Archivi categoria: recensioni

Fate la nanna (libro)

[copertina] Ecco un libro (Eduard Estivill e Silvia De Béjar, Fate la nanna, Mandragora 1999, pag. 118, € 8, ISBN 9788885957305, trad. Ana Ortiz Fernandez) per cui non ci sono vie di mezzo; o lo si ama alla follia o lo si stronca senza pietà. Il “metodo nazista” per convincere i bambini a dormire regolarmente è certo pesantuccio: quando è ora di dormire, dopo aver dato la buona notte al bambino non lo si tocca più per nessuna ragione. Peggio, ci si può far vedere, in modo che non si creda abbandonato; ma chissà se poi non si sente ancora più sconcertato. Ci sono però dei suggerimenti utili, tipo creare una routine senza cercare di inventarsi ogni volta chissà cosa e ricordarsi di essere il più possibile tranquilli per non ingenerare ansia nel pupo; per il resto l’attuale situazione di casa mi farà comunque aspettare due mesi prima di valutare se mettere in pratica il metodo oppure no, e quindi sospendo il giudizio :-)

Ultimo aggiornamento: 2009-10-28 07:00

The Magic Library (mostra)

Piccola e praticamente invisibile mostra ospitata sullo scalone monumentale della sala del Grechetto della Sormani a Milano, l’ho scoperta per caso mentre facevo la spola con la Mangiagalli ad accudire i gemelli ed ero uscito a prendere una boccata d’aria.
Non so bene cosa sia il “realismo magico” di Gianfilippo Usellini; ma le sue opere presenti – a partire dalla Biblioteca Magica dove spuntano i vari protagonisti dei libri e continuando ad esempio con una raffigurazione dove un biplano e Pegaso sono uno accanto all’altro – aiutano la mente a fare strane connessioni tra la realtà e la fantasia, tra la tecnica e l’arte. Insomma, ci si passa magari giusto una ventina di minuti, ma sono ben spesi (e gratuiti, sì).
Fino al 10 novembre, 10:00 – 12:00 e 14:00 – 18:00.

Ultimo aggiornamento: 2009-10-27 07:00

Malalingua (libro)

[copertina] Il sottotitolo di questo libro (Pietro Trifone, Malalingua, Il Mulino [Saggi 682] 2007, pag. 211, € 16, ISBN 978-88-15-12099-1) è “L’italiano scorretto da Dante a oggi”, e inizia con “Questo libro rovista un po’ perversamente nella pattumiera della lingua italiana”. A parte la battuta iniziale, la logica del libro è semplice: le grammatiche, soprattutto quelle normative, fissano la forma ufficiale della lingua e tralasciano tutte le forme “errate” che però possono essere così tanto usate nella vita di tutti i giorni da poter diventare dopo qualche decennio o secolo corrette. Si parte dal nobile padre Dante, con Trifone che si diverte a raccogliere nella Divina Commedia tutte le occorrenze di parole che lo stesso Dante aveva definito “non adatte all’italiano” e si prosegue con esempi nel corso dei secoli fino ad oggi, tra scrittori noti e persone sconosciute. La prosa è sempre frizzante e scorrevole, e chi ama la lingua italiana, lungi dal mettersi a sghignazzare per gli svarioni anche dei grandi, potrà avere una visione più ampia e completa delle forze che l’hanno plasmata e continuano a farlo.

Ultimo aggiornamento: 2024-02-07 21:47

Il gioco militare (libro)

[copertina] Il secondo volume delle Récréations Mathématiques apparso per i tipi di RBA Italia (Edouard Lucas, Il gioco militare – Ricreazioni matematiche II, RBA Italia – Sfide Matematiche 21, pag. 195, € 9.99, trad. Alessandro Ravera) è postumo, ed è stato preparato dai suoi amici della Société Mathématique de France dopo la prematura scomparsa di Lucas. Gli argomenti trattati sono piuttosto variegati. Si inizia con i metodi di calcolo e le macchine per calcolare, dove non solo si nominano i congegni come la Pascalina e il Calcolatore Universale di Babbage ma si spiega anche il loro funzionamento meccanico; si ha poi un gruppo di giochi da tavolo di cui viene fatta un’analisi puntuale e completa, che potrà essere utile a chi si accingesse a intraprendere un’opera simile ma non sa da dove iniziare, e si termina con un’analisi dei percorsi hamiltoniani su un icosaedro. Anche stavolta ci sono però alcune sviste di traduzione; la più grave è il non accorgersi che in “Tre dame contro una” il movimento non è quello della dama italiana ma di quella francese, come si evince facilmente dal contesto… se uno conosce queste differenze!
Il mio giudizio complessivo è quello di sempre: Lucas è stato il Martin Gardner del XIX secolo, e i suoi testi sono sempre degni di nota.

