Archivi categoria: relax

Il ballista

È chiaro che chi vorrebbe denunciare Silvio Berlusconi per falso per aver telefonato alla questura di Milano e detto al capo di gabinetto che Ruby «ci è stata segnalata come parente del presidente egiziano Mubarak» è prevenuto e cerca di rimestare nel torbido.
Ma voi ci credereste davvero, a quello che dice Silvio?

Ultimo aggiornamento: 2010-10-30 15:55

Berlusconi disdice la Costituzione!

Roma, 8 settembre – Al termine di un incontro con Giorgio Napolitano, Silvio Berlusconi ha annunciato di avere consegnato al Presidente della Repubblica la lettera ufficiale di disdetta della Costituzione Italiana. Le norme resteranno in vigore fino al termine della legislatura; il Presidente del Consiglio ha rimarcato che il contratto con gli Italiani da lui stipulato aveva l’usuale clausola secondo la quale sarebbe stato tacitamente rinnovato se nessuna delle due parti l’avesse disdettato entro sei mesi dalla scadenza, e la scelta di disdirlo immediatamente nasce «a fronte delle minacciate azioni giudiziarie delle toghe rosse nei miei confronti» ed è comunicata «in via meramente tecnica e cautelativa allo scopo di garantire la migliore tutela dell’esecutivo». Non è stata ancora resa nota la proposta del PdL per la nuova Costituzione: voci di corridoio assicurano però che sarà pienamente competitiva nel mercato politico globale.

Ultimo aggiornamento: 2010-09-08 16:18

Altro che nucleare!

Parecchi tra i miei ventun lettori schifano a prescindere Il Giornale, e non cliccherebbero mai su un suo articolo. Fanno male (come fanno male quegli altri parecchi che schifano a prescindere L’Unità…), perché qualunque siano le proprie idee è sempre meglio vedere cosa pensano gli altri, soprattutto quando gli altri possono influenzare tanta gente. Ma in questo caso particolare il primo gruppo di lettori non sa cosa si perde.
Come in un vero romanzo d’appendice, Rino Di Stefano racconta con dovizia di particolari come Guglielmo Marconi negli ultimi anni della sua vita aveva ideato un raggio elettromagnetico in grado di bloccare qualunque motore dotato di impianto elettrico, ma che – dopo essersi consultato con il Vaticano – nascose la scoperta per paura che potesse essere usata come arma di guerra, morendo subito dopo probabilmente di crepacuore per non poter mostrare al mondo la sua nuova scoperta. Ma il progresso della scienza è inarrestabile; così alla fine degli anni ’50 gli scienziati italiani (al tempo non si parlava ancora di “ricercatori”) riscoprirono il procedimento, e crearono un cannone in grado di «produrre campi magnetici, gravitazionali ed elettrici interagenti, in modo da colpire qualsiasi materia, ionizzandola a distanza ed in quantità predeterminate», risolvendo nel contempo la Grande Teoria dell’Unificazione senza nemmeno bisogno di usare le stringhe (almeno non leggo di una dozzina di dimensioni spaziali ausiliarie). Il tutto fu gestito in segreto dal Vaticano, attraverso la Fondazione Internazionale Pace e Crescita con sede in Vaduz; credo sia inutile aggiungere che in mezzo al tutto finirono anche i servizi segreti, Andreotti prima e Ali Agca dopo, mentre è degno di nota che Emanuela Orlandi non viene invece citata nella storia, come dovrebbe essere doveroso. La FIPC venne poi sciolta improvvisamente, e tutte le commesse non solo di produzione di elettricità ma anche di smaltimento di rifiuti furono cancellate.
Ma non state fibrillando già? A quando una rogatoria internazionale per scoprire cosa sta nascondendo il Vaticano in Liechtenstein? E avete finalmente capito come mai tanta nostra rumenta prende le vie dell’Europa settentrionale? Quelli là si fanno pagare per fare energia elettrica alle nostre spalle! È ora che l’italico popolo prenda coscienza delle sue potenzialità! Finalmente potremmo ottenere il posto che ci compete nel consesso delle nazioni!

Ultimo aggiornamento: 2010-07-07 11:35

due barzellette matematiche

Non so se sia una cosa bella o brutta, iniziare la settimana con due (vecchissime) barzellette matematiche. Tant’è.


