Archivi categoria: rec-2017

_Golf on the Moon_ (libro)

Devo dire che avevo più apprezzato il precedente volumetto di problemi di Dick Hess. In questo caso però (Dick Hess, Golf on the Moon : Entertaining Mathematical Paradoxes and Puzzles, Dover Publications 2014, pag. 153, $6.95, ISBN 978-0-486-49738-9) mi è rimasta l’impressione che molti dei problemi siano risolvibili solo mettendosi al calcolatore e facendogli fare i conti, cosa che io aborro (Ok, aborro più fare i conti io, ma anche farli fare al computer non è così divertente). Ma forse il mio vero guaio è la sezione dei problemi di fisica, dove io fallisco clamorosamente di trovare una qualunque risposta… Ci sono comunque svariati problemi alla portata di chiunque, e considerando il prezzo davvero irrisorio del libro (santa Dover…) può comunque valere la pena di acquistarlo.

Ultimo aggiornamento: 2017-10-01 11:06

_Un anno Lercio_ (ebook)

Lercio è un esperimento che continua a essere valido dopo anni, il che non è affatto scontato per un sito satirico. Questo libro (AA.VV., Un anno Lercio, Rizzoli 2014, pag. 273, € 6,99, ISBN 9788858673003) è la raccolta degli articoli del 2014, messi in ordine di argomento. Rileggendoli tutti insieme, mi è risultato chiaro che la forza maggiore era e continua a essere la creazione dei titoli: la cronaca italiana vista con un lente deformante che rivela la parte umoristica delle notizie e ti costringe a pensarci su. Il testo degli articoli tende invece spesso a scadere nella battuta volgare per ottenere facili risate: non so se è perché è più difficile trovare uno stile diverso.

_Fate il nostro gioco_ (libro)

La dipendenza patologica dal gioco d’azzardo è una malattia vera e propria, anche se spesso non viene creduta tale. Paolo Canova e Diego Rizzuto hanno pensato di rendere la cosa la più chiara possibile con una serie di conferenze in tutta Italia che hanno portato a questo libro (Paolo Canova e Diego Rizzuto, Fate il nostro gioco, ADD 2016, pag. 254, € 14, ISBN 9788867831128). L’unica pecca che ho trovato è l’insistenza sulla retta del bilancio di un gioco, retta che va inevitabilmente verso il basso al passare del tempo; comprendo la necessità della semplificazione da un lato e del dare un’immagine forte dall’altro, ma il mio essere matematico mi avrebbe fatto preferire che venisse mostrata la regione dove ci si troverà nel 95% dei casi. A parte questo, il tono del libro è molto leggero, anche se il duo è stato bene attento a iniziare con le definizioni precise di cosa ricaviamo con il gioco e a far notare come le formulazioni che si leggono sono scelte apposta per sviare l’attenzione. Tra gli esempi di vincite sono rimasto stupito da quella al Tic-Tac-Toe, un bellissimo caso di applicazione della matematica. Ma in generale la parte sui trucchi (legali, perché si limitano a sfruttare la psicologia umana) di chi crea i giochi merita di essere letta da tutti: tanto non è matematica…

_Guida @ Internet_ (libro)

Ho letto questa guida ormai preistorica (AA.VV., Guida @ Internet, Comix 1997, pag. 136, ISBN 9788881930241) giusto per curiosità. Nel 1997 Internet cominciava a essere usata anche in Italia con i primi provider commerciali, e quindi fiorivano queste guide. Anche lasciando perdere i nomi come “i FAQ” (non ho mai sentito chiamare le FAQ al maschile…), il testo a dire il vero non spiega poi chissà quanto: mettendomi nei panni di un “utonto” mi sarei trovato di fronte a termini spiegati usando altri termini che ovviamente non sono affatto spiegati. Le “interviste” poi toccano il top. A parte la prima a Umberto Eco, che aveva già capito tutto, troviamo paginette dove si chiede a gente come Serena Dandini, Corrado Augias Fabio Fazio il loro giudizio su qualcosa che evidentemente non conoscenvano; il risultato è assolutamente deprimente, e mi domando cosa ne abbiano tratto i lettori dell’epoca. Ma magari tutto quello che serviva era dire “guardate che gente famosa usa Internet!” e nessuno ha davvero letto quello che c’era scritto…

Ultimo aggiornamento: 2017-08-23 15:31

_Cartesio : La magia dei numeri e del moto_ (libro)

In questo libro (William R. Shea, Cartesio : La magia dei numeri e del moto [The Magic of Numbers and Motion], Bollati Boringhieri 2014 [1991], pag. 432, € 16, ISBN 9788833925257, trad. Nicoletta Sciaccaluga) William Shea racconta con dovizia di particolari (decine e decine di pagine di note) il pensiero cartesiano sulla fisica: matematica e filosofia insomma non appaiono se non come digressioni ancillarie, importanti – Cartesio ribadisce che il suo pensiero è univoco, e non si può eliminarne una parte lasciando in piedi il resto – ma che restano appunto digressioni. Seguiamo così i primi anni con gli studi dai gesuiti e le prime sue scoperte, come la legge della rifrazione, e i vari testi e lettere prodotti negli anni. Dalla lettura si scopre come Cartesio fosse un bel furbone, pronto a pensare solo al suo vantaggio e a condire con tante belle parole ed esempi dei ragionamenti che non erano sempre così precisi quanto lui voleva far credere. Non si deve sminuire il suo apporto, intendiamoci: è stato fondamentale nell’allontanarsi dalla scolastica, per esempio. Però bisogna prendere con le pinze quello che dice! La traduzione di Nicoletta Sciaccaluga è scorrevole e per quello che io riesco a capire corretta.

