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Sulla strada ancora (teatro)

I biglietti per andare a vedere ieri Paolo Rossi al Piccolo li avevamo presi il 22 settembre, giusto per dire. D’altra parte, la scelta di fare lo spettacolo alla Scatola Magica dello Strehler (99 posti) significa avere davvero pochi posti a disposizione: e in effetti arrivare ieri sera allo Strehler e trovare il piazzale vuoto è stato un po’ straniante. Poi naturalmente non abbiamo pensato che i posti non erano numerati, e così siamo finiti in ultima fila: amen, tanto la distanza dal palco non era certo tanta.
Non crediate a quello che scrive il Piccolo. La mia impressione è stata che questo spettacolo sia esattamente quello che dice il titolo: Paolo Rossi che cerca appunto di rimettersi sulla strada e ricominciare a lavorare, scegliendo di parlare di cosa gli è successo (ricovero in clinica per disintossicazione etilista). La vicinanza tra palco e spettatori serve per ritrovare il contatto col pubblico, che è la cosa che serve di più a chi fa teatro, come ho sperimentato anch’io molto in piccolo. Il testo è composto da una parte di confessione e un’altra che è praticamente avanspettacolo: molte delle battute che ha fatto sono vecchie e stranote, ma in realtà quello che conta è l’affabulazione, non tanto l’effetto finale. Anche il trucco da Ubu Re (o se preferite da clown o da Joker, come ha detto Anna) è un modo per ritornare alle radici del teatro, anche se Paolo Rossi ribadisce che secondo la sua visione personaggio, attore e persona devono essere tutti presenti in scena.
Attenzione: non sto affatto dicendo che lo spettacolo sia brutto: anzi, è stata un’ora e mezzo molto piacevole. Però forse non è quello che lo spettatore si aspettava da lui.

Ultimo aggiornamento: 2009-02-09 10:18

_Sillabari_ (teatro)

Sabato sera Anna e io siamo stati al Carcano, a vedere l’ultimo spettacolo di Paolo Poli, Sillabari. Checché ne dica Repubblica, non è che il teatro fosse così pieno: almeno su in balconata c’era più di metà dei posti liberi. D’altra parte, gli spettacoli di Paolo Poli hanno un format ormai stabilizzato, e non è che uno si aspetti nulla di diverso: dalle scenografie di Luzzati, ai boys (Alfonso De Filippis, Luca Altavilla, Alberto Gamberini, Giovanni Siniscalco) che, vista la non più giovane età del nostro, hanno ormai un loro spazio abbastanza importante. Insomma, ci si va se si ama quello stile.
Devo però dire che Sei brillanti mi era piaciuto molto di più. Il problema credo sia nel manico, e cioè nel testo di Goffredo Parise da cui è stato tratto lo spettacolo. Sillabari è sì un libro composto di vari racconti e quindi perfettamente adatto per uno spettacolo formato da una serie di sketch. Però è tutto meno che un libro allegro, il che non va bene per quello che è definito come “spettacolo comico”. A parte il primo tempo dove la maggior parte dei racconti è ambientata durante la seconda guerra mondiale, in genere la scena finiva con gli attori che recitavano l’ultima battuta mentre stavano uscendo, e sembrava di essere arrivati a un anticlimax.
Sulla compagnia niente da lamentarsi, come al solito: Poli è incespicato un paio di volte su una battuta, riprendendosi in maniera eccezionale (la prima era in un pezzo quasi a filastrocca, quindi con la musica ritmata dietro, e garantisco che in questi casi non è facile far finta di nulla). Per quanto riguarda i costumi, Anna ha detto che l’ultima mise di Poli (una vestaglia stile pipistrello) a suo parere è stata apprezzata da praticamente tutte le donne a teatro! (noticina a latere: stavolta Poli ha recitato meno en travesti del solito, c’erano varie scene in cui non era in sottana da donna o monsignore…)

Ultimo aggiornamento: 2016-03-27 18:45

_Il libro che la tua chiesa non ti farebbe mai leggere_ (libro)

