Archivi categoria: recensioni

_Qual è il titolo di questo libro?_ (libro)

[copertina]Di nuovo una meritoria riedizione di un titolo ormai introvabile in Italia, dopo la sua pubblicazione nel 1981 (Raymond Smullyan, Qual è il titolo di questo libro? [What is the title of this book?], RBA Italia – Sfide Matematiche 3 – 2008 [1978], pag. 222, € 9.99, trad. Massimo Evangelisti). Smullyan – classe 1919, tutti longevi questi matematici/filosofi! presenta una serie di indovinelli logici sempre più complicati, partendo dai vecchi trabocchetti (“come posso ottenere trenta centesimi con due monete, di cui una non è da 20 centesimi?”) e giungendo infine a presentare una dimostrazione “logica” del teorema di incompletezza di Gödel. I suoi problemi si popolano di persone sempre più strane: si parte dall’isola dei cavalieri che dicono sempre il vero e dei furfanti che dicono sempre il falso per arrivare agli indigeni che per un tabù non possono dire sì o no nella nostra lingua, agli zombie, ai vampiri pazzi che credono di dire sempre il falso ma in realtà dicono il vero. Mettersi a risolvere d’un colpo tutti i problemi è stancante, ma non è certo lo scopo del libro, che è un testo di logica simbolica abilmente camuffato (e tradotto bene, anche se forse a volte un po’ troppo formalmente) e ben piantato nel nostro mondo. Qualche volta la deduzione che si può fare a partire dai dati è che a mentire è l’autore, non i suoi personaggi fittizi! In definitiva, un ottimo testo introduttivo alla logica.

Ultimo aggiornamento: 2016-03-31 20:13

Burn After Reading – A prova di spia (film)

[locandina]Sabato scorso, nonostante l’influenza che mi stava per arrivare, sono andato al Plinius a vedere l’ultima opera dei Fratelli Coen, Burn After Reading; insomma il film che ha messo insieme Brad Pitt e George Clooney, immagino per la gioia delle fanciulle di tutto il mondo occidentale e segnatamente di Anna e Marina che erano con me. A parte che ci ho perso una buona mezz’ora a capire che il tipo con quella brutta barba che lo faceva sembrare un mediorientale era George – ma mi è stato detto che era tutta invidia – passiamo alla trama del film. In poche parole, abbiamo come cornice una storia dove ci sono una serie di relazioni extraconiugali (tutte rigidamente eterosessuali, però!) che nemmeno Novella 2000, e dei supposti documenti segreti CIA che vengono trovati per caso e sono sfruttati dagli scalcinati Brad e Frances McDormand per farsi un po’ di soldi; lei, soprattutto, ha bisogno dei soldi per “riprogettarsi”, leggasi sottoporsi a una serie di interventi di chirurgia estetica. Il tutto con un pressapochismo totale da parte dei vari personaggi.
Ci sono dei momenti carini nel film, e la scena finale col capo della CIA è da salvarsi; però non è uno di quei capolavori che si può immaginare di tenere nella propria cineteca. Diciamo che può comunque valere la pena di andare al cinema, a meno che non amiate le scene splatter (ce n’è un paio) e cerchiate scene esplicite di sesso.
I siti ufficiali: USA, italiano.

Ultimo aggiornamento: 2008-10-09 12:06

Gli enigmi di Canterbury (libro)

[copertina] Il secondo volume della collana Sfide Matematiche (Henry Dudeney, Gli enigmi di Canterbury [The Canterbury Puzzles], RBA Italia – Sfide Matematiche 2 – 2008 [1958], pag. 234, € 9.99, trad. Angela Iorio) è “nuovo” nel senso che non era mai stato tradotto in italiano – anche se la compilazione originale è di cinquant’anni fa – per non parlare naturalmente dei problemi: il gruppo che dà il nome alla raccolta è stato inizialmente pubblicato nel 1907.
Personalmente non apprezzo molto questo tipo di problemi, che richiedono in genere molta pazienza ma poco intuito: ad esempio, un problema richiede di dividere le cifre da 0 a 9 in due gruppi, e scrivere con le cifre di ciascun gruppo un numero di due cifre e uno di tre cifre che moltiplicati per loro diano lo stesso valore, valore che deve essere il minore possibile. Inoltre spesso Dudeney dà la soluzione ma non spiega come si risolvono i problemi, probabilmente proprio perché è semplicemente una serie infinita di conti. Però ci sono alcuni problemi, quelli che “richiedono un trucco” (come il giro ferroviario dell’Inghilterra) che sono davvero piacevoli.
La traduzione ha qualche punto debole e qualche errore, che ho segnato nelle note a margine di aNobii (vedi link in cima).

