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Trenitalia e piano neve

Guardate, io mi faccio tranquillamente una ragione del fatto che a Roma e Napoli non ci fossero abbastanza scaldiglie e quindi a inizio settimana si è bloccato tutto per il freddo. In fin dei conti non è che capiti tutti gli anni un’ondata di freddo del genere.
Quello che non capisco è perché, con una previsione di neve nemmeno esagerata nelle regioni del nord, Trenitalia decida preventivamente di tagliare treni (per esempio si può leggere qui cosa è stato fatto in Liguria). Ci sono assurdità tipo eliminare i treni Voltri-Nervi che non devono nemmeno salire per le montagne. Non credo poi proprio che ci sia un calo dell’utenza corrispondente, anzi si rischia che alcuni per sicurezza lascino a casa la macchina o lo scooter – non considero la bicicletta :-) – e decidano di andare in treno. Dove li mettono?

Dell’inesistenza della linea 70

Stasera, dopo aver preso al doposcuola Cecilia, siamo andati a recuperare suo fratello che era stato a giocare con il suo compagno di classe. Il compagno in questione abita a una fermata di metropolitana, oppure quattro fermate di bus: una distanza che io mi sarei tranquillamente fatto a piedi, ma conoscendo la mia prole le ho detto “andiamo a prendere l’autobus, e poi torniamo tutti con la metro”. (Ricordo che a Milano il biglietto vale sì per 90 minuti, ma con una sola corsa in metropolitana). Siamo arrivati, c’era un po’ di gente alla fermata e non era indicato nulla sulla palina elettronica. Dopo dodici minuti finalmente è arrivato il messaggio con l’attesa prevista: 12 minuti. A questo punto ho deciso di prendere subito la metro. Peccato che ovviamente il problema si sia ripresentato al ritorno: siamo usciti alle 18:45, e la prima 70 è passata alle 19:12. Per la cronaca, i passaggi sono previsti ogni 9 minuti. Non trovate ci sia qualcosa che non va?

Ultimo aggiornamento: 2018-02-23 21:09

Priorità

In questi mesi stanno facendo una serie di lavori di viabilità (che a quanto pare non prevedono di togliere il pavè :-( ) su viale Monte Santo, riorganizzando le corsie di marcia e creando nel contempo un pezzetto in più di pista ciclabile che continuerà quella sui bastioni per finire nel nulla. Sul lato sud la pista ciclabile è stata completata ai primi di dicembre, ma è ancora transennata, perché manca l’ultimo strato di asfalto. In compenso, i tre posti auto che sono stati creati a fianco della pista sono già disponibili da prima di Natale. Direi che le priorità sono chiare.

(Ah: via Vespucci è stata risistemata alcuni anni fa, creando da un lato uno spazio dehors, dall’altro una corsia a senso unico, in mezzo qualche albero. A nessuno è venuto in mente di ricavare un metro e mezzo di spazio per una pista ciclabile contromano, il che significa che io per tornare a casa devo comunuque farmi un pezzo di viale Monte Santo stretto tra le auto in doppia fila e i binari del tram)

Ultimo aggiornamento: 2018-01-09 15:35

Bikewatching

Ho scoperto (con un solo mese di ritardo) che Repubblica ha lanciato una delle sue grandi iniziative: Bikewatching, per fotografare le bici a flusso libero lasciate alla bell’e meglio, o meglio «per segnalare le situazioni più assurde o quelle che più creano disagio, le soste creative e quelle odiose. Fateci conoscere il vostro punto di vista.»
Mi chiedo perché non sia mai venuto loro in mente di fare la stessa cosa per il car sharing. I numeri dovrebbero essere minori, almeno in teoria (3000 auto contro 14000 bici, e soprattutto il fatto che una free bike può essere spostata da chiunque perché relativamente leggera e un’auto parcheggiata in divieto rischia una multa che viene ribaltata con gli interessi all’autista), ma secondo me darebbe comunque soddisfazioni. Strano, vero?

Sciopero? quale sciopero?

Ricordate cosa avevo scritto due settimane fa? Bene. Oggi c’è di nuovo “sciopero dei trasporti”, ci sono stati di nuovo gli alti lai su tutti i media, e la metropolitana gira regolarmente almeno qui a Milano, il che non è così strano considerando che in realtà questo è uno sciopero generale USB e che storicamente i macchinisti della metropolitana qui sono confederali. Non dite che non ve l’avevo detto.

Ultimo aggiornamento: 2017-11-10 10:49

Bici contromano

Ci sono soluzioni creative per far andare le biciclette contromano, come le “strisce clandestine” periodicamente disegnate sul cavalcavia Bussa (iniziativa inutile, perché al fondo del cavalcavia si rimane comunuque bloccati; ma tutta quella pista ciclabile non ha senso), e ci sono soluzioni con l’imprimatur del comune, come quella che dalla fine di settembre permette di andare contromano con la bici in un tratto di via Brera.

