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Il metabiglietto

In questi giorni ci sono state notevoli polemiche sulle code impossibili che si hanno per visitare gli Uffizi, dopo l’introduzione di un numero massimo di visitatori per giorno. Ieri, in un’intervista alla Stampa, il nostro ministro dei Beni Culturali, il giurisprudente Rocco Buttiglione, risponde così alla domanda su un possibile aumento del biglietto d’ingresso al museo:
«E’ probabile. Lo stiamo valutando: mi sembra una via utile. L’aumento del prezzo rallenta la domanda. E a chi mi obietta che così la cultura diventa per pochi rispondo che è un modo intelligente e pragmatico per evitare il degrado della struttura e aiutare la gente a fruire meglio del nostro patrimonio. L’uomo vive di pane ma anche di cultura e di arte. In Italia, invece, li si considera beni voluttuari, mentre dobbiamo spendere per valorizzare i nostri tesori».
Vorrei suggerire al ministro un sistema più semplice per ovviare al problema, senza dover costringere i poveri visitatori a fare un leasing per riuscire a varcare la porta del museo: organizzare una lotteria che assegni i biglietti. Lo slogan è già printo: “Un biglietto per il biglietto”. In pratica, lasciando fisso o magari addirittura abbassando il prezzo attuale, non si comprerebbe più il biglietto per l’ingresso, ma un biglietto che parteciperebbe all’estrazione dell’agognato diritto di visita. Si potrà così scegliere se tentare semplicemente la fortuna, o cercare di portarla dalla tua parte acquistando un buon numero di tagliandi. Pagando qualcosa in più si potrebbe anche considerare la possibilità del biglietto multiplo: visto che non si può pretendere che una famiglia di quattro persone si divida perché ha vinto soltanto un tagliando, una quota dei biglietti del giorno sarebbero messi in palio a pacchetti multipli. Infine, non potrebbe mancare il Mattarellum: il 25% dei biglietti sarebbero sempre venduti alla solita maniera, con bigliettaio e code, ma senza liste civetta.

Ultimo aggiornamento: 2005-08-08 11:56

Le fumate del conclave

Dai che ci va ancora bene che in questo momento le micropolveri a Roma sono sottosoglia. Pensate sennò ai problemi diplomatici che potrebbero sorgere con questo fumo… Sì, sarà anacronistico, ma fa tanto folklore, e non vedo perché abolire la tradizione.
Modernizzarla però sì. Che questo fumo non si capisce mai di primo acchito se è bianco o nero, e può capitare che la gente applauda per sbaglio: Ciò Non È Bello. Perché allora non passare al colore? Fumata verde, habemus papam; fumata rossa, c’è da aspettare un po’. Se le Frecce Tricolori riescono a fare la bandiera italiana con gli scarichi dei jet, sarà ben facile mettere qualche candelotto nella stufa, no?
L’unico problema che vedo è se l’addetto alla bruciatura delle schede è daltonico, e qualche cardinale buontempone gli sostituisce le fascette che indicano il colore. Ma sono certo che lo Spirito Santo ovvierebbe anche a questo.

Ultimo aggiornamento: 2005-04-18 21:18

Cartina muta

Via Storiedime, un simpatico giochino: lancia una freccetta e cerca di beccare le capitali europee. (occorre ampliare al massimo la finestra del browser). A parte avere messo Belgrado in Bosnia, e avere ciccato di 650 Km Mosca e di 350 Helsinki, non credo di essere andato così male.

