non ne ho sentito parlare, e sì che in genere queste notizie le sento. Com’è?)

Ultimo aggiornamento: 2004-05-27 12:00

Come vengono letti i libri sacri (parte I)

Premessa: spesso nelle mie notiziole scrivo di cose che non conosco, da Vero Tuttologo quale io sono. Questa volta è peggio del solito, e su un argomento anche più ostico e finanche pericoloso. Se qualcuno vuole commentare e correggere, sarà il benvenuto; evitate però scomunica e fatwa, grazie! Aggiungo anche che non intendo affatto dare giudizi di merito: a dire il vero, non lo ritengo nemmeno possibile, perché la fede non può per definizione essere definita scientificamente.
Il tema che inizio oggi a trattare è semplice da esporre: come fanno le grandi religioni rivelate a venire a patti con il testo dei loro libri sacri? Se li si legge attentamente, infatti, si scoprono molte contraddizioni interne, e passi difficili da trattare: questo non è esattamente bello, per un’opera ispirata da Dio/YHWH/Allah. Ma gli uomini sono ingegnosi, e hanno trovato varie soluzioni, che presento in due puntate.
Una soluzione molto elegante – uso il termine in senso matematico: poche ipotesi ad hoc – è quella che afferma che la Divina Parola è quella che è stata scritta, e nessuno può cambiarla. Se non erro, anche gli ebrei ortodossi seguono questa linea di pensiero, ma essa è portata alla massima estensione dagli islamici, per cui il Corano è la Parola definitiva di Allah, che non dirà più nulla.
Ciò porta a una serie di conseguenze niente affatto banali. Innanzitutto, non è possibile tradurre la parola sacra. Per molti secoli le versioni del Corano in altre lingue sono state vietate, e ancora adesso non sono considerate valide: la preghiera è sempre in arabo. Corollario? I musulmani devono conoscere l’arabo, tanto che spesso si definiscono sbrigativamente “arabi” tutti gli islamici. Vaglielo a dire a un indonesiano o a un nigeriano, o se per questo a un arabo cristiano! Questa cosa porta indubbiamente dei vantaggi: anche se gli accenti sono molto diversi, due islamici in genere possono comprendersi tra loro. Ma in un certo senso questo è anche un blocco per lo sviluppo della lingua: se il testo sacro è quello, le parole non possono cambiare significato nel tempo.
Un altro corollario meno immediato è che eventuali contraddizioni nel testo sacro non danno alcun problema. Allah è grande, e può cambiare idea quanto vuole. Le sue vie sono per noi imperscrutabili: dobbiamo semplicemente essere sottomessi e tenerci solo l’ultima sua Parola come quella definitiva.
Facile? Mica tanto. Innanzitutto, non c’è nessuna certezza che Egli non cambi ancora idea e non invii un nuovo profeta che aggiorni quanto detto a Maometto. Presumo che questo sia semplicemente un atto di fede. Dove invece la ragione la deve necessariamente fare da padrona è nella scelta di quale tra le due Parole discordanti nel testo è quella da scartare, perché anteriore. Eh sì, le Sure del Corano, tranne la prima, non sono ordinate temporalmente ma per lunghezza decrescente; l’esegesi cerca di valutare quale possa essere il loro ordine.
Passando agli ebrei, il discorso si fa un po’ più difficile. La maggiore antichità della lingua ebraica rispetto a quella araba, o perlomeno alla versione usata da Maometto, dà indubbiamente un vantaggio tecnico. Addirittura nei secoli scorsi alcuni studiosi affermarono che l’ebraico è sta la prima lingua parlata dall’umanità, prima di Babele; diventa pertanto naturale che YHWH l’abbia usata per donarci la Sua Parola. Per questa stessa ragione, alcuni tardi libri biblici che erano stati scritti in aramaico non sono stati ammessi nel canone ebraico: e a volte mi chiedo come abbiano fatto ad ammettere qualcosa oltre la Torah. Un esempio interessante è dato dalla Versione dei Settanta. Essa è la traduzione in greco della Bibbia: non esattamente quella usata adesso dagli ebrei, perché a quel tempo non era ancora stato codificato il canone. Questa versione aveva una sua ragione d’essere: gli ebrei si erano espansi nel bacino mediterraneo, e iniziavano ad esserci gruppi di lingua greca, che avevano difficoltà con l’ebraico. Non è così strano, visto che persino in Palestina c’erano comunità ellenistiche; basti pensare agli apostoli Andrea e Filippo, i cui nomi non sono semitici ma greci, e a santo Stefano. Lì ci sarebbe da fare una digressione sulla separazione tra giudeo-cristiani semiti ed ellenici, ma andrei fuori strada.
Tornando alla nostra Bibbia dei Settanta, sorse indubbiamente il problema di stabilire se la Parola fosse ancora quella reale. La leggenda se la cava affermanto che i settanta studiosi tradussero ciascuno per conto proprio i libri sacri, e quando si riunirono scoprirono che tutte le versioni erano identiche; più prosaicamente credo che da lì iniziò quella che è una caratterstica precipua degli ebrei, e cioè la discussione rabbinica. di nuovo, la logica dietro questo modo di operare non è affatto stupida, e si può riassumere così: “La Parola di YHWH è quella, ma l’uomo è limitato e non può sempre riuscire a metterla per scritto correttamente; altrimenti sarebbe anch’egli divino. Compito del rabbi e del rav è studiarla – più corretto amarla – per riuscire a comprenderla, naturalmente con il Suo aiuto. Il Talmud, con le discussioni non sul testo biblico ma sui commenti dei Maestri, assume improvvisamente un senso diverso: il processo di interpretazione della Parola è continuo, e anche le discussioni passate contengono la scintilla divina. Inoltre il problema “perché YHWH non parla più” viene risolto anche in questo caso elegantemente: man mano che l’uomo cresce ha bisogno di meno “aiutini”. Si parte con i miracoli, per passare ai profeti (“parlo per”), ai maestri e infine ai commentatori e agli esegeti.
Fidarsi così del testo scritto della Parola porta però anche a un altro effetto: la Cabala. Lo studioso cabalistico parte dal testo nudo e crudo – e l’ebraico è la lingua divina! – e afferma che il significato è intrinseco in quelle lettere, che forse devono essere disposte in modi diversi (Arthur Clarke non vi ricorda nulla?), o banalmente rese vive (il Golem). Non pensiate che questo sia limitato agli studiosi di ebraico, o ai maghi: andate ad esempio a cercare l’Ars Magna di Raimondo Lullo, che sicuramente è stato influenzato dalla Cabala. Insomma, in questo caso il testo sacro non ha “contraddizioni” per definizione: a noi sembra che ci siano delle contraddizioni, ma è solo perché noi non siamo degli iniziati, e quindi non sappiamo come deve essere letto.
Per cosa fanno i cristiani, vi rimando alla prossima puntata!

