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Cina – nascita di un impero (mostra)

Il motivo ufficiale per cui ho seguito Anna a Roma e abbiamo passato il weekend là – a parte banalità tipo festeggiare l’anniversario di matrimonio e salutare Adolfo e Diletta e tanti altri amici – è stata la visita alla mostra sulla Cina tenuta alle Scuderie del Quirinale, che non avevo mai tra l’altro visitato. Naturalmente da buoni organizzatori c’eravamo premuniti, facendo la prenotazione via internet e anche fissando l’ora di visita – le 14, che sono state da noi sforate solo di qualche minuto – il che ci ha concesso di saltare la coda in biglietteria al modico prezzo di un euro e mezzo aggiuntivo a testa. Peccato – e lo dico per chi volesse andare a vedere la mostra – che presentando un biglietto ATAC regolarmente timbrato si possa avere uno sconto di due euro e mezzo, cosa che naturalmente non viene esplicitata troppo bene nel sito, non dovesse mai capitare che qualcuno se ne accorga.
Devo dire che le scuderie sono state rimesse a posto molto bene, e la Gae Aulenti è riuscita a creare un ottimo spazio, anche se non eccessivmanente grande: in effetti, ci sono dieci sale in tutto, il che significa un percorso totale di poco più di un’ora. Bisogna però considerare che lo scalone centrale, quello che permetteva ai cavalli di salire al piano di sopra – sennò che scuderie sarebbero state? – occupa molto spazio; inoltre ci sono anche un paio di zone di sosta che permettono di riposarsi, e che sono una grande cosa. Ho invece qualche dubbio sulla scelta di lasciare le sale molto buie, anche se magari il tutto è stato fatto per evitare troppi danni; mi è sembrata incomprensibile la scelta di fare la mostra all’indietro, partendo cioè dalla dinastia Han degli ultimi secoli avanti Cristo e terminano con la Zhou di un millennio prima; ho infine molti dubbi sull’avere scelto di mettere un velo di tulle davanti alla maggior parte dei reperti, costringendo il povero visitatore ad avere una visione leggermente sfocata. Ed è un peccato, perché le opere presenti sono davvero belle. Le statue di terracotta raffiguranti gli eserciti sono di una naturalezza sconvolgente nella loro stilizzazione, il sarcofago di giada è incredibile, così come il vaso refrigerato. Ma in genere tutti i reperti sono interessanti, anche se a volte soprattutto quelli nelle teche erano un po’ dificili da vedere per la gente che si accalca davanti, appiccicata al vetro: io una volta pensavo che a una certa età si divenisse presbiti, ma a quanto pare le sore e sciure sono invece tutte molto miopi. E fortuna che la mostra non era strapiena di gente!
Come ultima segnalazione, una nota davvero positiva: noente audioguide, o se c’erano non le ho per nulla notate, ma dei libriccini a disposizione dei visitatori che spiegavano cos’erano i reperti e davano anche delle informazioni storiche sulle varie dinastie. Finalmente una mostra che ho potuto apprezzare in pieno!
(post scriptum: però la caffetteria ha ampi margini di miglioramento)

Ultimo aggiornamento: 2020-02-07 11:29

La matematica della Costituzione (conferenza)

Vabbè, ogni tanto mi prendo il diritto di fare una pazzia. Dopo avere parlato male del MateSpeedDate, sono stato invitato a Palazzo Ducale a Genova a sentire la conferenza “La matematica della costituzione“. Mi sono detto “perché no?”, e sfidando il venerdì 13 e Trenitalia ho preso il treno e mi sono diretto nella ridente città ligure.
A parte la mia difficoltà nel riuscire a farmi stampare delle mappe per arrivare alla sede della conferenza – Alice mi disegnava il percorso senza mappa; Google taglia via i pezzi nella versione per la stampa – sono riuscito ad arrivare e a godermi buona parte dell’incontro. Fernanda Contri (ex vicepresidente della corte costituzionale) e Fioravante Patrone (ordinario della teoria dei giochi) hanno preparato un’esposizione che partendo dai primi dodici articoli della Costituzione svela le strutture matematiche implicitamente contenute. La scelta è stata interessante: invece che fermarsi ai vari numeri inevitabilmente presenti nel testo, come le maggioranze necessarie per promulgare vari tipi di legge oppure il numero di deputati e di senatori, i relatori hanno preferito far vedere come il linguaggio terso della Carta non solo presenta analogie con quello della matematica, ma può anche essere un utile spunto per scoprire le strutture matematiche esistenti. Assicuro che vedere l’articolo 7 (separazione di Stato e Chiesa) con la lente “questo è il primo articolo in cui si afferma che esiste qualcosa oltre alla Repubblica, e quindi modifica la percezione dell’universo trattato” è sconcertante ma piacevole, così come l’excursus all’articolo 10, quello sull’accettazione dei trattati costituzionali. In questo caso, le parole “generalmente accettate” ha portato a spiegare come per arrivare al massimo assoluto di una funzione per approssimazioni successive ogni tanto bisogni anche “ammettere qualche sbaglio”, cioè non cercare di massimizzare ad ogni momento il valore trovato.
Punti divertenti sono stati il far notare come in un certo senso la Costituzione è circolare, visto che l’ultimo articolo riprende a parlare della forma repubblicana; e l’equivalente letterario della cartina muta dove si vede un articolo “obeso” con uno dei suoi commi lungo più di vari altri articoli. L’articolo in questione è il 111, per la cronaca, relativo al “giusto processo”… e modificato nel 1999, giusto per capire la differenza tra i Padri Costituenti e i legislatori attuali. Tra l’altro, a questo proposito si è anche parlato dei concetti di rigidità (la Costituzione è meno modificabile delle altre leggi) e di gerarchia (le leggi costituzionali sono più “importanti” di quelle ordinarie). Diciamo che avrei preferito un approccio più aggressivo a favore della matematica, con un po’ di disegnini che spiegassero anche visivamente i concetti esposti: altrimenti si corre il rischio che la Costituzione venga meglio compresa, il che comunque non è mai male, ma la matematica no.
Un appunto personale: quello che mi ha fatto arrabbiare è che non sono riuscito a spostare la prenotazione del treno e quindi mi sono dovuto scapicollare via prima della fine della conferenza per riuscire a prendere il treno del ritorno; treno che è arrivato perfettamente in orario, ma è partito con un quarto d’ora di ritardo. Ad averlo saputo… :-(

