Archivi categoria: y2004_pipponi

si riesamina la Gasparri

Non riesco a capire perché la legge Gasparri la si doveva rivedere tutta, e non solo negli articoli indicati da Ciampi.
Sì, lo capisco: più roba c’è da discutere, più tempo si può passare a cercare di fare emendamenti assolutamente inutili che verranno banalmente cassati in votazione. Una bella resistenza passiva, tipo quelli che si mettono in mezzo alle strade per farsi trasportare via.
Non sarebbe stato più intelligente prepararsi a dare battaglia su quegli articoli, che tanto sono il peggio, e cercare di fare delle controproposte sensate in grado di trovare qualche compagno di strada? Ah, no. Quella non sarebbe “politica”.

Ultimo aggiornamento: 2004-01-21 18:01

com’è bella la TV

Anche senza guardare la TV, è impossibile non sapere più o meno tutto della rissa televisiva tra Striscia la Notizia e Bonolis: telenovela all’italiana che dura da un po’.
Premessa: penso di avere visto Striscia per l’ultima volta una decina di anni fa, e non ci tengo particolarmente a ricominciare. Affari tuoi proprio non l’ho visto: devono esserci dei pacchi da aprire, se non ho capito male. Ma a dire il vero Bonolis mi sta sulle palle “a pelle”.
Ora, capita che al resto dell’Italia Bonolis sia simpatico, e quindi il giochino abbia fatto più ascolti non solo di Max e Tux, ma anche di quel desaparecido di Enzo Biagi. Quel che è peggio, ha osato superare in ascolti Striscia. È vero, giocando sulla sovrapposizione parziale e non totale, ma lo sapevate che l’ideogramma che appare (appariva?) prima della pubblicità di questa è la parola “fine” in cinese, e che il pezzo dopo la pubblicità non è Striscia e quindi non fa media audience? Giusto per dire che a fare i truschini sono bravi tutti.
Ad ogni modo, “casualmente” Greggio e Iachetti hanno iniziato a sparare bordate contro il loro ex collega, andando sul pesantuccio e commentando la più grande truffa dei cinquant’anni Rai: alcuni dei concorrenti hanno fatto delle particine in qualche film, e nessuno viene pagato. A questo attacco Bonolis risponde mostrando le lettere dei contratti (a 180 giorni: come si sfrutta la valuta…) e dicendo “i figuranti sono ben di più. Ma cosa conta qual è la loro professione, visto che tanto è tutta fortuna?”. Conta, naturalmente, visto che lo spettacolo deve andare avanti e concorrenti che sappiano come fare le “persone qualunque” aiutano indubbiamente. Ma questo Ricci non lo potrà mai dire, visto che anche loro hanno degli scheletri nell’armadio al proposito. Il bello, o il brutto, è che questa confessione è stata vista da quindici milioni di telespettatori: non solo quasi il doppio dei rivali, ma un risultato che sarà meglio di Sanremo e potrà essere superato solo dalla nazionale di calcio se andrà avanti agli Europei.
Ma ormai qualsiasi pretesto è buono per la lotta tra le due facce della stessa televisione. Una tristezza, o forse quello che vogliamo davvero: una finta lotta, giusto per distrarci.

Ultimo aggiornamento: 2004-01-20 17:15

causa ed effetto

Il primo gennaio il valore del nostro buono pasto è passato da 5.16 a 6 euro (lordi, si pagano le tasse sopra i 5.29€; quindi in pratica l’aumento è stato di 54 centesimi a buono.
Oggi il pasto in mensa è passato da 5.38 (insomma, con il buono vecchio prendevi primo secondo e contorno, l’acqua la pagavi a parte) a 6 euro (col buono nuovo, bontà loro, ci sta anche la bottiglietta d’acqua), con un aumento di 62 centesimi.
Tra l’altro, per chi afferma che le gabbie salariali sono ingiuste: nella sede di Santa Palomba lo stesso pasto costa 4 euro e 27, e si mangia anche meglio.
Aggiornamento: visti i commenti, forse è meglio che precisi che non mi sto lamentando perché mi danno pochi soldi per il buono pasto, né mi lamento troppo per il 12% di aumento in un anno; mi sembra però di essere fregato, perché la mensa ha ritenuto che il nostro aumento fosse automaticamente “cosa sua”.