Ultimo aggiornamento: 2004-05-26 12:22

sacchetti gratis

Al Carrefour i sacchettini di plastica piccoli sono gratuiti. Questo significa che il loro costo è spalmato su tutto il resto, ovviamente; e che la gente se li piglia allegramente, contribuendo all’inquinamento.
Ma c’è un terzo punto. Ieri ho comprato tre bottiglie di succo ACE (chiamare un succo di frutta come una candeggina non è esattamente un’ideona, ma tant’è) e la cassiera mi ha consigliato “usi due sacchettini uno dentro l’altro, perché sono sottili”. Effettivamente lo spessore della plastica sembra essere la metà di un sacchetto normale, e un terzo di quelli robusti: tanto, se una cosa è gratis non vale la pena di spenderci molto.
E ricominciare a farli pagare, ‘sti sacchetti?

Ultimo aggiornamento: 2004-05-25 09:40

Però…

Non so quanti siano i simpatizzanti del centrodestra a leggere queste notiziole. Qualcuno ce n’è, lo so. Ad ogni modo, volevo solo ricordare che non sono per principio contrario a tutto quello che dice o fa la destra. Ad esempio, concordo con gli esponenti, da Fini in giù, che si sono affrettati a ricordare alla sinistra che anche nel caso perdessero alle Europee non sognano proprio di indire nuove elezioni politiche. Perché mai dovrebbero? Le elezioni sono fatte per cinque anni, non fino a quando si cambia idea. Altrimenti si sarebbe votato ogni anno.
Quello che spero è che gli attuali governanti si accorgano che forse gli italiani che li hanno votati si aspettavano qualcos’altro da loro, e quindi inizino a farlo.
E l’altra cosa che spero è che tutti provino a pensare che le elezioni europee hanno un significato un po’ diverso delle liti di casa nostra.

Ultimo aggiornamento: 2004-05-23 23:11