Archivi categoria: recensioni

_Another Fine Math You’ve Got Me Into…_

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Ian Stewart è uno dei pochi fortunati che hanno tenuto la rubrica dei giochi matematici sullo Scientific American. La genesi di questo libro (Ian Stewart, Another Fine Math You’ve Got Me Into…, Dover 2003 (1992), pag xi+269, $12.95, ISBN 0-486-43181-9), qui ripropostoci dai benemeriti della Dover, è strana: raccoglie infatti le rubriche “degli altri mesi”. Nell’edizione inglese dello Scientific American, infatti, la rubrica si alternava con “Scienza in casa”, ma “Pour la science”, la versione francese, preferiva pubblicarla tutti i mesi; così lui scriveva esplicitamente per loro nei mesi “dispari”. Per amor di precisione, questa è la seconda raccolta, dopo Game, Set and Math che però ho trovato meno coinvolgente. Stewart ama scrivere racconti con improbabili personaggi, tipo la famiglia di Henry Worm con la moglie Anne-Lida, la bimba Wermentrude, e l’amico Albert Wormstein; oppure il neandertaliano Pa Thuggerass che ovviamente scoprì il teorema di Pitagora con svariate decine di migliaia d’anni di anticipo. La difficoltà per noi non anglofoni è doppia, perché alla complessità dei temi si aggiunge quella di comprendere i giochi di parole; però il risultato finale, se si riesce a sopravvivere, è indubbiamente piacevole… naturalmente per chi ama la matematica :-)

Ultimo aggiornamento: 2014-11-06 19:50

_In cerca di Klingsor_ (libro)

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Sappiamo tutti che la bomba atomica l’hanno creata gli americani; molti di noi sanno anche che anche i tedeschi avevano un progetto corrispondente, che però non è mai riuscito a raggiungere lo stadio della fissione nucleare. Come mai? In questo libro (Jorge Volpi, In cerca di Klingsor [En busca de Klingsor], Mondadori 2001 [1999], pag. 478, € 8.26, ISBN 8804495634, trad. Bruno Arpaia), il messicano Jorge Volpi racconta a modo suo, in una caccia al fantomatico consigliere scientifico “Klingsor”, cosa pensavano i grandi fisici tra le due guerre, da Einstein a Bohr a Heisenberg. Già che c’era, ci ha infilato anche von Neumann e Gödel, e per non farsi mancare nulla ha anche aggiunto riferimenti al fallito attentato di Von Stauffenberg contro Hitler e condendo il tutto con una storia di spionaggio. Come romanzo storico, l’ambientazione e la presentazione dei personaggi è perfetta: eppure il libro mi ha lasciato piuttosto freddo, come se fosse più un esercizio di stile che altro. Il protagonista – un matematico – che si sdoppia, le tre parti del libro che iniziano tutte quasi fossero un saggio scientifico… il tutto resta troppo costruito, a mio parere. La traduzione è generalmente scorrevole, anche se Età Media mi suona troppo sospettosamente come Medioevo per non immaginare un lapsus.

Ultimo aggiornamento: 2017-09-10 22:19

Beffe, scienziati e stregoni

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Questa volta (Gabriele Lolli, Beffe, scienziati e stregoni, Il Mulino – Saggi 1998, pag. 199, € 14.46, ISBN 88-15-06720-5) Lolli si occupa non di logica matematica ma di filosofia della scienza; più precisamente delle teorie del ventesimo secolo su come si forma il progresso delle teorie scientifiche. I primi capitoli, che dovrebbero dare un’idea del contesto, sono ad ogni modo assolutamente incomprensibili per uno che come me arriva al massimo a ricordarsi di Platone ed Aristotele. Paradossalmente la critica puntuale risulta invece più chiara, anche se la pars construens mi pare mancare; ma non si può pretendere tutto dalla vita.

Ultimo aggiornamento: 2020-01-05 17:30

_Pitagora continua a divertirsi_ (libro)

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Il terzo libro della raccolta dei problemi delle Olimpiadi della matematica (Gilles Cohen (ed.), Pitagora continua a divertirsi, Bruno Mondadori – Container 2006 [1997], pag. 144, € 9, ISBN 88-424-9846-7, trad. a cura del Centro Pristem) è curiosamente di formato ridotto rispetto ai primi due, il che rende più difficile riporlo in libreria. I problemi sono quelli di sempre: i primi sono davvero facili, adatti per ragazzi delle medie, ma anche gli ultimi non sono davvero complicati. Purtroppo le soluzioni sono esposte in maniera disuguale, oltre ad avere qualche refuso che però non rende impossibile la comprensione. Diciamo che avrei preferito trovare più spesso ragionamenti più astratti: in fin dei conti, spesso si impara anche leggendo il percorso che porta alla soluzione.

Ultimo aggiornamento: 2019-01-25 12:04

Che cosa ha veramente detto Paolo (libro)

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Noi non ci si fa mancare nulla: nemmeno l’esegesi biblica. In questo libro (Tom Wright, Che cosa ha veramente detto Paolo [What Saint Paul Really Said], Claudiana – Piccola biblioteca teologica 1999 [1997], pag. 231, € 14.98, ISBN 8870163040, trad. Erik Noffke) l’autore, così ad occhio un teologo anglicano – ma potrei sbagliarmi – cerca di definire quale fosse davvero il pensiero di Paolo nel contesto in cui operava. Le conclusioni di Wright sono molto diverse da quello che generalmente ci si aspetterebbe. Secondo lui, Saulo non solo era un rigido ebreo osservante prima della sua conversione, ma lo sarebbe stato anche dopo; le accuse di ellenizzazione nemmeno troppo strisciante che gli vengono normalmente fatte sono erronee, con tanto di doviziose spiegazioni a partire dai testi delle sue epistole e dagli Atti degli Apostoli. Paolo prefigurerebbe la Trinità come poi definita quasi tre secoli dopo a Nicea e Costantinopoli, ma Dio resta uno; Cristo è il Re, ma è indubbiamente un figlio di Israele; e infine il linguaggio usato per spiegare queste cose ai Gentili rispecchia perfettamente quello dell’Antico Testamento. Non sono così bravo in teologia da poter dare un giudizio, anche se gli argomenti sono indubbiamente esposti bene; sono poi stato sufficientemente pigro da non avere una Bibbia sottomano per leggermi autonomamente i brani citati, accontentandomi dei riassunti fatti. In definitiva, però, una lettura molto interessante.

