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Anche all’estero il pubblico dominio non è così pubblico

Immagino che questa notizia non sia ancora arrivata all’italica stampa, anche perché non l’ho vista nemmeno sulla stampa estera; insomma, vi potete fare una cultura di prima mano. (ok, mentre sto scrivendo questa notiziola il tutto è apparso anche su Slashdot)
Come potete leggere qua, la National Portrait Gallery britannica ha inviato una lettera di minaccia a un utente di Wikipedia (in lingua inglese), perché costui o costei aveva postato sull’enciclopedia una serie di immagini di opere del museo in questione; immagini prese dal sito del museo (con un po’ di fatica, perché bisogna cliccare su ciascuna immagine per ingrandirla: o almeno ho capito così).
Su una cosa Wikimedia Foundation e NPG sono d’accordo: le opere originali presenti nel museo sono nel pubblico dominio. La divergenza è sul fatto che le riproduzioni di tali opere siano sotto copyright o no. Per definizione, una riproduzione non è un’opera dell’ingegno, come invece ad esempio i quadri di Andy Warhol. La legge inglese non è chiara sullo status delle riproduzioni bidimensionali, mentre quella americana esplicita che riproduzioni di opere nel pubblico dominio sono nel pubblico dominio. D’altra parte la NPG è ad accesso libero e quindi deve trovare altri modi per ricavare fondi, come ad esempio pubblicare libri d’arte (è forse anche per quello che le immagini ad alta risoluzione non sono visibili direttamente, ed è sicuramente per questo che hanno minacciato l’utente di Wikipedia in lingua inglese)
La situazione è insomma complicata, anche se dal mio punto di vista vorrei che la fruizione delle opere nel pubblico dominio fosse la più ampia possibile: è vero che posso andare al museo aggratis, ma Londra non è esattamente dietro l’angolo, no? In Italia non avremmo comunque problemi: la legge nostrana vieterebbe anche di pubblicare una foto del Colosseo :-(

Ultimo aggiornamento: 2009-07-17 16:03

Censura wikipediana a fin di bene?

Forse la scorsa settimana avrete letto che il reporter americano David Rohde, da sette mesi prigioniero dei talebani in Pakistan, è riuscito a liberarsi insieme al suo collega pakistano fatto prigioniero con lui.
Domenica scorsa il New York Times, testata per cui lavora Rohde, ha pubblicato un articolo dove spiegano che per tutto quel tempo hanno chiesto alle principali testate giornalistiche di mantenere un basso profilo e non parlare della vicenda, nella speranza che i talebani non ritenessero il reporter così importante come in realtà è. A me la cosa pare tanto wishful thinking, ma non è così importante, soprattutto adesso. Più interessante è scoprire che quelli del NYT sono riusciti anche a zittire Wikipedia; le modifiche postate (da un anonimo che scriveva da un indirizzo IP della Virginia, per la cronaca, vedi cronologia) venivano regolarmente cancellate come “senza fonti affidabili”, con la benedizione di Jimmy Wales e immagino di una cricca di amministratori di Wikipedia in lingua inglese), sempre su richiesta informale del NYT. Tra l’altro, spulciando bene la cronologia della voce si trovano queste modifiche immediatamente successive al rapimento ma prima che la notizia cercasse di filtrare. Visto che l’utente Michaeljohnss è il giornalista del New York Times citato nell’articolo, posso immaginare che quelle aggiunte erano state fatte per mostrare ai rapitori che Rohde non era un servo del potere: strano che nessuno abbia fatto notare questa cosa.
Ci si può invece chiedere se la censura che è stata fatta, pur essendo a fin di bene, sia o no una cosa corretta da fare. La mia risposta è “non lo so”. Probabilmente sì, visto che le informazioni tenute nascoste non avrebbero comunque dato vantaggio a nessuno, a differenza ad esempio del coprire uno scandalo; credo comunque di essere in minoranza, come si può leggere sulla stessa wikipedia (in lingua italiana; non sono andato a verificare su quella in lingua inglese). Alla seconda domanda, se in Italia potrebbe succedere qualcosa del genere, la mia risposta è un molto più convinto “no”. Non tanto per il maggior rigore morale dei sysop di wikipedia, quanto perché – ammesso e non concesso che un grande quotidiano si vedesse rapito un reporter e decidesse di non rendere pubblica la notizia – al giornale in questione non verrebbe affatto in mente di contattare Wikipedia, che serve fondamentalmente a scopiazzare i coccodrilli senza ovviamente citare la fonte perché “non sta bene”.