Ultimo aggiornamento: 2020-02-07 11:32

Enigmi e giochi matematici (libro)

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Quest’anno alla Fiera del Libro di Torino non ho fatto acquisti, se non questo libro (Lewis Carroll [a cura di John Fisher], Enigmi e giochi matematici [The Magic of Lewis Carroll], Ritmi 40 – Theoria 20004 [1973], pag. 308, € 9.30, ISBN 88-489-0014-3, trad. Emanuela Turchetti) in offerta a 5 euro. Beh, sono stati cinque euro sprecati. Il problema non è affatto il titolo fuorviante – “matemagica” sarebbe stato meglio ma non si può pretendere troppo dalla vita. Il progetto non era nemmeno male, visto che John Fisher aveva raccolto tutti i trucchi di magia e i giochi di parole e altro che si trovano nelle opere del nostro; probabilmente l’edizione originale potrebbe essere interessante. Peccato che nella versione italiana sia ben difficile accorgersene. Le figure sembrano arrivare da una fotocopiatrice maltenuta, e sono spesso irriconoscibili; la traduzione ogni tanto parte per la tangente, dimenticandosi di spiegare ad esempio perché mai un falegname dovrebbe avere tante “unghie” (nails in inglese significa sia unghie che chiodi). Ma ho la prova che nessuno non solo non ha letto le bozze, ma non le ha nemmeno scorse: in tre punti il libro contiene il testo di un messaggio di errore di formattazione, scritto tra l’altro in neretto e quindi immediatamente visibile. Per fortuna il libro dovrebbe essere fuori commercio, quindi rischiate poco!

Ultimo aggiornamento: 2021-10-08 18:03

Occidente (libro)

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Cosa ci fanno in Vietnam, insieme agli americani, delle truppe italiane fasciste? In questa ucronia (Mario Farneti, Occidente, Tea – Storia alternativa 20062 (2001), pag. 318, € 8, ISBN 88-502-7705-1) Farneti immagina il 1972 di un mondo dove Mussolini non partecipò alla Seconda Guerra mondiale, terminata nel 1944 col riuscito attentato a Hitler, ma alla Terza, come alleati degli USA contro l’Unione Sovietica che fu sconfitta. Il Duce è novantenne ma ancora arzillo, anche se ha lasciato la guida del governo a Galeazzo Ciano; Umberto II ha abdicato dopo la morte del figlio Vittorio Emanuele in una battuta di caccia in Corsica, e ora regna l’immaginario secondogenito Carlo Alberto II; troviamo Montanelli capo dell’EIAR, Fanfani, Scelba e Spadolini come ministri, il “fascista rosso” Renato Curcio e il dissidente Pannella. Andreotti non poteva mancare, solo che è cardinale. Il libro, primo di una trilogia, si dipana tra i culti romani redivivi e la fantascienza con il metallo Paulinium 232 ed è anche avvincente. Peccato per la prosa che è leziosa come non mai: non tanto nei fascistissimi dialoghi, che di per sé sono naturali – tra l’altro, il libro parte da un punto di vista fascista, per la gioia di Gianfranco de Turris che ne la postfazione – quanto per le descrizioni di cosa pensano i personaggi: diciamo che fanno più che altro ricordare lo stile fotoromanzo. Se si pensa che quella che ho letto è un’edizione rivista e ampliata per meglio inserirsi nella trilogia, viene da lasciarsi cadere le braccia.