Vincere alle corse
C’era una volta un boss mafioso newyorkese rispettato e temuto da tutti, ma che aveva un cruccio: non riusciva mai a vincere alle corse dei cavalli. Certo, poteva usare ottimi argomenti per convincere gli altri fantini a non tagliare per primi la linea del traguardo; ma quello sarebbe stato per così dire lavoro, e allora il boss non si sarebbe certo divertito.
Pensa che ti ripensa, alla fine gli viene un’idea geniale. Rapisce un matematico di prim’ordine, lo fa portare in un laboratorio nascosto, e gli fa un bel discorsetto. “Guarda, hai due mesi di tempo per trovarmi un metodo sicuro per vincere alle corse. Ti darò tutto quello che ti serve, ma voglio un metodo sicuro. Se ci riesci, sarai ricco e tranquillo per tutta la vita; altrimenti non dovrai più preoccuparti del tuo futuro. Chiaro?” Il matematico non ha molte scelte, e tremando come una foglia si accinge all’opera.
Bisogna dire che il boss non era affatto convinto del micromanagement, e lasciò in pace il matematico per tutto il periodo. Solo alla fine dei due mesi tornò al laboratorio, fece chiamare il matematico, e gli chiese: “Allora? Questo metodo?”
L’altro balbettò “Sì, ho ottenuto qualche risultato preliminare…”
“Quali risultati?”
“Beh, che la soluzione esiste ed è unica.”
Dopo essersi assicurato che l’ormai fu matematico fosse diventato un’ottima armatura per un pilone di cemento, il mafioso pensò che forse avrebbe dovuto scegliere uno scienziato un po’ meno teorico e face rapire un fisico, a cui ripeté lo stesso discorsetto. Anche quest’ultimo si mise al lavoro di buona lena, chiedendo ogni tanto fondi per acquistare varie componenti meccaniche. Alla fine dei due mesi, quando il boss tornò nel laboratorio, il fisico era scarmigliato ma felice, con un pacco di fogli in mano e un non meglio identificato macchinario su un lato.
“Ci siamo! Non posso garantire la vittoria sempre, ma dai miei conti si evince che la simulazione raggiunge almeno il 99% di successo!”
“Va bene”, commentò il mafioso, “una volta ogni tanto posso permettermi il lusso di non vincere. Simulazione, hai detto?”
“Sì, per mezzo di questa macchina qua. Ho solo dovuto fare qualche approssimazione per riuscire a portare avanti i conti…”
“Approssimazione? Cosa vuoi dire?”
“Beh, in questo modello si suppone che i cavalli siano sferici…”


Contare le pecore
Durante una gita in campagna, un tizio vede un pastore che bada a un gregge di pecore e si ferma a scambiare qualche parola con lui.
“Certo che non dev’essere facile accorgersi che manca una pecora, vero?”
“No, non è un problema. Basta contarle ogni tanto.”
“Sì, ma sono così tante! Ad esempio, quante ce ne sono in quel gruppo là alla nostra destra?”
Il pastore si gira, dà un rapido sguardo, e risponde “settantanove”.
Il tizio si mette a contarle a una a una, e dopo un paio di minuti si gira e fa “Perdinci, è proprio vero! Ma come ha fatto?”
“È semplicissimo. Ho contato il numero di zampe e ho poi diviso per quattro…”

Ultimo aggiornamento: 2010-06-28 07:00

Due opere che non ce l’hanno fatta

Vorrei raccontare di due opere teatrali del secolo scorso che purtroppo non hanno avuto un grande successo e oggi sono praticamente dimenticate: solo Douglas Hofstadter, nel suo Anelli nell’io, ci dà la possibilità di saperne qualcosa di più.
La commedia Picchetti al Negozio Tipico, scritta nel 1931 dalla commediografa e attivista sociale Rossella Wadhead, racconta di uno sciopero a gatto selvaggio proclamato dai lavoratori del Negozio Tipico di Alf e Bertie. Nella commedia c’è una scena in cui i clienti che si avvicinano all’ingresso del negozio vengono esortati a non oltrepassare il picchetto; peccato che nel giorno della prima ci fu uno sciopero indetto dal sindacato delle maschere, con picchetto davanti al teatro; così la picchettatrice Cappa G., commessa del Negozio Tipico, deve recitare la frase «Chiunque oltrepassi il picchetto davanti al Negozio Tipico di Alf e Bertie è una canaglia», mentre ovviamente avrebbe voluto dire l’opposto e ringraziare chi aveva oltrepassato quel picchetto per entrare a vedere la commedia. Una situazione imbarazzante, non c’è che dire.
Tra il 1910 e il 1913, il celeberrimo drammaturgo inglese W.A.I. Ted Enrustle scrisse Principe Ippia: Matedrammatica, un’opera contro la moda allora in voga di scrivere commedie riguardo le commedie stesse. Nell’opera di W.A.I. Ted Enrustle, così, tutti i personaggi si limitano rigorosamente a parlare di varie proprietà dei numeri interi, semplici o astruse che siano. Peccato che una ventina d’anni dopo lo sferzante critico teatrale turko-viennese Gerd Külot mostrò come si potessero rileggere quelle battute come relative alla commedia stessa, e soprattutto una affermava che essa stessa non poteva assolutamente essere usata in una commedia!
Per chi volesse approfondire le opere, ecco la citazione bibliografica, sempre tratta da Anelli nell’io; altre rivelazioni saranno comunque presenti lunedì prossimo su Science Backstage.
– Enrustle, W.A.I. Ted, Prince Hyppia: Math Dramatica, 3 voll., Luna City, Unlimited Books, Ltd., 1910-1913 (trad. it. Principe Ippia: Matedrammatica, Saturnia, Edizioni Stranulari, 1914).
– Wadhead, Rossella, The Posh Shop Picketeers, Tananarive, Wowser & Genius, 1931 (trad. it. Picchetti al negozio tipico, Classe (RA), Editori Uniti, 1931).