_Turing : La nascita dell’intelligenza artificiale_ (libro)

Nella collana del Corriere sui grandi scienziati, questo libro (Mattia Monga, Turing, Corriere della Sera – Grandangolo Scienza 2017, pag. 253, € 6.90) è dedicato ad Alan Turing, e fortunatamente curato da un informatico come Mattia Monga. La figura di Turing è infatti abbastanza nota anche al grande pubblico, per via del progetto Enigma e del test di Turing, oltre che per il suo suicidio; il guaio è che però la sua storia rimane solo romanzata e non ne emerge il suo ruolo fondamentale nella nascita di una scienza – l’informatica – che è una strana fusione tra pensiero teorico e applicazioni pratiche, proprio come era la figura di Turing. Tutto questo è raccontato nelle pagine centrali del testo, mentre la parte finale comprende alcune pagine originali delle sue opere con i commenti relativi. Insomma, un utile strumento per avvicinarsi non tanto ai concetti dell’informatica quanto alla sua filosofia di base.

_Renascence_ (ebook)

(disclaimer: ho ricevuto questo libro via LibraryThing Early Reviewers)

L’idea alla base del libro (Leigh Goodison, Renascence, Sheffield Publications 2017, pag. 243, € 0,99) è interessante, anche se non troppo originale: la Terra sta morendo, e alcuni giovani sono inviati nello spazio per trovare sostanze che potranno essere usare per far rinascere il pianeta. Peccato che il risultato sia deludente.

La sospensione dell’incredulità che occorre per leggere il titolo è molto alta, partendo dai viaggi galattici che dovrebbero avvenire tra pochi anni e arrivando all’invalidamento della teoria della relatività. Ma in fin dei conti questa è fantascienza e non ho nessun problema ad accettare queste premesse, se la storia funziona. Questo purtroppo non è il caso. I primi capitoli sembrano scritti per dei bambini che non sanno nulla; d’accordo preparare lo sfondo del libro, ma è molto meglio aggiungere man mano i particolari nel corso del testo anziché fare una specie di testo da sussidiario. L’OWL, il consiglio che regge quello che è rimasto il pianeta, è necessario per la trama ma rimane una specie di deus ex machina; si accenna ad alcune possibili liti interne (sempre necessarie alla trama) in maniera inconcludente. Il personaggio di Lucian è inutile, ma viene ogni tanto rievovato. Reynard è presentato in vari modi diversi, con un cambio netto da un capitolo all’altro e senza nessuna spiegazione – almeno che io abbia capito – di quali siano le sue vere motivazioni. L’unico personaggio con un minimo di spessore è la protagonista Zeta. Il risultato finale è che ho trovato davvero difficile seguire la storia, perché non sono mai riuscito a farmi un’idea di dove l’autrice voleva arrivare.

_Punto : Fermiamo il declino dell’informazione_ (libro)

«Quod est post-veritas?» Chissà se Ponzio Pilato avrebbe potuto pronunciare questa frase dopo aver udito la narrazione delle gesta di quell’ennesimo profeta ebreo che però a differenza dei precedenti sembrava essere particolarmente odiato dalle autorità religiose locali. Diciamocelo: mentire è un’attività nella quale noi tutti siamo particolamente versati, ma in questi ultimi anni sembra che essa sia giunta a un livello ancora superiore, tanto che si è sentito il bisogno di coniare un nuovo termine di stampo orwelliano.
Ecco che Paolo Pagliaro, in questo breve saggio (Paolo Pagliaro, Punto: Fermiamo il declino dell’informazione, Il Mulino – Voci 2017, pag. 127, € 12, ISBN 9788815270498), ci offre una panoramica di cosa è cambiato: i grandi attori di Internet come Google e Facebook hanno sottratto pubblicità ai media tradizionali che sono stati costretti a inseguirli nel propalare narrazioni – il famigerato storytelling – anziché fatti; nel frattempo la politica, che già di suo non è mai stata così amante della verità, si è gettata a pesce nel nuovo paradigma di (dis)informazione. Pagliaro ci fa notare come tutto ciò dipende in prima battuta dall’unica cosa che è rimasta costante se non in calo in questa epoca di ipertrofia dell’informazione: la nostra attenzione, che è quindi diventata un bene prezioso e viene catturata sparandole sempre più grosse nella speranza che noi ci fermiamo per qualche secondo in più (e vediamo qualche banner pubblicitario, ça va sans dire).
Ecco: una pecca del libro è che anche Pagliaro è inconsapevolmente cascato nello stesso peccato che ha giustamente presentato. Nel testo sono mostrate tante fake news, raccontate molto bene e affiancate a quello che è davvero successo. Ma sarà proprio così? Una delle regole – di fondamentale buon senso – presentate nel libro per evitare di fare da cassa di risonanza dice di diffidare di una notizia se non c’è l’indicazione dell’autore o della fonte. Io mi sarei aspettato una sezione finale di note con una sfilza di riferimenti a quanto scritto: invece la bibliografia (solo cartacea, come se la carta fosse sinonimo di qualità) non ne riporta traccia. La speranza è che il lettore si sia così tanto appassionato da diventare un detective e cercarsi da solo le confutazioni qui presentate (e accorgersi delle imprecisioni, come la data della definizione di post-truth come parola dell’anno da parte dell’Oxford Dictionary o la definizione di Eric Schmidt che si riferiva alla produzione di informazione fino al 2003). Ma in quanti lo faranno?

Ultimo aggiornamento: 2017-09-07 10:51