Archivi categoria: recensioni

_Vita di un creativo_ (libro)

[copertina]Lele Panzeri è un creativo, e ha deciso di scrivere la sua biografia (Lele Panzeri, Vita di un creativo, Lupetti 2006, pag. 519, € 19.50, ISBN 9788883911835).
Il libro non è una biografia come uno si potrebbe aspettare, visto il titolo.
Ci sono i racconti della sua infanzia e dei suoi amori, ma non fanno una biografia.
Ci sono i racconti dei vari lavori che ha fatto nel campo della pubblicità, ma non è nemmeno un manuale su come funzionano le agenzie creative o sulle campagne pubblicitarie.
Ci sono battute sparse a piene mani, ma non è un libro umoristico.
Ci sono tante frasi messe là, alcune lunghe e altre brevi, tutte belle in fila come in questa recensione. Però la recensione non è divertente, ma il libro sì, soprattutto se preso a piccole dosi.
Ma in effetti il creativo è lui, mica io.
E direi che è una fortuna.

Ultimo aggiornamento: 2018-02-25 18:24

Across the Universe (film)

locandinaSpesso si sente dire che i Beatles sono stati la colonna sonora degli anni sessanta. Beh, Julie Taymor ha preso la cosa alla lettera, e ha fatto un film (vedi anche la scheda su IMDB) dove la colonna sonora è formata solo e unicamente da brani dei quattro scarafaggi: trentatré, compresa Flying, in modo che anche Ringo fosse rappresentato. In pratica ha preso le canzoni e ci ha costruito sopra il film come un vestito; si parte dai nomi dei personaggi (Jude, Max che sta per Maxwell, Lucy, Prudence, Sadie…) e si continua con immagini che sicuramente riportano il ricordo dei Quattro: dal bus del Magica Mystery Tour ai Biechi Blu che stanno con Mr. Kite, dal logo della Apple al concerto sul tetto. Il tutto con la presenza di personaggi che sono evidenti omaggi a Janis Joplin e Jimi Hendrix, e con la presenza reale in un cameo di Joe Cocker, Bono e Selma Hayek. Quando dico “costruito sopra”, però, intendo che quando gli attori cantano – dal vivo – i brani, molte scene sono ballate perfettamente a tempo con le parole, con un effetto assolutamente adorabile. La storia raccontata nel film, bisogna ammetterlo, è un po’ debole e ha un po’ di buchi logici, ma io ho praticato senza problemi la suspension of disbelief, e direi che anche il folto pubblico che riempiva l’Arcobaleno la sera di san Silvestro.
Mi resta solo una curiosità: il negozio Psychedelikatessen che si vede in una scena a me fa venire in mente una canzone dei Rutles. Un riferimento doppio carpiato oppure il negozio esisteva davvero negli anni ’60?

Ultimo aggiornamento: 2008-01-05 17:42

_Minima Pedalia_ (libro)

[copertina] È possibile vivere senza usare la macchina? Emilio Rigatti, professore friulano di scuola media e ciclista amico di Altan e Rumiz, ha deciso di sì. Questo libro (Emilio Rigatti, Minima Pedalia, Ediciclo – la biblioteca del ciclista 2004, pag. 254, € 13, ISBN 978-88-88829-02-9) è il resoconto dell’anno scolastico 2002-03, con due libri-nel-libro: la gita pasquale tra Croazia e Slovenia (con la scusa di andare da un dentista fiumano), e la gita scolastica con la sua classe… il tutto fatto in bicicletta e al limite in treno, dopo aver venduto la propria auto. (ma tenendo quella della moglie, non è esattamente un talebano e nell’introduzione spiega che ad esempio per recuperare le damigiane di pinot bianco la bicicletta non è il mezzo più adatto. Se state cercando un libro su come fare il ciclista urbano, avete sbagliato testo: nella bassa friulana c’è ancora una quantità di stradine secondarie che vengono utilizzate amabilmente. Al più potrà esservi utile la sezione finale, con i consigli di vestiario e simili per chi vuole provare l’ebbrezza della bici come mezzo di trasporto. Forse, più che un diario, il libro dovrebbe essere letto come romanzo: va bene che Rigatti insegna lettere, però il testo è spesso troppo barocco, con una sfilza di immagini ed aggettivi che alla lunga risultano almeno a me stucchevoli. Non credo insomma che sarà riuscito ad acquistare nuovi adepti :-)