Ultimo aggiornamento: 2009-06-30 10:56

Il vandalismo che si acquatta

Frieda fa un sommario ragionato del contenuto dell’ultimo numero di Wikizine, la “rivista delle Wikipedia”. Lascio agli amanti dell’enciclopedia libera lo spulciarsi tutto il numero: mi limito a segnalare un interessante – almeno per me – articolo sulla vita media dei vandalismi in Wikipedia.
Ricordo che nel gergo di wikipedia si definisce vandalismo una modifica a una voce che la peggiora apposta, inserendo un errore fattuale oppure una scritta più o meno volgare o semplicemente dei caratteri a caso. È stato fatto un esperimento: sono state prese a caso cento voci della Wikipedia in lingua inglese e le si è scrutinate attentamente per vedere gli eventuali vandalismi. Premesso che cento voci sono troppo poche per avere una stima corretta, i risultati sono comunque molto interessanti. Dei cento articoli, 75 non erano stati vandalizzati; degli altri 25, cinque erano stati corretti in meno di un minuto, e altri quattro in meno di due minuti. In compenso, c’erano due articoli che non erano stati corretti; uno era stato modificato più di due anni fa!
Che posso aggiungere a quanto scrissi a suo tempo? Beh, è evidente che esiste un controllo statistico abbastanza attento: molta gente (quorum ego) dà una rapida occhiata alle ultime modifiche e se annusa qualcosa che non va entra e verifica se è tutto ok. Una ronda enciclopedista, insomma. L’approccio però ha dei limiti: se qualcuno è così fortunato da riuscire a non farsi notare nel momento in cui fa la modifica, essa può restare per un tempo indefinito, il che non è bello non solo per Wikipedia in sé, ma anche per chi la usa. Se insomma volete fare una ricerca seria, è sempre meglio dare un’occhiata alle versioni precedenti della voce, cliccando sulla scheda “cronologia”!

Ultimo aggiornamento: 2009-06-25 14:29

Wikipedia cambia licenza

In questi giorni, gli utenti di wikipedia e dei progetti fratelli votano per cambiare la licenza d’uso dei contenuti dell’enciclopedia: maggiori informazioni si possono trovare a partire dal Bar di Wikipedia.
Per chi fosse interessato a un riassunto: Wikipedia è liberamente distribuibile, ci si può fare anche i soldi vendendo il suo contenuto, però esige che il lavoro dei suoi contributori sia riconosciuto formalmente. Quando l’enciclopedia libera nacque, l’unico modo con un certo seguito di assicurarsi legalmente della cosa era licenziare il contenuto sotto la GNU Free Documentation License (GFDL). Non che siano in molti a seguirla in pratica, basta vedere quanti giornali copiano allegramente le notizie senza nemmeno una riga che spieghi da dove sono state prese. Però è anche vero che la GFDL era nata per la documentazione del software, e ha dei vincoli pesantucci, tipo dover allegare tutto il testo della licenza se appena si superava la cosiddetta “corta citazione”. Con la crescita dell’importanza di Wikipedia il limite diventava sempre più complicato, soprattutto per i contenuti non testuali; intanto le licenze Creative Commons erano nate e stavano prosperando. Così c’è stato un accordo tra le varie parti in gioco, e si è aperta una finestra di tempo che permette di modificare la licenziabilità dei contenuti in GFDL.
Se la proposta otterrà la maggioranza dei voti degli utenti, i contenuti attuali di Wikipedia avranno una doppia licenza: GFDL oppure Creative Commons – Attribution – Share Alike 3.0 (CC-BY-SA). I contributi futuri avranno la doppia licenza se aggiornamenti di materiale preesistente, altrimenti solo la CC-BY-SA. Dal punto di vista di chi contribuisce, non dovrebbe cambiare molto: l’attribuzione resta intatta. Il materiale però dovrebbe essere più facilmente redistribuibile, e gli ottimisti possono sperare che finalmente venga detto chiaramente quando le informazioni vengono prese da wikipedia. Spero che nessuno decida di fare una battaglia legale per il cambio di licenza – cosa teoricamente possibile, e che potrebbe portare a un incubo di versioni separate – e soprattutto spero che sia sempre più facile condividere materiale nel rispetto del lavoro di tutti.

