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I filtri a Wikipedia

Non so se avete sentito parlare (ad esempio lo potete leggere su La Stampa) della proposta fatta dal fondatore di Wikipedia Jimmy Wales di “mettere un filtro” a Wikipedia: più precisamente, di implementare un sistema di controllo “per cui prima della pubblicazione di una modifica o di una nuova voce servirà il vaglio di uno degli editori”. Visto che un paio di mesi fa ero andato a vedere cosa stava succedendo, posso spiegare le cose un po’ più a fondo. Per la cronaca, l’annuncio ufficiale (in inglese) si trova qui.
Innanzitutto una precisazione: la proposta vale per Wikipedia in lingua inglese. Ciascuna edizione di Wikipedia, ha le sue regole ed è assolutamente indipendente dalle altre edizioni. Quindi l’edizione in lingua italiana potrebbe decidere di non implementare i filtri anche se quella in inglese lo farà, oppure può capitare l’opposto, o ancora le due edizioni potrebbero implementare i filtri in maniera diversa – credo sia questo il significato della frase riportata «Datemi entro sette giorni un’alternativa da votare nelle due settimane successive». Sì, perché la possibilità teorica di filtrare è già presente nel software da quasi un anno, come si può leggere nella pagina relativa, e un’implementazione è stata fatta nella wikipedia in lingua tedesca. Sono così andato a vedere cosa succede là.
[vista per un utente registrato] Quella che vedete qui a sinistra è una sezione (in alto a destra, per la precisione) di quello che ho visto accedendo come utente registrato alla voce Arne Friedrich che era stata appena modificata. Si nota che viene visualizzata l’ultima versione, che è segnalata come draft: c’è un link (“view page”) per vedere l’ultima versione verificata, ed è possibile anche confrontare (“compare”) queste due versioni, per vedere cosa è cambiato. Cliccando sull’ultimo link (“+/-“) si scopre che “L’ultima versione visionata è stata approvata il 17 dic 2008. 1 modifica ha bisogno di una revisione.” Io non sono un editor approvato per la versione tedesca di Wikipedia, quindi non ho avuto la possibilità di segnare la modifica come verificata.
[vista per un utente non registrato] Entrando come utente non registrato, la pagina appare diversa, come vedete a destra. Appare la versione verificata (“Gesichtet”: come è facile immaginare, se uno non è registrato si deve cuccare tutti i messaggi nella lingua dell’enciclopedia, visto che non ha la possibilità di settarseli), e un link che permette di vedere comunque l’ultima versione (“zur aktuellen Version”). Nel caso una voce fosse così nuova da non essere ancora stata verificata, essa appare con l’avviso “Keine Version gesichtet” (nessuna versione controllata). Per la curiosità, la modifica era stata fatta da un utente anonimo, e consisteva nel togliere una frase probabilmente ridondante: si è passati da così a così.
Il mio punto di vista è che un’implementazione di questo tipo, dove comunque si ha sempre a disposizione l’ultima versione al semplice costo di un clic in più, male non faccia: non si nasconde nulla, anche nel caso di un utente non registrato al limite si mette qualcosa sotto il tappeto ma si avvisa che sotto il tappeto c’è appunto qualcosa. L’utente registrato può scegliere se vedere la versione verificata oppure la più recente, quindi per lui massima libertà. Certo che se l’implementazione impedisse ad esempio ai non registrati la possibilità di visionare l’ultima versione, allora le cose cambierebbero, e almeno per quanto mi riguarda si tratterebbe di censura.
Detto questo, i filtri sono davvero utili? Boh. Vedo almeno due problemi. Innanzitutto, ci potrebbe essere la possibilità di un tempo piuttosto lungo prima di arrivare alla verifica di alcune voci, il che porterebbe a una percezione di “Wikipedia non aggiornata”. Personalmente, non lo trovo affatto un problema, ma immagino che per qualcuno lo sia. Più importante è vedere chi possa approvare le modifiche. Si può immaginare che gli utenti ritenuti affidabili saranno parecchi, molti di più di quelli che hanno i diritti di amministratore (per Wikipedia in lingua italiana un centinaio scarso al momento). Ma naturalmente non è detto che tutti costoro siano sempre al di sopra di ogni sospetto, e i complottisti avrebbero quindi sempre frecce al loro arco, fors’anche più di adesso. Nessuna panacea, insomma: però potrebbe essere un interessante esperimento.
(p.s.: ovviamente il fatto che il demiurgo di Wikipedia sia a favore sposterà molti voti dalla parte del filtraggio, ma come si può leggere sopra non c’è affatto un seguito di tipo bulgaro)