Ultimo aggiornamento: 2018-02-25 18:00

Filosofia della matematica (libro)

[copertina] La filosofia della matematica è un campo molto infido. Il problema è che spesso i filosofi non sanno di matematica e quindi scrivono cose che vanno per conto loro, e i matematici non sanno nulla di filosofia né vogliono saperne: così quando parlano di filosofia fanno degli strafalcioni incredibili. In questo libro (Gabriele Lolli, Filosofia della matematica, Il Mulino – Saggi 2002, pag. 264, € 19, ISBN 9788815085108) Lolli si propone di dare un resoconto delle principali filosofie della matematica del ventesimo secolo, facendomi scoprire che ce ne sono davvero tante! Per quello che ho capito, abbiamo il nominalismo (non esistono entità astratte, nemmeno in matematica); il realismo (l’opposto: gli enti idealizzati sono idee innate, indipendenti dall’esperienza), e la sua sua variante platonismo (non sono idee, ma esistono davvero); la fenomenologia (quello che riusciamo a fare è categorizzare quello che troviamo con l’esperienza); il naturalismo (la metodologia matematica deve essere valutata dalla matematica, non dalla filosofia o altro); il logicismo (le verità matematiche sono oggettive perché le entità matematiche sono logicamente definite); il formalismo (la matematica è solo un gioco fatto con simboli e formule senza significato); il costruttivismo (la vera matematica è solo quella costruttiva, i teoremi di esistenza non valgono); strutturalismo e deduttivismo (la matematica sono rispettivamente le strutture o i teoremi); fallibilismo ed empirismo (basta con le dimostrazioni, la matematica si fa dal basso!). Come di solito fanno i filosofi, tutte queste correnti, tranne forse il costruttivismo, sono sbertucciate da Lolli; il tutto purtroppo in maniera un po’ troppo complicata per un poveretto come me che di filosofia è sempre stato un asino. Almeno mi sono divertito a leggere le battute che il nostro semina qua e là con aria assolutamente serafica, tipo il fatto che il platonismo è un realismo ontologico matematico che i suoi sostenitori dicono essere la posizione preferita dalla maggioranza dei matematici contemporanei ;-)

Ultimo aggiornamento: 2020-01-05 17:25

_Il linguaggio della matematica_ (libro)

[copertina] Divulgare la matematica non è affatto semplice. Il problema è trovare il giusto equilibrio tra la complessità intrinseca dei temi trattati, che richiedono tutto un armamentario di notazioni e tecnicalità anche solo per essere comprese, e la famosa massima “ogni formula matematica in un libro ne dimezza le vendite”. Devlin c’è riuscito in questo libro? (Keith Devlin, Il linguaggio della matematica [The Language of Mathematics], Bollati Boringhieri – Saggi Scienze 2002 [1998], pag. 398, € 35, ISBN 978-88-339-1420-6, trad. Laura Servidei) Non troppo, direi. Non so se il guaio sia dovuto al fatto che il libro è la revisione “per non scientificamente alfabetizzati” di un volume uscito per la collana legata a Scientific American; sicuramente il problema non è nella traduzione che è buona, anche se nelle bozze sono sfuggiti un paio di errori. Però mentre ci sono capitoli oggettivamente venuti fuori molto bene, quello sulla logica e soprattutto quello sulla probabilità, la parte sui gruppi e sulla topologia sono poco comprensibili se non si sa già di che si parla… il che è ancora peggio, perché la posizione filosofica di Devlin è che la matematica è lo studio delle strutture, e quei due capitoli dovrebbero esserne la quintessenza. Diciamo ad esempio che io avrei evitato di “spiegare” la dimostrazione dell’ultimo teorema di Fermat, perché tanto non aggiunge nulla a quella che oggi definiscono pomposamente “l’esperienza matematica”… E comunque alla fine, con la metrica di Minkovskij, le formule le ha messe :-)

Ultimo aggiornamento: 2014-12-15 22:24

_L’uomo che sapeva contare_ (libro)

