Archivi categoria: recensioni

Taxicab Geometry (libro)

[copertina] Il sottotitolo di questo libretto (Eugene F. Krause, Taxicab Geometry, Dover Publications 1986, pag. viii+88, $5.95 , ISBN 978-0-486-25202-5) è “An Adventure in Non-Euclidean Geometry”, ma la geometria del taxi è di tipo completamente diverso. Infatti il piano non è continuo ma discreto, come fosse un foglio di carta quadrettata; i punti sono gli incroci di righe e colonne, e ci si può muovere soltanto lungo di esse, un po’ come l’immaginario collettivo pensa succeda a Torino.
Succedono cose un po’ strane: ad esempio, un “cerchio” assomiglia a un quadrato con i vertici che indicano i quattro punti cardinali, come il segnale di diritto di precedenza, e pi greco = 4, il che semplifica sicuramente la vita per ricordarsene il valore; in compenso le altre coniche sono un po’ strane.
Il testo è sicuramente per giovani studenti: non solo è categorizzato come “Juvenile literature” ma la maggior parte del testo è composto da esercizi, dove la teoria viene per così dire “recuperata”. Un buon acquisto per chi ama divertirsi con i pensieri “cosa succederebbe se…”

Ultimo aggiornamento: 2008-12-23 07:00

_Un certo Signor G_ (teatro)

Dall’anno scorso, Milano dedica la prima metà di dicembre a ricordare Giorgio Gaber. Non so perché sia stato scelto questo periodo – morì il giorno di Capodanno – ma non importa. L’anno scorso ero andato al Piccolo a vedere la serata speciale coi biglietti offerti da Telecom; quest’anno abbiamo invece usato il nostro abbonamento e siamo andati a vedere Neri Marcorè che – per solo una settimana – portava a Milano il suo Un certo Signor G.
Beh, Marcorè non ha il naso di Gaber. Però secondo me per tutto il resto andava benissimo. Confesso che non sono mai andato a vedere gli spettacoli del Teatro-canzone, ma più o meno me li immaginavo così, un fluire tra parole e canzoni. La differenza di base è che Marcorè si fa accompagnare da due pianiste (rosse e brave), Vicky Schaetzinger e Silvia Cucchi; però il resto c’è tutto. Tra l’altro, Marcorè suona bene la chitarra, e canta imitando il tono di voce Gaber, ma non leziosamente; d’altra parte è davvero bravo come attore e tiene la scena perfettamente, non èinsomma solo televisivo. Lo spettacolo riprende brani dagli spettacoli di trentacinque anni, da Il signor G. all’ultimo Io non mi sento italiano. Non sono un gaberiano così bravo da capire se siano state fatte delle modifiche ai brani o ai monologhi, a parte l’accenno alla caduta del governo Prodi II perché avevano arrestato la moglie di un ministro; ma questo va al limite a favore della qualità dello spettacolo. I puristi potranno al più lamentarsi che verso la fine dello spettacolo (di un’ora e 40) è apparso in scena un enorme topo, senza però che si riprendesse il tema del Grigio, ma io mi accontento così.
Curiosità: in teoria alle 18 Marcorè presenava in tv “Per un pugno di libri”, e prima di fare i bis ha appunto accennato a dire “beh, riempiamo questi minuti prima della trasmissione”. Io pensavo che registrassero, ma mi dicono che invece è in diretta. D’accordo che gli studi di Corso Sempione sono dall’altra parte del parco, ma i saluti finali sono stati alle 17.50. Il buon Neri Marcorè è anche Flash?

