Oggi giretto turistico oltreconfine, con Anna e la sua amica Barbara, per andare al museo di arte moderna alla mostra su Egon Schiele, con ottima scelta di tempi – nel senso che domenica prossima chiude.
Cominciamo a parlare della mostra. E’ molto bella e interessante, direi che segue con completezza la produzione artistica del Nostro – non che sia difficilissimo, visto che ha cominciato a dipingere nel 1906 ed è morto nel ’18 – e soprattutto l’allestimento è perfetto. Finalmente una mostra dove l’illuminazione è curata in maniera perfetta, e i quadri si possono vedere senza problemi di riverbero. Inoltre, non c’era molta gente e quindi ci siamo potuti godere davvero la mostra. Per un ignorantone come me, poi, c’era quel minimo di notizie che mi ha permesso di inquadrare la vita e le opere, anche se resto dell’idea che una spiegazione di un paragrafo o due per opera sarebbe interessante. Niente da fare.
Adesso passiamo alle cose brutte. Mi hanno fatto lasciare alla reception il mio marsupio (agggh!) No, questa è semplicemente una cosa swizzera, d’accordo. In compenso, nessuno ci ha chiesto i documenti alla frontiera, facciamo pari e patta. Il bookshop della mostra era ridottino, e i prezzi incredibilmente alti – 35 Sfr per una riproduzione di un quadro: avevamo però a disposizione i distributori dell’acqua, e ciò è stato oltremodo utile, anche se il clima lassù era meno umido di quello milanese nonostante il lago. Il video che ci siamo visti all’interno della mostra era troppo lento – è durato 45 minuti, e tra l’altro dopo il 1914 non c’è stato più detto nulla, come se il regista avesse finito il tempo. Peccato, perché avrebbe dato degli utili spunti.
La cosa peggiore è stata però uscire dal parcheggio. Siamo entrati fiduciosi, perché abbiamo visto una macchinetta convertitrice di euro in franchi svizzeri – cambio urfido, d’accordo, ma occorre sapersi accontentare. No, niente carte di credito. Incredibile, vero? Bene, quando siamo tornati abbiamo scoperto che la macchinetta in questione non era funzionante. Nessun cartello sulla convertitrice: immagino che avremmo dovuto accorgercene perché la spia in questione era spenta. Risultato: sono andato a farmi cambiare un po’ di euro in franchi dal venditore di kebab dall’altro lato della strada, ottenendo un cambio da strozzino napoletano: inoltre, è scattata l’ora e quindi ho pagato altri due franchi. (No, non sono dovuto tornare a farmi cambiare altri soldi: conoscendo la puntualità svizzera, mi sono già fatto cambiare tutto)
Ultimo aggiornamento: 2003-06-22 19:27