Ultimo aggiornamento: 2009-01-27 12:40

La guerra dei tre giorni

Stanotte è morto il cardinale Pio Laghi. È tutto il giorno che nei GR Radio Popolare continua a dire che “è stato nunzio apostolico in Terra Santa durante la guerra dei tre giorni” (grassetto mio). Ho provato a fare una ricerca su quella locuzione, e tutti i risultati sensati sono appunto legati al coccodrillo riguardante Laghi, si veda ad esempio Kataweb (“ardinale dal 1991, era stato infatti delegato apostolico in Terra Santa all’epoca delle guerra dei tre giorni e amico personale di Golda Meir”) o il Corriere (“Laghi, cardinale dal 1991, è stato delegato apostolico in Terra Santa all’epoca delle guerra dei tre giorni e amico personale di Golda Meir”); a questo punto posso immaginare che una qualche agenzia abbia tirato fuori questa locuzione e tutti l’abbiano copiata amabilmente, mentre lasciavano il cervello all’ammasso.
Perché io ho sentito parlare della guerra dei sei giorni, che però non c’entra nulla: non tanto perché di giorni ne è durata sei (ma la parte contro la Giordania è durata tre giorni, si legge qua), ma perché è del 1967 mentre Laghi fu in Terra Santa dal 1969 al 1973 quando lo spostarono a Cipro. In quel periodo c’è stata in effetti una guerra, ma era la guerra del Kippur che di giorni ne è durata diciannove.
Ma il vostro affezionato tenutario di queste notiziole ne sa una più del diavolo, ed è risucito a fare una bella scoperta. Se si fa la ricerca in inglese, “Three-day War”, si può ad esempio finire su questa pagina di Time. Toh: a Cipro nel 1974 c’è stata una guerra dei tre giorni, dal 20 al 23 luglio, e Laghi era stato pronunzio a Cipro. Tutto a posto? No, purtroppo: secondo la biografia ufficiale, Laghi fu nominato nunzio per l’Argentina il 27 aprile 1974, e la guerra turco-cipriota avvenne a luglio.
Insomma, un bel minestrone, no?

Ultimo aggiornamento: 2009-01-11 19:59

Classi ponte – 2

Giusto perché si sappia esattamente di cosa stavamo parlando, consiglierei di andare a leggere il testo ufficiale delle mozioni. La prima (quella Cota), a parte tutte le premesse, dice
(a) se non passi i test non entri nelle classi “normali” (giustissimo, ma deve valere anche per i bimbi italiani, allora)
(b) che le classi ponte consentono «di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana» e sono «propedeutiche all’ingresso degli studenti stranieri nelle classi permanenti» (il che mi sembra pococcoerente, visto che allora non sarebbero classi ponte ma appunto corsi propedeutici)
(c) «a non consentire in ogni caso ingressi nelle classi ordinarie oltre il 31 dicembre di ciascun anno» (indipendentemente da quanto bene sappiano l’italiano)
(d) bisogna però «scongiurare il rischio della formazione di classi di soli alunni stranieri;» (non si sa bene come;
(e) infine occorre che queste classi ponte favoriscano il «rispetto di tradizioni territoriali e regionali del Paese accogliente, senza etnocentrismi» (cosa voglia dire “senze etnocentrismi” qualcuno me lo spieghi per favore) e il «rispetto per la diversità morale e cultura religiosa del Paese accogliente». Naturalmente il rispetto – che ci deve essere, sono d’accordo – è a senso unico.
Giusto per la cronaca, la mozione UDC (è la seconda), quindi non stiamo parlando di perikolosi komunisti, è generalmente fumosa ma prevede «il raggruppamento di alunni bisognevoli di specifici interventi di insegnamento-apprendimento;» e di «arricchire i curricula di contenuti che abbiano riferimento alle varietà culturali»
Per la cronaca, c’è anche una mozione PD che dice “facciamo funzionare il piano di insegnamento L2 dell’italiano come seconda lingua”, cosa che a me appare comunque limitante ma forse è perché non so come funzionerebbe questo piano di insegnamento, e una mozione IdV che è ancora più fumosa di quella UDC.
Per cosa è successo dopo, vi lascio al resoconto stenografico, compreso di scambio di battute finale tra Di Pietro e il presidente di turno.

