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Zoziè l’intoccabile

domenica scorsa, invece, sono andato con Anna a vedere una produzione di “teatro alternativo”, al Teatro Greco (no, nessuna relazione con Eschilo e compagni. Semplicemente sta nel quartiere Milano Greco, che fino a un’ottantina di anni fa era il comune di Greco). E’ stata dura.
Già è stato un casino riuscire a telefonare alla biglietteria: alla fine siamo passati direttamente – non è lontano da casa, e tornando da Monza era praticamente sulla strada – e abbiamo scoperto che non c’era problema, anche se quella era in fin dei conti la prima.
La rappresentazione è durata due ore: alla fine ho avuto una qualche idea di cosa era successo, ma garantisco che ho passato il primo tempo chiedendomi cosa stesse succedendo. C’era una tipa (Marta Ruiz) che ha passato tutto il tempo facendo disegni con i chicchi di riso nello spazio tra il palco e le sedie, restando tra l’altro in scena anche durante l’intervallo: io ho commentato “secondo me, lo fa apposta per fare capire che non è ancora finita”. C’erano le streghe che parlavano con un linguaggio che nemmeno un fautore del rococò oserebbe. L’unico uomo (Francesco Ventriglia) era però un ballerino provetto, bisogna dargliene atto.
Insomma, per mettermi a fare queste cose preferisco continuare a divertirmi con l’improvvisazione!
Tra l’altro, è divertente che il sito del Teatro Greco ha una pagina sulle opere in cartellone, ma non ha un link all’opera stessa! con i miei potenti mezzi divinatori, ho provato a scrivere un nome plausibile e ho scoperto quello che non volevo sapere!
(ps: in realtà dalla homepage del sito del teatro ci si poteva arrivare, ma io avevo fatto la ricerca con Google, e naturalmente la homepage in questione non aveva la stringa “Zoziè”, ma solo un link con un’immagine. Alla faccia delle regole di accessibilità)

Ultimo aggiornamento: 2003-03-11 14:43

Sabato, Domenica e Lunedì

Venerdì scorso siamo stati al Piccolo Teatro – per la precisione, al Teatro Studio in piccionaia, mannaggia a quelle sedie! – per vedere quest’opera relativamente poco conosciuta di Eduardo. Nota di gossip: mentre entriamo, Anna mi fa “guarda, c’è la Massironi!” e io rispondo “embé?” Per i curiosi, c’era anche Giacomo senza Aldo né Giovanni.
Ma passiamo alla rappresentazione. Un cast enorme, sedici persone, una lunghezza inconsueta, due ore e cinquanta in tre atti che però scorrono veloci. La storia si svolge appunto in tre giorni, con climax sul ragù del pranzo domenicale, preparato da Rosa. Suo marito Peppino si sente trascurato da lei, e la sua gelosia nei confronti del ragionier Luigi sale fino allo scoppio d’ira durante il pranzo di gruppo. Il lunedì i coniugi riescono finalmente a parlarsi e a riappacificarsi, e sembra non sia successo nulla.
Che dire degli attori? Toni Servillo, che oltre a fare Peppino è anche il regista (ma come fa ad avere solo quattro anni più di me?) è semplicemente favoloso. Il modo con cui ha tenuto la scena nel secondo tempo senza dire una parola e quasi senza muoversi, mentre tutti gli altri continuavano a mangiare e chiacchierare, è stato fantastico.
Anna Bonaiuto, Rosa, è indubbiamente una brava attrice, ma io me la sono vista un po’ sopra le righe: probabilmente Servillo ha preferito un allestimento che puntasse un po’ più sul comico, lasciando sullo sfondo la povertà d’animo dei personaggi.
Tra gli altri, mi sono piaciuti molto il ragionier Luigi Ianniello (Francesco Silvestri), perfetto contraltare di Peppino; sua moglie Elena (Mariella Lo Sardo) ha rappresentato perfettamente la povera signora in seconda fila. Il suocero Antonio (Gigio Morra) ha dei tempi teatrali perfetti, soprattutto quando non è nel fuoco dell’azione. E’ lì che si vede l’attore… Una menzione anche per la zia Amelia (Betti Pedrazzi) e Attilio (Toni Laudadio), che mi è sembrato più incisivo come “riempitivo” del suo contraltare Raffaele (Marcello Romolo).
Aggiunto che né Giulianella (Monica Nappo) né Virginia (Alessandra d’Elia) o Rocco (Roberto De Francesco) mi hanno detto molto, l’attore che mi ha deluso è stato Enrico Ianniello, tra l’altro l’unico che ha interpretato due ruoli. Passi quando ha fatto il sarto: un’altra parte non molto utile nel contesto della storia, ma quello non è colpa sua. Ma come Federico, il fidanzato di Giulianella, è rimasto imbambolato in scena per quasi tutto il primo tempo senza fare nulla, e facendo chiedere alla gente perché diavolo stesse lì. Lo so, io in scena mi comporto spesso allo stesso modo, ma spererei che un attore “serio” sappia muoversi un po’ meglio, no? Gli altri nella compagnia almeno lo facevano :-)
Ad ogni modo, il giudizio è assolutamente positivo.

Ultimo aggiornamento: 2003-03-11 11:44