Antonio Pavolini segue da una vita il mondo dei media classici, soprattutto per quanto riguarda la scelta e la distribuzione delle notizie. In questa sua ultima opera (Antonio Pavolini, Unframing, Ledizioni 2020, pag. 116, € 6,99 (cartaceo: €14,90), ISBN 9788855263788) si dedica a quello che lui chiama “unframing”, vale a dire la necessità di “scorniciare” il modo in cui le notizie ci vengono solitamente presentate. La sua tesi, con la quale concordo pienamente da tempo, è che nonostante le visibili differenze di ideologia tra i media ciò che capita è che le notizie presentate sono fondamentalmente le stesse, come se ci fosse un accordo sotterraneo per spostare l’attenzione dell’opinione pubblica su certi specifici temi, tralasciando gli altri. Nella prima parte – che a mio giudizio sarebbe potuta essere un po’ più asciutta – Pavolini mostra vari esempi degli ultimi mesi; la seconda parte è invece la pars costruens, dove alla fine dà anche un utile ennalogo di buone abitudini che noi lettori dovremmo prendere per fare il nostro unframing. Ho molto apprezzato che Pavolini abbia rilassato il suo mantra sulla disintermediazione: in fin dei conti è vero che dobbiamo cercare di evitare l’intermediazione dei soliti noti, ma non è che se cerchiamo noi le notizie con gli algoritmi dei motori di ricerca si guadagni qualcosa… Molto meglio scegliere chi intermedierà per un certo argomento!
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The Thrilling Adventures of Lovelace and Babbage (libro)
[Nota: è appena uscita la traduzione italiana, Le mirabolanti avventure di Lovelace e Babbage, tradotta dalla mia amica Marta Maria Casetti. Ma io avevo comprato un anno e mezzo fa l’edizione inglese e ho sfruttato l’occasione per toglierla dallo scaffale e leggerla] Charles Babbage e Ada Lovelace sembrerebbero due personaggi dei fumetti, e infatti Sidney Padua aveva disegnato una breve storia per un Ada Lovelace Day. Ma da cosa nasce cosa, e alla fine è uscito fuori un libro intero (Sidney Padua, The Thrilling Adventures of Lovelace and Babbage : The (Mostly) True Story of the First Computer, Penguin 2016 [2015], pag. 320, Lst 13,99, ISBN 9780141981536). Solo che la storia reale è breve e triste. Ma Padua è fuori come un balcone, e così si è messa a creare un “pocket universe” dove l’Analytic Engine è stato effettivamente costruito e Ada non è morta giovane di cancro, ma ha continuato a lavorare con Babbage, partecipando a mirabolanti avventure dove troviamo di tutto, da Coleridge a George Eliot, da George Boole a Lewis Carroll. Ma questo non sarebbe ancora nulla: in un turbinio di note a piè di pagina e note alla fine del capitolo, Padua spiega per filo e per segno quali sono le sue fonti – molte frasi pronunciate dai protagonisti sono effettivamente loro – e giustifica i suoi anacronismi che nascono per esigenze umoristiche ma non sono mai così lontani dalla realtà da essere del tutto implausibili. Il libro insomma non è solo da gustare per i disegni, ma da leggere da cima a fondo. Imprescindibile.
_Dante_ (ebook)
Alessandro Barbero ha il suo fan club di tifosi sfegatati che si gettano sopra ogni video dove il professore di storia medievale racconta i suoi studi in un modo certamente accattivante. Barbero racconta le cose in modo senza dubbio affascinante, e si merita questo seguito. Ma prima di tutto è un professore universitario, e in effetti questo libro (Alessandro Barbero, Dante, Laterza 2020, pag. 236, € 11,99 (cartaceo €20), ISBN 9788858143285) è in primo luogo un testo storico: una biografia di Dante condotta secondo tutti i crismi, partendo dagli antenati del Sommo Vate e cercando di trarre dalle scarne e a volte contraddicentesi fonti – tutte regolarmente citate, la quantità di note a piè di pagina è enorme – quante più ipotesi verosimili possibili. A volte Barbero si discosta dagli studi precedenti: tutte le volte che lo fa non solo espone cosa i suoi predecessori hanno scritto, ma spiega anche i motivi che lo portano a fare quelle scelte. Insomma, se fossimo studenti universitari sarebbe un manuale perfetto, e di solito lo stile è quello suo. Detto tutto questo, però, il libro non mi ha convinto. Secondo me non è né carne né pesce; rispetto la sua scelta di non abdicare alla saggistica pop, però credo che il risultato finale risulti troppo pesante per chi vorrebbe semplicemente rilassarsi con un po’ di storia.