Ultimo aggiornamento: 2009-10-11 18:56

La televisione spiegata al popolo (libro)

[copertina] Nel 1956 Achille Campanile, noto per le sue opere letterarie di anteguerra, cominciò a tenere una rubrica sul Corriere d’Informazione, pasando poi nel 1958 all’Europeo dove l’avrebbe tenuta fino a un paio d’anni prima di morire: così facendo inventò, almeno per l’Italia, il mestiere di critico televisivo. Questa raccolta di alcuni tra i suoi interventi (Achille Campanile, La televisione spiegata al popolo, Bompiani 2003, pag. XVIII-461, € 9.80, ISBN 9788845253775) mostra indubbiamente lo stile del nostro; non aspettatevi delle recensioni, quanto una critica nel senso negativo del termine, quasi un “gli è tutto sblagliato, gli è tutto da rifare”. Addensare così gli interventi dà purtroppo una certa qual ripetitività; è comunque chiaro che per Campanile la televisione dovrebbe essere soprattutto fatta di dirette – altrimenti c’è il cinema, no? Memorabili i racconti sul replay e sul videoregistratore – e visto che era un monopolio dovesse comunque presentare tutte le voci e non uniformarmi al basso, che poi rispetto a quello che abbiamo adesso era stratosferico; ad esempio stronca Biblioteca di Studio Uno. quella delle scenette con il quartetto Cetra. I calembour naturalmente si sprecano, a fianco delle considerazioni su come gli sceneggiatori delle riduzioni televisive dei famosi romanzi stravolgessero le storie originali e dei lamenti – presumo pro domo sua – sulla vergogna che il diritto d’autore decadesse solo cinquant’anni dopo la morte dell’autore stesso, che così non può lasciare una rendita al proprio figlio natogli in tarda età. In mezzo a tutto questo, una pagina insolitamente lirica, in occasione della morte di Mario Riva, che era separato e lasciò un figlio dalla sua compagna; Campanile, anch’egli in una situazione simile, chiede all’allora presidente Gronchi che quel bimbo possa avere il cognome del padre. In definitiva, uno spaccato sull’Italia degli anni ’50 e ’60.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-26 07:00

_The Monty Hall Problem_ (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!)
Ricordate il paradosso di Monty Hall? Lo trovate anche su Wikipedia. Siete concorrenti di uno show, e dovete scegliere una di tre porte, sapendo che dietro una sola di esse c’è un premio: dopo che avete fatto la scelta, il presentatore apre una delle altre due porte – scegliendone una senza premio, e prendendone una a caso se può farlo. A questo punto vi chiede se volete cambiare la vostra scelta. Che fate? La maggior parte delle persone, compresi molti matematici, dicono che è indifferente cambiare o mantenere la scelta iniziale: e invece no, conviene di gran lunga cambiare scelta! La cosa è così controintuitiva, e soprattutto dipende così sottilmente dalle ipotesi fatte, che l’autore di questo libro (Jason Rosenhouse, The Monty Hall Problem, Oxford University Press 2009, pag. 194, $24.95, ISBN 978-0-19-536789-8) – scherzando ma non troppo – dice che si potrebbe fare un corso di calcolo delle probabilità solo basandosi sulle varianti del paradosso! In effetti il libro l’ha scritto, anche se fortunatamente per noi lettori il testo non è troppo pieno di formule e cerca sempre di dare una spiegazione qualitativa prima che quantitativa. Non solo il paradosso è controintuitivo, ma è anche molto sensibile alla sua formulazione: basta cambiare appena il testo, e la risposta cambia. Rosenhouse parte dalla storia del paradosso – un problema equivalente apparve nel 1959 nella rubrica tenuta da Martin Gardner sullo Scientific American; racconta la sua esplosione negli anni ’90 e mostra una serie di varianti, ciascuna delle quali ha una risposta leggermente diversa. Infine dà un’occhiata a come il paradosso viene studiato in psicologia… e persino nella meccanica quantistica!
Diciamo che se non vi viene il mal di testa a star dietro a tutte le minuzie possibili, alla fine della lettura avrete imparato due cose: a non fidarvi del vostro buon senso, e a stare molto attenti al calcolo delle probabilità!