Ultimo aggiornamento: 2010-06-12 09:49

Denunciato il vulcano islandese!

Il Codacons ha annunciato una denuncia contro il vulcano Eyjafjallajökull, la cui eruzione sta bloccando da diversi giorni i voli in gran parte dell’Europa. Il presidente del Codacons Carlo Rienzi ha affermato in un comunicato stampa “Le ipotesi di reato su cui la Procura della Repubblica dovrà far luce partono dall’interruzione di pubblico servizio: il vulcano non ha rispettato il periodo minimo di preavviso prima di eruttare, e le ceneri sono presenti anche nelle fasce orarie di garanzia, oltre che impedire i voli da e per le isole. Inoltre è chiaro che essersi dato un nome simile implica una precisa volontà di sfuggire alla legge: è assolutamente impossibile pronunciarlo, e i costi che la comunità internazionale deve affrontare per lo smaltimento dei fogli di carta buttati via per averlo scritto in modo non corretto, oltre che per l’acquisto di decine di chili di tossicissimo bianchetto, devono essere ripagati da qualcuno”. Rienzi si è per il momento rifiutato di commentare le voci secondo cui è stato preparato anche un ricorso alla Corte Costituzionale, dato che le ceneri non sono distribuite uniformemente sul territorio nazionale in contrasto a quanto sancito nell’articolo 3.

Ultimo aggiornamento: 2010-04-20 11:52

Aplologando

La rubrica Lessico e Nuvole di Stefano Bartezzaghi (essendo venerdì c’è anche sul Venerdì di Repubblica, ma la potete comunque leggere qua) parla di aplologia partendo da un refuso: «… replicando alla definizione di ‘capopolo’ attribuitagli dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani». Come fatto notare, in fin dei conti non sappiamo se Bersani sia un capopopolo; ma come leader dello schieramento di opposizione è certo un capopolo. Peggio ancora, è il nostro PresConsMin che passando dal guidare il POLO delle Libertà al POPOLO delle Libertà è indubbiamente diventato un capopopolo dal capopolo che era in precedenza.
Ma io vorrei portare l’aplologia ancora oltre (facendo un’aplolologia?) Bersani conta ben poco, diciamocelo; quindi più che un capopolo è un càpolo. O no?

Ultimo aggiornamento: 2010-04-09 10:30

Termodinamica politica

Si sono accorti in tanti dell’anisotropia che riguarda Silvio Berlusconi. Da un lato una percentuale variabile tra il 60 e l’80% degli italiani lo considera positivamente, secondo i suoi sondaggi; e ad ogni buon conto sono quindici anni che la coalizione da lui guidata prende dal 45 al 55% dei voti degli italiani, e si questo non ci piove. D’altro canto è circondato dalla sinistra. I giudici della Consulta, i magistrati, i giornali, il Quirinale, Gianfranco Fini (no, forse lui è solo traviato dalle cattive compagnie, non esageriamo), il tipo che ha attraversato la strada costringendo la sua auto blu a rallentare… sono tutti di sinistra e fanno parte del Complottone contro di Lui.
La mia anima matematica ha tentato di ribellarsi, tirando fuori tutta una serie di teoremoni che mostrano come sia statisticamente impossibile questo addensarsi dei sinistri nei dintorni del luogo dove Silvio man mano si trova durante lo scorrere del tempo. È un po’ come nella termodinamica, sentivo una vocina dentro di me: è sì possibile in linea teorica che tutte le molecole di un gas si spostino improvvisamente da un lato della stanza e io dall’altra parte soffochi per mancanza d’aria, ma la probabilità è talmente infinitesima che la posso considerare nulla ad ogni effetto pratico.
Poi però ho avuto l’Illuminazione: B. è un catalizzatore per la sinistra. La sua esistenza stessa crea un campo politico all’interno del quale si formano spontaneamente le particelle C (come comunisti). Che siano particelle è indubbio, basta di nuovo vedere i risultati elettorali dove è più semplice trovare il sodio nell’acqua che i comunisti nelle preferenze; la generazione di un uguale e opposto avviene nello stesso modo in cui una persona fortunata come lui porti una sfiga incredibile a chi gli sta vicino, come ci siamo accorti più volte in passato.
Forse è venuto il momento in cui Berlusconi lasci la politica e si metta ad analizzare il suo influsso sul resto dell’universo. Forse il Nobel per la pace non glielo daranno mai; ma quello per la fisica non glielo toglierà nessuno!

Ultimo aggiornamento: 2009-10-08 16:49