Abbiamo approfittato di un salto rapidissimo a Genova per far vedere ai ragazzi la mostra di Escher (noi l’avevamo già vista nel 2014 a Roma). Gli spazi a palazzo Ducale sono come sempre ristretti – ma siamo a Genova, che volete farci? – ma direi che c’è comunque molta roba, sia del periodo giovanile più descrittivo che di quello per cui è più famoso; nelle ultime sale ci sono poi vari omaggi ad Escher, dal mobile Ikea Paradöx ai guanti di Bernie. La gioventù ha apprezzato alcuni degli esperimenti illusori, soprattutto quello della stanza dove sembravano più grandi di me :-)
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Algebra (libro)
Un allora giovanissimo Bruno D’Amore aveva inaugurato la collana “Lineamenti propedeutici di matematica” di Zanichelli con questo volumetto sull’algebra che comincia praticamente in medias res, con la definizione di un monomio. Devo dire che mi sono molto divertito a vedere come D’Amore aveva preso per le corna definizioni e teoremi, con una particolare attenzione agli esempi fuori norma che naturalmente sono quelli che permettono meglio di farsi una vera idea di quello che succede in pratica. Le uniche sezioni che ho trovato un po’ pesanti sono le ultime della seconda parte, sui sistemi di equazioni e la loro risoluzione: non ci ho visto nulla di diverso da quanto si trovava sui libri di testo liceali del periodo, come lo Zwirner. Il libretto resta però in genere godibile, e dà un’idea di come poi lo stile di D’Amore si sia evoluto con gli anni.
(Bruno D’Amore, Algebra, Zanichelli 1976, pag. 139)
Diabolik (film)
Il film dei Manetti Bros su Diabolik è un perfetto remake dell’avventura a fumetti apparsa nel numero 3 degli albi, quello in cui appare per la prima volta Eva Kant. Su questo non c’è nulla da eccepire; persino gli effetti speciali sono in stile anni ’60, tanto che si potrebbe quasi pensare a una parodia dei telefilm su Batman con Adam West che sono apprezzati dai fan proprio per questa ragione. Anche lo svolgersi della trama, con tutte le lunghissime spiegazioni delle varie trovate di Diabolik, ricordano quelle dei primi albi che mi ricordo di avere letto. Fin qui tutto bene, anche se devo dire che fa un certo effetto vedere come Clerville sia stata trasportata in Italia, con le vedute di Bologna, Milano e Trieste perfettamente riconoscibili: mi chiedo solo dove siano state trovate le ville rigorosamente in stile. (dicono sui colli bolognesi: i panorami li avevo riconosciuti, ma le ville ovviamente no)
Poi però si passa alla recitazione, e qui cominciano gli alti lai. Nulla da eccepire su Valerio Mastandrea nella parte di Ginko. L’aspetto fisico di Miriam Leone come Eva Kant è anche perfetto. Ma finiamo qui: la sua recitazione è meccanica. Sempre meglio comunque di Luca Marinelli ha un’unica espressione da pesce lesso con voce corrispondente; per fortuna che è spesso in maschera e muto. Alessandro Roja che ha la parte del viceministro Giorgio Caron è una macchietta. È anche vero che i testi dei dialoghi non li aiutano certo: potremmo dire che in fin dei conti i fumetti non erano così diversi, ma non so quanto abbia senso riprenderli così alla lettera anche in questo. In fin dei conti noi che li leggevamo da ragazzi siamo cresciuti.
Ultimo aggiornamento: 2021-12-30 15:07
Teoria degli insiemi e analisi (libro)
Visto il successo che la collana Matematica Moderna ebbe negli anni ’60 del XX secolo, e anche all’inizio degli anni ’70, Zanichelli commissionò ad alcuni giovani autori italiani testi che nelle intenzioni dell’editore sarebbero dovuti servire ai giovani universitari che si ritrovavano a studiare cose non solo mai viste ma anche spiegate in modo completamente diverso. La collana, “Lineamenti propedeutici di matematica”, era diretta dall’allora giovanissimo Bruno D’Amore e doveva appunto fare da ponte per questi studenti e tutti i curiosi della materia. Beh, con questo libretto direi che non ci sono riusciti. Nonostante i tanti esempi, la parte iniziale del testo di Alberta De Flora risulterà del tutto incomprensibile a chiunque non sappia già ciò di cui si sta parlando; la seconda parte, quella sulle nozioni di base di analisi, è un po’ migliore: ma anche in questo caso mi sembra più che altro di leggere un testo universitario del prim’anno, solo senza buona parte delle dimostrazioni. Non faccio fatica a capire perché la collana pare essersi estinta con i primi tre libri.
