Siamo al terzo libro delle Cronache di Camelot (Jack Whyte, La stirpe dell’Aquila [The Eagles’ Brood], Piemme Pocket 2001 – [1994,1997], pag. 526, 9.30, ISBN 88-384-4814-0, trad. Susanna Bini) e finalmente arriva Re Artù. Beh, “arriva” è una parola grossa. Per la precisione, nelle ultime due pagine troviamo un neonato che sarà il futuro re: il figlio di Uther, re dei Pendragon e cugino di Caio Merlino Britannico. Sì, il Mago Merlino che abbiamo visto nascere alla fine del secondo libro, che qui è la voce narrante, al posto di Publio Varro che in fin dei conti ha ormai una certa età. Certo che il Caius Merlinus che troviamo qua è un guerriero e uno stratega, oltre che un amante delle grazie femminili: non esattamente quello che ci aspettiamo.
Il libro scorre molto bene nella prima parte, sia pure con qualche ingenuità qua e là; perde però parecchio verso la fine, sia durante il Sinodo dei vescovi a Verulanium che nella cesura che Whyte ha trovato necessaria per segnare il passaggio al prossimo libro.
Ultimo aggiornamento: 2006-02-22 17:14