Ultimo aggiornamento: 2009-04-14 12:08

Wikipedia come l’aspirina

Non so se vi sia capitato di vedere questo articolo di Repubblica. Nulla di realmente interessante, di per sé, a meno che non siate intenzionati a cercare un po’ di fumo, siate convinti che nessun poliziotto guardi il sito, e il nostro governo non abbia ancora oscurato l’indirizzo ip di webehigh.com.
Ma guardando più attentamente c’è una novità, o almeno è la prima volta che mi capita di vederlo scritto bello in grande già lì sul titolo (“Ecco la wikipedia dell’erba”). Si celebra il passaggio di wikipedia da nome proprio dell’Enciclopedia Libera a nome comune di una qualunque raccolta di dati scritta in maniera collaborativa. Non sono riuscito a vedere il sito di webehigh – nemmeno via open proxy – per capire se sia un wiki generico oppure nemmeno quello: non che la cosa cambi molto.
Il paragone con l’aspirina non l’ho scelto a caso: la Bayer per decenni ha fatto il cane da guardia per evitare che il nome venisse usato in modo generico e perdesse quindi i diritti sul marchio (a quanto pare nel Regno Unito non c’è riuscita). Non credo che la Wikimedia Foundation, che detiene i diritti sul marchio Wikipedia, farà qualcosa in proposito; certo però che è un segno della pervasività di Wikipedia (o se siete proprio cattivi, dell’incapacità di qualche giornalista di distinguere un sito da un concetto… ma in un certo senso è poi la stessa cosa)