(Alberta De Flora, Teoria degli insiemi e analisi, Zanichelli 1976, pag. 157)
Ultimo aggiornamento: 2022-02-21 12:22
I grafi e le loro applicazioni (libro)
Questo libretto ha la mia età, e lo si sente anche nella traduzione piuttosto arcaica di Luigi Maracchini. Quello che ho trovato interessante è stato il tipo di approccio di Ore, che presenta la teoria e i suoi sviluppi in modo molto più legato agli esempi pratici di quanto si faccia al giorno d’oggi. Il lettore insomma può vedere che alcuni teoremi fondamentali non nascono per caso ma arrivano in modo naturale. Il capitolo 7 sulla dualità della teoria dei grafi con quella sulle relazioni è stato per me illuminante; molto interessante, pur se piuttosto compressa, la dimostrazione che cinque colori bastano per colorare una mappa, unita al motivo per cui un approccio di quel tipo non è sufficiente per dimostrare il teorema dei quattro colori (che all’epoca della pubblicazione del libro non era ancora stato dimostrato).
(Øystein Ore, I grafi e le loro applicazioni [Graphs and Their Uses], Zanichelli 1976 (1963, 1965), pag. 156 trad. Luigi Maracchini)
Ultimo aggiornamento: 2022-02-20 16:39
Numeri razionali e numeri irrazionali (libro)
Leggendo questo libretto si vede facilmente il passare del tempo: sia nella traduzione di Maria Spoglianti che risente dei quasi sessant’anni – chi scriverebbe ancora “dicesi” per cominciare una definizione? – sia per la gestione dei vari insiemi di numeri, che stranamente lascia da parte le costruzioni di Dedekind e accenna ai risultati di Cantor solo in modo per così dire quantitativo. Dal punto di vista prettamente matematico, direi che la parte migliore è quella dove viene dimostrata l’esistenza di numeri trascendenti con i teoremi sulle approssimazioni sfruttati da Liouville, anche se a questo punto mi sarei aspettato qualcosa sulle frazioni continue.
C’è però qualcosa che rende comunque la lettura piacevole, e sono le considerazioni di Niven, che scrive esplicitamente che il suo approccio nel testo tende a lasciare dimostrazioni non perfettamente rifinite. Questo non perché lui ritenga che le dimostrazioni non siano importanti – è un matematico, in fin dei conti! – quanto perché credeva che c’è un tempo per la precisione e un tempo per la formazione delle idee matematiche, e il suo libro fa parte di quest’ultimo tempo.
(Ivan Niven, Numeri razionali e numeri irrazionali, Zanichelli 1966, pag. 160, trad. Maria Spoglianti)
Ultimo aggiornamento: 2022-01-09 13:00
Trasformazioni geometriche: le isometrie (libro)
I libretti della serie “Matematica moderna” erano moderni mezzo secolo fa. È vero che la matematica non cambia, al limite se ne aggiunge di nuova; ma è anche vero che il modo di fare e di spiegare matematica cambia con il miglioramento della didattica. Inoltre la scuola russa mi è sempre stata più ostica di quelle europea e americana, per il modo diverso in cui procedono nell’esposizione. Beh, in questo caso mi sono docuto ricredere. Non solo il testo presenta le isometrie in modo perfettamente comprensibile, ma anche la traduzione di Pier Giovanni Donini è attualissima. Insomma, è un peccato che questo libro sia ormai fuori commercio da decenni, perché è davvero un gioiellino.
(Isaac M. Jaglom, Trasformazioni geometriche: le isometrie [Geometriceskie Preobrazovanija vol. I], Zanichelli 1972, pag. 145, trad. Pier Giovanni Donini )
Ultimo aggiornamento: 2022-02-17 12:54
Le feste di Natale (libro)
Che dire di questo estratto dalle “Memorie dalla casa dei morti”, parte di una collana (“Nativitas”) di libriccini appunto natalizi e che non esiste nemmeno più in edizione cartacea? Mah. La prosa di Dostoevskij è indubbiamente favolosa, e ben resa dalla traduzione di Alessandro Niero: sembra proprio di essere lì in quella “prigione” – il termine è piuttosto diverso da quello che pensiamo – e osservare i detenuti nei loro preparativi per la festa di Natale e nel rapido ritorno allo stato abituale. Però mi resta il sospetto che l’operazione non abbia molto senso: si direbbe più un testo da antologia che un libro vero e proprio.
(Fedor Dostoevskij, Le feste di Natale, Interlines 2007, pag. 47, € 1,99 (ebook), ISBN 9788882124809, trad. Alessandro Niero)