Archivi categoria: recensioni

_L’equazione impossibile_ (libro)

[copertina] A dispetto del nome, Mario Livio di italiano ne parla ben poco, come dice lui stesso. Ma non è certo questo il problema in questa sua opera (Mario Livio, L’equazione impossibile [The Equation That Couldn’t Be Solved], Rizzoli – agosto 2005 [2005], pag. 414, € 10.20, ISBN 978-88-17-01348-2, trad. Sara Beltrame, Emanuela Cervini e Andrea Zucchetti), dove racconta… Beh, non è così facile spiegarlo. Il tema principale è la storia dell’equazione di quinto grado e della sua non-risolvibilità, facendo la storia dei vari tentativi a partire da Scipione del Ferro, Tartaglia e Cardano per giungere alla definitiva dimostrazione da parte di Abel e Galois. Le biografie di questi due geni precocemente morti sono un altro tema trattato ampiamente, così come la fisica contemporanea. Cos’hanno in comune tutte queste cose? La teoria dei gruppi in senso stretto e la simmetria in un senso più ampio. Ed è proprio la simmetria che dovrebbe essere il filo conduttore di questo libro, anche se il risultato finale secondo me lascia alquanto a desiderare visto che né l’appassionato di matematica né l’amante dei racconti ci trova chissà che cosa di nuovo. Peccato, perché l’idea non era affatto male. La traduzione è generalmente tranquilla, ma credo che ben pochi riusciranno a capire la parte sulle soluzioni putative delle equazioni, a meno che non siano già dei matematici.

Ultimo aggiornamento: 2014-11-06 19:50

_Penna, pennello e bacchetta_ (libro)

[copertina] In questo libro, che è la raccolta in forma cartacea di tre lezioni tenute all’università di Bologna (Piergiorgio Odifreddi, Penna, pennello e bacchetta, Laterza “Lezioni italiane” 2006 [2005], pag. X-194, € 7.50, ISBN 9788842079699), Piergiorgio Odifreddi ufficialmente dovrebbe raccontare quali sono “le tre invidie del matematico”, vale a dire le arti della scrittura, della pittura e della musica che dovrebbero essere appunto appannaggio della parte destra del cervello, in opposizione a quella sinistra dedicata al ragionamento logico. Inutile dire che all’atto pratico, più che dell'”invidia”, Odifreddi parla di come in realtà ci sia matematica dietro tutte queste arti. Il risultato pratico è piuttosto disuguale: le prime due sezioni sono un po’ tirate per i capelli, mentre la spiegazione di come si è evoluta la teoria matematica alla base della musica è venuta molto bene. In genere, l’arte affabulatoria del nostro si vede alla grande, e rende la lettura molto piacevole: nella foga oratoria, si è perfino dimenticato di mettere troppe delle sue usuali frecciate anticlericali (sì, qui si parlerebbe di arte e non di religione: ma si sa che questo non è mai stato un limite). Ogni tanto però si lascia trasportare un po’ troppo, come quando a pagina 75 afferma che “la successione telescopica di pentagoni e stelle… suggerisce che la diagonale e il lato del pentagono siano grandezze fra loro incommensurabili”; frase piuttosto azzardata, come si vede facendo una successione telescopica di triangoli equilateri uno dentro l’altro.

Ultimo aggiornamento: 2016-01-18 07:10

_Wikipedia – l’enciclopedia sul web_ (libro)

[copertina]Per la serie “guide pratiche per chi ha bisogno della carta”, anche Wikipedia è diventata un caso di studio. Anche se generalmente diffido dai manuali che sicuramente non possono sostituire l’esperienza diretta, devo dire che questo libro (Cristina Ortolani, Wikipedia – l’enciclopedia sul web, IALweb 2007, pag. 144, € 9.50, ISBN 978-88-89563-22-9) è scritto bene, e risulta effettivamente interessante anche per capire cosa sta dietro alla filosofia wiki in generale, e per avere un’ampia bibliografia degli “altri” siti in stile wiki (anche se manca Nonciclopedia :-) ) La parte relativa a wikipedia vera e propria è corretta, visto che è stata riguardata da qualche pazzo di wikiMedia.it (notare la M al posto della P): io c’entro poco, ho solo visticchiato qualcosa delle bozze. Insomma, può servirvi per fare bella figura alla macchinetta del caffè, e scusate se è poco!

