Archivi categoria: recensioni

Laura immaginaria (libro)

Come lo possiamo chiamare? Racconto polimorfo? In questo libro (Antonio Zoppetti, Laura immaginaria, Palomar editrice, pag. 176, € 10, ISBN 888887271X) ci sono venti capitoli, che possono essere letti in un ordine qualunque per crearsi il proprio racconto personalizzato. Venti e non ventuno perché manca la zeta, in pieno stile potenziale: c’è anche un concorso per aggiungere eventuali capitoli usando le lettere dell’alfabeto inglese. Essendo io una persona curiosa, ho voluto esplicitamente provare un ordine più o meno casuale, e posso confermare che la storia regge, e in maniera direi diversa da quella che avrei letto seguendo l’ordine alfabetico.
L’idea di base è una specie di gioco di specchi, tra doppioni, gemelli e scambi, con tutta una serie di rimandi a vari personaggi-capitoli. Secondo me arrivare a venti capitoli è stato però esagerato: alcuni personaggi mi sono sembrati poco integrati nella storia. Personalmente poi avrei preferito che Zop avesse deciso di utilizzare stili letterari completamente diversi nei vari capitoli, per aumentare l’idea di trovarsi non in un labirinto ma nella Biblioteca di Borges. Una lettura direi piacevole, però!

Ultimo aggiornamento: 2004-10-29 11:48

<em>The Andy Warhol Show</em>

Alla Triennale di Milano, fino al 9 gennaio 2005, ingresso 7 euro.
Io e Anna abbiamo avuto due reazioni opposte. Lei afferma che non riesce a concepire quella di Warhol come “arte”, e quindi non ha apprezzato molto. Il mio è un punto di vista diverso: la sua opera è arte, perché prende qualcosa che di per sé è asettico (la fotografia) e la trasforma per rendere ancora più impersonale l’immagine originale, quindi fa qualcosa che dovrebbe dire qualcosa al fruitore.
Detto questo, parliamo di questa mostra. Mah, l’allestimento è letteralmente un affastellamento di opere, foto e altri memorabilia, quasi da claustrofobia oppure sindrome di Stendhal. Però a ben pensarci la cosa ha un certo senso, per un artista che ha fatto della riproducibilità e nella moltiplicazione il suo motto. Interessanti i cartelli esplicativi, anche se avrei preferito che il suo percorso artistico fosse spiegato più chiaramente: solo per l’ultima fase ho visto qualcosa in proposito. Un dubbio finale: ma era così importante indicare che Andrew Warhola (il suo vero nome) era di origine rutena, e soprattutto cattolico uniate, con relativa spiegazione che “gli uniati avevano conservato la venerazione per le icone”?

Ultimo aggiornamento: 2004-10-24 19:23

<em>Pompei</em>

Robert Harris apparve all’improvviso sulla scena letteraria con la sua ucronia Fatherland: come sarebbe stato il mondo nel 1964 se Hitler avesse sconfitto la Gran Bretagna? Dopo quel successo ha continuato a sfornare libri che potremmo definire “similstorici”, dove il racconto è basato su una minuziosa ricostruzione storica. Anche questa sua ultima opera (Robert Harris, Pompei, Mondadori “I Miti” 2004, [2003] p. 296, € 4.60, ISBN 88-04-53362-5, trad. Renato Pera) non sfugge alla formula evidentemente vincente: naturalmente lo sfondo è quello dell’eruzione del Vesuvio, ma la vera protagonista della storia è la tecnica romana di costruzione degli acquedotti, presentata in tutte le sue minuzie che sono quelle che del resto hanno permesso a queste opere una incredibile durata nel tempo. Ciò detto, bisogna però aggiungere che il libro non è memorabile. Intendiamoci, si legge con facilità e piacere, ma non si può dire che lasci una traccia permanente. Lettura da relax, insomma.

Ultimo aggiornamento: 2004-10-16 20:23

Mi voleva Strehler (teatro)

Beh, fa un po’ specie vedere uno spettacolo che è datato 1978, anche se bisogna dire che regge abbastanza bene al tempo. Fa molto più specie vedere lo spettacolo, che in fin dei conti parla di un provino da fare al Piccolo con Strehler, che si tiene proprio in via Rovello. Però Maurizio Micheli è davvero bravo a tenere il monologo per un’ora e mezzo (più intervallo). Si vede che la classe non è acqua, e l’esperienza dell’attore si nota immediatamente. Peccato che il teatro non fosse poi pienissimo, anche se è abbastanza confortante vedere come si sia abbassata l’età media degli spettatori del sabato…

