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I giocatori (teatro)

Lo spettacolo di quest’anno di Paolo Rossi… non me l’aspettavo proprio. Lasciato perdere lo one man show che aveva ancora fatto l’anno scorso con Chiamatemi Kowalski, il piccoletto è tornato a fare un teatro corale. Intendiamoci, lui fa sempre il demiurgo che gli piace così tanto, però gli altri (giovani) attori hanno il loro spazio. Anche il tema non è legato direttamente alla cronaca, ma racconta più o meno fedelmente la trama di Il giocatore di Dostoevskij: c’è a un certo punto una tirata contro lo Stato che fa il biscazziere legale senza preoccuparsi dellle famiglie rovinate e dei suicidi, ma nulla più.
Ho apprezzato molto l’approccio “finto improvvisante”. Fantastico il suo ingresso in moto nel mezzo della scena ottocentesca, divertenti le spiegazioni agli attori su come devono fare le scene, e l'”intervallo sfalsato. A un certo punto gli attori si rilassano, mentre Paolo Rossi fa il suo monologhetto; durante l’intervallo vero e proprio, invece, gli attori se ne stanno in scena, e addirittura quelli che fanno i giocatori tentano di scappare via dal teatro, sempre però accalappiati dai croupier che seguono gli ordini del Francese/Paolo Rossi, “di qui non si può uscire”. Due ore di ottimo spettacolo, allo Studio che per queste cose è effettivamente il posto migliore.

Ultimo aggiornamento: 2007-05-20 20:24

Mathematical Bafflers (libro)

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Questa ennesima raccolta di problemini matematici ristampata dalla Dover (Angela Dunn (ed.), Mathematical Bafflers, Dover Publications 1980 [1964], pag. 217, $9.95, ISBN 978-0-486-23961-3) raccoglie i migliori problemi pubblicati negli anni ’60 dai settimanali Aviation Week ed Electronic News, nella rubrica “Problematical Recreations” … sponsorizzata da un’azienda elettronica, la Litton. Onestamente si sente che i problemi sono pensati per un pubblico di ingegneri: nella maggior parte dei casi i problemi si risolvono mettendosi a fare una serie di conti noiosi, anche se non difficili. La parte più divertente è quella all’inizio di ogni capitolo, con alcuni problemi cui gli autori non avevano dato originariamente una risposta corretta: i commenti dei lettori meritano davvero. Infine i disegni di Ed Kysar che accompagnano il libro sono strani, quasi litografici, ma carini.

Ultimo aggiornamento: 2007-05-15 14:44

The Science of Discworld III: Darwin’s Watch (libro)

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Terzo volume della versione “scientifica” del Mondo Disco, il terzetto di autori questa volta (Terry Pratchett, Ian Stewart, Jack Cohen, The Science of Discworld III: Darwin’s Watch, Ebury Press 2005, pag. 344, Lst 6.99, ISBN 978-0-09189824-3) si occupa dell’evoluzione: i maghi del Discworld devono riuscire a fare in modo che Charles Darwin scriva The Origin of the Species e non Theology of the Species, un saggio ante litteram sull’Intelligent Design. Il libro si snoda come i due precedenti, con capitoletti che vedono le avventure dei maghi del Discworld (e di Rincewind, che sicuramente manca a molti dei lettori più anziani…) intervallati da capitoli più corposi che da un lato mostrano le analogie con il nostro mondo reale, e dall’altro entrano nei dettagli sia storici che biologici (ma anche matematici, fidatevi…) della teoria. Cohen tra l’altro spiega come quello che noi crediamo usualmente sull’evoluzione non corrisponde affatto agli ultimi studi: mai fidarsi del sentir comune! Insomma, un libro da comprare al volo – se si sa l’inglese, ovvio: casualmente nessuno dei libri di questa serie è stato tradotto in italiano, che io sappia.

Ultimo aggiornamento: 2007-05-11 13:38

Del come riconoscere i Santi (libro)

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Un connubio piuttosto particolare, questo tra un ingegnere e un professore universitario di letteratura italiana (Gigi Cappa Bava e Stefano Jacomuzzi, Del come riconoscere i Santi, Sei – Universale Reprint 1989, pag. 263, € 9.30, ISBN 978-88-05-05872-3) Il risultato però è un’opera di cui sentivo da un pezzo la mancanza. Tutte le volte in cui andiamo in un museo di antichità o in una chiesa, Anna e io abbiamo un gioco: cercare di indovinare i santi raffigurati nei quadri. Alcuni sono facili: san Pietro ha le chiavi, san Paolo la spada, san Giovanni Battista le vesti ruvide e l’agnello. Altri ci lasciano perplessi, e generalmente la didascalia del quadro non aiuta per nulla, visto che parla di “santi” non meglio identificati. Questo agile libretto dedica una paginetta a un centinaio di santi, raccontandone in breve la storia e soprattutto indicandone i simboli fondamentali – quelli insomma sempre presenti nei quadri – e quelli secondari. All’inizio del libro ci sono naturalmente gli indici per argomento, che dovrebbero permettere di andare a colpo sicuro. D’ora in poi ci si divertirà di più nei musei e nelle chiese!