Ultimo aggiornamento: 2005-02-09 10:59

Ora legale

Abbiamo poche certezze nella vita. Una di queste, almeno negli ultimi anni, è che l’ultima domenica di marzo scatta l’ora legale, e che l’ultima domenica d’ottobre scatta l’ora solare. Sì: “scatta”. Nemmeno fosse uno sprinter: eppure tutti i giornali mettono il loro bravo disegnino in prima pagina il giorno prima come avviso e il giorno dopo come memento, e credono così di essersi tacitati la coscienza al riguardo. Al limite, se proprio c’è bisogno di una notizia leggera per riempire una pagina, si limitano al solito articoletto che racconta di un qualche gruppetto di persone contrario a questo abominio, che modifica artificialmente i nostri ritmi di sonno e veglia.
Ma fossero solo questi i problemi! L’ora legale è davvero una iattura per l’economia italiana, e questo è facilmente dimostrabile. Iniziamo a pensare all’operazione che siamo costretti a fare due volte l’anno: aggiustare i nostri orologi. Avete mai notato quanti segnatempo ormai abbiamo? Un orologio da polso, tranne chi preferisce indossarne uno diverso a seconda del giorno; una sveglia, o due per chi ha il sonno pesante; magari un orologio da muro o una bella pendola. Ma non è mica finita qui! Il videoregistratore ha generalmente un orologio incorporato, l’automobile pure, a casa mia il forno tiene il suo bell’orologio, per non parlare dei telefonini. Perdinci, il mio ciclocomputer segna l’ora! Un poveretto ci mette in media una settimana a scovare tutti gli orologi per casa e dintorni. Quando va bene, poi, l’orologio ha un pulsantino che ti aggiunge o toglie direttamente i sessanta minuti voluti, ma a questo punto ti devi ricordare qual è il pulsante, e il tempo lo perdi lo stesso. In autunno la cosa è ancora peggiore, perché le lancette devono essere portate indietro. Non so se avete notato che sempre più orologi possono solo essere portati in avanti. Questo significa undici o addirittura ventitré ore di lento scorrere delle lancette o di numerini sul display che si succedono, con il timore di superare l’ora corretta e dovere ricominciare da capo.
Per il resto? Per chi non lo sapesse, i contratti di lavoro tendono a scrivere che i turnisti che lavorano anche la notte debbono fare entrambi i turni di fine marzo e fine ottobre, così le ore lavorate si pareggiano. Peccato che questo non possa ad esempio farsi con i treni notturni. Passi in primavera, quando si beccano un’ora di ritardo che tanto non è poi così fuori dalla norma. Ma il ritorno all’ora solare è una tragedia. Questi poveri treni si devono fermare per un’ora da qualche parte – si spera in una stazione – per rientrare in orario, proprio il giorno in cui magari erano tutti belli pimpanti e in orario. Una vergogna.
La mia modesta proposta è di avere un’ora legale soft: l’ultima settimana di marzo si tolgono dieci minuti al giorno, e l’ultima di ottobre li si aggiunge. A questo punto gli orologi li dobbiamo cambiare tutti (e l’economia riparte!) e nessuno si preoccuperebbe più…

Ultimo aggiornamento: 2004-10-31 13:28

Il mistero del MEZZO LITRO

Avevo già notato la cosa l’anno scorso a Creta, ma si è ripresentata in Croazia. Abbiamo spesso ordinato del vino sfuso nei ristoranti dove cenavamo, e invariabilmente ci veniva portata una di quelle bottiglie svasate con la scritta MEZZO LITRO e il nostro bello stemma della Repubblica Italiana. D’accordo, sono cose che ci fanno sentire per un momento a casa nostra e sono sicuramente migliori di tante altre italianate, ma qui c’è sotto qualcosa. Provo ad elencare alcune possibili cause di questa invasione:
– la leggendaria precisione delle bottiglie di fabbricazione italiana ha indotto al loro acquisto in massa, come simbolo di qualità;
– la leggendaria imprecisione delle bottiglie di fabbricazione italiana, che rubano sistematicamente il 5%, ha consigliato ai ristoratori esteri di usare i contenitori nostrani;
– la bellezza dello stemma della nostra Repubblica ha portato allo sviluppo di una notevole scuola falsaria, che a questo punto ha anche dovuto imparare a scrivere la capacità in italiano (questa è l’ipotesi più facile da falsificare, non appena si trovi una bottiglia con su scritto MEZO LITRO);
– dopo che in Italia non usa praticamente più bere vino sfuso a meno che non sia il Tavernello, le decine di migliaia di bottiglie prodotte e non più usate sono state rifilate alle nazioni che ancora indulgono a tale pratica;
– di nascosto dai media, quando Carlo Azeglio Ciampi va a fare una visita di Stato porta uno stock di queste bottiglie per tenere alto il buon nome dell’Italia all’estero.