[copertina] Non so se la mia chiesa non mi farebbe mai leggere questo libro (Tim C. Leedom e Maria Murdy (ed.), Il libro che la tua chiesa non ti farebbe mai leggere [The Book Your Church (or Synagogue, Temple, Mosque…) Doesn’t Want You to Read], Newton Compton – Controcorrente 32, luglio 20082 [2007], pag. 585, € 12.90, ISBN 978-88-541-1124-0, trad. Lucio Carbonelli e Susanna Scrivo). Io comunque l’ho letto, perché sono sempre stato allergico ai libri proibiti; però mi chiedo se davvero un approccio di questo tipo può far spostare il credo di alcune persone. Innanzitutto, nonostante questa seconda edizione sia stata ampliata “includendo tutte le religioni più importanti” in realtà si parla per almeno i tre quarti del libro di cattolicesimo e fondamentalismo cristiano USA; il libro è chiaramente pensato per l’americano medio. Ci sono alcune notizie interessanti e almeno a me ignote, tipo quella sulle missioni-lager francescane nella California del XVII secolo – la parte peggio tradotta del libro, tra l’altro; e altre notizie ben note ma che magari i più non conoscono, come le similitudini tra i detti di tante religioni che si possono vedere nel quiz in appendice. Ma buona parte dei vari saggi presenti nel libro contengono una serie di errori storici, affermazioni senza alcun fondamento e contraddizioni tra loro che si direbbe costoro vogliano creare un fondamentalismo areligioso, perché essi pensano che i seguaci del fondamentalismo cristiano siano così stupidi da potere accettare anche questo… e forse magari non hanno tutti i torti. L'”umanesimo” che dovrebbe essere il punto a cui i curatori tendono è insomma una religione ancor più confusa, mi sa. Consiglio comunque di leggere Stephan Hoeller sull’ermetismo americano, nel senso di Ermete Trismegisto, a pagina 475; e soprattutto il cristianesimo come codice segreto per indicare le conoscenze sumere delle piante magiche presentato da John Allegro a pagina 283. Almeno vi divertirete un po’. Per quanto riguarda la traduzione, faccio solo notare che “l’immacolata concezione” non c’entra nulla con la nascita di Gesù, e mi sa che non sia un errore nel testo inglese.

Ultimo aggiornamento: 2016-06-30 19:43

Meta Math! (libro)

[copertina] Gregory Chaitin si definisce un matematico quasi-empirista, filosofeggiante sulle orme di Leibnitz. Non credetegli troppo, se non per la parte filosofica. In questo libro (Gregory Chaitin, Meta Math!, Vintage Books 2005, pag. 221, $14.95, ISBN 978-1-4000-7797-7) più che di matematica si parla di metamatematica, e l’unica parte che può essere vista come empirista è data dal fatto che le dimostrazioni sono generalmente evitate, e Chaitin preferisce fare dei bei riquadroni manco avesse da fare dei lucidi. Il sottotitolo del libro, “Alla ricerca di Omega”, è dovuto al fatto che il culmine del libro è la definizione di Ω, il numero che codifica la probabilità che un programma scelto a caso e fatto girare con input casuale su un computer prefissato termini. Ω ha un valore ben preciso per ogni computer dato, ma è impossibile sapere quale, e non sappiamo nemmeno quanto possiamo approssimarlo: paradossicalmente, pur essendo perfettamente definito, è anche perfettamente casuale. L’approccio di Chaitin è non convenzionale, riprendendo molti risultati del XX secolo in chiave informatica; a parte l’astrattezza, che uno si può aspettare, non mi è piaciuto per nulla lo stile di scrittura, troppo enfatico e pieno di parole e frasi in neretto, ma soprattutto di punti esclamativi. Si vede che io sono un matematico più sobrio.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-31 07:00

Milano dall’età di Ariberto all’affermazione dei Visconti (libro)

[copertina] In uno dei miei giri alla biblioteca di zona mi sono recuperato questo vecchio libretto (Aldo Devizzi, Milano dall’età di Ariberto all’affermazione dei Visconti, Banca Popolare di Milano 1976, pag. 112, s.i.p., no ISBN), di quando la Banca Popolare di Milano probabilmente non era così grande da poter fare le vere strenne come tutte le altre banche. Il testo racconta della storia di Milano nel periodo che va più o meno dal 1000 al 1300, con il passare da un governo arcivescovile all’inzio delle signorie attraverso la fase del Comune e le lotte col Barbarossa e in genere gli imperatori tedeschi. Rispetto a quanto ricordo a stento dagli anni del liceo, l’impostazione storica mi pare molto più completa, mostrando le varie implicazioni politiche soprattutto nel potere temporale degli arcivescovi e nella lotta tra papa e imperatore, e lo spostamento delle loro scelte dall’acclamazione e/o nomina imperiale alla nomina papale, spostamento parallelo a uno dei tanti movimenti di rinascita ecclesiastica. Molto meno interessante la parte artistica: un po’ perché di manufatti originali ne sono rimasti ben pochi, un po’ perché le foto in bianco e nero sono piuttosto oscure. Utile ma non indispensabile, insomma.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-28 07:00