Ultimo aggiornamento: 2021-04-09 10:03

_Tangerine_ (libro)

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Bradbury è generalmente noto come autore di fantascienza, si pensi alle Cronache marziane oppure a Fahrenheit 451. Ma la definizione è riduttiva: non tanto perché la SF sia un genere di serie B, ma perché la sua vena lirica spazia anche su tanti altri argomenti. In questa sua raccolta di racconti (Ray Bradbury, Tangerine [One More for the Road], Mondadori – Piccola Biblioteca Oscar 453 – 2006 [2002], pag. 262, € 8.40, ISBN 88-04-55157-7, trad. Silvia Rota Sperti) ci sono alcuni temi che ricorrono spesso: l’io narrante scrittore, il ritorno al passato, un certo malinconico crepuscolo. Non aspettatevi storie con un climax: Bradbury tende a fare più che altro degli spaccati di vita, con quella sua prosa che confesso a tratti non riuscire a capire – mi sono fidato della traduttrice. Segnalo in particolare “Trapianti di cuore”, una di quelle storie che sai esattamente come va a finire ma non puoi fare a meno di sentirtela dentro, e “One-Woman Show”, un altro modo di vedere come la vita sul palcoscenico si mangi quella reale.

Ultimo aggiornamento: 2019-06-05 17:07

_Another Fine Math You’ve Got Me Into…_

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Ian Stewart è uno dei pochi fortunati che hanno tenuto la rubrica dei giochi matematici sullo Scientific American. La genesi di questo libro (Ian Stewart, Another Fine Math You’ve Got Me Into…, Dover 2003 (1992), pag xi+269, $12.95, ISBN 0-486-43181-9), qui ripropostoci dai benemeriti della Dover, è strana: raccoglie infatti le rubriche “degli altri mesi”. Nell’edizione inglese dello Scientific American, infatti, la rubrica si alternava con “Scienza in casa”, ma “Pour la science”, la versione francese, preferiva pubblicarla tutti i mesi; così lui scriveva esplicitamente per loro nei mesi “dispari”. Per amor di precisione, questa è la seconda raccolta, dopo Game, Set and Math che però ho trovato meno coinvolgente. Stewart ama scrivere racconti con improbabili personaggi, tipo la famiglia di Henry Worm con la moglie Anne-Lida, la bimba Wermentrude, e l’amico Albert Wormstein; oppure il neandertaliano Pa Thuggerass che ovviamente scoprì il teorema di Pitagora con svariate decine di migliaia d’anni di anticipo. La difficoltà per noi non anglofoni è doppia, perché alla complessità dei temi si aggiunge quella di comprendere i giochi di parole; però il risultato finale, se si riesce a sopravvivere, è indubbiamente piacevole… naturalmente per chi ama la matematica :-)

Ultimo aggiornamento: 2014-11-06 19:50

_In cerca di Klingsor_ (libro)

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Sappiamo tutti che la bomba atomica l’hanno creata gli americani; molti di noi sanno anche che anche i tedeschi avevano un progetto corrispondente, che però non è mai riuscito a raggiungere lo stadio della fissione nucleare. Come mai? In questo libro (Jorge Volpi, In cerca di Klingsor [En busca de Klingsor], Mondadori 2001 [1999], pag. 478, € 8.26, ISBN 8804495634, trad. Bruno Arpaia), il messicano Jorge Volpi racconta a modo suo, in una caccia al fantomatico consigliere scientifico “Klingsor”, cosa pensavano i grandi fisici tra le due guerre, da Einstein a Bohr a Heisenberg. Già che c’era, ci ha infilato anche von Neumann e Gödel, e per non farsi mancare nulla ha anche aggiunto riferimenti al fallito attentato di Von Stauffenberg contro Hitler e condendo il tutto con una storia di spionaggio. Come romanzo storico, l’ambientazione e la presentazione dei personaggi è perfetta: eppure il libro mi ha lasciato piuttosto freddo, come se fosse più un esercizio di stile che altro. Il protagonista – un matematico – che si sdoppia, le tre parti del libro che iniziano tutte quasi fossero un saggio scientifico… il tutto resta troppo costruito, a mio parere. La traduzione è generalmente scorrevole, anche se Età Media mi suona troppo sospettosamente come Medioevo per non immaginare un lapsus.

Ultimo aggiornamento: 2017-09-10 22:19

Beffe, scienziati e stregoni

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Questa volta (Gabriele Lolli, Beffe, scienziati e stregoni, Il Mulino – Saggi 1998, pag. 199, € 14.46, ISBN 88-15-06720-5) Lolli si occupa non di logica matematica ma di filosofia della scienza; più precisamente delle teorie del ventesimo secolo su come si forma il progresso delle teorie scientifiche. I primi capitoli, che dovrebbero dare un’idea del contesto, sono ad ogni modo assolutamente incomprensibili per uno che come me arriva al massimo a ricordarsi di Platone ed Aristotele. Paradossalmente la critica puntuale risulta invece più chiara, anche se la pars construens mi pare mancare; ma non si può pretendere tutto dalla vita.

Ultimo aggiornamento: 2020-01-05 17:30