Ultimo aggiornamento: 2004-09-01 12:29

Politica interna e TV

Ieri sera non è stata mandata in onda la puntata di Blu notte che avrebbe dovuto parlare di mafia (paura, eh?)
Ci sono varie ipotesi sulle vere ragioni di questa decisione. Fonti ufficiali affermano che il problema è la par condicio non rispettata: non sarebbe giusto infatti che tutti i politici citati nella trasmissione ottenessero un ingiusto vantaggio rispetto a chi non ha appoggi di questo tipo e quindi non riceve mai un minimo di visibilità, televisiva e no.
Ma una gola profonda mi ha fatto notare che in realtà è tutta una sinergia. La trasmissione era infatti una replica, essendo già stata trasmessa l’anno scorso. Nel pomeriggio la Lega aveva tentato il tutto per tutto, ma era solamente riuscita a far derubricare il reato di tortura che adesso sarà dalla seconda volta in poi. Insomma, è stata condonata la precedente messa in onda, ma quei poveri mafiosi verrebbero indubitabilmente torturati se si ripetesse la trasmissione. Meglio Clint Eastwood, che gli indiani li tortura una volta sola.

Ultimo aggiornamento: 2004-04-23 11:23

Conflitto di interessi e sinergie

Berlusconi ha ragione. Non lo si può negare. Lo stanno attaccando da tutte le parti. La Commissione Europea dà un early warning all’Italia? la colpa è di Prodi che sta facendo campagna elettorale, e ha arruolato quel comunistaccio di Solbes.
Avete le fette di prosciutto davanti agli occhi? non vi accorgete che l’attacco è a tutto campo? Il Deportivo ha fatto fuori il Milan, come da ordini di Solbes imbeccato da Prodi. Sto solo aspettando Milan-Bologna.

Ultimo aggiornamento: 2004-04-08 15:00

Su Marte acqua, non fascisti

Non è così difficile immaginare perché gli americani siano così interessati all’esplorazione di Marte: sembra che sia l’unico posto dove non vengano visti come degli imperialisti. E la luna, direte? Dicono che i cinesi abbiano lanciato in segreto delle sonde per valutare la possibilità di aprire una serie di ristoranti, quindi niente da fare. Su Marte no, c’è ancora il vantaggio competitivo: pensate a quel povero Snoopy che era la sonda euuropea Beagle, che è prigioniera da due mesi e mezzo e per cui viene chiesto un riscatto spropositato.
Ci restano perciò solo Spirit e Opportunity, che si muovono per la superficie del pianeta alla velocità di una vasca nella circonvallazione di Milano e sopportano stoicamente tutti gli scherzi fatti loro su internet, con gli omini verdi che si nascondono. Che poi, scusate, come fanno ad esserci omini verdi? Sul pianeta rosso mostrerebbero un senso cromatico peggiore del mio.
Con notevole scelta di tempo, la NASA ha tirato fuori ieri una notizia ancora più clamorosa dei democratici che si sono messi d’accordo su un candidato. Su Marte c’era acqua. Come hanno fatto a scoprirlo? Decifrando lo scontrino fiscale lasciato dall’equivalente marziano degli apecar? C’è un deposito di vuoti a rendere? No, sarebbe stato troppo semplice. Più che altro, sembra ci siano delle formazioni minerali che dovrebbero avere avuto bisogno d’acqua per essersi formate. Microrganismi anche fossili nisba, però: sono più elusivi delle particelle di sodio.
Consci dell’importanza del loro lavoro, gli scienziati americani hanno deciso di spostare Opportunity di ben trenta metri: magari dov’è adesso non c’è nessuno perché sono andati tutti a una festa, anche se avrei dei dubbi. Sembra infatti che Marte non riuscì a trattenere la vita perché troppo piccolo e non dotato di sufficiente gravità: insomma feste ce n’erano, ma si conoscevano tutti e dopo un po’ i marziani si sono scocciati di vedere sempre le stesse amebe.

Ultimo aggiornamento: 2004-03-03 09:54