Where Magic and Science Collide (ebook)
[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing] Nelle considerazioni in fondo al testo, Joseph J. Swope dice che a lui piacciono sia la fantascienza che la fantasy, e così ha deciso di scrivere un libro (Joseph J. Swope, Where Magic and Science Collide, Black Rose Writing 2020, pag. 309, € 6,38, paperback ISBN 9781684335312) che le usa entrambe. La storia è ambientata in un pianeta che è a un livello più o meno equivalente al nostro Medioevo e dove la magia appare avere una grande importanza, il che sconcerta l’equipaggio di un’astronave arrivata per disintegrare un asteroide che sta per colpire il pianeta. L’idea è interessante; ma i pezzetti di fantascienza sono scorrelati dalla storia, e il lettore si chiede perché siano stati inseriti. La risposta arriva nelle ultime pagine ed è piuttosto spiazzante; risulta però una specie di deus ex machina, e poteva essere preparata meglio. La parte fantasy è costruita bene, ma avrei tolto molte frasi stereotipali che non aggiungono nulla alla storia. Diciamo che si può leggere, ma nulla di memorabile.
La matematica è politica (ebook)
Le recensioni di questo breve saggio (Chiara Valerio, La matematica è politica , Einaudi 2020, pag. 112, € 4,99 (cartaceo € 12), ISBN 9789788858434512) che ho letto in giro si sono concentrate soprattutto sulla politica, e su come l’autrice è riuscita a dimostrare che la politica può essere in fin dei conti letta con le categorie della matematica. Credo però che non sia questa la migliore chiave di lettura. Valerio, come le capita spesso, parte dal suo vissuto personale, e quindi dalla matematica. Tanto per dire, lo studio della prospettiva le è servito per capire che non c’è un solo punto di vista possibile, e quindi arrivare nel tempo ad accettare il relativismo: il che non significa che tutti i punti di vista siano uguali o peggio ancora veri, ma che dobbiamo ricordarci che il nostro punto di vista non è l’unico. Chiaramente questo si riverbera (ma Valerio non lo dice lì…) sull’approccio che dovremmo avere nella politica. Ma è ancora più importante ricordarsi che in matematica non funziona il principio di autorità, e che soprattutto “un matematico non risponde mai al chi ma sempre al cosa“; anzi nemmeno alle cose ma alle relazioni tra le cose. Ma la matematica è anche un processo sempre in corso, che evolve e si interpreta; proprio come dovrebbe essere la democrazia e come sicuramente non è la dittatura, che può cambiare colore ma funziona sempre allo stesso modo. Il libro è stato completato durante il primo lockdown, dove abbiamo avuto forti limitazioni della nostra libertà personale: ma abbiamo accettato (e non subìto) le limitazioni solo perché ne abbiamo capito il senso. (In effetti, aggiungo io, la controprova è con il secondo lockdown). Insomma, non so se la matematica sia davvero politica, ma concordo con Valerio; anche se a prima vista non lo si crederebbe, ci dà gli strumenti per fare davvero politica. Non con le categorie della matematica, ma con la forma mentis che essa crea in noi.
