Archivi categoria: recensioni

La scienza dei Simpson (libro)

[copertina] I Simpson non sono semplicemente un cartone animato. Almeno per i loro moltissimi aficionados, sono una parte del nostro universo reale. In fin dei conti non hanno nemmeno tutti i torti: il cartone animato è proprio nato per mettere alla berlina i nostri comportamenti, e le decine di guest star che sono apparse nelle ormai cinquecento puntate lo dimostrano. Molti degli sceneggiatori hanno poi un background scientifico: non è così strano che Marco Malaspina abbia scritto al riguardo una tesi di laurea che poi è divenuta questo libro (Marco Malaspina, La scienza dei Simpson, Sironi – “Galápagos 25” 2007, pag. 189, € 16, ISBN 978-88-518-0092-5), anche se occorre tenere bene a mente che né qui né nei cartoni si vuole avere un libro di testo ma piuttosto si preferisce mettere alla berlina alcuni stili. Lo stile di scrittura è molto piacevole, e i temi trattati interessanti: man mano che si va avanti nella lettura, però, si notano alcuni guai: in primo luogo una certa ripetitività tipica di chi non si stanca di ritornare sempre sugli stessi particolari, e poi il punto di vista del fan che non riesce a trovare brutto nulla e al limite definisce un episodio “meno riuscito”. Utili le note a piè di pagina, ma ho trovato incomprensibile il ripetere il nome italiano degli episodi invece di quello originale, anche se in questo caso il problema può essere la mia deformazione personale. In definiitiva chi ama i Simpson si ritroverà a casa e rivedrà il cartone animato con occhio un po’ più esperto; gli altri rimarranno invece freddini.

Ultimo aggiornamento: 2010-11-27 07:00

_Il potere segreto dei matematici_(libro)

[copertina]Questo libro (Stephen Baker, Il potere segreto dei matematici [The Numerati], Mondadori 2010 [2008], pag. 230, € 18.50, ISBN 978-88-04-59687-5, trad. Donatella Laddomada) ha un sottotitolo che sembra stato scritto da Lina Wertmüller: “Chi sono i Signori dei numeri che controllano il nostro comportamento: cosa compriamo, come votiamo, come amiamo”. Eppure chi ha scelto il titolo dell’edizione italiana non ha avuto il coraggio di lasciare intatto quello originale e scrivere “I Numerati”, ma ha scelto di usare qualcosa a effetto, incurante del fatto che più che altro si parla di statistici e informatici. Ma si sa, i matematici hanno sempre una brutta nomea mentre gli statistici non se li fila nessuno e gli informatici devono essere tipi tosti. Uno potrebbe però anche passare oltre il titolo e andare sul contenuto vero e proprio, no? Ecco, sì. Ma a questo punto scopre l’altra grande pecca. Non è per nulla colpa della traduttrice, intendiamoci. Lei ha fatto un ottimo lavoro. Ma l’autore è un giornalista americano, e scrive esattamente con la stragrande maggioranza dei giornalisti anglosassoni: l’articolo, pardon il capitolo, parte sempre da una persona con cui si parla e che viene messa in relazione con il tema che si vuole trattare. Tema poi che è sempre lasciato in sospeso: capisco che anche se si volesse raccontare gli algoritmi usati da queste aziende loro non li divulgherebbero certo, ma l’impressione che si ha leggendo il libro è che ci siano delle cose bellissime, che adesso funzionano poco ma a breve rivoluzioneranno la vita. Un po’ come la traduzione automatica negli anni 1950, insomma :) In definitiva, ci si può trovare qualche spunto interessante, ma non vale la pena di acquistarlo se non si è proprio appassionati di questo stile di inchieste.

Ultimo aggiornamento: 2017-02-07 23:11

_Insalate di matematica 2_ (libro)