Ultimo aggiornamento: 2007-05-07 15:03

Intriguing mathematical problems (libro)

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Il reprint Dover di questa volta (Oswald Jacoby, Intriguing mathematical problems, Dover 1996, pag. 208, $8.95, ISBN 0-386-29261-4) è di un libro del 1962, “Mathematics for pleasure”. L’autore afferma “ho scelto i problemi che mi piacevano di più e li ho raccolti”, il che è indubbiamente una Buona Cosa; però bisogna dire che i quasi cinquant’anni passati si sentono eccome, un po’ per il linguaggio usato che è piuttosto difficile per chi come me non è madrelingua e un po’ per lo stile dei problemi stessi. Bisogna dire però che si sente l’amore che l’autore ha per la matematica, e che viene mostrato nelle introduzioni ai vari capitoli. E alcuni dei problemi sono davvero carini, mentre nessuno di essi è troppo complicato. Visto il prezzo, che pretendere di più?

Ultimo aggiornamento: 2007-05-04 10:54

RT (televisione)

Domenica sera, dopo cinque anni, Enzo Biagi è tornato in televisione, con un programma il cui nome almeno a me rievoca fin troppo il TV7 anni ’60, anche se lo stacchetto musicale della sigla sembra più che altro quello di un telefilm poliziesco o investigativo. Credo che capiti anche di questo, nel panorama televisivo italico: ma visto che a casa non guardo nulla, non vedo un grande problema.
Più problemi, invece, li vedo su Biagi. Capisco che abbia ormai la sua bella età, e capisco anche che questa è per lui più che altro una rivincita contro Berlusconi, anche se oggettivamente le condizioni con cui è tornato – un programma settimanale in terza serata del lunedì di Raitre – non solo non sono il massimo ma gli erano già state offerte nel 2003. Però è davvero devastante vedere come ormai non riesca nemmeno a fare le domande senza doversele leggere sui fogli che ha davanti, dove i testi erano scritti in stampatello maiuscolo corpo ventiquattro da quel poco che si intravvedeva quando veniva cambiata inquadratura. Come dicevo sopra, probabilmente sarebbe stato molto meglio lasciargli godere la sua meritata pensione e limitarsi ad averlo qua e là come gradito ospite esternante. Chissà se Silvio si accorgerà che non ha più molto da temere da lui, o se ormai l’ha incasellato tra i Giornalisti Comunisti…
ps: nei giornali di martedì, sia Dipollina su Repubblica che Grasso sul Corsera lodavano sperticatamente la trasmissione. Mi sa tanto che ci sia una mafia interna tra i giornalisti.

Ultimo aggiornamento: 2007-04-26 10:46

The Good Shepherd (film)

[locandina] Chi mi conosce lo sa: generalmente non sopporto di stare a guardare un video. Assommiamoci poi la pessima abitudine di essere bombardati da mille informazioni, il che porta inevitabilmente, almeno per me, a una perdita della mia capacità di concentrazione. Ciò detto, credo che si possa comprendere come l’avere accompagnato Anna a vedere questo film di Robert De Niro che dura la bellezza di due ore e e quarantasette minuti è davvero stata una prova d’amore. Almeno il film fosse stato interessante! Già non ho capito la ragione di avere lasciato il titolo in inglese, visto che non si parla mai esplicitamente del Buon Pastore. Tanto valeva limitarsi al sottotitolo italiano, “L’ombra del potere”, che racchiude meglio la storia di questo pezzo grosso della CIA, che ha contribuito a fondare dopo il suo lavoro per l’OSS durante la seconda guerra mondiale. La storia si riaggomitola – non possiamo parlare di “dipanarsi”, visti i continui flashback che fanno perdere ogni tanto il senso del tempo – attorno al fallito sbarco alla Baia dei Porci e alla ricerca di chi avesse fatto la soffiata. Edward Wilson, il protagonista, alla fine esce quasi come un Eichmann. Il simbolo della “banalità del male” è per me l’ultima scena del film dove lui, ingobbito, entra negli enormi corridoi della nuova sede sella CIA dopo che praticamente si è perso famiglia e amici… il tutto per nulla. Questa scena, e qualche battuta qua e là, non basta certo a risollevare un film che sembra essersi perso un’ottima occasione per un’opera incalzante… e più breve.

Ultimo aggiornamento: 2007-04-26 10:44

I am a Strange Loop (libro)

[copertina] Sono in molti ad avere comprato Gödel, Escher, Bach. Parecchi l’hanno anche letto :-). Dopo più di un quarto di secolo, Douglas Hofstadter ha pensato di pubblicare questo sequel (Douglas Hofstadter, I am a Strange Loop, Basic Books 2007, pag. 412, $26.95, ISBN 978-0465030781), se mi consentite l’uso del termine. In effetti di Bach e di Escher non si parla, né ci sono i dialoghi (tranne due agli estremi del libro): Hofstadter si concentra su Gödel, e parte dal suo famoso teorema – di cui viene data una spiegazione lunga, ma assolutamente cristallina – per arrivare alla sua definizione di “intelligenza”, che si può più o meno riassumere come “un sistema raggiunge l’intelligenza quando riesce a creare degli «anelli nell’Io» (gli «strange loops» del titolo), vale a dire una rappresentazione interna di sé stesso, a un livello di codifica differente da quello usuale”.
Personalmente mi rimangono dei dubbi sulla sua filosofia “sepolcriana” (nel senso di Ugo Foscolo): il libro però è sicuramente interessante, oltre che essere piacevole da leggere visto il solito stile spumeggiante di Hofstadter. Per i più timidi con l’inglese aggiungo che molti dei giochi di parole sono spiegati nelle note finali, e quindi li si può apprezzare anche se in seconda battuta.

Ultimo aggiornamento: 2007-04-16 15:14