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Thank you for smoking (film)

È vero che uno potrebbe citare il precedente – e che precedente! di Arancia Meccanica; ma il punto di vista alla base di Thank you for smoking, cioè quello del lobbista a favore dei produttori di sigarette che compie la sua missione “perché tutti noi abbiamo un mutuo da pagare”, è indubbiamente strano, anche perché se uno si mette a guardare bene il film si accorge che tutti i personaggi sono ambigui: dalla giornalista che va a letto con lui pur di avere informazioni private, al senatore che lancia le campagne antifumo solo perché ritiene di guadagnare più voti, al “facilitatore” hollywoodiano che non è interessato a nulla se non al proprio potere. Va a finire che Nick Naylor, che perlomeno ammette senza pudori che cos’è, ne esce ancora bene.
Detto questo, e aggiunto che il film non farà smettere di fumare nessuno, devo dire che non è che il tutto mi abbia convinto molto. Belle battute, soprattutto nel primo tempo, un finale che ho apprezzato, ma per il resto non è che l’abbia trovato un film memorabile; ma perlomeno non mi sono addormentato al cinema.

Ultimo aggiornamento: 2006-09-14 12:27

<em>Off Broadway</em> (mostra)

La mostra al Pac chiuderà il 17 settembre; domenica Anna mi ha chiesto se volevamo andare a vederla e io ho quasi immediatamente accettato, pur immaginando a che cosa sarei andato incontro. Off Broadway è una collettiva di giovani fotografi – che poi tanto giovani non sono, ce n’è uno che ha due anni più di me – dell’agenzia Magnum. Il foglietto esplicativo spiega che la mostra è «una blanda coalizione tra creatori di immagini profondamente individualisti», che io traduco come “da soli non ce la facciamo a farci fare una mostra, magari tutti assieme sì”. È vero che io sono assolutamente refrattario alle foto, se non in casi eccezionali, diciamo uno scatto su venti presentati: quindi non prendete come oro colato questa mia recensione. Però scoprire che Rosso, l’«opera creata site specific per la mostra milanese» (è sempre l’anonimo estensore delle note che lo fa presente) è un’ecografia di un cuore durante un’operazione, pardon, «il cuore pulsante di Off Broadway, organismo che ha preso corpo nelle sale del PAC», mi ha fatto capire che i cinque euro di ingresso che ho speso avrei potuto sfruttarli meglio. Le uniche installazioni che mi sono abbastanza piaciute sono Landscape, una serie di scatti di distruzioni varie – guerra, inondazioni e altre tragedie – e Propaganda, un video con spezzoni ultrarapidi di immagini di politici che serve per costruire un’impressione in chi lo guarda. In tutto, un po’ poco.

Ultimo aggiornamento: 2006-09-12 12:13

Storia della canzone italiana (libro)

[copertina]
La mia edizione di questo libro (Gianni Borgna, Storia della canzone italiana, Oscar Mondadori 20004, pag. 520, € 8.40, ISBN 88-04-42405-2) ha un bollino del prezzo di 16000 lire, che copre il “15000” originale. Questo significa che sono passati sei anni da quando l’ho comprato a quando l’ho finalmente preso in mano – come avrete forse capito, io i libri prima li compro perché mi ispirano, poi con calma mi metto a leggerli – e che in questi anni il suo prezzo non è poi cambiato molto.
Il libro ha una parte storica iniziale che cerca di dare una visione generale sulla canzone italiana dell’800 e della prima metà del secolo scorso, dove si vede l’impostazione “colta” del Borgna, e che è la parte senza dubbio più interessante del libro. Quando però si giunge al secondo dopoguerra e soprattutto agli anni dal 1960 al 1990, dove il libro termina, la musica cambia. Da un lato l’autore tira via molto più velocemente, non saprei dire se per ragioni di spazio o altro; dall’altro cerca di mettere una patina intellettuale ai propri giudizi generalmente tranchant, in positivo o in negativo. Il problema non è tanto il personalismo della sua critica, quanto appunto il modo con cui si pone; ma forse uno se lo sarebbe dovuto aspettare.

Ultimo aggiornamento: 2006-09-07 10:22

_La prova matematica dell’esistenza di Dio_ (libro)

[copertina]
A chi si chiede com’è possibile che un libro di Bollati-Boringhieri costi solo otto euro, rispondo subito che è ipertascabile. Ma quel che è peggio – o forse meglio? – è che il testo vero e proprio del libro (Kurt Gödel, La prova matematica dell’esistenza di Dio, Incipit 3 – Bollati Boringhieri 2006, pag. 123, € 8, ISBN 88-339-1679-0, trad. Edoardo Ballo) è di tre pagine, tutte di formule logiche, e se proprio si vuole esagerare ci si può aggiungere un’altra decina di pagine prese dai suoi quaderni di appunti. Il resto dovrebbero essere spiegazioni su come funziona la prova ontologica che Gödel ha usato per dimostrare l’esistenza di Dio, sulla scia di sant’Anselmo d’Aosta, Cartesio e Leibniz. Il guaio è che qui casca l’asino. La nota introduttiva di Robert Mettihew Adams che accompagna la dimostrazione è per me assolutamente incomprensibile, e non certo per colpa del traduttore. L’introduzione di Lolli risulta chiara ma è principalmente storica; nella postfazione Odifreddi odifreddeggia come al solito con le sue battute antireligiose da cui non si separa mai, ma bisogna dire che dà un’ottima e chiara spiegazione della tesi gödeliana nel caso di un mondo finito; la spiegazione di perché la cosa non funzionerebbe nel caso infinito in compenso mi sembra più che altro un tentativo di intorbidare le acque, non avendo una forte controdeduzione. Molto meglio su quest’ultimo punto il testo di Roberto Magari allegato come ultima parte del libretto (e dove il correttore di bozze si deve essere alla fine arreso, vista la presenza di un paio di refusi). Il logico rivede l’impianto della dimostrazione e conclude che la tesi è solo infinitesimamente più credibile delle ipotesi; insomma, si fa fatica a credere (nel senso religioso) agli assiomi usati da Gödel.

