Archivi categoria: recensioni

Math Hysteria (libro)

[copertina] La prolificità come autore di Ian Stewart non raggiunge quella di Martin Gardner, ma sicuramente è difficile non imbattersi in un suo libro se si amano le ricreazioni matematiche, anzi i giochi matematici come lui si affretta a ribadire nell’introduzione. Questo libro (Ian Stewart, Math Hysteria, Oxford University Press 2004, pag. 235, Lst. 9,99, ISBN 978-0-19-861336-7) è una raccolta delle rubriche di giochi matematici apparsi sullo Scientific American alla fine degli anni 1990.
Per fortuna stavolta i pessimi giochi di parole di Stewart sono limitati, con il peggio che si trova nel capitolo “Domino Theories”; tra gli altri capitoli, a parte la teoria del Monopoli che vi spiegherà perché non vale troppo la pena di dannarsi per Parco della Vittoria, ho trovato più interessanti gli utlimi capitoli, con un’analisi del numero di persone necessarie per costruire le piramidi, quello che dà i rudimenti per giocare a dots-and-boxes – e non crediate la cosa sia semplice! – e l’analisi della suddivisione di un tesoretto tra un gruppo di pirati che viene portata ben oltre le estreme conseguenze. Come chiosa Stewart, “solo i miti (forse) erediteranno”…

Ultimo aggiornamento: 2010-04-23 07:00

La sovrana lettrice (libro)

[copertina] Uno si può lamentare per spendere 12 euro per 95 pagine (lorde, il racconto inizia a pagina 9 e l’ultima pagina ha tre righe). Ma non può certo lamentarsi per la storia… Il titolo originale del libro (Alan Bennett, La sovrana lettrice [The Uncommon Reader], Adelphi 2007 [2007], pag. 95, € 12, ISBN 978-88-459-2209-1, trad. Monica Pavani), “The Uncommon Reader”, era davvero intraducibile, essendo un gioco di parole tipicamente britannico: la “lettrice non plebea” non è nient’altro che la regina Elisabetta II, che trovandosi per caso dietro le Reali Cucine il furgone della biblioteca circolante entra, prende in prestito un libro… e diventa un’accanita lettrice. Leggendo il libro, si avverte chiaramente l’origine teatrale di Bennett; sembra quasi di vedersi davanti le varie scene, soprattutto quelle comiche. Ma naturalmente, proprio come in una rappresentazione teatrale, ci sono anche considerazioni diverse; da quelle sull’utilità della letteratura forse alla fine un po’ stucchevoli alla visione del governo e delle incombenze regali da parte di Sua Maestà. Ottima traduzione, che permette di mantenere il ritmo anche nel caso di lettura ad alta voce.

Ultimo aggiornamento: 2010-04-21 07:00

La formula segreta (libro)

[copertina][se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!]
Non vi siete mai chiesti perché a scuola ci abbiano insegnato la formula per risolvere le equazioni di secondo grado, ma non quella per le equazioni di terzo grado? La formula esiste, come anche esiste quella per le equazioni di quarto grado (per il quinto grado no, ma quella è un’altra storia…), ma non è che sia così utile in pratica. Ma quello che è davvero importante in quella formula è un’altra cosa: né i greci né gli arabi erano riusciti a trovarla, e quindi è stata un trionfo della matematica rinascimentale, ancora più prezioso considerando che non esisteva ancora la notazione algebrica simbolica. La caccia alla formula risolutiva avvenne in Italia: Scipione Dal Ferro, Niccolò Tartaglia, Girolamo Cardano e Lodovico Ferrari sono i protagonisti. Toscano racconta in questo libro (Fabio Toscano, La formula segreta Sironi 2008, pag. 205, € 18, ISBN 978-88-518-0124-3) la storia dietro la scoperta di questa soluzione; si vede così che i matematici non sono affatto persone con la testa nelle nuvole, ma gente che si fa la guerra tra loro. In questo caso, poi, le cose sono spesso narrate con la voce stessa dei protagonisti, di cui conserviamo le opere scritte nel volgare dell’epoca e che Toscano cita a profusione. Insomma, la matematica non è nemmeno la parte più importante del libro…
Il mio unico dubbio è se diciotto euro non siano un po’ troppi per quello che non è certamente un tomo da lanciare come arma contundente.

