Ieri sera, di ritorno dai saluti di rito a un’emigrata tornata a casa per Natale e per compiere gli anni, Anna e io abbiamo preso la 91 per tornare a casa, visto che ci era appena passato davanti il 2. Dopo qualche fermata, è salita una squadra di controllori, pardon di tutor di linea prima che mi dicano che io non sono lavorativamente corretto. Sul filobus ci saranno state neanche trenta persone, tra cui mezza dozzina di ragazzotti italiani (uno ubriaco e/o fatto, ancora con la bottiglia in mano) e un paio di stranieri tutti rigorosamente senza biglietto. I tutor hanno fatto un verbale di multa a uno dalla nazionalità a me sconosciuta, immagino per poter dimostrare di aver fatto il loro lavoro; e hanno fatto scendere tutti gli altri “aggratis”. Lo so che state pensando che adesso mi lamenterò di quelli che non solo non pagano il biglietto ma la fanno anche franca; ma il mio pensiero è un altro. Perché mai ATM deve mandare questi tutor in giro? Solo per dimostrare che fa chissà quali operazioni di contollo? Li usi piuttosto per dare informazioni al pubblico, e non faccia in modo da far passare il concetto “basta essere in parecchi e non si paga di certo”. In fin dei conti io ero uno di quelli favorevoli a mettere le forze dell’ordine assieme ai controllori e fare retate: l’unica cosa importante è limitarsi a chiedere i documenti a chi non ha il biglietto e non vuole pagare sull’unghia, e non fare nessuna differenza di lingua, nazionalità e colore della pelle.
Giusto per curiosità: inutile dire che i controllori non avevano la macchinetta per verificare la validità dei biglietti, e quindi ad esempio Anna avrebbe potuto avere il suo abbonamento scaduto. Nel mio caso, invece, il tipo ha guardato il biglietto, si è accorto che la stampigliatura era delle 15:27 e mi ha guardato molto male. Ho dovuto fargli notare che quello non era un biglietto ma un abbonamento giornaliero. Grandi lavoratori, vero?
Ultimo aggiornamento: 2008-12-22 13:40