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Scienza Express

In quest’epoca di ebook e in cui molti scambiano la trasmissione di Giacobbo per scienza, ha senso produrre libri di carta che parlano di scienza, e soprattutto fatti per i cittadini-che-non-leggono-ancora? Daniele Gouthier e Luciano Celi pensano di sì, tanto che hanno fondato una nuova casa editrice scientifica, Scienza Express. Leggendo il loro Manifesto, oltre a quella punta di pazzia si può notare come non pensino tanto ai best seller (anche se poi immagino sarebbero ben felici di averne in catalogo!) quanto ai long seller. I libri di scienza non hanno infatti un’esondazione di vendite che poi si blocca dopo pochi mesi, ma hanno un flusso continuo per degli anni, o almeno lo avrebbero se fossero disponibili. Ecco il perché di una struttura dove l’informatica non serve per convertire i libri in bit ma dà la possibilità di mantenere un catalogo negli anni.
Nel 2011 sono previste undici uscite: è possibile fare un – diciamo – abbonamento e averli tutti per 95 euro. E per chi non può fare a meno di FacciaLibro c’è anche la pagina relativa. Buone letture!

Ultimo aggiornamento: 2010-10-07 14:50

L’incredibile viaggio di Pomponio Flato (libro)

[copertina] Eduardo Mendoza è un giallista, potremmo dire. Ma dobbiamo dirlo con molta attenzione, visto che è forse meglio parlare di parodista. Tanto per dire, in questo libro (Eduardo Mendoza, L’incredibile viaggio di Pomponio Flato [El asombroso viaje de Pomponio Flato], Giunti 2008 [2008], pag. 192, € 12.50, ISBN 978-88-09-06159-0, trad. Francesca Lazzarato) il protagonista, un patrizio romano dell’ordine equestre che soffre pesantemente di problemi intestinali, viene ingaggiato da un ragazzino palestinese per dimostrare l’innocenza del padre Giuseppe, il falegname della cittadina di Nazaret, accusato di avere ammazzato il ricco Epulone. Come avrete intuito, il bimbo è Gesù, e la storia è piena di personaggi e brani evangelici, che in quel contesto suonano molto strani. Le abilità di Pomponio come detective ricordano quelle del dottor Watson, ma alla fine tutto si risolve per il meglio. Ottima la traduzione, che mantiene lo stile di una versione dal latino (ma la Lazzarato è la curatrice della collana, quindi immagino che se si è scelta questo libro l’aveva apprezzato); non concordo solo con la scelta del termine “inculare”, che nel contesto mi pare stridere troppo.

Ultimo aggiornamento: 2010-10-06 07:00

_Mathematics – The Loss of Certainty_ (libro)

[copertina] La matematica è la quintessenza del ragionamento deduttivo, ed è l’unica scienza che ci dia delle certezze, no? Falso. In questo saggio di filosofia della matematica (Morris Kline, Mathematics – The Loss of Certainty, Oxford University Press 1980, pag. 366, $19.95, ISBN 978-0-19-50385-3) Morris Kline mostra non solo che la matematica non ha certezze, come forse molti hanno intuito cercando di capire il significato del teorema di incompletezza di Gödel, ma che il suo sviluppo è stato molto meno “matematico” di quello che ci vogliono far credere, che Euclide si è dimenticato una mezza dozzina di postulati, che le stagioni del rigore sono state brevi e che il rigore di ieri non è quello di oggi e quello di oggi non sarà quello di domani, che non è vero che la matematica modelli il mondo reale e che curiosamente la perdita della fede in Dio si sia riflessa sulla perdita della fede nella matematica stessa. Kline ritiene inoltre un fallimento lo sviluppo della matematica dell’ultimo secolo, avvitata in sé stessa; secondo lui la fecondità della matematica sta nel modellare, ancorché imperfettamente, il mondo reale. In definitiva, un libro piuttosto pessimista, anche se c’è una nota positiva sul fatto che si può fare matematica (e la si fa) anche in maniera più intuitiva.

Ultimo aggiornamento: 2020-01-05 17:33

La trama lucente (libro)

[copertina] La creatività è una specie di araba fenice: la differenza è che di quest’ultima non si sa dove sia, mentre della prima non si sa cosa sia. Vi anticipo che nemmeno in questo libro (Annamaria Testa, La trama lucente, Rizzoli 2010, pag. 475, € 19.50, ISBN 978-88-17-03989-5) troviamo la risposta, nonostante il sottotitolo dica “Che cos’è la creatività – perché ci appartiene – come funziona”. Ma di per sé è giusto così: in fin dei conti, come l’autrice dice fin dall’inizio, la creatività non si può insegnare ma al limite tirare fuori, e quindi non si puo definire. Una delle due cose più belle del libro è indubbiamente la stragrande quantità di informazioni presenti; un approccio olistico, che secondo me è l’unico modo decente per riuscire ad afferrare un concetto così complesso e sfuggente come la creatività. La seconda cosa più bella è lo stile di scrittura di Testa, che oscilla tra una parte descrittiva e quasi manualistica e una molto più personale, che favorisce la lettura senza che uno si addormenti oppure non ottenga le informazioni che cercava. In definitiva, un’opera valida anche come manuale di riferimento.