Ultimo aggiornamento: 2009-02-08 07:00

I filtri a Wikipedia

Non so se avete sentito parlare (ad esempio lo potete leggere su La Stampa) della proposta fatta dal fondatore di Wikipedia Jimmy Wales di “mettere un filtro” a Wikipedia: più precisamente, di implementare un sistema di controllo “per cui prima della pubblicazione di una modifica o di una nuova voce servirà il vaglio di uno degli editori”. Visto che un paio di mesi fa ero andato a vedere cosa stava succedendo, posso spiegare le cose un po’ più a fondo. Per la cronaca, l’annuncio ufficiale (in inglese) si trova qui.
Innanzitutto una precisazione: la proposta vale per Wikipedia in lingua inglese. Ciascuna edizione di Wikipedia, ha le sue regole ed è assolutamente indipendente dalle altre edizioni. Quindi l’edizione in lingua italiana potrebbe decidere di non implementare i filtri anche se quella in inglese lo farà, oppure può capitare l’opposto, o ancora le due edizioni potrebbero implementare i filtri in maniera diversa – credo sia questo il significato della frase riportata «Datemi entro sette giorni un’alternativa da votare nelle due settimane successive». Sì, perché la possibilità teorica di filtrare è già presente nel software da quasi un anno, come si può leggere nella pagina relativa, e un’implementazione è stata fatta nella wikipedia in lingua tedesca. Sono così andato a vedere cosa succede là.
[vista per un utente registrato] Quella che vedete qui a sinistra è una sezione (in alto a destra, per la precisione) di quello che ho visto accedendo come utente registrato alla voce Arne Friedrich che era stata appena modificata. Si nota che viene visualizzata l’ultima versione, che è segnalata come draft: c’è un link (“view page”) per vedere l’ultima versione verificata, ed è possibile anche confrontare (“compare”) queste due versioni, per vedere cosa è cambiato. Cliccando sull’ultimo link (“+/-“) si scopre che “L’ultima versione visionata è stata approvata il 17 dic 2008. 1 modifica ha bisogno di una revisione.” Io non sono un editor approvato per la versione tedesca di Wikipedia, quindi non ho avuto la possibilità di segnare la modifica come verificata.
[vista per un utente non registrato] Entrando come utente non registrato, la pagina appare diversa, come vedete a destra. Appare la versione verificata (“Gesichtet”: come è facile immaginare, se uno non è registrato si deve cuccare tutti i messaggi nella lingua dell’enciclopedia, visto che non ha la possibilità di settarseli), e un link che permette di vedere comunque l’ultima versione (“zur aktuellen Version”). Nel caso una voce fosse così nuova da non essere ancora stata verificata, essa appare con l’avviso “Keine Version gesichtet” (nessuna versione controllata). Per la curiosità, la modifica era stata fatta da un utente anonimo, e consisteva nel togliere una frase probabilmente ridondante: si è passati da così a così.
Il mio punto di vista è che un’implementazione di questo tipo, dove comunque si ha sempre a disposizione l’ultima versione al semplice costo di un clic in più, male non faccia: non si nasconde nulla, anche nel caso di un utente non registrato al limite si mette qualcosa sotto il tappeto ma si avvisa che sotto il tappeto c’è appunto qualcosa. L’utente registrato può scegliere se vedere la versione verificata oppure la più recente, quindi per lui massima libertà. Certo che se l’implementazione impedisse ad esempio ai non registrati la possibilità di visionare l’ultima versione, allora le cose cambierebbero, e almeno per quanto mi riguarda si tratterebbe di censura.
Detto questo, i filtri sono davvero utili? Boh. Vedo almeno due problemi. Innanzitutto, ci potrebbe essere la possibilità di un tempo piuttosto lungo prima di arrivare alla verifica di alcune voci, il che porterebbe a una percezione di “Wikipedia non aggiornata”. Personalmente, non lo trovo affatto un problema, ma immagino che per qualcuno lo sia. Più importante è vedere chi possa approvare le modifiche. Si può immaginare che gli utenti ritenuti affidabili saranno parecchi, molti di più di quelli che hanno i diritti di amministratore (per Wikipedia in lingua italiana un centinaio scarso al momento). Ma naturalmente non è detto che tutti costoro siano sempre al di sopra di ogni sospetto, e i complottisti avrebbero quindi sempre frecce al loro arco, fors’anche più di adesso. Nessuna panacea, insomma: però potrebbe essere un interessante esperimento.
(p.s.: ovviamente il fatto che il demiurgo di Wikipedia sia a favore sposterà molti voti dalla parte del filtraggio, ma come si può leggere sopra non c’è affatto un seguito di tipo bulgaro)

