Archivi categoria: y2003_pipponi

ATM natalizia 2

Per la fase 2 del programma “come funzionano le nuove linee tranviarie”, stamattina ho provato a prendere il “nuovo 15”, o “Metrotranvia sud” come è pomposamente denominato. Occasione: sono uscito di casa alle 7:55, non ho ancora avuto il coraggio di prendere la bici, e tanto valeva provare a vedere se la famigerata ristrutturazione ha un senso.
A dire il vero, da buon torinese ho ben presente questo sistema per far credere che i vecchi tram siano chissà cosa. Noi avevamo la “metropolitana leggera”, che poi significava trovarsi con vetture enormi che non riuscivano nemmeno a fare le curve senza deragliare. Lo stesso sta capitando a Milano, con l’attenuante (aggravante?) che non hanno abbastanza vetture nuove e sono costretti spesso a mettere in linea i vecchi jumbo-tram che sembrano giocattolini a confronto.
Ad ogni buon conto, il nuovo percorso del 15 toglie il buco nero Col di Lana – San Gottardo – Meda sostituendolo con un percorso protetto, e così ad occhio la cosa sembra un bel miglioramento. Purtroppo il nuovo capolinea non è più in via Dogana ma in piazza Fontana, il che significa che devo cambiare fermata di metro scendendo a Missori, e aspettare il tram al gelo invece che sedermi al capolinea.
Stamattina ho anche commesso un errore di ingenuità: sono andato alla fermata di via Larga mentre c’era una vettura che l’aveva appena passara ed era ferma in piazza Missori. Mi fossi subito diretto in corso Italia, l’avrei preso al volo. Ad ogni buon conto, mi metto ad aspettare di buon grado: la tabellina indica che passa una vettura ogni 8 minuti. Devono esserci stati degli effetti relativistici, però: per il mio orologio si è passati dalle 8:10 alle 8:27 prima che un 15 finalmente si approcciasse, dopo tre 27 (e un solo 12, fortuna che quella linea non è cambiata). Tra l’altro, la vettura che ho preso l’ho vista arrivare prima dall’altro lato, farsi tutta via Larga, aspettare presumo al capolinea visti i tempi e finalmente dirigersi sul suo percorso.
Tutto a posto? Macché. A Porta Ludovica c’è il solito caos – ma questi tram non dovrebbero potersi regolare il semaforo? – con lo scambio che non funziona e fa scendere due volte il manovratore per azionarlo a mano. E lo scambio di Porta Ludovica è quello che hanno rifatto da capo, togliendo anche l’appalto alla prima società, perché i tram non potevano percorrerlo…
Il resto del percorso è stato in effetti più tranquillo, nulla da eccepire: però i tempi sono quello che sono, e ho potuto arrivare all’altezza del Fiordaliso alle 9:10 passate. A questo punto ne ho approfittato per prendere le due cose che avevo da comperare: ritardo per ritardo, tanto valeva. Inutile dire che da lì me ne sono andato a piedi in ufficio, e ho fatto prima…

Ultimo aggiornamento: 2003-12-12 10:36

ATM natalizia 1

Dopo non so quanti anni di ritardo, l’ATM milanese è riuscita ad inaugurare la nuova fermata Maciachini della metro 3 (i progetti dicevano che nel 2003 si sarebbe arrivati alla Comasina…) e le due famigerate Metrotranvie Nord e Sud. Hanno così colto l’occasione per ristrutturare la rete dei tram, con una serie di decisioni francamente poco comprensibili: linee eliminate, accorpate e così via.
Dopo essermi perso mezz’ora a imparare a memoria le modifiche, ieri sera ho provato ad applicare le mie conoscenze: passato da mia zia a prendere delle foto, mi sono messo ad aspettare il 7 che ha sostituito il 4 in quella tratta
Nel tempo di attesa mi sono trovato passare tre 3, due 4 e una 94. Quando finalmente il 7 si è fatto vivo, era una vettura limitata in piazzale Lagosta: poco danno per me, parecchio per chi doveva proseguire per Fulvio Testi. Motivo dell’attesa? boh. Se si eccettua il buco nero di via Montello, i tram dovrebbero essere su corsia loro.
Dimenticavo: i cartelloni nelle vetture della metro non hanno ancora recepito che il capolinea è adesso Maciachini.

Ultimo aggiornamento: 2003-12-12 10:32

Scorie nucleari

Causa strage dei poveri soldati italiani, è passata sotto relativo silenzio la notizia che il governo ha scelto un sito in Basilicata dove stoccare le scorie nucleari, tra le ovvie proteste locali.
Non sono abbastanza bravo da capire se in effetti il luogo è stato scelto correttamente, ma sono abbastanza fiducioso da immaginare che questa soluzione non sia peggiore di quella “federale” che sentivo proporre: venti piccoli siti, uno per regione.

Ultimo aggiornamento: 2003-11-14 11:46

Election Day

A quanto si legge in questi giorni, stavolta tocca all’opposizione volere evitare di abbinare il voto amministrativo dell’anno prossimo con quello europeo, perché sono convinti di perdere voti.
Io rimango dell’idea che occorrerebbe definire due date, una in primavera e una in autunno, per tutte le votazioni, dai referendum in su. E nel caso ci siano date scelte compiute più in alto, come appunto le elezioni europee, la legge dovrebbe prevedere uno spostamento automatico. E non mi si dica che le troppe schede confonderebbero gli elettori, per favore!

