Archivi categoria: trasporti

tutti in giro!

Qualche giorno fa mi chiedevo come mai la gente per strada sembrava sempre più imbranata. Non sono ancora certo sicuro di quale o quali fossero le risposte giusto, però un dato oggettivo ce l’ho: c’è più gente. D’accordo che piazza XXV Aprile è chiusa per lavori, ma gli anni scorsi non mi è mai capitato di trovare un ingorgo unico da Melchiorre Gioia a Moscova; e quello in circonvallazione all’altezza del Naviglio Pavese era anche superiore al solito.
Non ho bene capito che cosa abbiano tutti da fare, ma sarei molto più felice se riuscissero a farselo a casa, e/o quando io sono in ufficio :-)

Ultimo aggiornamento: 2006-09-12 11:32

iniziano le scuole

Oggi se non sbaglio anche in Lombardia iniziano le scuole. Non me ne sono accorto direttamente, a dire il vero: stamattina sui mezzi non è che ci fossero tanti ragazzi in più. In compenso, c’era una folla incredibile ad aspettare la gialla, come se fosse saltata una corsa, e la verde è arrivata in ritardo, come ultimamente non capitava più. Peggio ancora, salgo sul 15 – che a onor del vero è arrivato subito – mi metto tranquillamente a preparare le mie notiziole sullo Zaurus, quando mi accorgo con la coda dell’occhio che la tipa seduta davanti a me si alza di colpo. Alzo gli occhi, e noto che il tram si stava fermando al capolinea intermedio di Gratosoglio, cosa che non faceva più da un anno. Non credo nemmeno fosse un problema di vettura in ritardo: ne è arrivato un altro subito dopo, e il display dell’autista lo indicava “regolare”, e tre minuti dopo che sono sceso e stavo per entrare in ufficio ne è passato un altro presumibilmente in anticipo. L’orario in linea afferma che tra le 8:30 e le 9 molte vetture finiscono in rimessa, ma quelle si fermano a porta Ludovica e non arrivano certo a Gratosoglio. Lo sciopero ci sarà venerdì. Insomma, posso o no avere qualche certezza dalla vita?

Ultimo aggiornamento: 2006-09-11 12:13

La maledizione del 7009

Stasera salgo sul tram per tornare a casa. Tiro fuori il mio bel biglietto, timbro, guardo la timbratura. Segna mezzogiorno e venti. Del 15 agosto.
Guardo il numero della vettura: è la 7009, quella che mi fece già uno scherzetto simile a fine luglio: ma allora i giorni di ritardo erano solo tre.
Ho preso un pezzo di carta, ho scritto questa cosa, e l’ho infilato dentro la fessura in modo che fosse impossibile timbrare. È anche vero che solo una persona ci aveva tentato :-) (di per sé solo chi ha i biglietti interurbani e i 2×6 usa quel tipo di timbratrice e non quella per i biglietti magnetici, quindi è possibile che tutti gli altri fossero regolari portatori di biglietti validi).
Però garantisco che la prossima volta prima di timbrare controllo su che vettura mi trovo…

Ultimo aggiornamento: 2006-09-06 21:47

ATM e il servizio utenti

Quando ieri mattina siamo tornati a casa, abbiamo avuto la piacevole sorpresa di vedere come i lavori al Grande Cantiere Zara-Marche siano terminati con qualche giorno d’anticipo sulla tabella di marcia prevista, e quindi l’incrocio sia stato riaperto al traffico. Il lavoro è stato anche fatto benino, hanno cancellato tutta la segnaletica orizzontale provvisoria, dimenticandosi solo il senso unico in via Ragusa (ma secondo me l’hanno fatto apposta…) e il semaforo pedonale su viale Zara. Ma non è di questo che voglio parlare.
Ieri siamo poi andati a piedi all’Esselunga per fare un po’ di spesa. Passando per viale Zara mi sono accorto che i tram non passavano ancora: in effetti stavano ancora cambiando i pali che reggono il filo (ma non potevano farlo ad agosto?). Nulla di male. O quasi: infatti, mentre rientravamo carichi di sacchetti, quasi all’incrocio con viale Marche una signora anziana ci chiede “scusate, ma sapete dove passa il 7 bus?” Io, che come sapete su queste cose c’ho una bella cultura, le spiego che deve andare in via Taramelli. La signora ci dice poi che stamattina aveva telefonato apposta al numero verde dell’ATM, e lì le avevano detto semplicemente che l’11 non passava da viale Zara e avrebbe dovuto prendere il 7. Non ho dubbi al riguardo, anche perché stranamente tutti i cartelli appesi alle paline con indicate le modifiche alle fermate erano stati tolti, in un eccesso di zelo che avrebbe potuto essere meglio gestito: ad esempio evitando di mettere il 2 di settembre le tabelle degli orari invernali che partiranno dal 4 togliendo quelli ancora validi.
Ce la potranno fare?