Ultimo aggiornamento: 2008-10-16 15:58

“polizzia”: la memoria è scarsuccia

Come da funzione istituzionale dei blog italici, immagino siano stati in molti ad avere linkato questa notizia di La Repubblica (ma la trovate anche su La Stampa): che è stato cioè comprato uno stock di divise fatte produrre in Polonia per risparmiare sui costi, e che quando le divise sono arrivate si è scoperto che c’era scritto “POLIZZIA” con due zeta.
Il punto è che io ero convinto di averla già letta, quella notizia: ho fatto così una rapida ricerca, e sono finito su questo articolo de Il Giornale, datato 6 ottobre 2007. Stessa storia, con il Viminale che ha fatto una gara al ribasso e scoperto solo dopo la brutta sorpresa. Solo qualche piccola differenza: nel caso del quotidiano della famiglia Berlusconi la produzione è stata fatta in Romania e non in Polonia, e chi si è lamentato era stato il segretario del Sap, e non il responsabile Ugl.
Direi che a questo punto la cosa si fa davvero interessante.
– Una qualche agenzia ha tirato fuori dai suoi fondi di magazzino questa notizia, “tanto siamo in estate e non legge nessuno”?
– Abbiamo un caso di leggenda metropolitana che si sta diffondendo attraverso i quotidiani, con qualche piccola modifica come capita sempre in questi casi?
– Repubblica e Stampa partono dal principio che tanto nessuno dei loro lettori avrebbe mai toccato il Giornale?
– Il Viminale, anzi il Veca che è il magazzino vestiario della polizia, è riuscito a trovare per due volte di fila un’azienda che non sa scrivere “Polizia”?
– Per due volte di fila l’ordine è partito da un graduato siciliano, per cui la doppia zeta è assolutamente normale?
– Quelli del Giornale sono dei veggenti?
– La pagina del Giornale è stata modificata oggi, mentre io venivo trasportato in questo universo da un mondo parallelo dove in effetti la fornitura errata era capitata l’anno scorso e non adesso?
Peccato che io come scrittore non valga molto, perché secondo me uno bravo ci potrebbe tirare fuori un bel romanzo da pubblicare a puntate. Su un quotidiano, chiaro.
P.S.: che poi non sarebbe comunque stata la prima volta; né credo che nel 1993 pensassero già a delocalizzare la produzione.

Ultimo aggiornamento: 2008-07-23 17:25

allarmismo per smemorati

Il presidente di Coldiretti Sergio Marini lancia l’allarme: quest’anno il raccolto di grano basterà per soli sette mesi, e dobbiamo pertanto rimpinguare le scorte. «Il raccolto nazionale di grano, ingrediente base del pane, è stato di 3,5 milioni di tonnellate mentre quello di grano duro per la pasta è stato di 4,5 milioni tonnellate, quantitativi non sufficienti per coprire la domanda», spiega all’attonito lettore per mezzo del giornalista che fa il resoconto del convegno (e che però fa bene il suo mestiere, come potete notare da voi leggendo l’articolo).
Poi magari uno fa una ricerchina e scopre che l’anno scorso il raccolto di grano è stato rispettivamente di 3,23 e 4,13 milioni di tonnellate; quest’anno ci sarà quindi una crescita di quasi il dieci percento. Sarebbe interessante scoprire come mai sia stato lanciato questo grido d’aiuto: forse per preparare la strada a nuovi aumenti?