Ultimo aggiornamento: 2018-10-25 14:39

In cerca della soluzione (libro)

[copertina] Secondo la quarta di copertina di questo libro (Mariano Mataix, In cerca della soluzione [En busca de la solución], RBA Italia 2008 [1989], pag. 190, € 9,99, trad. Paola Pettinotti) Mariano Mataix è stato uno dei più importanti divulgatori matematici spagnoli. Mah: a giudicare da questo libro lo stato della matematica divulgativa spagnola è peggiore di quella italiana. I problemi presenti, oltre che essere relativamente semplici e tendenti spesso a operazioni tipo i conti alfametici (quelli “a numero uguale corrisponde lettera uguale”), serie di proposizioni tra loro dipendenti di cui bisogna valutare verità e falsità, e problemi con tabelloni di tornei di calcio. Aggiungiamo poi il fatto che la traduzione è francamente inguardabile: a parte i refusi, ci sono proprio frasi che in italiano non hanno alcun senso, anche senza fare entrare in gioco la matematica. Insomma, una scelta da evitare.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-20 15:39

Giochi d’ingegno e divertimenti matematici (libro)

[copertina] La parte più interessante di questo libro (Jean-Pierre Alem, Giochi d’ingegno e divertimenti matematici [Jeux de l’esprit et divertissements mathématiques], RBA Italia 2008 [1981], pag. 231, € 9,99, trad. Alessandro Ravera) consiste probabilmente nelle spiegazioni generali che iniziano le varie sezioni – e nelle riproduzioni di antiche stampe. Lo stile di Alem non è esattamente di mio gradimento, e anche i problemi non hanno esattamente riscosso il mio interesse. Diciamo insomma che non prenderò il secondo suo volume nella collana e non scoprirò che cosa ha fatto Clodoveo Clou.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-19 10:01

Algebra ricreativa (libro)

[copertina] Per i russi del secolo scorso, Yakov Perelman – nessuna parentela, che io sappia, con il dimostratore della Congettura di Poincaré – è stato il divulgatore principe della matematica, anche se stranamente i suoi libri non hanno mai avuto una grande diffusione all’estero. Questo Algebra ricreativa (Yakov Perelman, Algebra ricreativa [Álgebra recreativa], RBA Italia 2008 [?], pag. 255, € 9,99, trad. Paola Pettinotti), nonostante il titolo che sembra un ossimoro, è un ottimo esempio della abilità di Perelman nello spiegare le cose. Qui non abbiamo i problemi da una parte e le soluzioni in fondo: ogni problema è sviscerato immediatamente, perché quello che è importante per Perelman è come arrivare alla soluzione, e non semplicemente trovarla; e lo fa davvero bene. La sezione di gran lunga maggiore è dedicata alle quattro operazioni e all’elevazione a potenza, ma si può trovare qualcosa anche riguardo a estrazioni di radice e logaritmi, di cui è raro trovare appunti in giro. Esistono addirittura due lunghi incisi dedicati… ai calcolatori elettronici, e qui nasce un mistero. Perelman infatti morì nel 1942: questo libro è però databile tra il1952 e il 1957, visto quale viene detto essere il maggior numero primo di Mersenne conosciuto. Il libro tra l’altro non è la traduzione dal russo, ma da una versione in lingua spagnola che è relativamente facile da trovare in formato PDF: chi la ampliò, mantenendone comunque lo stile? (Ah, con la scusa che lo spagnolo è facile da leggere ci sono molti più refusi del solito, che come sempre ho raccolto nella pagina di aNobii)

Ultimo aggiornamento: 2008-12-12 17:09

La felicità porta fortuna – Happy Go Lucky (film)

[locandina]
Sabato sera Anna mi ha fatto notare che era molto che non andavamo al cinema. Visto il mio aprioristico veto su La classe, la scelta è caduta su La felicità porta fortuna – Happy Go Lucky (qui il sito ufficiale inglese).
Mal me ne incolse. Non è che il film sia brutto: è semplicemente sconclusionato. Ci sono scene messe qua e là di cui non ho capito l’utilità, tipo l’incontro di Poppy con il libraio all’inizio o col pazzo a metà film; mi è servita più di mezz’ora per riuscire ad avere un’idea di chi fosse la protagonista e cosa facesse, e non ne sono nemmeno certo adesso; il messaggio del titolo io mica sono riuscito a trovarlo; non ci sono nemmeno battute memorabili, per cui uno dice “vabbè, mi sono divertito”. Insomma, una di quelle cose che vanno bene trasmesse in TV spezzettate dalla pubblicità, mi sa tanto… così imparo a mettere i veti.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-11 13:01