Ultimo aggiornamento: 2009-01-27 12:40

Wikipedia e i vandali

(vedi prima, seconda, terza, quarta parte)
Lasciamo ora da parte l’illusione di una Wikipedia fatta da utenti perfetti, e introduciamo – anche se non vorremmo in realtà esistesse – il concetto di vandalismo, che nel gergo di chi lavora sull’enciclopedia indica una qualunque operazione che attenta alla qualità di una voce anche se fatta involontariamente o in buona fede. Ogni giorno vengono fatti moltissimi vandalismi: la maggior parte di essi viene eliminata nel giro di qualche minuto al massimo, ma alcuni di essi possono rimanere visibili per settimane o anche mesi prima che qualcuno se ne accorga e li corregga. Fortunatamente al momento la probabilità di finire in una pagina vandalizzata è piuttosto bassa: ci sono infatti molte persone che dedicano il loro tempo a favore dell’enciclopedia non per creare o ampliare voci, ma per correggerle. Purtroppo però il numero di questi “patrollatori” cresce più lentamente di quello dei “vandali”, e quindi il rischio di trovarsi una pagina rovinata aumenta col passare del tempo.
È ovvio che un vandalismo di qualunque tipo degrada la qualità dell’enciclopedia. Fin qua penso non ci siano dubbi. Ma è meno evidente cosa succeda alla fruibilità per un utilizzatore: come ho scritto, non mi pare che si parli spesso di questo modo di vedere le cose, che pure per l’utente comune è quello più importante. Vediamo dunque cosa succede nel caso di vari tipi di vandalismo, sempre partendo dal punto di vista di un tizio qualunque che vede solo la pagina principale della voce e non sa né vuole sapere di cose tipo la cronologia di una voce che permette di verificarne la storia e notare eventuali discrepanze.
La prima cosa da tenere a mente è che a parità di vandalismo, più la voce è importante più esso è visibile. Modificare la voce su Dante, Manzoni o Berlusconi significa aumentare la probabilità che qualcuno capiti nella pagina sfregiata, mentre rovinare la pagina di un comune della Polonia rischia di essere un’operazione concettuale di cui nessuno si accorgerà, perché a nessuno verrà in mente di consultare proprio quella pagina. Questo assioma porta a due corollari. Il primo è pragmatico: sono in molti a tenere sotto controllo le voci più importanti, e quindi il tempo che trascorre tra un vandalismo e la sua correzione è molto basso. Viceversa, le voci meno importanti possono restare vandalizzate per un tempo indefinito, proprio perché nessuno le tiene sott’occhio.
La seconda cosa da sapere può sembrare a prima vista incredibile: le voci create (non modificate) per puro vandalismo – spesso goliardico in questo caso – non sono generalmente un grande pericolo per l’utente casuale. Di nuovo, molti danno regolarmente un’occhiata alle voci che vengono create ex novo, e quindi è improbabile che una voce goliardica sopravviva per più di qualche ora; d’altro canto, una voce “Concetta Scraccaturi” il cui testo è “ha 15 anni, fa la II liceo a Piazza Armerina e le puzzano le ascelle” verrà cercata solo da chi sa che qualcuno l’ha inserita: nessuno ci capita a caso.
Passiamo ora alle modifiche alle voci. Anche in questo caso ci sono vari scenari. Una possibilità è che il testo della voce venga completamente eliminato, o sostituito con una frase tipo “Fate tutti skifo!!!!” con opportuno numero di punti esclamativi. Modifiche di questo genere vengono di solito corrette molto in fretta, perché nei file di log saltano subito all’occhio. Ma anche se non fosse così, per il consultatore casuale dell’enciclopedia quella che viene percepita è un’incompletezza dell’enciclopedia, il che è una brutta cosa ma non è una tragedia… a meno che uno non abbia preso Wikipedia come succedanea del babbo che per un bimbo, oltre che essere il più bravo e il più forte di tutti, è anche onnisciente. L’utente farà una scrollata di spalle, dirà che non è vero che Wikipedia sappia proprio tutto, e si rivolgerà altrove… magari a un clone dell’enciclopedia che non era aggiornato e quindi non è stato toccato dal vandalismo.
La cancellazione di una o più sezioni di una voce è un po’ diversa. Fortunatamente anche questo tipo di vandalismi viene rapidamente corretto dai patrollatori; ma se questo non accade, l’utente casuale non si accorge di cosa è successo, e quindi rimane convinto di avere trovato tutto quello che valesse la pena conoscere sull’argomento. Ricordiamoci che usare Wikipedia significa generalmente cercare un riassunto premasticato, il che non è necessariamente un male ma in alcuni casi può appunto essere pericoloso. Ecco dunque un caso di modifica invisibile all’utente tipico ma nociva per la qualità dell’enciclopedia.