Ultimo aggiornamento: 2008-07-18 16:47

Non fidatevi della stampa

Come magari ricordate, ieri qui a Milano c’è stata l’assemblea di Wikimedia Italia, alla quale naturalmente il vostro affezionato estensore ha partecipato (senza maglietta né felpa Wikipedia, per non confondermi con gli altri). Wikipedia è di moda, e al Negozio Civico c’erano frotte di giornalisti e telecamere, pronti a intervistare chiunque passasse sotto tiro e fosse chiaramente un wikipediano. Risultato? questo articolo del Corsera, apparso con qualche foto anche sull’edizione cartacea del giornale. Ripeto, il giornalista del Corsera era presente, quindi ha sentito e visto quello che ho sentito e visto io. Tralascio il taglio dell’articolo, che tanto per dire parte con del gossip secondo il target attuale del quotidiano, e mi limito a segnalare gli errori in quelle poche colonne. (Ma non sono io uno dei “lungagnoni magri”: garantisco che c’era gente più magra di me ;-) )
Alzata di mano, voto unanime: è ufficiale, «Gatto Nero» l’han trombato.. Non ricordo l’esatto risultato della votazione, ma è stato qualcosa tipo “35 voti a favore, 15 astenuti, 11 contrari”. Leggermente diverso, direi. (Anche perché ad esempio io ho votato contro, sia per il merito che per il metodo, ma questa è un’altra storia).
– I virgolettati in quel punto sono stati presi da quanto detto durante la discussione che precede la votazione, e non sono parte di un’intervista diretta: non sono nemmeno corretti, nel senso che ad esempio Gatto Nero non ha detto nel suo intervento di essere “una vittima del sistema”.
Dove tutti sono nessuno, e altrimenti non si chiamerebbero soltanto coi nickname, le identità virtuali. Nome e cognome non esistono. Il luogo di nascita, che importa. La nazionalità? Ma va là, provinciale: siam cittadini del mondo, anzi della rete. Non so a quante assemblee abbia assistito il giornalista, ma non ho mai sentito nessuna in cui le persone indicassero la loro data di nascita e la nazionalità. Per la questione nickname/nome, avevamo tutti un badge con in alto il nickname e in mezzo (e in font più visibile) nome e cognome. L’unico punto in cui sono stati detti solo i nickname è stato il momeno in cui i nuovi soci sono stati annunciati per la ratifica da parte dell’assemblea: il libro dei soci ha naturalmente tutti i dati ufficiali.
«Su Wikipedia Italia, s’intende». Benvenuti su Wikipedia Italia.. Venerdì pomeriggio sono stato beccato in chat per verificare la correttezza di questo file, che poi è stato stampato e portato all’assemblea a disposizione della stampa. Il punto 3 recita testualmente e in neretto NON esiste Wikipedia Italia (ma “Wikipedia in lingua italiana”, per la cronaca, esattamente come non esistono Wikipedia UK e Wikipedia USA). Considerando che questa sarebbe la risposta virgolettata della “capa” (dall’anno scorso “evangelist” locale, essendo stata promossa nel coordinamento mondiale di Wikipedia), non credo proprio siano state quelle le parole usate.
Finanche per i novizi. Tipo «Pietro Dn» e «Ramac», 13 e 14 anni. “Pietrodn” (il suo nick corretto è questo) ha sì 14 anni, ma scrive su it.wiki da quasi tre anni (da quando ne aveva 11, sì. Che c’è di strano?) Non credo proprio che “novizio” sia il termine corretto in italiano.
Aggiornando un po’ il vecchio detto, insomma, ci sono tre tipi di bugie: bugie, dannate bugie e articoli di giornale.
Aggiornamento: (19:50) Qualcuno su it.wiki ha fatto notare che il giornalista ha definito wikipedia in italiano come “una biblioteca”. Questa castroneria è però facile da comprendere: a un certo punto il direttivo di WIkimedia Italia ha spiegato che – per un problema di documenti che sono fuori copyright in Italia ma non negli USA – la Wikimedia Foundation ha chiesto di creare un sito apposito da noi per questi documenti… sito che si chiamerà biblioteca.wikimedia.it. Potete capire da voi cosa sarà successo :-)

Ultimo aggiornamento: 2008-03-10 15:30

Dimissioni telematiche – 2

No, non è che mi stia interessando a tutte queste cose perché stia cercando un nuovo lavoro. È solo il mio rompipallismo usuale che mi fa andare a cercare le cose, confortato da tutte le ricerche con titolo “dimissioni telematiche” che arrivano qua e che mi fanno immaginare che l’argomento sia importante per molti. (Ci sono anche molte ricerche “culto della teiera”, a dire il vero, ma non sottilizziamo).
Riassumo le puntate precedenti.
Fase 1: a novembre viene promulgata una legge che impone a chi si vuole licenziare di usare moduli prestabiliti e soprattutto numerati, che scadono dopo 15 giorni. L’idea meritoria è che in questo modo si impedisce ai datori di lavoro di far firmare le dimissioni in bianco al dipendente.
Fase 2: la legge dava sei mesi di tempo per la preparazione dei moduli. Dopo soli tre mesi, il decreto attuativo viene promulgato, ed entra in vigore ieri (5 marzo 2008). Sorpresa: il modulo, che doveva essere disponibile (gratuitamente) “negli uffici comunali e nei centri per l’impiego”, diventa ora ottenibile solo via internette, almeno secondo quanto stabilito nel decreto attuativo stesso. C’è qualcosa che non va, chiaramente: lo vedete voi il muratore valbrembano che si connette per ritirarsi il modulo? Magari sì, ma non è così certo.
Fase 3: arriva la data fatidica, e parte il sistema MDV, che non significa 1505 in numeri romani ma “Modulo di Dimissioni Volontarie”. Che si scopre? che occorre avere una login per ottenere il bel modulo ufficiale datato e di validità quindici giorni. E come si ottiene la login? Non la si ottiene. Infatti l’accesso è riservato ai soggetti intermediari già in possesso di login e password. Quelle merdacce dei cittadini che pur avendo un lavoro vogliono cambiarlo non possono fare nulla da soli, ma se «intendono presentare le Dimissioni Volontarie devono recarsi presso la sede di un soggetto intermediario (Comuni, Centri per l’impiego, DPL)» (DPLnon sta per Devi Penare Lungamente ma per Direzione Provinciale del Lavoro, se uno cerca molto attentamente nel sito riesce anche a scoprirlo).
Logicissimo, vero? Ma credo che la chicca migliore sia questa frase. «Per velocizzare la pratica possono scaricare il modulo Pdf (Fac simile), precompilarlo e recarsi presso la sede di un soggetto intermediario per la validazione dello stesso.». Fermatevi un attimo, fate un bel respiro, rileggi la frase e prova a chiederti che significa in pratica. La sbandierata rivoluzione telematica non c’è . Nella migliore delle ipotesi c’è un simpatico sistema che genera dei numerini in cui è codificata la data di presentazione del modulo, e a cui possono accedere soltanto pochi eletti intermediari. Ma a questo punto bastava dare a questi intermediari un bel timbrino numerato, considerando che non c’è tutta quella necessità di avere un’Anagrafe Nazionale Unificata dei Moduli Volontari di Dimissioni.
E invece no, perché l’Italia è Una Nazione All’Avanguardia.
Persino le cose buone riusciamo a farle male.
Aggiornamento: (4 luglio) è di nuovo cambiato tutto. Vedi qua.

