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Vito Taccone

È morto ieri. Prima del suo conterraneo (entrambi abruzzesi) Danilo Di Luca, era la quintessenza del “ciclista terrone”. Io ho dei lontanissimi ricordi di quando ero davvero piccolo e lui era alla fine della sua carriera; quindi non posso dire nulla di mio ma vorrei comunque ricordarlo con due link.
Gramellini ha scritto una colonna bellissima, rovinata dalle ultime due righe. O Massimo, non è che sia proprio necessario fare sempre la morale… anche i lettori della Busiarda ci possono arrivare da soli. L’altro è un post di Bikediablo, che racconta di come i maggiori quotidiani italiani, nel coccodrillo probabilmente scopiazzato dall’Ansa, abbiano raccontato di come Taccone vinse il Giro di Lombardia del 1961 “superando il fortissimo Mauro Di Sormano”. Inutile cercare sugli almanacchi ciclistici il nome di questo campione: molto più banalmente, aveva attaccato sul muro di Sormano, una salita con pendenza media del 17% e punte fino al 25%.

Ultimo aggiornamento: 2007-10-16 14:02

Birmania

Non so a quanto servano questi appelli. Però questo ha un grosso vantaggio: non rompe le scatole a nessuno, senza contare che c’è un link alle notizie della BBC che potrebbe essere utile a qualcuno. Quindi ho deciso non solo di portarlo avanti, ma anche di tradurlo al volo in italiano, per il sollievo di molti connazionali :-). Voi fateci quello che volete. (via Odiamore)
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Nota: Questo è un nuovo sistema di protesta online che usa i blog per diffondere globalmente una petizione. Per partecipare, basta che tu aggiunga questo blog seguendo le istruzioni sottostanti.
Questo non è un tema di politica di parte, ma qualcosa che riguarda i diritti umani fondamentali e la democrazia. Per favore, dà il tuo aiuto per prevenire una tragedia umana in Birmania aggiungendo il tuo blog e chiedendo agli altri di fare la stessa cosa.
Facendo passare questo meme per la blogosfera, speriamo di poter generare una maggior consapevolezza e prevenire una grave tragedia. Come preoccupati cittadini del mondo, anche noi blogger possiamo fare qualcosa.
Come partecipare:
1. Copia tutto il post nel tuo blog, compreso questo numero: 1081081081234
2. Tra qualche giorno, potrai fare una ricerca su Google per il numero 1081081081234 e trovare tutti i blog che hanno partecipato a questa protesta e petizione. Nota: Google indicizza i blog a ritmi diversi, quindi potrebbe volerci un po’ più di tempo perché il tuo blog appaia nei risultati.
La situazione in Birmania e perché importa a tutti noi
In Birmania non c’è libertà di stampa e il governo ha iniziato a bloccare Internet e gli altri mezzi di comunicazione, ed è quindi difficile far uscire notizie. Singole persone sul posto hanno spedito giorno per giorno le loro cronache alla BBC, e le notizie sono strazianti. Vi incoraggio a leggere questi articoli per vedere da voi cosa sta realmente succedendo in Birmania. Per favore, includete questo link nei vostri post.
La situazione in Birmania è sempre più pericolosa. Centinaia di migliaia di persone disarmate che protestano pacificamente, compresi monaci e monache, stanno rischiando le loro vite marciando per la democrazia contro una dittatura militare impopolare ma bene armata che non si fermerà davanti a nulla per continuare il suo regime repressivo. Mentre i generali al potere e le loro famiglie stanno letteralmente grondando di oro e diamanti, le persone in Birmania sono impoverite, private dei fondamentali diritti umani, tagliate fuori dal resto del mondo, e sempre più sotto minacce di violenza.
Questa settimana i birmani si sono sollevati tutti insieme nelle più imponenti dimostrazioni pubbliche da decenni contro la giunta al governo, È una manifestazione stupefacente di coraggio, moralità e democrazia in azione. Ma anche se queste proteste sono pacifiche, i governanti militari hanno iniziato un violento giro di vite. Ci sono già state diverse vittime annunciate, e centinaia di persone ferite gravemente da soldati che picchiavano a sangue civili disarmati.
Le cifre reali di morti e feriti sono probabilmente molto più alte, ma le uniche notizie che abbiamo arrivano da persone che hanno furtivamente guardato le relazioni ufficiali. Sembra purtroppo che possa avvenire un bagno di sangue su vasta scala — e le vittime saranno per lo più donne, bambini, i vecchi e disarmati monaci e monache.
Contrariamente a quanto affermato dai governi birmano, cinese e russo, questo non è un banale tema di politica interna, ma un problema di importanza globale, che riguarda la comunità globale. Come cittadini preoccupati, non possiamo permettere che un qualunque governo ovunque nel mondo usi il suo esercito per attaccare e ammazzare cittadini disarmati che dimostrano in pace.
Ai nostri giorni moderni, la violenza contro civili disarmati non è accettabile, e se si permette che capiti senza serie conseguenze per gli esecutori si creerà un precedente perché la stessa cosa accada nuovamente altrove. Se vogliamo un mondo più pacifico, sta a ciascuno di noi avere una presa di posizione personale su questi temi fondamentali ovunque essi capitino.
Per favore, unitevi alla mia richiesta di rivolgersi al governo birmano per negoziare pacificamente con i suoi cittadini, e alla Cina per intervenire per prevenire ulteriori violenze. E per favore aiutate a far crescere l’attenzione sulla situazione che si sta evolvendo in Birmania, così che possiamo sperare di evitare un disastro umano su vasta scala.
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PS: chi preferisse può firmare l’appello di Amnesty International.

