Archivi categoria: recensioni

L’invenzione della verità (libro)

[copertina] Bruno de Finetti è noto – credo più all’estero che in Italia – per il suo lavoro di fondazione della teoria della probabilità. Questo suo saggio del 1934 (Bruno de Finetti, L’invenzione della verità, Raffaello Cortina “Scienza e idee 152” 2006, pag. 204, € 19, ISBN 978-88-6030-060-7) non è però un testo di matematica, quanto di filosofia della scienza. D’accordo, è difficile distinguere tra fondamenti della matematica e filosofia della matematica; ma in questo caso non ci sono molti dubbi, visto che di matematica non se ne parla proprio. La posizione filosofica definettiana parte dal pensiero di Hume; un empirismo rivisto alla luce delle geometrie non euclidee e soprattutto della fisica einsteniana, che portano l’autore verso il relativismo e il pragmatismo. D’altra parte, noi non possiamo essere certi di nulla; tornando alla probabilità, non possiamo nemmeno essere certi che lanciare una seconda volta una moneta sia la stessa cosa dell’averla lanciata la prima volta, né possiamo permetterci il lusso di considerare un numero infinito di eventi, anzi di fenomeni, il termine preferito dal de Finetti.
Il saggio è preceduto da una lunga introduzione di Giulio Giorello, che ho trovato un po’ noiosa ma mi è sicuramente servito per riuscire a entrare nel contesto filosofico; più interessante e anch’esso sicuramente utile un glossario che spiega i termini scientifici usati nel saggio.

Ultimo aggiornamento: 2009-08-12 07:00

_Il gioco infinito_ (libro)

[copertina] Raccolta di 22 racconti di fantascienza apparsi nel 1997, in questo libro (David G. Hartwell (ed.), Il gioco infinito [Year’s Best Science Fiction 3], Urania “Millemondi estate” 1999 [1998], pag. 430, Lire 9900, ISSN 977-1123076005-90020, trad. Antonella Pieretti) troviamo vari temi della SF della fine degli anni ’90. La qualità dei racconti, come sempre, è variabile: personalmente mi sono piaciuti “Piccolo zoo” di Gene Wolfe con la sua storia da ragazzi; “Trattato di accoglienza” di John C. Wright sulle enormi distanze dei viaggi stellari; “La voce” di Gregory Benson su un mondo futuro dove la gente si è dimenticata di leggere; “Storia d’amore in ufficio” di Terry Bisson, molto informatico; “Bellezza nella notte” di Robert Silverberg, in una Terra invasa da Entità aliene; il brevissimo “La signora Pallida” di Ray Bradbury; “La bella Verona” di R. Garcia y Robertson, dove le realtà virtuali interagiscono col mondo reale; “La Great Western” di Kim Newman, con una Gran Bretagna di un universo parallelo; il divertissement “Ricambio” di Geoffrey A. Landis; il bioterrorismo in “Il caso della lampada mendeliana” di Paul Levinson.
Per quanto riguarda la traduzione, mi sono rimasti dei dubbi: la prosa è troppo diversa in stile tra i vari racconti, e soprattutto in “Ragnetto bel ragnetto” mi ha dato l’impressione di essere incorsa in qualche cantonata.

Ultimo aggiornamento: 2009-08-11 07:00

Flash of Genius (film)

[locandina]Se dovessi riassumere in una sola frase questo Flash of Genius, direi “un’ora e mezzo pallosa, poi mezz’ora scontata”.
Il film nasce da una storia vera: un professore universitario, Robert Kearns, inventa un sistema per fare i tergicristalli a intermittenza, ma la Ford gli ruba l’idea, affermando che è stata creata nei suoi laboratori; il tutto nonostante i brevetti di Kearns. Costui è però un ingegnere, e ho detto tutto: il professore inizia una battaglia solitaria, passando per un esaurimento nervoso, sfasciando la sua famiglia e reinventandosi come esperto in legge, solo per avere una corte che affermi la colpa della Ford, sdegnando nel frattempo proposte di transazione sempre più generose.
Come dicevo, la prima ora e mezza è troppo lenta, e solo verso la fine il ritmo aumenta un po’, scadendo però nella classica commedia all’americana dove sai già che cosa succederà – tranne forse l’ultima scena, che ovviamente non vi svelo. Storia sicuramente istruttiva, ma a questo punto avrei di gran lunga preferito leggermi il libro.
P.S.: “Flash of genius” è ovviamente il lampo di genio, come viene anche detto verso la fine del film. Quello che non capisco è perché i titoli dei film sono sempre più spesso lasciati in inglese anche in casi come questo in cui non c’erano certo problemi a tradurlo.