Ultimo aggiornamento: 2017-05-18 14:51

_Zomberos_ (libro)

[copertina]Figlio del programma radiofonico cult trasmesso da Radio24, questo libro (Diego Cugia, Zomberos, Mondadori “Strade blu” 10/2006, pag. 249, € 15, ISBN 978-88-04-56052-4) raccoglie alcune degli annunci fatti dal “fu Diego Cugia”, che dopo essere stato Jack Folla in Alcatraz si è trovato ostracizzato da Radiorai, e ha così pensato di iniziare una nuova vita (si fa per dire…) come zombie. I testi contenuti nel libro risalgono a gennaio-giugno 2006, e pertanto sono un po’ datati, visto che in genere si rifacevano all’attualità; bisogna però dire che Cugia ha un modo molto personale di raccontare, ed è pertanto molto interessante rileggere le notizie con un occhio diverso. Quella che però ho trovato inutile è la sezione centrale, con una raccolta di email spedite a Cugia dagli affezionati ascoltatori del suo programma, giusto con qualche voce contraria per non far sembrare il tutto un plebiscito. Forse volevano “fare comunità”, ma un libro non è esattamente il luogo deputato!

Ultimo aggiornamento: 2015-01-16 14:35

L’Occidentale (quotidiano on line)

Ieri Ugo mi ha segnalato L’Occidentale, neonato quotidiano on line (è stato inaugurato il 20 marzo), dicendomi subito che ha “una connotazione politica poco vicina alla tua”, e chiedendomi nemmeno troppo tra le righe un giudizio.
Beh, innanzitutto non si può sbagliare sulla collocazione politica del quotidiano, visto il bannerino a Tocqueville (l’aggregatore di blog di destra) presente sulla home page.
La home page mentre sto scrivendo è particolare perché non parla di politica italiana, per la precisione del voto di ieri sul rifinanziamento della missione in Afghanistan, che è relegato nella sezione “Italia”, ma di questo parlerò in un altro post. Si trovano invece un articolo di lunedì scorso di Mario Seminerio sulla riforma delle pensioni, che condivido nella sostanza anche se non certo con il tono scritto; un’intervista sul futuro demografico dell’Europa, un pippone di Raffaele Iannuzzi (figlio di?) sulla bruciata gioventù italica, un rant fallaciano di Dimitri Buffa. Molto interessante l’articolo di apertura sull’Iraq di Filippo Cammarota, su fatti relativamente noti quello su Putin e il suo possibile cartello per il gas e sulla riunione della Lega Araba. Non linko nemmeno la notizia della fine di Life, puro riempitivo.
Notare che tutti gli articoli, in stile blog, hanno la possibilità di essere commentati (ne ho postato uno per prova), ma la cosa non sembra suscitare un interesse così grande. Infine ci sono varie sezioni (la neonata War, dove si sono assicurati la firma di Fiamma Nirenstein; Network, che non sono riuscito a comprendere; Verso l’Eliseo; Pennsylvania Avenue; La Chiesa in movimento; Tax; Astronomia, che a dispetto del nome sembra parlare di Confindustria) oltre alle pagine sui temi classici di un giornale e un “Inside Italy” scritto in inglese.
Giudizio finale? misto. Ci sono articoli interessanti e utili per vedere un punto di vista un po’ diverso dal solito, articoli da buttare via senza nemmeno aprire, e articoli da prendere un po’ con le molle. Diciamo buono per chi sta politicamente a destra, ma tanto credo che chi sta molto a sinistra non lo leggerebbe mai :-)

Ultimo aggiornamento: 2020-02-07 11:29

_Racconti matematici_ (libro)

[copertina] Non è vero che matematica e letteratura siano come cane e gatto. O magari sì, visto che ci sono esempi in cui i due animali vanno d’amore e d’accordo… Questa raccolta di racconti edita da Einaudi (Claudio Bartocci [ed.], Racconti matematici, Einaudi 2006, pag. 306, € 18, ISBN 88-06-18321-4) vuole sfatare il mito della separazione tra i due mondi presentando una serie di racconti di autori del Novecento incentrati su temi matematici. Abbiamo così il racconto che poi ispirò a Borges la sua Biblioteca di Babele, l’infinito Hotel Hilbert di Stanislaw Lem che poi Ronconi ha ripreso nel suo Infinities, Calvino che prende in giro Dumas e i suoi Dantés e Faria in un delirio multidimensionale, Heinlein con il suo racconto della casa a forma di ipercubo… Alcuni dei racconti personalmente non è che mi siano piaciuti o interessati più di tanto, ma il risultato complessivo è comunque più che buono.