Ci sono infine le aggiunte e modifiche al testo. È molto raro che le aggiunte siano molto lunghe: se questo capita, si tratta generalmente di qualcuno che vuole aggiungere ad ogni costo la sua opinione o commento personale, spesso in un italiano pesante e/o sgrammaticato; tali aggiunte mi sa tanto che vengano saltate a piè pari da chi legge, oltre ad essere facilmente notate ed eliminate. Le aggiunte del tipo “scemo chi legge” danno un’impressione di scarsa qualità di Wikipedia, ma non tolgono nulla al trasferimento di informazione dall’enciclopedia all’utente.
Il caso veramente preoccupante è quello delle aggiunte, cancellazioni o sostituzioni minime al testo. Queste modifiche sono molto difficili da notare: se una voce non è tra gli “osservati speciali” di qualcuno, vale a dire un insieme di voci di cui il sistema segnala tutti i cambiamenti, una modifica di questo tipo può davvero passare inosservata per un tempo indefinito, e far sì che una voce sia sbagliata o peggio ancora fuorviante. Più la modifica è verosimile, più difficile è accorgersene: se scrivo che l’altezza di Torino è 1249 metri sul livello del mare è probabile che il lettore si accorga che c’è qualcosa che non va, anche se non potrà sapere qual è l’altezza effettiva. Ma se scrivo che è 219 metri sono ragionevolmente certo che il dato sarà preso per buono… e magari citato da qualche giornale. Garantisco che cose del genere sono all’ordine del giorno: io ad esempio tengo d’occhio le voci su Marco Pantani e Cristina Chiabotto perché ogni tanto qualcuno si diverte a cambiare leggermente altezza e peso, dati che sono presi dai loro siti ufficiali.
A mio parere, il problema delle modifiche sottili è quindi estremamente importante, anche se non pare sia molto sentito; come sempre, sono le modifiche di grandi dimensioni quelle che “fanno notizia”. In ogni caso, comunque, occorrerà trovare una soluzione. Personalmente io sono favorevole al metodo utilizzato nella Wikipedia in lingua tedesca, dove ogni voce ha due versioni: quella “istantanea” e quella verificata. La prima è l’ultima versione della voce, esattamente come capita adesso; la seconda è l’ultima versione che ha avuto un “bollino di qualità” da un utente fidato. Se uno accede all’enciclopedia come anonimo vedrà la versione verificata, con una nota che lo avviserà che ce n’è anche una non verificata e più aggiornata che se vuole potrà andare a vedere; per l’utente registrato capiterà l’opposto, con la versione con le ultime modifiche presentata per default e l’eventuale nota che avvisa che tale voce non è stata ancora verificata e dà un collegamento alla versione “accertata”; infine l’utente fidato potrà mettere il bollino di accettazione sulla voce. Come notate, tutto è sempre disponibile – il che dal mio punto di vista è una condizione imprescindibile per Wikipedia – ma la presentazione è diversa. È chiaro che questa soluzione non ha nessun effetto sulla qualità in genere della voce, ma questo non è un problema, o meglio non è un nuovo problema.
Ah, se siete curiosi di sapere chi siano questi vandali, ecco qualche ritratto tipico.
* C’è il ragazzino che vuole mostrare quanto è bravo con i mezzi informatici.
* C’è il ragazzino che nelle ore di laboratorio informatico non sa cosa fare.
* C’è il tipo convinto che Wikipedia sia il posto più adatto per inserire il proprio curriculum, così lo vedono in tanti.
* C’è il tipo convinto di doversi vendicare contro qualcuno, e che vuole fare le cose in grande.
* C’è il tipo che vuole “ristabilire la verità storica”.
* C’è il tipo che vuole divulgare al mondo la sua grande scoperta.
* C’è il tipo che si mette a fare modifiche così, perché è un modo come un altro per passare il tempo.
* C’è il giornalista che inserisce apposta delle modifiche per dimostrare che Wikipedia è sbagliata, oppure perché deve fare un articolo sugli errori dell’enciclopedia.
Come vedete, ce n’è per tutti i gusti!
Per il momento – dopo meno di trentacinquemila battute complessive – è tutto. Spero che il mio punto di vista sia stato interessante e vi abbia dato qualche idea nuova.
(fine)