Ultimo aggiornamento: 2006-09-02 16:47

MI 8Y2644

Via Senato a Milano dovrebbe essere un asse di scorrimento: la circonvallazione 0, come la chiamo io, visto che quelle ufficiali sono l’interna ed esterna che possono essere numerate 1 e 2 rispettivamente. Come ogni asse di scorrimento che si rispetti, dovrebbe esserci divieto di sosta: e infatti i bei cartelli con rimozione forzata si susseguono. Ma siamo pur sempre a Milano, quindi è normale trovarsi un certo numero di macchine ferme più o meno a lungo, costringendo gli automobilisti a pericolose gimcane e rendendo impossibile a un ciclista percorrere la via.
Ci si potrebbe aspettare che sotto ferragosto, data l’ampia disponibilità di parcheggi, la via sia libera: e in effetti, lunedì lo era. Poi martedì ho visto un camper Ducato, con la targa indicata qua nel titolo, bello “parcheggiato”. L’ho visto mercoledì. L’ho visto oggi. Sempre allo stesso posto. Intendiamoci: è perfettamente possibile che si fermi lì tutti i giorni più o meno alla stessa ora, e poi se ne vada via dopo un’ora: se il proprietario abita nel palazzo davanti, sarebbe ovvio che la sua posizione non cambi. Ma se il Rasoio di Occam funziona bene, è molto più probabile che sia rimasto lì immobile per tre giorni. A questo punto, forse invece che “Rimozione forzata” potrebbero scrivere “Rimozione: troppo sforzo”, no?
Ah: per i curiosi, nel mio sistema di coordinate polari la tangenziale è la circonvallazione 4: la 3 esiste ma non è completa, visto che la Gronda Nord non esiste.

Ultimo aggiornamento: 2006-08-10 19:41

trenitalia.boh

Venerdì sera ho preso il treno per scendere a Chiavari per raggiungere Anna. Come avevo scritto, ho litigato parecchio con il sito e alla fine non ho trovato posto sul treno delle 18.10 ma solamente su quello delle 19.05, che però termina a Genova e quindi mi rendeva necessario cambiare su quello proveniente da Torino. Anna, con la saggezza che la contraddistingue, mi diceva che sarebbe stato meglio prendere il treno ancora successivo che è diretto, ma io testardo come sono ho pensato che non ci sarebbero stati problemi.
Arrivo così in stazione con qualche minuto di anticipo, trovo un carnaio impressionante e ascolto di ritardi sulla linea da Venezia, ma vedo che il mio treno è bello pronto al binario. Salgo. Mi siedo. Dopo un po’ guardo l’ora: 19.10. A questo punto dall’altoparlante sento dire che il treno sarebbe partito con un ritardo non quantificabile: causa di ciò, “non è arrivato il personale di macchina”. È ormai chiaro: Trenitalia vuole davvero fare concorrenza agli aerei.
Partiamo alle sette e mezza; durante il percorso ogni tanto il treno si ferma presumibilmente a raccogliere le idee, e il ritardo così si accumula. Arriviamo a Genova Principe con mezz’ora buona di ritardo: ovvio che la coincidenza che era di dieci minuti è andata a farsi benedire, ma magari c’è qualcosa d’altro. Anna mi dice che c’è un locale nella mia direzione che parte alle 21.11: è uno di quelli che non fermano giusto a Pontetto e Mulinetti, ma sarebbe stato meglio che nulla. Mi fiondo alla caccia del binario giusto, sia mai che qualcuno abbia pensato di ritardarlo di qualche minuto; scopro che i due binari sotterranei sono in capo al mondo, che Trenitalia aveva comunque anticipato quel treno di cinque minuti, e che sicuramente era partito da mo’. Un sentito ringraziamento è partito dal profondo del mio cuore.
Non mi resta che aspettare che arrivasse il treno che Anna mi aveva suggerito di prendere in primo luogo: senza prenotazione di posto, visto che le biglietterie sono già tutte chiuse e l’unica macchina automatica era presa d’assalto; senza mangiare, visto che chi non era all’emettitrice di biglietti si era fiondata all’unico self service ancora aperto. È finita che anche il treno da Milano aveva il suo bel quarto d’ora di ritardo, oltre ad essere strapieno.
Ah: praticamente inutile dire che non è passato un controllore che fosse uno. Spero che “il personale mancante” non fossero loro.

