Sono torinese. Non posso esimermi, anche se con ritardo, di parlare della scomparsa di Gianni Agnelli. Lo faccio citando dalla busiarda, che sarebbe poi La Stampa, vale a dire il giornale aziendale. Come già scrissi, il nomignolo deriva dalle “bugie” che racconta per definizione… non che gli altri giornali non lo facciano, ma il nome è ormai stato preso.
Ieri è uscita, penso solo a Torino, un’edizione straordinaria. La copia odierna è naturalmente listata a lutto, come ci si poteva aspettare. L’edicolante dice che gli hanno spedito (qui a Milano!) il triplo delle copie normali, senza inserti: non ho preso Specchio ma tanto me ne dimentico sempre, ma almeno c’è ttl.
Interessante è stato notare come in prima pagina è scritto che è morto di tumore, e a pagina due che il figlio Edorardo si suicidò. Ricordo ancora le acrobazie verbali usate al tempo per non scrivere la parola maledetta…
Tra le battute riportate nelle ventuno pagine di commemorazione – più quattro di necrologi, a voler essere migliori – ci tengo a citare la sua risposta alle critiche del premier al management Fiat. “Offeso io? No, lo sarei se le avesse fatte un altro”. Ci ho perso un attimo prima di capirla.
L’agiografia si ha anche nella notizia dell’husky Balto, il preferito, che “s’è messo a correre ed abbaiare nel giardino, come mai aveva fatto prima”.
Il mio pensiero personale? Mi spiace per lui, e mi spiace per la Fiat e per Torino.
Ultimo aggiornamento: 2003-01-25 20:22