Il mio amico Vittorio Bertola ha ragione. Venerdì ero a Torino, dovevo andare al Toolbox (dalle parti del Mauriziano, per i torinesi in ascolto) e avendo un po’ di tempo a disposizione ho percorso via Sacchi. Sotto i portici passa un numero abnorme di biciclette, il tutto quando dall’altra parte della strada c’è una pista ciclabile con il vantaggio di non avere alcun incrocio fino a corso Sommeiller e nemmeno pedoni vicini. La giornata era piacevole, e quindi non c’era nemmeno la scusa del brutto tempo. Perché allora? Paradossalmente l’avrei compreso nell’ultimo tratto, quello più vicino alla stazione, dove la pista ciclabile viene spostata sulla carreggiata e occupata dai bus intercomunali Giachino.
Non che a Milano sia tanto diverso. Tutte le mattine, quando porto i bimbi a scuola conducendo regolarmente il mio velocipede a mano, sul marciapiede passano due o tre ciclisti nonostante nella via parallela ci sia una bella pista ciclabile. Probabilmente però il pavimento liscio sotto i portici è ancora peggio. Possibile che i ciclisti non ci arrivino proprio?
Ultimo aggiornamento: 2018-10-08 07:10