Ultimo aggiornamento: 2004-10-04 20:00

<em>Viaggio in Iugoslavia. La Croazia</em>

Questo libretto (Rebecca West, Viaggio in Jugoslavia – La Croazia, Edt “Viaggi e avventura” 1994 [1941], p. 121, € 11.36, ISBN 88-7063-215-6, trad. Maria Teresa Morotto) è in realtà una selezione dei capitoli dedicati alla Croazia nel racconto di Rebecca West sul suo viaggio in Jugoslavia nel 1937. A leggerlo oggi, viene da dire “ma questo è un blog!” In effetti il libro è un diario dove si osserva tutto in maniera personale, e più che i monumenti o i paesaggi i protagonisti sono le persone, amici o semplici incontri. La cosa che colpisce di più è però la modernità della scena. Sono passati quasi settant’anni, ma serbi e croati si odiano esattamente come allora, e questo odio supera assolutamente i confini nazionali: un serbo poteva vivere a Zagabria, ma continuava a sentirsi diverso – ovviamente migliore – dai croati. Insomma, non dovremmo chiederci come mai sia scoppiata la guerra del 1991, ma piuttosto come abbia fatto Tito a tenere in piedi tutto per quarant’anni.

Ultimo aggiornamento: 2004-09-29 11:07

_Egitto – dalle Piramidi ad Alessandro Magno_ (mostra)

Per una volta siamo andati a una mostra appena aperta: ieri c’era infatti stata l’inaugurazione, e avete tempo fino a fine marzo per andare a Cremona (sito: www.cremonamostre.it).
L’esposizione è divisa in due parti, una a Palazzo Stanga e l’altra al Museo civico Ala Ponzone. Sono trecento metri scarsi di distanza, non preoccupatevi. Il materiale è raccolto da vari musei sparsi per l’Italia: si hanno circa 150 reperti, che non sono tantissimi, ma bisogna dire che l’allestimento è piuttosto interessante… perlomeno se si parla l’italiano e non si hanno problemi a salire scalinate.
Avremmo anche potuto avere un CD di un non meglio identificato cantautore in omaggio, ma li avevano già finiti tutti, quindi non posso dirvi che musica faceva :-)

Ultimo aggiornamento: 2014-09-24 16:47

_Storia di un enigma_ (libro)

La figura di Alan Turing direi faccia più parte della leggenda che della storia: la macchina di Turing, il test di Turing, il suo lavoro di decifrazione dell’Enigma tedesco… Questa sua biografia (Andrew Hodges, Storia di un enigma, Bollati Boringhieri “Gli Archi” 2003 [1983], p. 762, € 35, ISBN 88-339-1501-8, trad. David Mezzacapa) dovrebbe presentare il vero volto del logico e scienziato, ma secondo me Hodges ha esagerato, volendo portare a tutti i costi il tema dell’omosessualità di Turing anche quando francamente non si vede l’importanza. Può darsi che nel 1983, quando l’edizione originale inglese apparve, ci fosse più bisogno di una legittimazione formale; ma l’edizione italiana che appare vent’anni dopo sembra così irrimediabilmente datata, magari non per l’accettazione ma almeno per il riconoscimento dell’esistenza del mondo gay e dei suoi diritti. Paradossalmente per un non britannico risulta più interessante la descrizione del sistema delle public school, che permette anche di comprendere meglio i libri di Harry Potter. L’ultima parte del libro risulta poi tantalizzante per la descrizione degli ultimi lavori biologici di Turing, ma Hodges taglia incomprensibilmente il suo ultimo anno di vita e ci lascia all’oscuro. Visto anche il prezzo non proprio popolare, mi sarei aspettato di più.

Ultimo aggiornamento: 2004-09-15 10:45

<em>The Wee Free Men</em>

Terry Pratchett è una garanzia di prolificità. Quando gli hanno fatto notare che non poteva scrivere due storie del Discworld l’anno oltre a tutto il resto, ha formalmente acconsentito: adesso ne esce una solamente, ma poi c’è un juvenile solamente ambientato là, come questa sua nuova fatica (Terry Pratchett, The Wee Free Men, Corgi 2004, p. 320, 5£.99 ISBN 0-552-55186-4). “Wee” significa “piccoli” in quella specie di gaelico che gli gnomi protagonisti della storia usano, e che spesso dà qualche problema di comprensione a chi non è di madrelingua inglese. La storia è nei perfetti canoni di un racconto fantasy, e bisogna dire che il genio narrativo del nostro non viene quasi mai dispiegato. Se conoscete la filosofia pratchettiana sapete insomma cosa aspettarvi, nella solita piacevole confezione; altrimenti, forse è meglio iniziare con qualcos’altro.

Ultimo aggiornamento: 2004-09-13 10:47