Ultimo aggiornamento: 2004-01-15 15:04

scioperi modernizzati

A quanto pare oggi i mezzi pubblici a Milano circolano, e hanno addirittura firmato un accordo. Vedrò stasera, quando rientrerò da Roma.
Più in generale, uno si chiede se ci sono possibilità di scioperare in maniera diversa da questa. Ho sentito parlare di proteste come “i mezzi girano, ma non fanno pagare il biglietto”. A parte il fatto che bastano pochi controllori che non scioperano per fregare tutti, questa proposta non tiene conto che la maggior parte degli utenti (paganti) dei mezzi pubblici sono abbonati, quindi l’ATM non ci perderebbe molto.
Più interessante forse uno sciopero bianco, con i mezzi regolarmente circolanti ma che seguono alla lettera il codice della strada. Gli ingorghi sono assicurati.
Ma la proposta uscita mi pare da Altroconsumo mi pare davvero interessante, anche se richiederebbe un intervento legislativo. I lavoratori che intendono scioperare lavorano regolarmente – immagino “alla giapponese”, con fascia nera messa sui mezzi in modo che gli utenti sappiano della vertenza in corso, e non ricevono i soldi corrispondenti. Però l’azienda deve versare il doppio di questi soldi a un fondo specificato. Quindi anche l’azienda perde soldi, oltre che forse immagine.
Non penso questa sia una panacea, ma perché non pensarci un po’ su?

Ultimo aggiornamento: 2004-01-14 09:33

i giornali e lo sciopero ATM

Stamattina è stato istruttivo leggere i giornali a proposito del nuovo sciopero “a largo raggio” dei mezzi ATM.
Ci sono naturalmente delle certezze. Il titolone che campeggia a nove colonne su il Giornale è “Milano in ginocchio e i tranvieri non pagano”. Repubblica invece continua nella sua linea editoriale: la colpa è di Albertini e del governo, al limite – ma proprio al limite – dei cobas, visto che il sindacato è contrario; nelle pagine interne c’è qualche minima concessione alle proteste, ma la maggior parte degli interventi riportati è a favore degli scioperanti.
Più interessante leggere La Stampa che ha preso una posizione decisa contro gli scioperanti. Beh, “decisa” nello stile falsamente oggettivo della Busiarda, al quale noi ci si abitua fin da piccoli. La Brunella Giovara fa un articolo che a prima lettura prende amabilmente per i fondelli i milanesi “che per far soldi non si fermano davanti a nulla”, ma in realtà raccoglie quasi solo pareri contrari; persino Sorgi fa il suo commento nella rubrica delle lettere contro gli scioperanti.
Come mai questa presa di posizione? Agnelli si sta preoccupando di una possibile estensione degli scioperi a Torino, il che impedirebbe a quei pochi operai Fiat ancora rimasti di andare a Mirafiori?