Ultimo aggiornamento: 2010-04-20 07:00

_Più o meno quanto?_ (libro)

[copertina] [se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!]
La spannometria è la regina delle scienze approssimate, come scrissi a suo tempo sul mio Gergo Telematico. Un po’ più seriamente, quella di stimare i risultati a partire da dati apparentemente incompleti è un’arte che ha anche dei risvolti pratici, visto che permette di verificare con carta e penna se i numeri che si ottengono sono coerenti con quelli che sono stati indicati. In questo libro (Lawrence Weinstein e John A. Adam, Più o meno quanto? [Guesstimation], Zanichelli “Chiavi di lettura” 2009 [2008], pag. 263, € 11.80, ISBN 978-88-08-06281-9, trad. Luisa Doplicher) abbiamo così un gran numero di “Problemi di Fermi”, chiamati così negli States perché il grande fisico amava porli ai suoi collaboratori. Le domande sembrano assurde, spaziando da “quanti accordatori di pianoforte ci sono a Roma?” a “quant’è l’equivalente energetico in lattine di Coca-Cola della benzina consumata da tutti gli autoveicoli in Italia?”. Ma quello che conta sono altre cose: imparare a suddividere il problema in passi gestibili, sapere quali sono gli arrotondamenti fattibili, e anche mettere in pratica le formule fisiche (Weinstein è un fisico e tiene un corso universitario proprio su questi temi, mentre Adam è matematico). Il testo è scritto in maniera umoristica, o per meglio dire fredduristica; siete avvisati. Ultima nota di merito per la traduttrice Luisa Doplicher e per la “rilettrice” Marinella Lombardi, che hanno fatto un bel lavoro nell’italianizzare i riferimenti. Non c’è nessuna differenza tecnica nel valutare il numero di chilometri percorsi dagli italiani o il numero di miglia percorse dagli americani; ma per un lettore nostrano la prima stima è molto più interessante.

Ultimo aggiornamento: 2014-06-16 21:23

Stardust (libro)

[copertina] Neil Gaiman ha un modo tutto suo di scrivere fantasy; un suo marchio di fabbrica è prendere le frasi che si usano tutti i giorni e dar loro un significato non solo reale ma anche piuttosto truculento, non certo annacquato come nelle fiabe di oggi. In questo caso, però, (Neil Gaiman, Stardust [Stardust], Mondadori 2004 [1999], pag. 245, € 15, ISBN 978-88-04-53037-4, trad. Maurizio Bartocci) il risultato è molto più simile a una classica storia di fate, tipo quelle raccolte da Yeats. Questo non significa che la storia sia una scopiazzatura di chissà quale racconto popolare, intendiamoci. La quest è assolutamente originale, pur con tutti i riferimenti alle opere classiche che penso saltino subito agli occhi di un lettore madrelingua, mentre per noi italiani rimangono purtroppo oscure; non certo per colpa del traduttore, visto che Bartocci ha fatto un ottimo lavoro anche nella scelta del lessico, ma proprio per la diversità dei punti di partenza. La magia ovviamente la fa da padrona, ma a differenza chessò di Harry Potter qui non si tenta di dare una sua spiegazione scientifica, ma la si assume come costante, come del resto è sempre stato. Un libro insomma che si legge d’un fiato e con piacere.
(Come sia il film, naturalmente non lo so… queste cose non dovete chiederle a me!)

Ultimo aggiornamento: 2010-04-09 07:00

Il riflesso del tempo (libro)

[copertina] Dopo il suo primo libro Abuyon non cadrà Michele Lerda ha proseguito il suo ciclo di Gu con questa seconda opera (Michele Lerda, Il riflesso del tempo, Araba Fenice 2008, pag. 206, € 15, ISBN 9788895853253). Nella postfazione Michele scrive che non è più la persona di prima, e che il libro era rimasto chiuso nel cassetto per due anni prima che venisse pubblicato.
In effetti rispetto al romanzo di esordio mi pare proprio di notare un’involuzione: il testo è più harrypotteriano e meno fresco, con l’aggiunta di una serie di citazioni pseudozen che dovrebbero essere la chiave portante della storia ma sembrano essere sparse più o meno a caso, e soprattutto troppo didascalico. Posso anche immaginare che i suoi pensieri fossero rivolti altrove, ma continuo a pensare che una sessione di editing avrebbe giovato molto.