Ultimo aggiornamento: 2016-03-31 20:14

DVD: La Pantera Rosa (Steve Martin)

È chiaro che Steve Martin aveva tanta voglia di riprendere il ruolo che fu di Peter Sellers. Ma tanta davvero. Infatti si è anche scritto la sceneggiatura di questo remake, giusto per non farsi mancare nulla. Il risultato? Piacevole, direi, anche se a mio parere c’è un punto di base. Sellers era un Clouseau solamente imbranato, e i suoi grandi successi arrivavano sempre per puro caso. Martin è un Clouseau indubbiamente imbranato, se non peggio: però ha comunque delle capacità investigative, anche se non ortodosse, come nella scena dell’interrogatorio della vecchia cinese che parla solo la sua lingua. Kevin Kline fa perfettamente la parte del capo della polizia francese Dreyfuss, così come Jean Reno mette la sua faccia in maniera fantastica nella parte del poliziotto-spia messo da Dreyfuss alle calcagna di Clouseau; Beyoncé invece la si può lasciar perdere.
Ho bellamente saltato i contenuti speciali del DVD, che si riducevano a un’intervista al regista; menzione negativa al menu, con una Pantera Rosa resa in 3D che non vale un decimo dell’originale.

Ultimo aggiornamento: 2006-09-02 15:46

lady henderson presenta (DVD)

La probabilità che io non mi addormenti quando la sera ci vediamo un film in DVD è in genere piuttosto bassa: sarà che stare a letto mi concilia il sonno, o magari che uno schermo a 14 pollici non è il massimo della vita. Stavolta però non mi è capitato, il che depone a favore del film.
Lady Henderson Presenta (Mrs Henderson presents), ispirato a una storia vera, racconta di una ricca nobildonna che, rimasta vedova qualche tempo prima della seconda guerra mondiale, decide di comprare un teatro londinese, e darlo in gestione all’impresario Vivien Van Damm. La convivenza tra i due non è certo facile, con lady Henderson che si impiccia di tutto; il massimo si raggiunge quando, per contrastare il calo di spettatori, lei propone di inserire nello spettacolo Tableaux Vivants, un modo educato per dire “fanciulle nude”. E a quel punto inizia la guerra…
Judi Dench e Bob Hoskins sono semplicemente deliziosi nel beccarsi tra di loro, e Stephen Frears riesce a fare una regia mai sopra le righe. Bel film, anche se probabilmente sarebbe meglio vederlo sul grande schermo.

Ultimo aggiornamento: 2006-08-10 11:33

Concepts of Modern Mathematics

[copertina]
Ogni tanto sbaglio gli acquisti. Questo libro (Ian Stewart, Concepts of Modern Mathematics, Dover 19953, pag. 340, $12.95 , ISBN 0-486-28424-7) non è nient’altro che un testo scolastico su quella che è diventata di moda come la “nuova matematica”. Quello non sarebbe stato poi chissà quale problema, se il testo fosse stato scritto nel modo brillante che mi aspetto da Ian Stewart; purtroppo però questa è probabilmente la sua prima opera – la prima edizione del libro è infatti del 1975 – e si sente che l’autore aveva sì delle potenzialità, ma non erano state ancora espresse. Alla fine, pertanto, il libro non ha nemmeno il fascino di un’opera antica che uno magari legge da un punto di vista storico; se ne può fare tranquillamente a meno.

Ultimo aggiornamento: 2006-08-07 09:24

<em>Il clocco</em>

Dopo il successo della trasmissione The Clock di due anni fa, dove venne fatto un excursus anno per anno sul rock in occasione del cinquantesimo anniversario di “Rock Around The Clock”, Radio Popolare ci riprova con Il clocco, vale a dire la versione de noantri. Si è partiti ieri sera (21-22:30) con i tre anni dal 1956 al 1958, raccontati musicalmente da Ezio Degradi che è come il prezzemolo.
Mi sono accorto che la musica italiana era lenta. “Grazie dei fior” me la ricordavo molto più veloce, probabilmente perché noi oggi siamo abituati a ritmi ben diversi. Perfino “Come prima” di Tony Dallara oggi sarebbe stata cantata un po’ più velocemente, immagino. Per il resto, mi sono convinto ancora di più che Fred Buscaglione ha fatto un lavoro di rottura estrema con la tradizione italiana – più di Modugno con “Nel blu dipinto di blu” – e non è un caso che risulti ancora moderno.

Ultimo aggiornamento: 2006-08-02 17:39