Su una cosa Odifreddi ha sicuramente ragione: la buonanima di Gianni Minà l’avrebbe cazziato per questo libro, come scritto nell’introduzione. Scioccamente non lo pensavo, ma quella dell’intervistatore è un’arte per la quale chiaramente Odifreddi non è portato. Non che io avrei saputo fare di meglio: ma il libro è suo e non mio :-) Sono poche le interviste davvero interessanti, come quella a Cossiga, e direi che in quei casi il merito è dell’intervistato. In alcuni casi poi a me è sembrato che l’intervista terminasse nel nulla, senza un percorso logico. Tenendo conto che parecchie delle interviste erano già state pubblicate altrove, direi che l’ipotesi più probabile è che dovesse pubblicare un libro e quindi ha recuperato dai cassetti queste interviste amatoriali… Diciamo che ho completato la lettura solo per tigna.
Piergiorgio Odifreddi, Incontri ravvicinati tra le due culture : Dialoghi sull’umanesimo, Raffaello Cortina 2025, pag. 600, € 13,99 (cartaceo: 22), ISBN 9788832857665 – come Affiliato Amazon, se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me
In questo testo Russo racconta tutto quello che sappiamo su Archimede (relativamente poco: i manoscritti che ci sono pervenuti sono una piccola parte di quello che ha presumbilmente scritto, e scoprire il palinsesto del Metodo è stato un colpo di fortuna), quello che possiamo provare a inferire da fonti che generalmente non vengono considerate, come per esempio quelle umanistiche che fanno pensare che al tempo fossero note più opere, ma soprattutto quello che pensiamo di sapere ma è errato. Che la storia dell'”Eureka!” fosse falsa potevamo immaginarlo, ma Russo mostra anche come Archimede avesse ben altre formule per il calcolo del volume di un solido. Inoltre spiace dirlo, ma anche tutta la storia dell’assedio di Siracusa è con ogni probabilità falsa, e molte delle invenzioni che la leggenda vuole create da Archimede erano in realtà fatte da altri, nel fiorire della cultura ellenistica che secondo Russo è stata obliterata dai romani; romani che hanno reso sovrumana la figura del grande matematico per nascondere la loro inferiorità tecnica. Mi viene in mente l’episodio di Asterix quando una centuria ritorna distrutta al campo, affermando che era stata sconfitta da avversari preponderanti, e quando viene chiesto loro quanti erano rispondono “due”. Questo non significa sminuire le capacità di Archimede, ma semplicemente metterle nel loro giusto contesto. E in tutto questo possiamo anche sorridere pensando a un Archimede che prendeva in giro i colleghi alessandrini, come con il problema dei buoi…
(Il libro l’ho letto un anno e mezzo fa, ma mi sono accorto che non l’avevo mai recensito…)
Livio Galla, a parte fare l’avvocato, è uno scrittore molto eclettico: in questa sua opera si è cimentato nel romanzo storico, partendo dalla storia di Alessandro Rossi che prese l’azienda laniera paterna e la fece diventare la più grande d’Italia (avete presente la Lanerossi?) pensando contemporaneamente al benessere degli operai, perché potessero lavorare più tranquilli. La storia intreccia fatti reali, anche se modificati (l’incontro tra Rossi e Garibaldi, o il soprano Teresita Stolzi la cui nascita è stata anticipata) con altri inventati, come la famiglia Sella e la loro sartoria le cui storie si intrecciano con quella dei Rossi. Sullo sfondo troviamo anche l’occupazione austriaca del Veneto: il lanificio Rossi si trova infatti a Schio. Il racconto è avvincente: unica pecca che ho trovato sono le note sui pensieri e comportamenti dei protagonisti, che sono un po’ troppo di maniera.
In questo libro Briggs presenta un gran numero di esercizi, che probabilmente almeno in Italia possono essere anche dati agli studenti degli ultimi due anni delle superiori. Ma la parte degli esercizì è forse la meno interessante (tra l’altro non tutti gli esercizi hanno una soluzione, anche se c’è la risposta e un “aiuto” che però a volte è inutile). Poi c’è una parte curiosa, i commenti a margine del testo. Ma ciò che è davvero interessante è la parte introduttiva dei capitoli, dove Briggs spiega come approcciare le varie di problemi. Uno studente brillante può sfruttare queste spiegazioni per imparare a risolvere i problemi: d’altra parte, i professori hanno invece un certo numero di problemi se vogliono fare delle verifiche.
La curiosità di questo libro sta nel fatto che è composto da due biografie parallele, quella di Feynman e quella di Wheeler.
Generalmente questi libretti Treccani, che nascono recuperando le voci dell’enciclopedia, non sono una gran cosa. Questo è invece una piacevole eccezione, ma il merito è ovviamente di Stefano Bartezzaghi, che non si è limitato a riprendere le voci che aveva scritto per l’enciclopedia ma ha aggiunto una parte iniziale che permette al lettore di metterle nel loro contesto, sia storico che geografico. Per esempio, è abbastanza noto che i cruciverba britannici (ma non quelli statunitensi, tipicamente) sono fatti in modo molto diverso da quelli italiani, ma non sono in molti a sapere che la cosiddetta “enigmistica classica” è una caratteristica solamente italiana. Un’ottima lettura.
La trilogia di Calvino la lessi quasi cinquant’anni fa, nell’edizione edulcorata per le scuole che andava di moda ai tempi. Passano i decenni, a mio figlio è toccata come lettura per le vacanze e così mi sono ripreso i libri in mano per verificare che leggesse davvero e non si facesse scrivere i riassunti da un LLM.