[copertina]Quando ho preso questo libro (Paolo Gangemi, Insalate di matematica2, Sironi – Galápagos 22, 2007, pag. 157, € 14.50, ISBN 978-88-518-0084-0) ero parecchio prevenuto; poi mi sono detto che tanto il libretto era piccolo e l’avrei finito in fretta. Devo dire che mi sono completamente ricreduto. Innanzitutto il testo non è per matematici, e nemmeno per appassionati di matematica, ma è proprio pensato per chi matematico non è e non ha nessuna intenzione di diventarlo. Questo significa che non c’è nulla che possa intimidire il lettore; è vero che qualcuno potrebbe tacciare il testo di qualunquismo, ma io resto dell’idea che ogni libro nasce per una categoria di lettori, e che è molto meglio iniziare almeno a dare l’idea che in matematica ci possano essere cose strane ma non del tutto spiacevoli. Inoltre non ci sono giochini matematici – la matematica di cui si parla è insomma seria – ma la trattazione non è affatto seriosa. Passare dal Don Giovanni ai numeri di Erdős e da lì alla differenza tra i tipi di grafi a seconda del tipo di connessioni che hanno, per esempio, non è affatto una banalità, e il lettore mediamente intelligente capirà subito la differenza… e probabilmente anche un po’ di matematica, o perlomeno un po’ di quello che sta alla base della matematica. Magari non userà mai quella nozione, ma non è poi così importante… In casi come questo, ciò che conta è il metodo. Ricordo che – come dall’esponente 2 nel titolo – esiste anche un primo volume, scritto da Robert Ghattas; e a quanto pare Sironi ha appena pubblicato un terzo volume, di Silvia Benvenuti.

Ultimo aggiornamento: 2014-09-22 14:37

_L’arte di non dire la verità_ (libro)

[copertina] Nonostante le ottime recensioni, non è che questo libro (Adam Soboczynski, L’arte di non dire la verità [Die schonende Abwehr verliebter Frauen oder die Kunst der Verstellung], Feltrinelli 2010 [2008], pag. 206, € 14, ISBN 978-88-07-49094-1, trad. Stefano Zangrando) mi abbia detto chissaché.
Non è sicuramente da leggere a spizzichi e bocconi, visto che i vari personaggi sono tutti interallacciati tra loro, un po’ come nel perecchiano La vita – istruzioni per l’uso; ma ho trovato il contrasto tra le azioni contemporanee e lo stile di scrittura (ben reso nella traduzione) di centocinquant’anni fa piuttosto stridente. L’arte di dissimulare – e non “di non dire la verità”: ma si sa che il titolo di un libro non è colpa del traduttore – viene mostrata per esempi didascalici, riusciti e no, ma è più che altro il canovaccio sul quale Soboczynski racconta le piccole miserie della vita quotidiana, dalla madre che cerca di far venire sensi di colpa al figlio all’agente immobiliare che è stato fregato dal collega e si trova a dover vendere case in un quartiere lontanissimo dal centrocittà a tutte le storie di amori e flirt più o meno interessati. Non sarà certo un’opera che ricorderò negli anni a venire.

Ultimo aggiornamento: 2014-09-01 13:54

La congettura di Poincaré (libro)

[copertina] Quando Grigori Perelman rifiutò il milione di dollari che il Clay Institute gli aveva assegnato per la dimostrazione della Congettura di Poincaré, la notizia raggiunse le prime pagine di tutti i giornali. Non che la gente sapesse che diavolo fosse questa congettura, a dire il vero; ma l’idea di tutti quei soldi li stuzzicava. Fortunatamente ci sono stati alcuni matematici che hanno pensato non tanto di raccontare la dimostrazione quanto di riuscire a dare uno sguardo generale sui temi trattati, per dare almeno un’idea di quello di cui si stava parlando. Donal O’Shea ci è riuscito benissimo con questo suo libro (Donal O’Shea, La congettura di Poincaré [The Poincaré Conjecture], Rizzoli – BUR, 2008 [2007], pag. 360, € 10,80, ISBN 978-88-17-02357-3, trad. Daniele Didero): dopo l’incipit molto americano ero un po’ prevenuto, ma lo stile del resto dell’opera è molto chiaro, e conduce man mano il lettore a capire il contesto in cui il problema nacque e fiorì, comprese le implicazioni con la relatività generale; il tutto con un ampio apparato di note utili per chi volesse saperne di più. In fin dei conti la congettura di Poincaré parla anche del nostro universo: afferma infatti che se il nostro universo non è infinito e si comporta come pensiamo faccia allora è in un certo senso l’equivalente quadridimensionale di una sfera. Servirà a qualcosa? Probabilmente no, ma la matematica non si preoccupa certo della cosa. La traduzione è scorrevole, ma in qualche punto (non matematico, a dire il vero) mi ha dato l’idea di essere stata tirata un po’ via, come nelle “poesie in cinque versi” che probabilmente sono limerick. Troppa semplicità fa male…

Ultimo aggiornamento: 2010-11-06 07:00

_e: the Story of a Number_ (libro)