Ultimo aggiornamento: 2009-01-24 07:00

Wikipedia per l’utente comune

(vedi prima, seconda, terza parte)
Tutto quello che ho scritto fino ad ora è assolutamente e totalmente irrilevante per la stragrande maggioranza di chi usa Wikipedia e la considera alla stregua di un oracolo o della Fonte Prima e Totale di Conoscenza: quelli che… l’ha detto wikipedia. A quanto ne so, nessuno si è cimentato a valutare l’enciclopedia da questo punto di vista, indubbiamente poco purista ma sicuramente di un certo interesse pratico: provo così a farlo io, iniziando da una situazione ideale in cui nessuno si diverta a rovinare le voci dell’enciclopedia e vedendo poi cosa succede nel caso si capiti su una voce resa volontariamente scorretta. Ah, prima che qualcuno mi travisi: non dico che questa metrica (cioè questo modo di misurare la validità dell’enciclopedia) sia l’unica da usare, e nemmeno la migliore. Però vale la pena considerarla.
Le caratteristiche che un’enciclopedia dovrebbe avere sono:
* affidabilità – devo potermi fidare delle informazioni che vi trovo scritte, altrimenti è inutile che io la consulti.
* aggiornamento – non devo trovare informazioni obsolete, che possono essere fuorvianti.
* ampiezza – devo trovare quello che mi serve, altrimenti non me ne faccio nulla.
* completezza – la voce che mi interessa deve avere una trattazione sufficiente per darmi le informazioni che mi servono, senza carenze o solo dati irrilevanti.
* comprensibilità – quello che trovo deve essere comprensibile, almeno dando per scontata una certa cultura di base; un’enciclopedia non è un libro di approfondimento né un testo di divulgazione, ma una via di mezzo.
* praticità – non devo fare troppa fatica nel trovare una voce, anche se non so esattamente il suo nome; né devo compulsare chissà quanta roba nel caso di un rimando a un’altra voce.
* verificabilità – devo avere la possibilità di sapere da dove sono state prese le informazioni, per poter giudicare per conto mio se fidarmi o no.
Come si colloca Wikipedia in lingua italiana rispetto a questa metrica? A gennaio 2009 i risultati possono essere sintetizzati nel modo seguente.
L’affidabilità dovrebbe essere generalmente buona. La Wikipedia in lingua inglese è stata messa a confronto con enciclopedie tradizionali mostrando che la quantità e la qualità di imprecisioni ed errori è confrontabile. Non è mai stato fatto un esperimento simile con la versione in italiano; nella mia esperienza sui campi in cui ho una buona conoscenza della materia non mi capita però praticamente mai di dover correggere errori inseriti in buona fede. Per quelli in cattiva fede, vedi oltre :-)
L’aggiornamento è indubbiamente un punto di forza, forse fin troppo. Questo lo si poteva aspettare, visto che il mezzo è aggiornabile in tempo reale; ma spesso è sconcertante vedere inserita la data di morte di un personaggio pubblico qualche minuto dopo che le agenzie hanno battuto la notizia, e occorre bloccare temporaneamente le voci relative al governo italiano quando viene dato l’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri, visto che molti sono convinti che l’incaricato sia già il premier e quindi vanno a emendare le pagine.
Per quanto riguarda l’ampiezza, la situazione è sicuramente buona. Di nuovo, non arriviamo ai livelli dell’edizione in lingua inglese dove si trova davvero di tutto e di più ed è praticamente impossibile finire su un tema non trattato. Se però guardiamo il mezzo milione abbondante di voci in italiano, è vero che ce ne sono moltissime che a essere molto buoni potremmo definire di nicchia; ma tutte quelle più importanti dovrebbero esserci.