Ultimo aggiornamento: 2008-10-06 10:17

Game Theory – A Very Short Introduction (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!)
Come cambiano le cose nel tempo! Quando mi capitò di vedere per la prima volta un libretto che raccontava la teoria dei giochi (una vecchissima edizione Zanichelli di fine anni ’70) il tutto era senz’ombra di dubbio matematica. Questo libretto della meritoria serie OUP “A Very Short Introduction” (Ken Binmore, Game Theory – A Very Short Introduction, Oxford University Press 2007, pag. 184, Lst 6,99, ISBN 978-0-19-921846-2) è un testo di economia, con una rapida incursione nel campo biologico. Il teorema del minimax, ai tempi al centro della trattazione, è buttato lì quasi come un inciso; gli equilibri di Nash, che allora non erano neanche trattati, sono rapidamente spiegati già nelle prime pagine, e sono visti quasi come un postulato, mentre si lavora molto sui giochi a informazione non completa, avvicinandosi spesso all’introduzione della casualità.
Una trattazione di questo tipo risulta sicuramente più appetibile per chi è allergico alla matematica, e che trova un testo abbastanza discorsivo e senza troppe formule; il rovescio della medaglia è che ho trovato piuttosto difficile seguire i vari teoremi, che sono stati dimostrati in una maniera pericolosamente simile al metodo “handwaving”, e che i vari esempi di giochi a due persone sono sì minimali e distinti, ma proprio perché minimali rimangono spesso difficili da confrontare al volo. Forse qualche esercizio svolto in più sarebbe utile per impratichirsi di più della materia; ma per essere una introduzione non si deve pretendere chissà che cosa.
Ultima nota per gli anglofobi: la traduzione italiana del libro dovrebbe uscire per Codice entro fine anno.

Ultimo aggiornamento: 2022-12-08 19:17

_Ah! Ci sono!_ (libro)

[copertina] Il primo volume della collana Sfide Matematiche (Martin Gardner, Ah! Ci sono! [aha! Gotcha.], RBA Italia – Sfide Matematiche 1 – 2008 [1975], pag. 238, € 4.99, trad. Simona Panattoni) è la riedizione dell’ormai introvabile traduzione Zanichelli del 1981 di questo libro di Martin Gardner. A differenza del volume gemello “Esperienza a-ah!” che verrà pubblicato a novembre, l’argomento principale di questo libro sono i paradossi, reali e apparenti, legati alla matematica. I pregi del testo sono gli stessi dell’edizione originale: diciamo che se uno non apprezza quel tipo di disegnini probabilmente si scoccerà presto, ma altrimenti potrà avere un’idea delle trappole della matematica senza doversi esporre a troppa matematica.
Per quanto riguarda la traduzione, si sente che è un po’ datata, ma generalmente è buona; apprezzabile il fatto che sia anche stato tradotto la figura che inizia il capitolo 2, quella con i numeri scritti “in lettere”. L’unica eccezione è il capitolo sulla probabilità, che è zeppo di errori e si direbbe quasi opera di un’altra mano. Nella pagina di aNobii relativa al libro (vedi link su) ho messo un’errata corrige.

Ultimo aggiornamento: 2014-09-09 10:50

I bottoni di Napoleone (libro)

[copertina] Una delle cause che sono state proposte per la disfatta dell’armata napoleonica in Russia dà la colpa ai bottoni delle divise, che erano di stagno. Alle basse temperature, lo stagno si polverizza letteralmente, e non è così facile fare una battaglia tenendosi su i pantaloni! L’aneddoto è probabilmente falso, ma dà comunque il titolo a questo libro (Penny Le Couteur e Jay Burreson, I bottoni di Napoleone [Napoleon’s Buttons], Longanesi, “La lente di Galileo – 37” 2006 [2003], pag. 408, € 18.60, ISBN 978-88-304-2156-1, trad. Libero Sosio), dove i due autori, chimici organici, raccontano la storia di diciassette molecole che “hanno cambiato il mondo”. Si spazia dall’aspirina agli oppiacei, dal sale all’indaco, dalla caffeina ai clorofluorocarburi. Di ciascuna di queste molecole viene fatta la storia, sia dal punto di vista tecnico – la maggior parte di queste molecole sono organiche, e quindi la loro sintesi non è sempre così facile – che da quello per così dire politico, con una serie di aneddoti come quello della cessione da parte degli olandesi dei diritti su Manhattan per mantenere il monopolio della noce moscata. In effetti bisogna dire che spesso gli autori esagerano un po’ nell’attribuire alle molecole presentate la possibile concausa degli sconvolgimenti mondiali, tipo quando affermano che il sapone abbia contribuito allo scoppiare della guerra civile inglese; però la lettura è davvero godibile, e permette anche di avere un’idea di cosa sia effettivamente la chimica, diversamente da quanto ad esempio insegnarono a me al liceo. Ottima traduzione, ma con Libero Sosio non mi sarei aspettato nulla di meno.