Ultimo aggiornamento: 2014-11-06 19:48

1921 Classe della vittoria (libro)

[copertina]
Della seconda guerra mondiale se ne sta parlando parecchio, in questi ultimi anni: forse perché con l’inevitabile avanzare in età di chi la guerra l’ha vissuta si vuole cercare di fissare per quanto possibile le immagini e i ricordi. Questo agile libro (Neri Mietti Norega, 1921 Classe della vittoria, Edizioni Angolo Manzoni, pag. 125, € 9, ISBN 88-88838-66-X) racconta la guerra vista in prima persona da un giovane ufficiale dell’esercito italiano, che se vogliamo è stato relativamente fortunato, essendo stato in servizio sul fronte jugoslavo e non in Libia o in Russia. Non sono quindi narrate eroiche imprese: ma forse proprio per questo la lettura ti prende ancora di più, anche per lo stile assolutamente personale che giudica indubbiamente i fatti, ma non vuole dare nessun pre-giudizio. Basta vedere le ultime pagine, in cui Mietti Norega si chiede cosa avrebbe fatto se avesse dovuto scegliere tra l’adesione ai repubblichini e la fucilazione, e risponde “Forse sarei andato nella RSI”, con un’onestà che gli fa onore. Quello che forse stona un po’ sono le spiegazioni, specialmente all’inizio, sulla situazione italiana del tempo: la loro freddezza me le ha fatte sentire come qualcosa di estraneo. Ma questo non toglie nulla al valore del libro.

Ultimo aggiornamento: 2020-02-07 11:28

Cina – nascita di un impero (mostra)

Il motivo ufficiale per cui ho seguito Anna a Roma e abbiamo passato il weekend là – a parte banalità tipo festeggiare l’anniversario di matrimonio e salutare Adolfo e Diletta e tanti altri amici – è stata la visita alla mostra sulla Cina tenuta alle Scuderie del Quirinale, che non avevo mai tra l’altro visitato. Naturalmente da buoni organizzatori c’eravamo premuniti, facendo la prenotazione via internet e anche fissando l’ora di visita – le 14, che sono state da noi sforate solo di qualche minuto – il che ci ha concesso di saltare la coda in biglietteria al modico prezzo di un euro e mezzo aggiuntivo a testa. Peccato – e lo dico per chi volesse andare a vedere la mostra – che presentando un biglietto ATAC regolarmente timbrato si possa avere uno sconto di due euro e mezzo, cosa che naturalmente non viene esplicitata troppo bene nel sito, non dovesse mai capitare che qualcuno se ne accorga.
Devo dire che le scuderie sono state rimesse a posto molto bene, e la Gae Aulenti è riuscita a creare un ottimo spazio, anche se non eccessivmanente grande: in effetti, ci sono dieci sale in tutto, il che significa un percorso totale di poco più di un’ora. Bisogna però considerare che lo scalone centrale, quello che permetteva ai cavalli di salire al piano di sopra – sennò che scuderie sarebbero state? – occupa molto spazio; inoltre ci sono anche un paio di zone di sosta che permettono di riposarsi, e che sono una grande cosa. Ho invece qualche dubbio sulla scelta di lasciare le sale molto buie, anche se magari il tutto è stato fatto per evitare troppi danni; mi è sembrata incomprensibile la scelta di fare la mostra all’indietro, partendo cioè dalla dinastia Han degli ultimi secoli avanti Cristo e terminano con la Zhou di un millennio prima; ho infine molti dubbi sull’avere scelto di mettere un velo di tulle davanti alla maggior parte dei reperti, costringendo il povero visitatore ad avere una visione leggermente sfocata. Ed è un peccato, perché le opere presenti sono davvero belle. Le statue di terracotta raffiguranti gli eserciti sono di una naturalezza sconvolgente nella loro stilizzazione, il sarcofago di giada è incredibile, così come il vaso refrigerato. Ma in genere tutti i reperti sono interessanti, anche se a volte soprattutto quelli nelle teche erano un po’ dificili da vedere per la gente che si accalca davanti, appiccicata al vetro: io una volta pensavo che a una certa età si divenisse presbiti, ma a quanto pare le sore e sciure sono invece tutte molto miopi. E fortuna che la mostra non era strapiena di gente!
Come ultima segnalazione, una nota davvero positiva: noente audioguide, o se c’erano non le ho per nulla notate, ma dei libriccini a disposizione dei visitatori che spiegavano cos’erano i reperti e davano anche delle informazioni storiche sulle varie dinastie. Finalmente una mostra che ho potuto apprezzare in pieno!
(post scriptum: però la caffetteria ha ampi margini di miglioramento)

Ultimo aggiornamento: 2020-02-07 11:29