Omelette&Baguette (ristorante)

Domenica alle 13 Anna e io stavamo tornando a piedi verso casa da piazza Gramsci, e lei ha visto un posto dove la gente stava mangiando, sembrava anche con gusto; mi chiede “sai cos’è?”, e io ho risposto “il locale che ci rompe da mesi e mesi con la pubblicità su Radio Popolare… solo che ho cancellato il nome”. Beh, non è stato difficile alzare gli occhi e vedere che si chiama Omelette&Baguette (il sito sarebbe questo, ma è completamente inutile, a partire dall’indirizzo che sarà fiscalmente corretto ma in pratica è sbagliato: dovete andare in via Paolo Sarpi 62. Se volete una recensione più completa, guardate piuttosto qua).
A farla breve, siamo entrati e abbiamo mangiato. Inutile dire che è un posto da evitare se si hanno problemi di colesterolo, anche se c’è la possibilità di avere delle insalate; la cucina sembra un misto tra italiana e nordafricana (il Brick che mi sono preso io è un piatto tunisino), le porzioni generose, i prezzi onesti e l’ambiente è simpatico; persino il caffè è ottimo. Se si vuole provare l’ebbrezza del brunch domenicale (20 euro) conviene però prenotare, mi sa: il locale è su due piani, ma non è che sia così grande.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-10 07:00

L’alba della teologia musulmana (libro)

[copertina] Oggigiorno si sente parlare di imam e ulema, oppure di fatwa, abbastanza spesso, e si suppone di sapere tutto a riguardo. D’accordo, non è così, ma quella è almeno l’idea che si ha. Questo libretto (Josef Van Ess, L’alba della teologia musulmana [Prémices de la théologie musulmane], Einaudi – Piccola Biblioteca 398, 2008 [2002], pag. xxii-142, € 15, ISBN 978-88-06-18899-3, trad. Paolo Piccardo), come del resto dice il titolo stesso, non spiega in effetti direttamente questi termini, ma li contestualizza spiegando come nei primi secoli dopo l’Egira, mentre la potenza militare araba faceva conquiste su conquiste, nascesse una teologia islamica. Per chi conosce un po’ di teologia cristiana ed ebraica, le differenze che trova sono notevoli: nell’islam infatti la teologia nacque dalla giurisprudenza, e non dalla filosofia o dal misticismo come ci si sarebbe potuti aspettare. Inoltre non c’era solo la divisione attuale tra sciiti e sunniti, ma varie correnti in lotta tra di loro, nonostante ci fu almeno una scuola che disse “ogni opinione ragionevole è corretta”, tentando di riportare l’unità e facendo notare che il Corano afferma che i musulmani sono meglio dei cristiani proprio perché sono uniti. Nel testo vengono trattati alcuni dei problemi teologici fondamentali, che in un certo senso durano a tutt’oggi: le interpretazioni del Corano creato (e non eterno) e del libero arbitrio contrapposto al determinismo della volontà di Allah; la possibilità che un miscredente conoscesse Dio; la possibilità di affermare che i propri governanti non fossero veri musulmani, e quindi poter fare jihad contro di loro. Il tutto in un contesto molto tecnico, e difficile da comprendere se non si è giàesperti. Certo la supervisione di Ida Zillo-Grandi è stata utilissima per tutte le note al testo che ci permettono di avere un’idea dei personaggi e dottrine che Van Ess dà per scontate. Ma forse era meglio trovare anche qualche altro editor, perché magari è stato Van Ess stesso a scrivere a pagina 30 “Per i cristiani, Gesù è elevato al cielo direttamente dalla croce, senza morire” e – con meno probabilità – a pagina 34 “Il cristianesimo aveva risolto il problema con l’idea di reincarnazione”; però leggere queste cose non dà molta fiducia sulla qualità del resto del testo.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-10 01:00