Ultimo aggiornamento: 2016-03-30 11:02

Storia della Russia e dell’Italia (libro)

[copertina] Voi magari non lo sapete, ma io conosco un tipo, anzi non lo conosco perché non l’ho mai visto di persona ma leggo quello che scrive, che dice sempre che Paolo Nori è il miglior scrittore italiano che possiamo leggere e lui nel senso del tipo cerca sempre di scrivere come lui nel senso di Paolo Nori. Così quando ho visto questo libro (Paolo Nori e Marco Raffaini, Storia della Russia e dell’Italia, Fernandel 2003, pag. 190, € 12, ISBN 978-88-87433-38-8) mi sono detto Ecco, questa volta posso prendere il libro e vedere quanto è bravo Paolo Nori come dice sempre il mio amico che però non è proprio un amico. Però ho letto il libro dall’inizio alla fine e non è che mi sia piaciuto così tanto, forse perché il suo tipo di scrittura con frasi che vanno avanti come se uno chiacchierasse davanti alla macchinetta del caffè è carino per una pagina o due ma poi diventa pesante, oppure forse anche perché il libro non è che fosse così interessante, con questi due protagonisti che devono scrivere un romanzo storico epistolare e parlano degli affari loro che sono quasi sempre bevute e sesso più parlato che fatto. Che poi non so se ho mai letto più di qualche riga per volta del mio amico che non è mio amico, e magari se l’avessi letto di più non avrei nemmeno preso questo libro, ma non si può cambiare il passato e la recensione finisce allora così senza dire nulla di importante.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-22 07:00

Videocracy (film)

[locandina] Domenica è stata una giornatona: a parte la mostra di Darwin, siamo anche andati al cinema a vederci Videocracy. A dirla tutta, per me è stata una delusione. Dal trailer mi aspettavo una storia di come la televisione avesse man mano rincretinito gli italiani, e invece Erik Gandini si limita a fare una fotografia a cosa capita oggi.
I personaggi principali del documentario (a parte Lui che però è solo, anche se continuativamente, sullo sfondo) sono tre. Ricky è un operaio bresciano con mamma appresso che vuole sfondare in televisione, perché se non sei in tv non sei nessuno. C’è poi la coppia Lele Mora – Fabrizio Corona; il primo ci racconta della sua fede fascista compresa di suoneria e video di “Faccetta nera” sul telefonino, il secondo, oltre all’esternazione del suo pensiero in Basic English che si è vista nel trailer, omaggia le sue millanta ammiratrici con un suo nudo frontale. Poi ci sono i provini per diventare velina tenuti a Rozzano al Fiordaliso, le scene in Costa Smeralda con la vicina di villa Certosa che “ha dovuto inventarsi un lavoro” e fotografa col teleobiettivo le Sue feste, il regista del Grande Fratello che racconta di come dall’alto gli comunichino di terminare la diretta in anticipo se il Capo è per caso da Vespa – vi ricorda qualcosa? – e così via.
La chiave di tutto, secondo me, è proprio Lele Mora. Ricky chiaramente è lì perché è un modo come un altro di diventare famoso, che non richiede nemmeno di “dar via una parte di sé”; Corona è malato di presenzialità e apparirebbe anche tra le fiamme in un video che raccontasse del fuoco eterno infernale. Ma Mora? Non è certo uno stupido, e sapeva che questo film non verrà probabilmente visto da nessuno di quelli di cui “sa tirare fuori le doti nascoste”; ma non si sa mai.
Detto tutto questo, io non ho trovato nulla che non conoscessi già; è un mondo lontanissimo da me, ma so che esiste. Chissà se in Svezia capiranno un po’ di più come siamo messi. Secondo me no, esattamente come noi non capiremmo assolutamente un documentario sulle sbronze nei weekend scandinavi: siamo troppo diversi, mi sa. L’ostracismo della Rai con relativa pubblicità darà un po’ di spettatori in più al film, ma mi sa che non farà cambiare idea a nessuno degli spettatori… che ovviamente saranno tutti antiberlusconiani.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-19 07:00