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Brava, Biraghi!

Dovete sapere che i seienni apprezzano da anni il “formaggio triangolo”, che sarebbe il Gran Biraghi tagliato a fette morbide. Non c’è altro formaggio a fette che piaccia loro. Non avevamo molti problemi, perché era in assortimento all’Esselunga: ma man mano è stato difficile e poi impossibile trovarlo, e a una mia mail al servizio clienti mi è stato risposto “no, non è più in assortimento”. (Non era un problema con la Biraghi, altri prodotti continuano a esserci.)

Martedì pomeriggio ho pensato di scrivere alla Biraghi chiedendo se potevano dirmi dove avrei potuto trovare quelle confezioni a Milano. Dopo un rapido scambio di email – mi ero dimenticato di specificare quale prodotto Gran Biraghi mi interessava – mi hanno spedito una tabella con i singoli “punti vendita dove dalle rilevazioni in nostro possesso è presente il prodotto che ha richiesto”; ed effettivamente il Simply di viale Stelvio dove sono andato ieri pomeriggio aveva le fette morbide Gran Biraghi.

Sono ragionevolmente certo che a questo punto i seienni non lo vorranno più mangiare per principio :-), però non posso che apprezzare il servizio clienti Biraghi!

Editori attenti ai lettori

Ho preso in prestito elettronico via MLOL l’ultimo libro di Gabriele Lolli, Numeri. (Molto bello, tra l’altro: a breve la mia recensione). Convertire un testo in epub è una faticaccia, e lo è ancora di più se il testo contiene formule matematiche: ho insomma trovato qualche errorino nella conversione, e ho deciso di provare a scrivere all’editore, Bollati Boringhieri, per segnalarglieli. Ho inviato la mail poco dopo le 13, e prima delle 15 ho avuto risposta (nel merito, non automatica).

Sapete bene che qui sul blog sono spesso incazzoso: per par condicio, mi sembra il minimo segnalare i comportamenti virtuosi. È bello sapere che ci sono editori che sono attenti a quanto viene loro scritto!

Ultimo aggiornamento: 2015-10-07 15:09

Tanti auguri liberi!

[xkcd e Happy Birthday] Ero convinto di avere scritto della storia di Happy Birthday a luglio, quando era uscito questo articolo di Ars Technica, ma non ne trovo traccia: quindi ne parlo oggi, quando ormai la notizia – come la canzone – è di pubblico dominio: un giudice americano ha sentenziato che il copyright sulla canzone non è valido, per la rabbia della Warner/Chappell che a quanto sembra ci guadagnava due milioni di dollari l’anno e l’avrebbe fatto almeno fino al 2030. Poi, si sa, magari il copyright si sarebbe ancora allungato…
Il punto di base è che testo e musica della canzone erano stati pubblicati ben prima che la sedicente autrice Patty Hill chiedesse il copyright nel 1935. La melodia è del 1891 e nasceva come un saluto scolastico tra studenti e insegnante; il testo di “tanti auguri” è di poco posteriore. La cosa più divertente è che tutta la causa legale è nata perché la regista Jennifer Nelson girò un documentario sulla canzone e si vide chiedere 1500 dollari per i diritti d’uso. Nelson dev’essere una rompipalle di prima categoria (amo quella donna a priori) e così dopo aver girato il documentario aprì una causa che è appunto terminata con il giudice che ha affermato che il copyright del 1935 si applica solo all’arrangiamento per pianoforte.

Tutto bene? No. Il brano è nel pubblico dominio solo negli USA: per l’Unione Europea il copyright scadrà solo a fine 2016. Per il momento potete cantare “Perché è un bravo ragazzo”, che è sicuramente nel pubblico dominio.

Morandismo

giannimorandi Se fosse stato qualcun altro a dare quelle risposte, avrei subito pensato a un troll. Ma Gianni Morandi no. Lui è davvero convinto di quello che scrive. (Se non lo fosse sarebbe il miglior attore mondiale) Ed è per questo che c’è tanta gente che lo ama. Non pensavo che il termine “qualunquista” potesse essere declinato in positivo, però Morandi ci è riuscito. E garantisco che per me questo è un complimento!

Ultimo aggiornamento: 2015-04-22 23:03

Michaela Biancofiore e i bias statistici

Dopo tre giorni continuano ad avere eco le affermazioni dell’onorevole Biancofiore, che nell’illuminata trasmissione radiofonica La zanzara avrebbe affermato «Perchè secondo voi queste donne proliferano in Italia e in tutto il mondo? Con chi vanno, con le donne? Almeno per l’iniziazione, tutti gli uomini sono andati con le prostitute, è sempre stato così».

