Il prossimo giovedì sarà pubblicato Chiamatemi pi greco, l’ultima mia fatica letteraria, per i tipi di Dedalo. (No, non è che io abbia tradito Codice: semplicemente il testo è pensato per un pubblico più giovane, anche se non è che gli adulti lo troveranno semplicistico!)
Ci sono parecchi libri che parlano di pi greco, anche in italiano. Perché allora ne ho scritto un altro? La risposta è semplice: perché volevo fare qualcosa di diverso da quanto esisteva. Il pi greco è un numero affascinante non solo perché ha una storia plurimillenaria, ma anche perché questa storia è sparsa per tutto il mondo. La matematica che insegnano a scuola è centrata sul Mediterraneo, ma troviamo metodi e algoritmi cinesi e indiani che erano migliori di quelli greci e arabi. Inoltre studiare le approssimazioni trovate nel corso dei secoli permette di fare implicitamente una storia non solo della matematica, ma anche dell’informatica teorica. Chiaramente non ho potuto entrare nel dettaglio, ma credo che il lettore si potrà fare un’idea di argomenti che non entrano nel curriculum scolastico ma sono estremamente importanti nello sviluppo tecnologico attuale. E poi, a parte tutto questo, ho mantenuto un tono abbastanza scanzonato: bisogna anche divertirsi a leggere la storia di questo numero, lasciando per una volta ai matematici veri la necessità di dimostrare accuratamente tutto quello che ho raccontato. Non mancano ovviamente le curiosità che riguardano il pi greco: forse ne conoscete alcune, ma ce ne sono altre che hanno stupito anche me quando sono andato a caccia di materiale per la preparazione del testo. Alla fine della lettura potrete dire di conoscere uno dei numeri più sfuggenti della storia!