Ultimo aggiornamento: 2010-09-29 07:00

_Professor Stewart’s Hoard of Mathematical Treasures_ (libro)

[copertina] Dopo che nel 2008 il Cabinet del professor Stewart entrò prepotentemente nella Top Ten dei libri più venduti nel Regno Unito – si vede che lì la matematica ogni tanto riesce ad arrivare al grande pubblico – l’accademico britannico fa il bis con questo “tesoretto” (Ian Stewart, Professor Stewart’s Hoard of Mathematical Treasures, Profile Books 2009, pag. 339, Lst 12.99, ISBN 978-1-84668-292-6), sempre costruito mischiando fatti e fattoidi matematici senza troppo ordine, anche se a dire il vero alcuni di essi sono opportunamente posti uno a fianco dell’altro. Vi sembrerà strano, ma per una volta ho trovato il sequel meglio dell’originale! Da un lato Stewart non ha fortunatamente esagerato con i giochi di parole, dall’altro – avendo già sfruttato molte delle curiosità matematiche per così dire “comuni” – è stato costretto a pescare novità che spesso lo sono davvero, almeno per uno come me che pure di matematica ricreativa ne mastica parecchia. Per i non angolofoni non resta che sperare che Codice traduca anche questo volume, e lo affidi allo stesso traduttore :)

Ultimo aggiornamento: 2014-11-01 11:25

tablet aPad- MID

In un impeto di consumismo, ho provato a comprare un clone cinese di un tablet: questo aPad-MID, da LightInTheBox.
Iniziamo a dire le cose buone: mi è arrivato in una settimana, e l’ho pagato 130 euro comprese spese di spedizione. Per il resto? Beh, non mi interessava un iPad, quindi il fatto che il monitor fosse 7″ e non 9″ mi stava più che bene. Né mi importava l’assenza di una videocamera, e la risoluzione 800×480 non sarà il massimo, ma è sufficiente. Purtroppo non solo non c’è un accelerometro, ma non sono nemmeno riuscito a trovare un sistema per ruotare lo schermo a mano, e questo non è bello.
La connessione wi-fi richiede un router di una certa potenza, ma poi regge bene; la tastiera virtuale è qualcosa a cui non mi abituerò purtroppo mai, e il touchscreen (non capacitativo) mi pare lentuccio. Ammetto di non aver provato siti flash; gmail si vede benino, e nal Market Android ho trovato come lettore ebook Aldiko, che – una volta che si mettono per bene le impostazioni avanzate – mi pare davvero buono. Ah, la versione di Android è la 1.6, e non sembra sia possibile fare un upgrade alla versione 2. I video si vedono – o almeno io li ho visti – nelle versioni ridotte per telefonino; l’audio è decente. Non basatevi sul “manuale di istruzioni”, più o meno delle dimensioni di un paio scarsi di fogli A4 e scritto in Engrish.
Insomma, non un grande risultato; aggiungiamo poi che adesso con dieci euro in più avrei potuto prendere questo modello in offerta… ma si sa che la sfiga in questi casi è sempre in agguato.

Ultimo aggiornamento: 2010-09-24 13:34

Caso e caos (libro)

[copertina] Si sente subito che questo relativamente vecchio testo sulla casualità, dal titolo che sicuramente rende meglio in italiano che nell’originale (David Ruelle, Caso e caos [Hasard et chaos], Bollati-Boringhieri “Saggi scientifici” 1992 [1986], pag. 192, € 21, ISBN 9788833906836, trad. Libero Sosio) è stato scritto da un fisico. Lo stile è indubbiamente diverso da quanto avrebbe fatto un matematico, e credo che il lettore curioso lo troverà sicuramente accettabile, ancora di più al giorno d’oggi: avere capitoli brevissimi, di poche pagine ciascuno, aiuta la lettura. L’approccio alla matematica del caos è a mio parere reso molto bene, partendo dal caso e mostrando come caso e caos non sono affatto la stessa cosa. Ho trovato molto interessante la parte centrale, dove il concetto di entropia è spiegato in maniera diversa dal solito e soprattutto viene fatto un parallelo molto interessante tra la visione classica e quella quantistica; non ho capito perché anche Ruelle – ma dev’essere una mania dei fisici – decida poi di fare metafisica nelle ultime pagine del libro, che si possono tranquillamente trascurare. Nulla da eccepire sulla traduzione: ma com’è che Libero Sosio ha anche tradotto dal francese, e non solo dall’inglese?

Ultimo aggiornamento: 2010-09-21 07:00

50 grandi idee di matematica (libro)

[copertina] <!–[se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va' su Galileo!]–> Ci sono molte collane divulgative, e anche per quanto riguarda la matematica la Very Short Introduction di Timothy Gowers è insuperabile. Però ogni collana ha un pubblico di riferimento, e secondo me queste “50 grandi idee” sono più adatte al grande pubblico. I temi, in questo caso (Tony Crilly, 50 grandi idee di matematica [50 mathematical ideas you really need to know], Edizioni Dedalo 2009 [2007], pag. 208, € 16, ISBN 978-88-220-6809-5, trad. Laura Bussotti) quelli matematici, sono infatti trattati in pillole, quattro pagine cadauno; la trattazione è naturalmente di base, ma arriva anche a temi non banali tipo l’ultimo teorema di Fermat e l’ipotesi di Riemann (con un erroraccio non so se nel testo originale o nella traduzione, che comunque è scorrevole). Molto bella l’idea della linea temporale in fondo nelle prime due pagine, che dà un’idea di quando e come i concetti si sono sviluppati; meno indovinate a mio parere le frasi chiave che terminano i capitoletti, frasi che a volte mi sembravano piuttosto stupide. Ma a parte questa pecca il libro è assolutamente consigliabile se avete sempre avuto paura che la matematica sia troppo complicata e avete il coraggio di provare a cambiare idea.

Ultimo aggiornamento: 2010-09-18 07:00