Il problema dell’onorevole Biancofiore è che nella scuola italiana – e finanche in quella sudtirolese, direi – non si insegna normalmente probabilità e statistica. Non ho dubbi che gli uomini che lei conosce siano andati tutti a prostitute: ma è ben noto che le conoscenze di una singola persona sono un campione distorto e quindi non dovrebbero essere prese come base per un’affermazione sull’intera popolazione. Già i sondaggisti sbagliano: figuriamoci questo tipo di generalizzazioni!

Ultimo aggiornamento: 2015-04-10 11:16

Brave PosteItaliane!

Qui da noi in ufficio siamo lettori voraci, e ci capita relativamente spesso di fare ordini da Amazon. Ultimamente l’azienda di Bezos spedisce spesso via Posteitaliane. Non SDA: proprio il caro vecchio postino. Devo dire che in questo periodo le consegne sono molto più veloci di un tempo: lunedì mattina ho fatto un ordine, data di arrivo prevista venerdì, data di arrivo effettiva adesso. Persino la lettera di addebito della carta di credito, che a volte è arrivata a casa dopo che avevo già pagato, stavolta mi è arrivata con due settimane abbondanti di anticipo.

Come sempre, mi pare doveroso segnalare anche le cose positive, e non passare sempre il tempo a lamentarmi :-)

Ultimo aggiornamento: 2014-10-15 10:58

Google e i giornali (tedeschi)

Leggo sul Post (sono andato anche sul blog tedesco di Google, ma ammetto che è stato troppo difficile per me e non mi sono fidato di usare un traduttore automatico) che dalla prossima settimana Google.de non mostrerà più le anteprime delle notizie di vari giornali tedeschi, a partire da Bild. Motivo di tutto questo? Una recente legge tedesca che afferma che titolo e link sono liberamente utilizzabili, mentre per anteprime e ritagli occorre chiedere il permesso e acquisire i diritti dalle società editrici. Google ha detto “Bene: o mi date gratuitamente il diritto, oppure vi scordate che io vi dia dei soldi. Nel secondo caso mi limiterò a mettere titolo e link, come mi è permesso senza dover chiedere nulla”.

Chi ha ragione in tutto questo? Boh. Diciamo che se Google non avesse messo neppure titolo e link alle notizie allora avrebbe sicuramente avuto torto, ma sono stati abbastanza furbi da non farlo. Tra l’altro non so neppure cosa succederà con gli altri motori di ricerca: se per esempio Axel Springer decidesse di permettere a Bing di inserire gli snippet a Bild senza pagare, o pagando una cifra simbolica, Google avrebbe il diritto di ricorrere in tribunale per discriminazione? Vedendo le cose da un altro punto di vista, qual è la quantità di informazione che risulta sufficiente per un lettore, e quindi non lo invita a cliccare effettivamente sul link e andare sul sito del giornale – che a questo punto può guadagnare qualcosa con la pubblicità sul proprio sito? Certo, esistono giornali che ormai non hanno titoli ma click-bait, come raccontavo qualche mese fa: una rapida occhiata a Bild mi ha fatto capire che in Germania non siamo ancora a questo livello ma non si sa mai cosa potrà capitare tra poco. Per quanto mi riguarda, credo che ci sia una bella differenza tra venire a sapere una notizia e leggere un articolo, e non capisco perché io debba fare un clic in più nei molti casi in cui quello che mi importa è solo la prima cosa; ma magari è colpa mia, che voglio tutto e subito. Voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2014-10-03 16:26

concorrenza :-)

I librini della collana Altramatematica stanno facendo la loro strada: tra qualche giorno ne verrà pubblicato un altro, del quale non posso indicare il titolo né l’autore che però è ben noto nel nostro piccolo ambiente. Ma non c’è solo 40K a pubblicare!
Ho visto infatti che Antonio Tombolini ha deciso di allargarsi e creare anch’egli una casa editrice digitale da affiancare alla sua Simplicissimus Book Farm. Le collane che ha pensato al momento sono Vaporteppa, steampunk, e la prossima Penale.it con studi di diritto penale; quest’ultima è affidata a Daniele Minotti (ciao!).
Perché parlo della “concorrenza”? Non tanto perché in realtà concorrenza non è, almeno per il momento. Ma anche se Tombolini pensasse di fare una collana matematica fatta seriamente, questo sarebbe solo un bene. I punti di partenza sono infatti diversi (con 40K la scelta è stata specificatamente di fare librini brevi da 99 centesimi; Vaporteppa preferisce porsi su un gradino superiore sia per lunghezza che per costo, il che è probabilmente più sensato visto che si parla di racconti e non di saggistica. Vedremo cosa succederà con penale.it) ma sono convinto che più cose buone si pubblichino più ci guadagniamo tutti.
E già che ci sono: cosa vi piacerebbe vedere pubblicato in #altramatematica?

Ultimo aggiornamento: 2014-02-05 17:01