Ultimo aggiornamento: 2016-03-27 18:46

_Guns, Germs and Steel_

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Nella versione italiana, il sottotitolo di questo libro (Jared Diamond, Guns, Germs and Steel, Vintage 1998, pag. 480, Lst 8.99 , ISBN 0-09-930278-0) è “breve storia del mondo negli ultimi 13000 anni”. Ma nella versione originale si afferma che la storia è “of everybody“, di tutti. In effetti l’autore, che si è anche vinto il Pulitzer nel 1997 con quest’opera, riesce nell’impresa di dare una spiegazione convincente al perché sono stati gli Occidentali a conquistare gli altri continenti e non viceversa. “Armi, acciaio e malattie” sono le cause finali che hanno permesso ai pochi conquistatori europei di vincere le altre popolazioni, ma la ragione per cui non è capitato l’opposto, secondo Diamond, è il vantaggio competitivo della massa continentale eurasiatica (più il Nordafrica), che aveva meno barriere naturali, più grandi animali da addomesticare, un maggior numero di piante coltivabili e una direzione est-ovest. Questo ha permesso di avere sempre più persone che non dovevano passare tutto il loro tempo a procacciarsi il cibo, rendendo così possibili nuove innovazioni che venivano a loro volta ottenute dalle popolazioni vicine.
Se c’è un appunto da fare, è la prolissità del testo. Questo è uno dei casi in cui i “libri condensati” che un tempo Selezione dal Reader’s Digest pubblicava sarebbero stati perfetti, asciugando le ridondanze del testo.

Ultimo aggiornamento: 2016-01-13 17:37

I numeri dell’universo

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Perché i numeri “naturali” – vale a dire non quelli antropomorfi, ma quelli ricavati dalle costanti di natura – sono così enormi o minuscoli? E queste “costanti”, sono davvero costanti? Sono indipendenti tra di loro? E cosa succederebbe all’universo se i loro valori fossero diversi? A tutte queste domande cerca di dare una risposta John Barrow in questo suo saggio dal titolo purtroppo maltradotto (John D. Barrow, I numeri dell’universo [The constants of Nature, from Alpha to Omega], Mondadori – Oscar Saggi 2004 [2002], pag. 326, €8.80, ISBN 8804532483, trad. Tullio Cannillo) che così ripercorre la fisica teorica del ventesimo secolo, fino ad un accento della teoria delle superstringhe, dove veniamo a scoprire che il nostro universo potrebbe avere tutta una serie di dimensioni spaziali “impacchettate”. La prosa di Barrow è davvero accattivante e ben tradotta, e permette al lettore di farsi un’idea davvero chiara di quale sia il significato intrinseco delle varie teorie scientifiche, e di perché il principio antropico (il fatto cioè che viviamo in un universo perfettamente adatto alla vita) non sia necessariamente una stranezza. Mi resta però qualche dubbio su tutte le citazioni alle precedenti opere di Barrow, quasi come se volesse dire che non sta bene leggere questo suo libro senza sapere tutto il resto…

Ultimo aggiornamento: 2019-12-20 13:00

_Morte accidentale di un anarchico_ (teatro)

Lo ammetto. Non lo avevo mai visto prima. Devo dire però che scegliere di andare a teatro la sera di San Silvestro non mi è sembrata una grande idea, considerato il markup sul biglietto (35 euro invece che 19 – e tenete conto che era tutto finito alle 22:45). C’è ancora tempo fino a domenica 8 a prezzo normale…
Ciò detto, passiamo all’opera vera e propria. La scelta, non so se originaria di Fo oppure di Ferdinando Bruni che cura la regia oltre che fare il Matto, è stata di rendere la storia come un classico esempio di Commedia dell’Arte. In pratica, i vari personaggi sono delle maschere dialettali. Il questore, probabilmente per la ciccia che fa ricordare Balanzone, parla in bolognese; il commissario Sportivo, con la sua dolcevita nera e i finti bicipiti, ha un marcato accento siciliano (presumo che farlo parlare in “calabrese” fosse un po’ esagerato…) Bertozzo è ligure, la giornalista (immagino la Cederna) napoletana e l’agente ha il doppio ruolo di pugliese e veneto. Bruni continua a cambiare registro linguistico e caratteriale, come del resto necessario per il suo lavoro, ed è davvero bravo.
È vero che, come del resto disse anche Fo, lo spettacolo è costruito direttamente sui verbali, senza aggiungere nulla; bisogna però dire che forse occorrerebbe qualche spiegazione in più, se si vuole continuare ad averlo come testimonianza e non come semplice farsa (il vescovo che parla in “tetesco bafarese”, l’originale nome del sedicente psichiatra Antonio Rabbi che è stato trasformato in Rogerio Maria Rabbi…) Insomma, chi non sa di cosa si parla o lo sa a malapena rimane a mio parere spiazzato.

Ultimo aggiornamento: 2019-12-20 13:00