Intelligenza artificiale (ebook)
È abbastanza interessante notare come in questo libro (Stefano Quintarelli et al, Intelligenza artificiale : Cos’è davvero, come funziona, che effetti avrà, Bollati Boringhieri 2020, pag. 153, € 9,99 (cartaceo € 16), ISBN 9788833935584) ci siano un nome noto, quello appunto di Quintarelli; un nome immagino noto nel mondo dei media, quello di Claudia Giulia Ferrauto che ha anche fatto la redazione del libro, e quattro giovani ricercatori: Francesco Corea, Fabio Fossa, Andrea Loreggia, Salvatore Sapienza che mi sa abbiano fatto la maggior parte del lavoro sporco. Ancora più interessante la scelta di non specificare chi ha scritto cosa… Dal mio punto di vista di anzyano che pur non avendo avuto a che fare con l’AI se l’è trovata spesso vicina il testo è troppo leggero. Per dire, il capitolo 2 è giusto un excursus storico, il 3 sui grandi temi è comunque a livello (di temi etici) estremamente alto. Anche quando nel seguito si parla di interazioni uomo-macchina ed etica, si rimane a livello molto più superficiale di quanto per esempio si può trovare in Superintelligenza di Nick Bostrom. L’unica parte che ho trovato davvero nuova è la trattazione di tipo economico, dove si mostra come il “commesso intercambiabile” dei negozi odierni ha il vantaggio per le aziende di costare di meno e quindi trasferire valore dalla persona al mercato. In definitiva, se non sapete nulla di intelligenza artificiale al di fuori dei titoloni apocalittici il libro vi sarà utile; se però avete già una qualche conoscenza potete farne a meno.
La filosofia della matematica del ‘900 (libro)
La filosofia della matematica è ancora meno studiata della filosofia della scienza, o perlomeno è meno nota al pubblico anche colto. Si sente parlare di Popper e Kuhn, se non proprio di Lakatos e Feyerabend: ma per la filosofia della matematica? Ho preso così questo libretto (Ettore Casari, La filosofia della matematica del ‘900, Sansoni 1973, pag. 95), che pur avendo ormai quasi secolo di vita permette di avere un rapido compendio dello sviluppo della materia, dai primi vagiti a inizio dell’Ottocento fino alla metà del secolo scorso. Il compendio in realtà occupa sì e no un terzo del libro, perché Casari ha scelto poi di presentare alcuni stralci delle opere dei filosofi in questione, in modo da permettere al lettore di vedere le loro parole vere e proprie (ancorché tradotte). In definitiva, il testo non è certo per il grande pubblico, ma secondo me ha ancora un suo valore.
Math Without Numbers (ebook)
[Il vantaggio di leggere una review copy è che lo posso recensire prima ancora che esca :-)]
Nelle note finali, l’autore è descritto come un ragazzo prodigio che “ha lavorato per tre compagnie high tech, due banche e un senatore per poi dedicarsi all’insegnamento compiuti i 19 anni”. Generalmente una presentazione di questo genere non mi mette affatto in una buona predisposizione: ma in questo caso (Milo Beckman, Math Without Numbers, Dutton 2021, pag. 205, € 10.81, ISBN 9781524745554) riconosco che il libro merita davvero. Tenete conto che, numeri o non numeri, questo non è un libro che spiega la matematica. Esso racconta in fatti un po’ di idee di matematica che stanno al di fuori di quello che si studia a scuola, come del resto indicato sin dall’inizio con l'”albero della conoscenza” (tra l’altro, i disegni di m erazo aumentano il fascino del testo), ma senza pretese di spiegare come funzionano, per l’ottima ragione che servirebbe molto più spazio. Questo significa insomma che anche chi ha paura della matematica può apprezzarlo, proprio perché non “si fa” matematica. Proprio per questo la sezione finale, con la teoria del tutto tradotta come “l’universo è una struttura matematica”, è un po’ spiazzante per chi è abituato a vedere di solito la divulgazione fisica, ma ha il suo senso nel contesto. La parte più debole è probabilmente il dialogo sui fondamenti della matematica, che potrebbe venire a noia a molti: la cosa buffa è che a quanto pare c’è però tutta una corrente di scrittori che ritiene che i fondamenti devono essere spiegati con i dialoghi. Avevo letto il libro di Imre Toth No! che è appunto un dialogo; mentre leggevo questo libro ho anche scoperto che un’ottantina di anni fa Arend Heyting cominciò il suo libro sull’intuizionismo con un dialogo a cinque voci. (Ma tutta questa è filosofia della matematica, non matematica…). Per la cronaca, il titolo del numero è corretto: Beckman non usa numeri ma li scrive in lettere. Quindi per esempio la superficie di una sfera è S-two, e non S²; e riesce persino a fare una dimostrazione del fatto che i numeri reali sono più dei razionali senza usare numeri. Niente male…
Ultimo aggiornamento: 2021-06-10 18:22