Ultimo aggiornamento: 2007-09-30 22:29

Vito Pallavicini

Leggo da Chartitalia che la scorsa settimana è morto Vito Pallavicini. Probabilmente il nome vi dirà poco, al limite a qualcuno verrà in mente un’ode scritta dal Foscolo. A me il nome dà come associazione immediata “Pallavicini-Conte: Azzurro”; ma ho scoperto solo ora che Pallavicini è stato il paroliere di robetta tipo “Insieme a te non ci sto più”, ‘Deborah”, “Tripoli ’69”, “Mexico e nuvole” scritte coi fratelli Conte, o “Io che non vivo (senza te)” e “Le mille bolle blu”. Diciamo che forse gli si può perdonare di avere portato al successo Al Bano, Romina Power e il mio quasi omonimo Toto Cutugno… il tutto essendo un ingegnere chimico.

Ultimo aggiornamento: 2007-08-24 14:13

Adjmal

Adjmal Nashkbandi è stato decapitato oggi pomeriggio. Non c’è la certezza, nel senso che non è stato trovato il corpo, ma sembra proprio non ci siano dubbi.
Tutto questo mentre in Italia destra e sinistra stanno litigando: in maniera assolutamente autoreferenziale, visto che a nessuno di loro gliene è fregato nulla di una persona che per lavoro stava aiutando un giornalista italiano, e tutto quello che conta è potersi lanciare accuse reciproche. È vero, nessuno può riuscire a fare tutto, e non ci si può attivare per tutti: ma in casi come questo vedere che ci sono stati due pesi e due misure è davvero triste.
Intanto il governo afghano afferma che fu Rahmatullah, il mediatore di Emergency, a consegnare gli ostaggi ai talebani.
A chi arriva qua con le idee poco chiare vorrei ricordare una cosa: i soldati italiani in Afghanistan non c’entrano una cippa. Mastrogiacomo è un giornalista, come lo era Adjmal. Se anche non avessimo truppe là, i giornalisti ci sarebbero stati lo stesso… anche se a qualcuno piacerebbe molto di più che nessuno stesse a parlare di quello che succede fuori dalla porta di casa, o che gli unici a farlo fossero gli “embedded”, belli imbozzolati “per la loro sicurezza”.
Scusate se non auguro buona Pasqua, non mi pare proprio il caso.

Ultimo aggiornamento: 2007-04-08 20:31

Non dimentichiamo Adjmal e Rahmatullah

Non ho mai messo un banner sul mio sito: generalmente trovo siano una perdita di tempo, e che non servano a nulla. Ma c’è sempre una prima volta, come state vedendo. Non che creda che servirà a qualcosa, però continuo a non capire perché, invece che litigare “Afghanistan sì, Afghanistan no”, non si pensi a chi era insieme a Daniele Mastrogiacomo e a chi ha contribuito alla sua liberazione. Posso fare solo questo, lo so, ma è meglio che far finta di nulla.

Ultimo aggiornamento: 2007-03-30 19:15