Ultimo aggiornamento: 2008-03-06 11:54

Wikipedia, Domenici e le campagne elettorali

Un paio d’ore fa, mentre stavo facendo finta di fare il mio secondo lavoro di questi ultimi mesi, mi sono visto sull’aggregatore RSS del Corsera la notizia che il sindaco di Firenze querela Wikipedia. Oltre ad avere scoperto che il nome del sindaco è Domenici e non Dominici come credevo da anni, sono andato a vedere la voce: c’era il pezzetto mostrato nel riquadro all’interno dell’articolo, poca altra roba, e in cima alla pagina l’avviso a chiare lettere Questa voce o sezione non riporta fonti o riferimenti, il che dimostrava che nessuno credeva più di tanto alla qualità della voce. Anche la sezione dove si accusava Domenici dell’affidamento dei parcheggi cittadini alla società "Firenze Parcheggi" del cui cda fanno parte le mogli di Domenici e dell'assessore Cioni., chiamata “Critiche”, era stata messa in dubbio, come si può leggere nella pagina di discussione relativa (ogni voce su wikipedia può avere una parallela pagina per discutere sulla voce stessa). Non c’era nemmeno stata una vera e propria “guerra di modifiche”, e probabilmente la cosa si sarebbe rimessa in quadro per conto proprio in qualche giorno, anche considerando che è difficile affermare che le mogli di Domenici e Cioni siano nel CdA di Firenze Parcheggi, quando di donne ce n’è una sola :-) Né Domenici o qualche zelante funzionario si è messo a fare quella singola modifica alla voce, che probabilmente avrebbe risolto tutto. Ma magari sarebbero rimaste le altre critiche, che non erano poi così belle per l’immagine del sindaco… e dire che nella voce sono state cancellate cose ben peggiori, senza nemmeno che venisse minacciata una querela.
Ad ogni modo, i sysop di it.wiki hanno compiuto l’operazione usuale in questi casi: se provate a cliccare sulla voce che riguarda Domenici, troverete solo l’asettica nota Attenzione: questa pagina è stata bloccata ed oscurata a scopo cautelativo. Verrà eventualmente ripristinata alla fine della vicenda che la riguarda. Insomma, le malignità e le possibili calunne su Domenici non si possono leggere, ma non si leggono nemmeno le cose buone che ha fatto. Non so se alla fine lui ci guadagnerà o no da tutta questa storia; mi sa tanto che però questo sia solo l’inizio di una campagna elettorale che sarà davvero pesante, e le accuse contro di lui – con dei giganteschi disclaimer per evitare altre querele – cominceranno a vedersi in giro per la rete :-)
P.S.: chissà come hanno fatto quelli del Corriere ad avere lo scoop in esclusiva!
Aggiornamento (1. marzo): la voce è stata rimessa in chiaro, senza tutto il paragrafo “Critiche” (cancellato del tutto), il che mi pare che sia un po’ esagerato: scrivere ad esempio che i cittadini ce l’hanno con la tranvia non è mica peccato, no?

Ultimo aggiornamento: 2014-03-05 11:06