Ultimo aggiornamento: 2010-04-02 07:00

Errori da non ripetere (libro)

[copertina]Una delle maggiori fregature del diventare genitore è che prima della nascita del pupo si giura a sé stessi che non ci si comporterà certo come i nostri genitori hanno fatto con noi… salvo poi accorgersi che ricadiamo esattamente negli stessi errori. La cosa non è poi così strana, se uno ci pensa su un attimo: in fin dei conti conosciamo fin troppo bene quel modo di comportarci. In questo libro (Daniel J. Siegel e Mary Hartzell, Errori da non ripetere [Parenting from the Inside Out], Raffaello Cortina 2005 [2003], pag. 241, € 20, ISBN 978-88-7078-951-5, trad. Maria Luisa Madeddu) gli autori mostrano come è possibile accorgerci dei nostri comportamenti e applicare delle strategie per riuscire effettivamente a cambiarli. I temi trattati sono molto interessanti; i vari capitoli terminano poi con una serie di “esercizi” e una sezione sulle ultime scoperte delle neuroscienze che ampliano sicuramente il punto di vista del lettore. Purtroppo però la parte principale del testo soffre di un tecnicismo psicologico estremo, che la rende di difficile comprensione per il povero genitore che pur armato di buona volontà si trova a malpartito nel vedere in pratica i temi trattati, nonostante la traduzione accurata.

Ultimo aggiornamento: 2010-03-27 07:00

_Alice in Wonderland_ (film)

[locandina] Dopo aver sbolognato i gemelli al mare dai nonni, come prima cosa abbiamo dormito: la seconda è stata però andare al cinema, per vederci l’ultima fatica di Tim Burton, Alice in Wonderland. Siamo dei tradizionalisti e ce lo siamo visti in 2D, nonostante la cassiera del cinema ci abbia guardato con aria stranita dicendoci “ma lo sapete che lo spettacolo delle 19:10 non è in 3D?”
Ah sì, il cinema. Siamo andati per la prima volta all’UCI Bicocca, arrivati una decina di minuti in anticipo (senza nemmeno farci convalidare il biglietto… non c’era la maschera all’ingresso), entrati nella sala da 260 posti… e l’abbiamo trovata completamente vuota, come da foto. (La persona che si vede è Anna) A dire il vero, alla fine il pubblico è triplicato, perché alle 19:25 è entrata una coppia con due figli. Sicuramente loro sono più esperti per quanto riguarda la programmazione rispetto a noi, ma sono stati comunque fregati. Alle 19:10 è iniziata la pubblicità, che è durata venticinque minuti. Una cosa incredibile. Sì, abbiamo visto lo spot elettorale della Lega Nord che in effetti è stato fatto molto bene, ma il tutto è qualcosa di incredibile…
Ah, ma magari vorreste sapere qualcosa sul film? Beh, è molto bello. Tim Burton ha fatto bene a fare quello che in realtà è un sequel, che dell’Alice carrolliana mantiene più che altro un gioco di citazioni. D’altra parte ha così potuto lasciare quell’ambientazione gotica che gli piace tanto, rovinata giusto dal fatto che la sceneggiatura è quella di una storia di iniziazione: un sempreverde, vedi tutto il ciclo di Harry Potter, ma alla fine un po’ stucchevole.
Attori: Mia Wasikowska è un’Alice ventenne troppo carina, Helena Bonham Carter è semplicemente favolosa come Regina Rossa, mentre Anne Hathaway è stucchevole come Regina Bianca. Per quanto riguarda il Cappellaio Matto, Johnny Depp ha semplicemente rifatto un Willy Wonka giusto con gli occhi verdi. Diciamo che mi sarei aspettato di più da lui.
Gli effetti speciali sono a mio parere favolosi, nel senso che non si notano (come ho scritto, non so se e come il 3D modifichi la percezione: tanto in questo caso è una postproduzione, quindi non è un problema). Visto che è ovvio che ci sono, vuol dire che sono perfetti, no?
In definitiva, vale la pena di vederlo, perlomeno se siete amanti dei film di Tim Burton e/o carrolliani. Non ve ne pentirete.

Ultimo aggiornamento: 2019-07-24 21:53