[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
The Exiles è un classico juvenile (o come dicono adesso, YA): vale a dire che ha un ritmo veloce, i personaggi principali sono adolescenti che devono sopravvivere a un ambiente ostile – in questo caso preparato apposta – e c’è l’inizio di qualcosa che potremmo chiamare storia d’amore. Se è il tipo di libri che vi piacciono, il libro è ottimo: ricordatevi solo che sarà il primo volume di una saga, e quindi termina con un cliffhanger e ci sono alcune sottostorie che rimangono un po’ appese e immagino saranno sviluppate negli episodi seguenti.
Nelle note negative, ho trovato i primi due capitoli piuttosto fuorvianti. Saphena Stebbins, la voce narrante, è presentata in modo completamente diverso da quello che farà nel corso del libro; inoltre, mentre la preparazione dei suoi compagni si rivelerà utile nelle prove che devono compiere, l’abilità principale di Saphena – riconoscere la presumibile ascendenza delle persone – è del tutto inutile. Insomma, non si capisce questa differenza nello sviluppo dei candidati. Dopo aver letto l’ultima pagina posso immaginare che la sua abilità potrà rivelarsi utile nel sequel, ma per il momento continuo a sentire qualcosa che non va…
Per curiosità ho provato a leggere uno dei libri della collana del Corriere attualmente in edicola legata al mondo latino. Questi libretti sono divisi in tre parti: la prima racconta un tema generale, la seconda è molto breve e parla di un singolo autore che è significativo per questo tema, la terza è un compendio di grammatica e di esercizi, che confesso di avere amabilmente saltato. Sono quarant’anni che non studio più latino, e comunque partire dal capitolo 17 non è il massimo. Il tema di questo volume è “La natura”, e bisogna dire che l’approccio è piuttosto interessante, anche se per forza di cose non si entra troppo nei particolari: in particolare ho apprezzato la dualità tra quello che sulla natura hanno scritto gli autori latini – e sappiamo bene che quando si scrive si cerca sempre di edulcorare la realtà – e quanto veniva poi fatto in pratica, anche con esempi che si rifanno alla nostra sensibilità contemporanea. La parte sull’autore, in questo caso Orazio, è infine una semplice biografia. In definitiva direi che la collana è interessante per chi ama allo stesso tempo la storia antica e quella moderna, oppure vuole un metodo alternativo per studiare il latino.

Vabbè, la storia dell’Albergo di Hilbert la conosciamo più o meno tutti – o almeno la conosce chi ha un po’ di curiosità per la matematica. Devo dire che però la storia raccontata da Ivar Ekeland e disegnata da John O’Brien, che è appena entrata nella Mathical Hall of Fame, è davvero carina ed è un peccato che sia fuori commercio. (Ma potete andare a prenderlo in prestito su archive.org, in un’ora lo leggete senza problemi). In questo caso il vero protagonista è il gatto, che guarda tutte le magie matematiche dell’albergo di Hilbert e non riesce a capire come possano avvenire, tanto che alla fine… no, non ve lo posso dire.
Leggere questo libro, che parte come una biografia di Paolo Boringhieri ma vira molto rapidamente verso una storia dell’editrice Einaudi tra il 1945 e il 1957, con un’appendice sui primi anni della Boringhieri, lascia una sensazione di déjà vu per chi come me ha un po’ bazzicato il mercato editoriale italiani. Le difficoltà economiche erano già allora le stesse di oggi, esattamente come la difficoltà nel riuscire a rispettare i tempi di traduzione (ecco, forse allora le traduzioni erano più ruspanti di quanto lo siano oggi, almeno nell’editoria di qualità). Ma è anche bellissimo (ri)scoprire un Pavese-factotum che praticamente mandava avanti da solo la casa editrice, vedere la quantità di consulenti di primissimo piano che Einaudi aveva – come nota personale, non avrei mai pensato che Luigi Radicati di Brozolo fosse stato uno di loro – e soprattutto accorgersi dell’organicità al PCI. Forse la mia generazione era meno politicizzata, o forse sono io che vivevo nell’iperuranio: ma leggere della cellula del Partito in Einaudi, o scoprire come l’affare Lysenko vedesse una triangolazione tra Mosca, Torino e Roma per l’eventuale pubblicazione delle sue opere in italiano mi ha lasciato basito. Una storia, anzi tante storie parallele, davvero interessante!
Con queste ventisei storie, una per lettera dell’alfabeto – con qualche licenza poetica… – Giuseppe Mussardo traccia una storia della scienza moderna. Abbiamo una preponderanza di fisici, ma la cosa ci può stare visto che Mussardo è anch’egli fisico. Non pensate a biografie vere e proprie, anche se ci sono cenni sulla vita di tutti i protagonisti: in genere l’autore parte da un punto focale della loro vita e costruisce il suo racconto a partire da lì. Le illustrazioni di Debora Gregorio sono un ottimo complemento al testo, che si legge davvero con piacere.
Il prossimo giovedì sarà pubblicato