Ultimo aggiornamento: 2008-09-29 11:04

_L’inizio di tutte le cose_ (libro)

[copertina] Sono sicuro che qualcuno si lamenterà perché un teologo ha deciso di scrivere un libro dove si parla di scienza. Non credo che questi qualcuno si siano lamentati degli scienziati come Fritjof Capra che hanno scritto libri “teologici”, ma poco mi importa: preferisco per quanto possibile partire senza pre-giudizi. E in effetti questo libro di Küng (Hans Küng, L’inizio di tutte le cose [Der Anfang aller Dinge: Naturwissenschaft und Religion], Rizzoli 2006 [2005], pag. 263, € 18, ISBN 9788817012737, trad. Valentina Rossi), che racconta dell’inizio dell’universo, con una postilla sulla sua fine, merita la lettura. Innanzitutto Küng ha una prosa molto chiara e nemmeno troppo arzigogolata, anche se la sua formazione si sente chiaramente nello scrivere alcune parole con un trattino per farne risaltare l’etimologia e nel suddividere minuziosamente il libro in una gerarchia di sezioni e sottosezioni. Ma soprattutto, lavorando a Tubinga, ha avuto la possibilità di chiedere lumi ai suoi colleghi: e questa sinergia ha fatto sì che le parti in cui spiega il modello standard della fisica e la crisi dei fondamenti della matematica siano delle eccellenti introduzioni per chi non ha una formazione specialistica.
A parte le solite frecciate al Vaticano e al suo oscurantismo, citando ad esempio un documento di Pio XII che ancora nel 1941 ammoniva che il darwinismo non aveva nessuna prova a proprio favore, Küng non ha nessun problema ad accettare le teorie fisiche, né si mette a dire che la Bibbia “raffigura poeticamente il Big Bang”; anzi è contro questo modo di vedere le cose, perché ribadisce che il campo d’azione della filosofia e della teologia è separato e complementare a quello delle “scienze dure”. Trovo assolutamente corretto il suo affermare che, proprio per la natura stessa del metodo scientifico, questo non può applicarsi alla metafisica e chiedersi ad esempio “che cosa c’è prima del Big Bang”; sulla sua proposta di un percorso collaborativo tra i due campi scientifico e filosofico resto perplesso, anche perché non sono riuscito a comprenderla esattamente. In definitiva, però, un libro che ci permette di vedere le cose in maniera un po’ diversa dal solito, e ci costringe a mettere in azione il nostro cervello. Un plauso infine a Valentina Rossi e alla sua ottima traduzione, compresa di apparato di note.
Una chicca finale: da buon teologo, Küng riformula il teorema di incompletezza di Gödel dicendo che nessun sistema finito di assiomi può essere completo…

Ultimo aggiornamento: 2016-03-31 20:13

Sfide Matematiche

Sabato mattina, mentre ero a Usseglio, ho scoperto che era appena uscito Ah! Ci sono! di Martin Gardner, primo volume della collana Sfide Matematiche” di RBA Italia. Ho deciso che 5 euro per l’uscita iniziale non era poi una grande spesa, e me lo sono preso.
Per la cronaca, il libro e la prima metà di questo, ed è una ristampa anastatica dell'(introvabile) edizione Zanichelli che era uscita a suo tempo. Mi ha stupito il fatto che il libro fosse stato stampato in Spagna, poi ho scoperto che RBA è un gruppo spagnolo e il tutto ha iniziato ad avere un po’ più senso.
Potete vedere il piano dell’opera qua. Quaranta volumi a dieci euro l’uno, col trucco di dividerne alcuni in più parti ma anche alcune chicche, come le Ricreazioni Matematiche di Lucas (è roba di fine ‘800, vi avviso subito) e la Matematica Ricreativa di Perelman che non credo fosse mai stata tradotta in italiano.
Mi stupisce la logica di far pagare i libri in abbonamento esattamente come in edicola: dal mio punto di vista, a questo punto mi conviene di gran lunga prendere solamente i testi che non ho, oppure che ho in inglese. Contenti loro…
Dopo averne sparlato per un po’, devo però fare i complimenti a quelli della RBA, che finalmente daranno la possibilità a chi non si trova a suo agio con l’inglese di poter leggere alcuni testi introvabili. Iniziativa meritoria, insomma!
Aggiornamento: (16 settembre) considerando quante ricerche stanno terminando qua, mi sa che gli amici della RBA hanno dei problemi di comunicazione!

Ultimo aggiornamento: 2008-09-15 09:04