Ultimo aggiornamento: 2009-08-10 10:00

_Coincidences, Chaos and All That Math Jazz_ (libro)

[copertina] Scopo dichiarato degli autori di questo libro (Edward B. Burger e Michael Starbird, Coincidences, Chaos and All That Math Jazz, W.W.Norton 2006 [2005], pag. 276, $15.95, ISBN 978-0-393-32931-5) è presentare la matematica senza usare formule, al limite con un linguaggio che dovrebbe essere umoristico almeno per chi apprezza lo stile; non giochi di parole alla Ian Stewart, ma battute storpiando le frasi fatte, un po’ come nel titolo stesso del libro. Il contenuto è abbastanza classico per questo tipo di divulgazione, spaziando dalla sezione aurea alla matematica del caos per arrivare alla quarta dimensione e ai numeri transfiniti (con l’albergo di Hilbert dove sono andati gli infiniti giocatori della squadra dei Cardinals :-); molto apprezzabile il fatto che gli autori siano spesso riusciti a trovare un approccio diverso dal solito per la presentazione.
Insomma, materiale usuale ma presentazione insolita.

Ultimo aggiornamento: 2016-03-27 20:51

_La peste di Milano_ (libro)

Instant book – uscito a fine giugno, parla di fatti di fine marzo 2009 – di un giornalista del Sole – 24 Ore, questo breve saggio (Marco Alfieri, La peste di Milano, Feltrinelli “Serie Bianca” 2009, pag. 174, € 13, ISBN 978-88-07-17174-1) raccoglie varie storie degli ultimi anni, dalla vicenda Alitalia alla Bicocca, dalla nuova Fiera all’Expo 2015 per terminare con la gestione degli immigrati – che corroborano la tesi che non solo lo slancio creativo e costruttivo degli anni ’50 e ’60 è terminato, ma Milano ormai si è adagiata sul ricordo dei fasti passati e non ha neanche il coraggio di proporre qualcosa di nuovo. La prosa è asciutta e ricca di nomi e numeri; alcune tesi sono un po’ spiazzanti – ad esempio, Alfieri sostiene che la lottizzazione dei partiti riusciva comunque a dare una gestione condivisa, sia pure mediata, della città; Tangentopoli da questo punto di vista ha spazzato via tutto lasciando il vuoto riempito giusto da immobiliaristi e affaristi in genere – e altre forse un po’ tirate per i capelli. Resta un affresco impietoso della situazione di quella che un tempo si definiva compiaciuta la capitale economica e morale d’Italia, e ora si limita a scopiazzare Roma ladrona.

Ultimo aggiornamento: 2017-05-25 09:22

Achille Campanile: Opere – Romanzi e racconti 1924-1933 (libro)

[copertina] Questa raccolta delle prime opere di Campanile (Achille Campanile, Opere – Romanzi e racconti 1924-1933, Bompiani Classici aprile 2001 (1989), pag. 1541, € 15.24, ISBN 978-88-452-4766-8) contiene sette libri, oltre a un’introduzione e postfazione di Oreste del Buono. Manca purtroppo “Battista al Giro d’Italia” che è sì del 1932 ma è una raccolta di racconti. Premessa indispensabile: Campanile per me non era autore da romanzi. Ha dato il meglio di sé nel piccolo, come le Tragedie in due battute, le opere teatrali ma anche la critica televisiva. Nei suoi romanzi è difficile tenere a mente la trama: in “Ma che cosa è quest’amore?” ci si perde ad esempio nelle divagazioni assurde e divertentissime che trasformano completamente quelle che altrimenti sarebbero banali storie d’amore ambientate in un periodo in cui il treno la fa da padrone. “Se la luna mi porta fortuna”, scritto subito dopo la morte di madre e fratello, ha lunghi tetri incisi che non sembrano neppure campanileschi. In “Giovinotti, non esageriamo!” si inizia però già a vedere il suo stile inconfondibile nelle peripezie dei personaggi, assolutamente slegate al giuoco del calcio che è il tema del libro, cosa che nel 1930 non era così scontata. In “Agosto, moglie mia non ti conosco”, le vacanze al mare sono lo sfondo per una commedia basata sulla perdita delle chiavi di una serie di cinture di castità, così come “In campagna è un’altra cosa” e “Amiamoci in fretta” sono classiche commedie, quasi una trasposizione italiana dei libri di Wodehouse mischiate alla commedia degli equivoci… salvo che la seconda ha una chiusa assolutamente spiazzante. Infine, “Cantilena all’angolo della strada”; raccolta di elzeviri, più vicina alla “letteratura seria” dell’epoca, ma a mio parere di livello inferiore alle altre opere.
Campanile doveva comunque avere un bel caratterino, visto che come postilla a due delle sue commedie racconta per filo e per segno dove le sue Tragedie in due battute erano state riciclate, con nome e data della rivista :)