Entertaining Mathematical Puzzles (libro)

[copertina] Già prima di tenere la sua famosissima rubrica sullo Scientific American, Martin Gardner pubblicava problemini matematici su varie altre riviste: nulla di strano, visto che in fin dei conti la sua professione era quella di giornalista.
Molti dei problemi di questo libriccino (Martin Gardner, Entertaining Mathematical Puzzles, Dover 1986 [1961], pag. 112, $ 5.95, ISBN 978-0-486-25211-7) ad esempio apparvero nella rubrica On the Light Side in “Science World”. I problemi presentati sono tutti molto semplici, e alla portata anche dei lettori convinti di non essere portati per la matematica. Ma come capita sempre con Gardner, la parte migliore è la spiegazione dei problemi stessi: non solo una guida passo passo alla soluzione, ma anche una visione più ampia che fa capire come non è affatto vero che un problema sia sterile e fine a sé stesso. Insomma un libro che, anche se con quasi mezzo secolo di vita, meriterebbe una traduzione.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-25 06:00

_Il sistema periodico_ (libro)

[copertina] Come sapete, Primo Levi era ebreo, deportato ad Auschwitz dai nazisti nella seconda guerra mondiale; ha scritto di quei terribili anni in Se questo è un uomo e La tregua. Ma Levi è stato anche un chimico; e mentre la sua appartenenza razziale non l’ha certo scelta lui, quella professionale sì. E in questo libro (Primo Levi, Il sistema periodico, Einaudi 2005 [1975], pag. 266, € 10, ISBN 9788806175016) esce appunto fuori l’inimitabile stile dello scrittore. Tecnicamente Il sistema periodico è un’autobiografia sotto forma di vari flash – tranne la parte della prigionia, visto che come lui stesso dice ne ha parlato altrove. Ma ogni capitolo è associato a un elemento chimico; la chimica in un certo senso pervade tutto il libro, e la si sente nella prosa asciutta ma mai secca, dove le parole sono lì non tanto per riempire la pagina ma perché servono, e con una riga o due possono tirare fuori un’intera complessa immagine.
La grandezza di Levi come scrittore traspare perfettamente da questo libro, e si capisce che scienza e letteratura possono tranquillamente coesistere… se si è abbastanza bravi.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-20 06:00

_Musicofilia_ (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!)
Il sottotitolo dell’edizione originale di questo libro (Oliver Sacks, Musicofilia [Musicophilia], Biblioteca Adelphi 522, 2008 [2007], pag. 434, € 23, ISBN 978-88-459-2261-9, trad. Isabella Blum) è “storie di musica e del cervello”, e spiega molto bene il suo contenuto. Sacks racconta infatti di tutte le patologie cognitiva che toccano la sfera musicale da un lato, e dell’uso della musica come terapia dall’altro. Le neuroscienze hanno sicuramente fatto dei passi da gigante negli ultimi decenni, ed è ora possibile avere una certa idea di quali parti del cervello siano dedicate alla ricezione e comprensione della musica; ma brancoliamo ancora nel buio, e spesso non si può fare altro che delle supposizioni su cosa stia accadendo in una persona, cercando di estrapolare delle teorie dai comportamenti osservati. Le descrizioni sono sicuramente molto vivide, e in questo libro c’è anche un tocco di personale che nelle altre opere “tecniche” (Zio Tungsteno a parte, quindi) non si trovava affatto. Però la mia sensazione è stata quella di una rimescolata di molto vecchio materiale, ricollocato da un diverso punto di vista e con qualche aggiunta. Insomma, non molto utile se non si è specificatamente interessati alla musicoterapia e si è già letto gli altri libri. La traduzione, a parte un paio di pecche, regge bene.

Ultimo aggiornamento: 2014-06-27 15:38