Ultimo aggiornamento: 2006-07-30 20:45

Incrocio pericoloso

Ieri Anna ed io siamo andati a Usseglio a trovare mia mamma, mio fratello con moglie e figli, e soprattutto un po’ di fresco – è persino piovuto nel pomeriggio!
La sera siamo rientrati verso Milano, e a mezzanotte e un quarto eravamo su via Lario, praticamente a casa. Peccato che a fare gli ultimi 300 metri ci abbiamo messo dieci minuti.
Da ieri, infatti, è chiuso l’incrocio tra viale Zara e viale Marche, perché devono rimettere a nuovo i binari del tram per prepararsi alla metrotranvia Milano-Cinisello che l’anno scorso si diceva essere pronta per quest’anno, e quest’anno per il 2007. Il comunicato ufficiale del Comune di Milano spiega che hanno rifatto il piano dei lavori, con doppi turni e quant’altro, per concentrare nel mese di agosto lavori che sarebbero dovuti durare quattro mesi. Non so: hanno messo a senso unico alcune vie qui intorno per sopportare i flussi delle autovetture, ma mi sa tanto che non abbiano fatto i conti giusti. Da viale Marche impediscono di arrivare fino a viale Zara e fanno girare a destra in via Lario insieme a chi arriva dritto: peccato che poi debbano tagliare la strada per girare nuovamente a sinistra. Ancora all’una, guardando dalla finestra, vedevo tutto l’incrocio bloccato; e naturalmente nessun vigile che fosse stato distaccato per sbrogliare la matassa. Non oso pensare a domani mattina, né tanto meno a domani pomeriggio, quando la zona è già bloccata per conto suo.

Ultimo aggiornamento: 2006-07-23 17:09

differenza di orario

Questo weekend siamo andati a Chiavari, per cercare di prendere un po’ di sole e portare le gatte al loro soggiorno estivo dai genitori di Anna. Il secondo punto è significato in pratica prendere l’auto. All’andata i cartelli a messaggio variabile indicavano non meglio identificate code che alla fine ci hanno fatto perdere mezz’ora. Abbiamo provato ad ascoltare Isoradio, che però ha autostrade di serie A e di serie B, e la Milano-Serravalle è di questa seconda categoria. Aggiornamenti casuali, e le code sono “per traffico intenso” (no, c’è un punto in cui si va a una sola corsia, troppi stronzi che si fanno la corsia di emergenza e nessuna pattuglia della polizia a togliere patenti). Ma questa è un’altra storia.
Quello di cui volevo farvi partecipi sono i collegamenti di Isoradio con Trenitalia. Non tanto per i collegamenti in sé, anche se mi chiedo la loro utilità almeno fino a quando anche le aree urbane potranno ascoltare bene le loro frequenze, quanto per la terminologia utilizzata. I treni infatti non sono più “in ritardo”: è un termine troppo retrò per essere pronunciato in una trasmissione telefonica. Adesso il treno ha una differenza di orario di tot minuti. Differenza, esatto. Un termine assolutamente neutro, che dovrebbe nascondere o perlomeno indorare la pillola esattamente come quando decisero che il ritardo di un treno non si misurava in ore ma in centinaia di minuti.
Però a pensarci bene potremmo sfruttare opportunamente questa rinormalizzazione lessicale. Il deficit di bilancio diventerà una differenza di bilancio; le penalizzazioni nel campionato di calcio, una differenza di punti; i furti, una differenza di contante e/o attrezzature. Un bijoux, no?

Ultimo aggiornamento: 2006-07-17 14:52