[copertina] Il sottotitolo di questo libro (Malba Tahan, L’uomo che sapeva contare [O homem que calculava], Salani settembre 1996 [1990], pag. 190, € 13, ISBN 9788877824813, trad. Lucio Zannini), “una raccolta di avventure matematiche”, è un po’ fuorviante. In realtà ci troviamo di fronte a una serie di problemi matematici sotto forma di racconti, un po’ come Le Mille e una Notte: il tutto viene ambientato a Baghdad nel periodo del Califfato. Beremiz Samir, l’Uomo che Sapeva Contare, è in primo luogo un buon musulmano, ma anche una persona che ama i numeri sotto tutte le sue forme. I problemi che dovrà via via risolvere sono tutti piuttosto noti, ma devo dire che il modo in cui l’autore li ha proposti dovrebbe renderli accattivanti anche per chi non apprezza la matematica, e che forse potrà capire, nonostante quanto Tahan stesso scrive, che è sì vero che per il matematico “la ricerca della verità non ha fini pratici”, ma dalla vita pratica si arriva comunque spesso alla matematica.

Ultimo aggiornamento: 2015-12-15 10:39

_L’equazione impossibile_ (libro)

[copertina] A dispetto del nome, Mario Livio di italiano ne parla ben poco, come dice lui stesso. Ma non è certo questo il problema in questa sua opera (Mario Livio, L’equazione impossibile [The Equation That Couldn’t Be Solved], Rizzoli – agosto 2005 [2005], pag. 414, € 10.20, ISBN 978-88-17-01348-2, trad. Sara Beltrame, Emanuela Cervini e Andrea Zucchetti), dove racconta… Beh, non è così facile spiegarlo. Il tema principale è la storia dell’equazione di quinto grado e della sua non-risolvibilità, facendo la storia dei vari tentativi a partire da Scipione del Ferro, Tartaglia e Cardano per giungere alla definitiva dimostrazione da parte di Abel e Galois. Le biografie di questi due geni precocemente morti sono un altro tema trattato ampiamente, così come la fisica contemporanea. Cos’hanno in comune tutte queste cose? La teoria dei gruppi in senso stretto e la simmetria in un senso più ampio. Ed è proprio la simmetria che dovrebbe essere il filo conduttore di questo libro, anche se il risultato finale secondo me lascia alquanto a desiderare visto che né l’appassionato di matematica né l’amante dei racconti ci trova chissà che cosa di nuovo. Peccato, perché l’idea non era affatto male. La traduzione è generalmente tranquilla, ma credo che ben pochi riusciranno a capire la parte sulle soluzioni putative delle equazioni, a meno che non siano già dei matematici.

Ultimo aggiornamento: 2014-11-06 19:50

_Penna, pennello e bacchetta_ (libro)

[copertina] In questo libro, che è la raccolta in forma cartacea di tre lezioni tenute all’università di Bologna (Piergiorgio Odifreddi, Penna, pennello e bacchetta, Laterza “Lezioni italiane” 2006 [2005], pag. X-194, € 7.50, ISBN 9788842079699), Piergiorgio Odifreddi ufficialmente dovrebbe raccontare quali sono “le tre invidie del matematico”, vale a dire le arti della scrittura, della pittura e della musica che dovrebbero essere appunto appannaggio della parte destra del cervello, in opposizione a quella sinistra dedicata al ragionamento logico. Inutile dire che all’atto pratico, più che dell'”invidia”, Odifreddi parla di come in realtà ci sia matematica dietro tutte queste arti. Il risultato pratico è piuttosto disuguale: le prime due sezioni sono un po’ tirate per i capelli, mentre la spiegazione di come si è evoluta la teoria matematica alla base della musica è venuta molto bene. In genere, l’arte affabulatoria del nostro si vede alla grande, e rende la lettura molto piacevole: nella foga oratoria, si è perfino dimenticato di mettere troppe delle sue usuali frecciate anticlericali (sì, qui si parlerebbe di arte e non di religione: ma si sa che questo non è mai stato un limite). Ogni tanto però si lascia trasportare un po’ troppo, come quando a pagina 75 afferma che “la successione telescopica di pentagoni e stelle… suggerisce che la diagonale e il lato del pentagono siano grandezze fra loro incommensurabili”; frase piuttosto azzardata, come si vede facendo una successione telescopica di triangoli equilateri uno dentro l’altro.

Ultimo aggiornamento: 2016-01-18 07:10