La completezza è probabilmente un punto ancora oggi relativamente debole. Intendiamoci: ci sono decine di migliaia di voci complete, chiare e utilizzabili. Il guaio è che ci sono campi per così dire maturi, come ad esempio informatica e fumetti, e altri campi dove è altamente probabile che la voce cercata sia uno “stub” (un abbozzo, cioè poche righe) o in cui la prosa lasci alquanto a desiderare. Io sono della scuola “meglio poco che nulla”, però ammetto che spesso il poco è davvero poco. I campi più deboli sono quelli umanistici, dove purtroppo non c’è una massa critica di persone che conoscano bene gli argomenti e siano esperte nell’uso del software: in un certo senso Wikipedia è complementare a un’enciclopedia tradizionale, dove le voci scientifiche sono spesso più delicate.
Sulla comprensibilità, si possono fare ancora degli sforzi, ma direi che Wikipedia è già sulla buona strada. Le linee guida vorrebbero che il primo paragrafo serva per avere una rapida idea generale della voce, mentre il resto del testo dovrebbe servire per gli approfondimenti; quando la dimensione di una voce cresce molto, ad esempio quella sull’Italia, si creano sottovoci (“Storia dell’Italia”, “Geografia dell’Italia”, …) a cui si può accedere dalla voce principale, che mantiene un paragrafo di riassunto per chi non è interessato ad approfondimenti troppo spinti. Da questo punto di vista, le voci più a rischio sono quelle delle cosiddette scienze dure (matematica, fisica, ma anche biologia), dove c’è la tendenza ad avere un testo corretto ma arido.
Nonostante quanto si possa pensare, la praticità è un altro punto debole. Il software su cui si basa Wikipedia facilita la creazione di reindirizzamenti a una voce (i cosiddetti redirect, che tra l’altro non entrano nel computo del numero totale di voci), ma la ricerca non è comunque semplicissima. Esiste un motore di ricerca interno, ma la sua qualità lascia alquanto a desiderare: spesso si ottengono migliori risultati cercando direttamente con Google e aggiungendo la chiave site:it.wikipedia.org per restringere la ricerca alle sole pagine dell’enciclopedia. Il problema principale sta nella grafia e nel formato dei lemmi (con o senza maiuscola? con o senza articolo?) Speso può essere utile partire da una voce di argomento simile, andare in fondo alla pagina per trovare le categorie a cui appartiene, e poi viaggiare all’interno dell’albero delle categorie; questa non è però certo un’opzione alla portata di un utente alle prime armi. È invece più facile passare da una voce all’altra di Wikipedia, vista la presenza dei rimandi ipertestuali (quelli sottolineati in blu) da una voce all’altra: forse un po’ troppi, secondo la mia personale visione. I “link rossi”, quelli che portano a una voce che non esiste, sono controintuitivi per l’utente comune, che si chiede perché vengano messi. Un non-problema è quello del “nome principale”, che pure è fonte di accesi dibattiti. Ad esempio, il nome della voce che tratta l’anguria è quello latino scientifico, Citrullus Lanatus. Ma visto che se uno digita “anguria” tanto finisce sulla pagina corretta, per lui la cosa potrà essere buffa ma irrilevante in pratica.
Resta infine la verificabilità, che è diversa dall’affidabilità (le fonti scelte potrebbero essere inaffidabili, e una voce senza fonti potrebbe comunque essere corretta). Innanzitutto occorre tenere presente, come detto in precedenza, che per definizione Wikipedia non è una fonte primaria: questo significa che non è ammesso scrivere qualcosa di nuovo – per esempio la biografia del proprio nonno – ma bisogna che qualcun altro ne abbia parlato ufficialmente. Durante l’impetuosa crescita iniziale dell’enciclopedia le voci più importanti venivano scritte senza badare a inserire riferimenti; negli anni si è però rafforzata l’idea che le fonti sono una parte necessaria. È così facile trovare frasi evidenziate con l’avviso “citazione necessaria” oppure “senza fonti”, e una voce importante o controversa può avere decine di note a piè di pagina. Detto questo, resta da rimarcare quanto accennato all’inizio: indicare le fonti non dà comunque garanzia di qualità della voce, soprattutto per chi non sia in grado di valutare la validità delle fonti stesse. Diciamo insomma che la verificabilità è più che altro utile per gli esperti, e ininfluente per l’utente qualunque.
(continua)

Ultimo aggiornamento: 2009-01-23 07:00