[copertina] Il pi greco lo conoscono tutti o quasi; ma non è il solo numero “molto interessante” per i matematici. Secondo a ben poca distanza c’è infatti il numero e, che vale circa 2,718 e appare anch’esso nei punti più diversi della matematica; dal calcolo dell’area sotto un’iperbole a quello degli interessi composti, dai logaritmi alle funzioni trigonometriche. Nella sua bella collana a basso prezzo che recupera varie opere di storia della matematica, la Princeton University Press ha recuperato questo testo (Eli Maor, e: the Story of a Number, Princeton University Press 2009 [1994], pag. 227, $15.95, ISBN 978-0-691-14134-3) dedicato per l’appunto a e. Il libro è scritto molto bene; richiede qualche competenza matematica ma risulta facilmente leggibile e interessante. La parte storica è molto completa e parte dalla nascita dei logaritmi, con divagazioni all’indietro verso Archimede e i problemi della quadratura, per arrivare alla scoperta della trascendenza del numero. I concetti vengono spiegati in maniera molto chiara, oserei dire meglio che quanto viene fatto a scuola da noi. Naturalmente ci sono anche divagazioni su altri numeri famosi, π e i prima di tutti; d’altra parte tutti questi numeri sono (stranamente?) correlati tra loro…

Ultimo aggiornamento: 2024-06-25 21:22

_io Spio_ (free press)

È dura la vita del recensore di free press. Ero riuscito a passare quasi tutto il mese di ottobre senza trovare una copia di io Spio, il sedicente “settimanale di gossip” che esce il venerdì per fare penitenza, ma stamattina mentre portavo i bimbi al nido me le sono viste davanti e non ho resistito alla tentazione.
Trentadue pagine di cui sedici di pubblicità, quasi tutte a pagina intera e di nomi anche grossi, da Vodafone a Trenitalia; chiunque siano quelli di Visibilia che sono i concessionari di pubblicità hanno fatto un ottimo lavoro. Anche il tempismo non è affatto male, se stamattina sono riusciti ad avere copertina e paginone centrale dedicati a Ruby, la diciassettenne marocchina che è arrivata agli onori delle cronache politico-erotiche solo mercoledì mattina. Tutto questo tempismo si paga con un controllo piuttosto basso della qualità ortografica degli articoli (sul resto non metto becco), come si può notare ad esempio a pagina 5 dove in corpo 24 si parla dell’ex presidene del Consiglio D’Alema. D’altra parte non sono certo i testi il punto forte di un giornale di gossip, come ben sa chi abbia mai letto una copia di Novella 2000 e simili; il passaggio al free press ha portato a una loro ulteriore contrazione, non dico a livello di lunghe didascalie alle foto ma poco di più.
Menzione particolare alla pagina di pubblicità del “primo sito di incontri extraconiugali pensato per le donne”, roba di cui non immaginavo nemmeno l’esistenza (non che la vita mi cambierà)

Ultimo aggiornamento: 2018-03-07 09:19

Mixa (free press)

Mixa (http://www.mixamag.it/) è uno degli ultimi free press apparsi a Milano: il numero di ottobre che mi è capitato tra le mani è infatti il quarto per il mensile. Il sottotitolo recita “Il magazine dell’italia multietnica”; a vedere il colophon è milanese (Coop. Cartacanta, per la cronaca; almeno due delle collaboratrici so chi sono) e non so se viene distribuito fuori Milano e dove; io ho trovato un po’ di copie nella biblioteca di quartiere, ma è vero che oramai frequento poco i luoghi classici.
Nelle 32 pagine c’è pochissima pubblicità, tre pagine e un quarto; gli articoli tendono ad essere più ampi della media dei free press, superando anche a volte quelle che sembrano essere le colonne d’Ercole della lunghezza massima consentita, vale a dire la pagina. Come facilmente immaginabile, il punto di vista degli articoli è presentare agli italiani la vita degli immigrati (di “successo”, nel senso di regolari e più o meno integrati), il tutto da una prospettiva generalmente di sinistra; basti pensare che c’è una paginata dedicata a cosa pensano riguardo all’immigrazione i candidati alle primarie del centrosinistra per le comunali 2011, e non ho visto interviste a esponenti dichiaratamente di centrodestra. Questo potrebbe forse essere un limite, perché si rischia di finire in una situazione “me la canto e me la suono” che non portrebbe grandi vantaggi; peccato, perché un punto di vista diverso dal solito sensazionalismo dei media e che non scade nel patetico sarebbe davvero utile.

Ultimo aggiornamento: 2010-10-25 11:12