Ultimo aggiornamento: 2004-01-13 13:07

chiavi di sicurezza

Come i meno smemorati ricordano, ho rotto la mia copia della chiave di casa, e quindi ho dovuto farmi una copia. La Cisa prevede che queste chiavi siano speciali: non solo puoi modificare la serratura a piacere data una chiave, ma ogni chiave ha un numero di serie, e ti danno un pezzo di plastica stile carta di credito con i dati relativi, in modo da potere andare da un Cisa Center a fartene fare una.
Venerdì sera passo da un ferramenta che mi sembrava sufficientemente grande e che stava chiudendo, e gli chiedo se ne sapeva qualcosa. Lui mi risponde “no, bisogna andare a un centro Cisa. Solo che non so dove sono qui a Milano”. Vi vedo già a dire “basta guardare su Internette!”. Ci avevo provato nel pomeriggio. Il sito è facile da trovare: peccato che l’unico modo per avere questi indirizzi sia compilare un form, comprensivo di casellina antiprivacy.
Così sabato mattina io e Anna andiamo dal ferramenta più vicino, che però ci fa “no, io non ho di queste chiavi: non me le danno. Non sono nemmeno certo che la Cisa fornisca di queste chiavi: potreste provare a cercare un negozio che faccia solo chiavi”. Ce ne indica uno all’Isola: ci andiamo e il tipo fa “nessun problema, solo che vi costa 13 euro”; più o meno il prezzo che avevo pagato l’anno scorso a fare delle copie al Carrefour di Assago, quindi nulla di strano.
Anzi, no. A che diavolo serve fare queste chiavi “speciali” se tanto si copiano più o meno allo stesso modo delle altre, basta cercare un po’ di più e pagare il giusto?

Ultimo aggiornamento: 2004-01-11 14:09

sciopero strano

Stante lo sciopero dei mezzi, ieri sono andato in ufficio in bicicletta, prima uscita “ufficiale” dell’anno. Tempo nemmeno troppo infame, niente nebbia e temperatura civile: poteva andare peggio.
Essendomi mosso sia all’andata che al ritorno una ventina di minuti prima della fine delle fasce protette, ho potuto notare una cosa molto strana. Non tanto i 15 che erano limitati a Gianbologna, per fermarsi al deposito di Col di Lana; un po’ di più i 3 che tornavano a Baggio (che razza di giro!). Il fatto è che ce n’erano troppi!. Meglio: c’era esattamente il numero di mezzi che un sempliciotto si aspetterebbe dopo aver guardato le tabelle con i passaggi. E addirittura i tempi di passaggio erano ragionevolmente corretti: non è che si trovassero tre tram di fila. Eppure il traffico cittadino era il solito – non proprio peggio, forse molti si sono messi in marcia a ore diverse.
Ma allora questo significa che l’accodamento delle vetture non è legato agli ingorghi cittadini, ma alle vetture mancanti perché ATM sottostima il fabbisogno e gli autisti non ritengono conveniente o possibile fare straordinari?

Ultimo aggiornamento: 2004-01-10 11:05

alta tecnologia al Museo Egizio

No, non ci faccio una recensione. Il Museo Egizio di Torino è tra i primi tre al mondo, dopo quello del Cairo e giocandosela con la sezione egizia del British Museum; peccato che sia tenuto in maniera assolutamente oscena.
Capisco che rifarlo secondo le moderne tendenze museali (non una serie di vetrine per uso quasi unicamente degli esperti come accadeva duecento anni fa, ma un percorso più fruibile anche dalla gente comune) richieda soldi e spazi. Però forse riverniciare le pareti e spolverare le statue – è granito, mica si rovina nei prossimi cinquemila anni! – potrebbe essere fattibile.
Anche riscrivere le targhette al primo piano non sarebbe male: quella del Libro dei Morti era di un colore marroncino che rendeva chiara la sua datazione agli anni ’30, anche senza notare che il testo era scritto a macchina e con parole tipo “ricavansi” che già il Manzoni aborriva. Divertente la scenetta tra me e Anna: lei punta una frase e mi fa “«Sillogi similari». Secondo loro qualcuno qui dentro sa cos’è una silloge?”. Dopo qualche secondo io replico “Beh, una silloge dovrebbe essere una raccolta… o no? che cos’è?” E lei “Boh?”. (Per i curiosi pigri: era effettivamente una raccolta, quel povero mio neurone non si era già bruciato)
Ma il peggio è stato vedere i mezzi con cui si conservano i sarcofagi. “Purissima canfora”. C’era ancora il cellophane aperto: ho provato a fotografarlo, ma non potevo né mi sarei sognato di usare il flash e non c’era luce a sufficienza. In altre salette, i sali igroscopici erano belli visibili nella loro fiaschetta con tappo di sughero appena intagliato… Bel biglietto da visita!

Ultimo aggiornamento: 2004-01-02 19:27