Ultimo aggiornamento: 2003-11-13 11:55

Libero, ma non gay

Libero di ieri mi ha un po’ deluso, devo dire. Tre pagine di accuse a Prodi me le ha messe persino La Stampa; e soprattutto di questo famigerato documento prodiano sui sogni dell’Europa non ha pubblicato nemmeno uno stralcio. Insomma, commenti sui commenti dei politici, un po’ di giusta ironia sulla parcellizzazione del centrosinistra in cinque gruppi parlamentari europei distinti, e nulla più. Anche l’inchiesta ripresa dal Giorno sugli stipendi dei calciatori lascia il tempo che trova, o meglio conferma quello che sanno tutti, che cioè il calcio italiano è fuori da ogni logica. Al limite si possono notare le punzecchiate al Cavaliere, che non vuole mettersi a fare il duro.
Ma c’è stata una grande caduta di stile. Nella pagina in cui si legge il titolone “Gli inglesi non credono a Carlo bisex” ci sono degli stelloncini a proposito del domestici della Casa Reale, e in uno si afferma che “a disposizione della regina ci sono un migliaio di dipendenti, per la maggior parte gay“. Notare che nel testo dell’articolo non v’è traccia di questa affermazione, tra l’altro. Vorrei proprio sapere dall’anonimo estensore di quel riquadro se è andato a fare un sondaggio personale, oppure ha delle fonti riservate; e soprattutto se c’è una qualche differenza tra le prestazioni (lavorative!) dei dipendenti e il loro orientamento sessuale.

Ultimo aggiornamento: 2003-11-13 11:55

Censura albionica

L’ha scritto La Stampa ieri, l’ha ripetuto Repubblica oggi: sembra che “casualmente” in questi giorni non vengano distribuiti i quotidiani italiani, tranne la Gazzetta dello Sport e Il Sole-24 Ore, per paura che qualcuno possa leggere le accuse di rapporti omosessuali tra il principe Carlo e il suo ex-factotum Michael Fawcett.
Che Carlo d’Inghilterra sia o no bisessuale non è una cosa che mi interessi. Mi sembra piuttosto una battaglia di retroguardia, come se i giornali fossero l’unico modo di ottenere notizie al giorno d’oggi; e all’opposto mi chiedo come sia possibile che i tabloid inglesi non scrivano nulla di tutto ciò, almeno esplicitamente…

Ultimo aggiornamento: 2003-11-09 20:08

i buoni pasto

Quando nacquero, l’idea non era malvagia: lo Stato permetteva di defalcare dalle tasse delle aziende una certa cifra giornaliera (max 10000 lire) per permettere al dipendente di andare a pranzare da qualche parte. Il buono pasto non doveva assolutamente dare resto, né essere una moneta contante: visto che però i baristi dovevano sapere quanto valeva, ci si inventò subito un complicato modo di nascondere la cifra all’interno dei numeri di serie del pezzetto di carta.
Col tempo, la cosa è però degenerata. La cifra massima detassabile è stata aumentata per un anno con l’inflazione “ufficiale”, ma adesso è ferma da anni a 5 euro e 37. Sul resto, paghiamo le tasse.
In compenso, le aziende fanno contratti capestro con le società che emettono i ticket. Prendiamo per fare un esempio a caso Telecom Italia. Dal 2004, il valore del buono passerà da 5.16 € a 6 euro belli tondi (si fa per dire, viste le tasse da pagarci su). Pensate forse che Telecom paghi a CIR sei euro a buono? Figuriamoci: si è fatta fare uno sconto del 17%, il che significa che lo paga un po’ meno di cinque euro. Che fa la CIR? non può lucrare sulla differenza di valuta
tra quando prende i soldi da Telecom e quando li dà ai ristoratori, perché ormai gli interessi sono bassi. È vero che un po’ di buoni vengono persi, ma non è una gran cosa. Ergo, si limita a trasferire per quanto può il ribasso dall’altro capo del filo. All’inizio una commissione del 3% era standard, adesso stare sotto il 6% è già un miracolo, e i bar penso stiano al 10% se non più. Continuando sulla filiera, scopri che i prezzi in mensa devono aumentare, e il lavoratore se la prende con quei bastardi dei cuochi che stavano aspettando solo questo momento per prendersi i soldi guadagnati così duramente.
Bello, vero?

Ultimo aggiornamento: 2003-11-07 23:00

Dubbi politici

Ieri è capitato che trentasei franchi tiratori (come si suol dire in questi casi) abbiano affossato la proposta dell’ingegner Castelli sulla riforma del Tribunale per i Minori, votandone l’incostituzionalità. Non sono in grado di dissertare sulla riforma in sé: mi chiedo solo quale delle due ipotesi sia più probabile.
– la riforma era effettivamente una sconcezza, e quindi un po’ di deputati si sono messi la mano sulla coscienza e hanno votato contro di essa’
– della riforma non gliene fregava niente a nessuno, ma visto che tanto non toccava interessi personali un po’ di deputati si sono messi a dimostrare all’ingegnere e al suo partito che forse era meglio che stessero calmini.
Bisognerebbe farci un sondaggio su :-)

Ultimo aggiornamento: 2003-11-06 10:42