Il punto è che una soluzione del genere serve a poco o nulla, se non a rendere lecito quello che veniva fatto già prima. Sarebbe bello che fosse un esperimento e che si partisse davvero a lasciare andare le bici contromano nelle strade che lo permettono (non certo quelle di scorrimento, né quelle troppo strette: se il problema è il limite a 30 allora che è necessario, ci sono molti tratti in cui lo si può fare). Ma non credo sarà così.

Ofo: prova su strada

A Milano ormai è più facile trovare una bicicletta che un parcheggio. Alla ormai classica BikeMi si sono infatti aggiunti due servizi “a flusso libero”, di quelli cioè simili al car sharing: si prenota una bici con la app o la si prende al volo, e poi la si lascia dove si vuole. MoBike non lo provo nemmeno: essendo io alto un metro e 93, quelle bici mi sembrano da puffi (e comunque l’app è bloccata dal mio APN aziendale, e cambiare APN è uno sbattimento). Restano le bici gialle di Ofo, anch’esse cinesi. Fino a fine mese sono usabili gratuitamente, così ieri – visto che dovevo andare in un posto scomodo con BikeMi – ho provato a prenderne una. In realtà non ci sono riuscito: è vero che non ho provato a prenotarla, ma l’app me ne indicava una in via Appiani che non ho affatto visto. La mia sensazione è che l’app non sia aggiornata in tempo reale, il che non è molto bello. Anche per rientrare a casa non sono riuscito a trovare nulla in san Babila, anche se ne venivano indicate tre; alla fine ho lasciato perdere e mi sono preso una BikeMi. Ma stamattina il destino cinico e baro mi ha dato una seconda opportunità. La stazione BikeMi di Maciachini era fuori servizio, e quella di Stelvio/Farini mi dava errore, quindi ho di nuovo tirato fuori il furbofono alla caccia di una bici. Di nuovo quella in piazza Pasolini non era pervenuta, ma andando verso la san Pio X ne ho finalmente vista una tutta sola soletta all’angolo della strada.

Per sbloccare la bici occorre avere il Bluetooth attivato. Pensavo fosse un modo per sincerarsi di non lasciare la bicicletta incustodita, ma visto che a quanto pare si può anche digitare a mano il codice della bici non è così. Mistero. La sella si può alzare un po’ più di quella di MoBike, ma non quanto vorrei; le gomme piene sono una tragedia sul pavè tipo in piazza Principessa Clotilde, e bisogna insomma abituarsi. Dal punto di vista positivo, il cambio funziona bene e il rapporto duro è davvero duro, facevo fatica a ripartire tanto che alla fine passavo alla seconda; insomma se si vuole si raggiunge una discreta velocità. Il meccanismo di blocco funziona bene anche per la chiusura; la bici sembra robusta – ma è ovviamente ancora nuova. L’app alla fine ti segnala quanto hai pagato (in questo caso zero) e quanto tempo hai usato la bici (non il percorso specifico, però); si può pagare con carta di credito o di debito. Ho notato che al momento ho un coupon di due euro che scade tra due mesi: immagino sia il regalo di primo uso.

Devo infine segnalare una povertà assoluta del sito e dell’app; è virtualmente impossibile trovare informazioni puntuali, anche su cose banali tipo “qual è l’area in cui si può usare la bici?”. Notate che ne sono state avvistate a Sesto San Giovanni e Cinisello. Spero in un miglioramento anche da questo punto di vista.

Ultimo aggiornamento: 2019-04-01 17:33

Itinerari alternativi

Sabato eravamo a Trieste a un matrimonio. Ieri mattina, sotto la pioggia, abbiamo preso la macchina per rientrare a Milano: arrivati a Miramare siamo stati bloccati perché la Strada Costiera era chiusa tutto il giorno per lavori. Risultato: siamo dovuti ritornare a Trieste e raggiungere Opicina, da dove abbiamo preso il raccordo autostradale.

Ora, in parte è indubbiamente colpa mia che venerdì avevo visto i cartelli autostradali che indicavano la chiusura e non mi sono preoccupato di chiedere informazioni all’albergo. Però non è possibile che (a) non ci fosse nessun avviso sulla strada, e soprattutto (b) che non fossero stati predisposti cartelli con il percorso alternativo. Guardando la mappa sul navigatore mi sono trovato a passare in una serie di strade larghe automobile + epsilon a doppio senso, il tutto perché non c’era nemmeno un cartello “normale” per indicare la direzione di Opicina. Non mi sembra una grande idea.