Ultimo aggiornamento: 2009-08-01 08:00

Le Tigri di Telecom (libro)

[copertina] Questo libro (Andrea Pompili, Le Tigri di Telecom, Stampa Alternativa 2009, pag. 369, € 16, ISBN 978-88-6222-068-2) è il resoconto fatto in prima persona da uno dei dipendenti coinvolto nello scandalo delle intercettazioni Telecom. Evidentemente è una visione di parte: non entro nel merito della vicenda, non conoscendo le persone coinvolte né avendo seguito più di tanto le vicende giudiziarie collegate, ma trovo naturale che Pompili racconti la sua versione dei fatti. Dal punto di vista della prosa, la prima parte del libro è piuttosto pesante, anche perché “spiegare il mondo hacker” a mio parere è qualcosa di assolutamente inutile, un po’ come spiegare cosa succede in un rapporto sessuale. Perlomeno l’autore sa di che si parla, il che non è poco. La seconda parte, con il precipitare degli eventi, è invece sicuramente più scorrevole; non so se per i temi trattati o perché dopo un po’ uno impara a scrivere meglio (a me capitò così, ad esempio :-) )
Sui fatti raccontati, posso assicurare che la disorganizzazione interna era assoluta, e solo negli ultimi due anni si ha un controllo puntuale su chi accede ai dati in esercizio; l’altra cosa che mi sento di aggiungere è che è effettivamente strano che alla fine sia calato completamente il silenzio sulla vicenda, come se in effetti fosse solo stata usata per coprire una guerra interna ed esterna a Telecom. Può essere insomma utile leggerlo per rinfrescarsi la memoria e ricordarsi di non prendere mai per oro colato quello che la stampa scrive; anche nelle migliori loro intenzioni, non è detto che sappiano la verità.

Ultimo aggiornamento: 2009-07-30 07:00

Eravamo 5 amici al bar … / Ero un Leoncino di Mompracem (libro)

[copertina] Il libro che ha concluso la serie Sfide matematiche (Dario Zaccariotto e Dario De Toffoli, Eravamo 5 amici al bar … / Ero un Leoncino di Mompracem, RBA Italia 2009 [2000, 2001], pag. 141, € 9,99) sono in realtà due! Il primo, del solo Zaccariotto, raccoglie vari “problemi a griglia” pubblicati sull’edizione domenicale della Stampa: sono i problemi che La Settimana enigmistica definisce “prove di intelligenza” in cui occorre assegnare persone varie loro caratteristiche che collimino con gli indizi dati. Io personalmente trovo questo tipo di problemi noiosissimi, e l’unica cosa di un minimo interesse sarebbe scrivere un progbramma per farli risolvere al PC, quindi li ho saltati senza nemmeno pensarci troppo su. Diversa sorte per i problemini della seconda parte del libro, sempre apparsi sulla Stampa. Non sono certo problemi complicatissimi, e alcuni sono dei classici: però sono sempre piacevoli da leggere e risolvere mentalmente.
Naturalmente poi occorre capire se la logica (non necessariamente matematica) sia davvero interessante per la maggior parte della gente, ma si andrebbe un po’ troppo lontano!

Ultimo aggiornamento: 2009-07-29 07:00