Archivi categoria: recensioni

_e: the Story of a Number_ (libro)

[copertina] Il pi greco lo conoscono tutti o quasi; ma non è il solo numero “molto interessante” per i matematici. Secondo a ben poca distanza c’è infatti il numero e, che vale circa 2,718 e appare anch’esso nei punti più diversi della matematica; dal calcolo dell’area sotto un’iperbole a quello degli interessi composti, dai logaritmi alle funzioni trigonometriche. Nella sua bella collana a basso prezzo che recupera varie opere di storia della matematica, la Princeton University Press ha recuperato questo testo (Eli Maor, e: the Story of a Number, Princeton University Press 2009 [1994], pag. 227, $15.95, ISBN 978-0-691-14134-3) dedicato per l’appunto a e. Il libro è scritto molto bene; richiede qualche competenza matematica ma risulta facilmente leggibile e interessante. La parte storica è molto completa e parte dalla nascita dei logaritmi, con divagazioni all’indietro verso Archimede e i problemi della quadratura, per arrivare alla scoperta della trascendenza del numero. I concetti vengono spiegati in maniera molto chiara, oserei dire meglio che quanto viene fatto a scuola da noi. Naturalmente ci sono anche divagazioni su altri numeri famosi, π e i prima di tutti; d’altra parte tutti questi numeri sono (stranamente?) correlati tra loro…

Ultimo aggiornamento: 2024-06-25 21:22

_io Spio_ (free press)

È dura la vita del recensore di free press. Ero riuscito a passare quasi tutto il mese di ottobre senza trovare una copia di io Spio, il sedicente “settimanale di gossip” che esce il venerdì per fare penitenza, ma stamattina mentre portavo i bimbi al nido me le sono viste davanti e non ho resistito alla tentazione.
Trentadue pagine di cui sedici di pubblicità, quasi tutte a pagina intera e di nomi anche grossi, da Vodafone a Trenitalia; chiunque siano quelli di Visibilia che sono i concessionari di pubblicità hanno fatto un ottimo lavoro. Anche il tempismo non è affatto male, se stamattina sono riusciti ad avere copertina e paginone centrale dedicati a Ruby, la diciassettenne marocchina che è arrivata agli onori delle cronache politico-erotiche solo mercoledì mattina. Tutto questo tempismo si paga con un controllo piuttosto basso della qualità ortografica degli articoli (sul resto non metto becco), come si può notare ad esempio a pagina 5 dove in corpo 24 si parla dell’ex presidene del Consiglio D’Alema. D’altra parte non sono certo i testi il punto forte di un giornale di gossip, come ben sa chi abbia mai letto una copia di Novella 2000 e simili; il passaggio al free press ha portato a una loro ulteriore contrazione, non dico a livello di lunghe didascalie alle foto ma poco di più.
Menzione particolare alla pagina di pubblicità del “primo sito di incontri extraconiugali pensato per le donne”, roba di cui non immaginavo nemmeno l’esistenza (non che la vita mi cambierà)

Ultimo aggiornamento: 2018-03-07 09:19

Mixa (free press)

Mixa (http://www.mixamag.it/) è uno degli ultimi free press apparsi a Milano: il numero di ottobre che mi è capitato tra le mani è infatti il quarto per il mensile. Il sottotitolo recita “Il magazine dell’italia multietnica”; a vedere il colophon è milanese (Coop. Cartacanta, per la cronaca; almeno due delle collaboratrici so chi sono) e non so se viene distribuito fuori Milano e dove; io ho trovato un po’ di copie nella biblioteca di quartiere, ma è vero che oramai frequento poco i luoghi classici.
Nelle 32 pagine c’è pochissima pubblicità, tre pagine e un quarto; gli articoli tendono ad essere più ampi della media dei free press, superando anche a volte quelle che sembrano essere le colonne d’Ercole della lunghezza massima consentita, vale a dire la pagina. Come facilmente immaginabile, il punto di vista degli articoli è presentare agli italiani la vita degli immigrati (di “successo”, nel senso di regolari e più o meno integrati), il tutto da una prospettiva generalmente di sinistra; basti pensare che c’è una paginata dedicata a cosa pensano riguardo all’immigrazione i candidati alle primarie del centrosinistra per le comunali 2011, e non ho visto interviste a esponenti dichiaratamente di centrodestra. Questo potrebbe forse essere un limite, perché si rischia di finire in una situazione “me la canto e me la suono” che non portrebbe grandi vantaggi; peccato, perché un punto di vista diverso dal solito sensazionalismo dei media e che non scade nel patetico sarebbe davvero utile.

Ultimo aggiornamento: 2010-10-25 11:12

Dizionario del Corano (libro)

[copertina] Anche se per noi occidentali, di radici giudaico-cristiane oppure ateo-agnostici, il mondo islamico è un monolite questo non è affatto vero. Quest’opera, tradotta dal francese (Mohammad Ali Amir-Moezi (ed.), Dizionario del Corano [Dictionnaire du Coran], Mondadori 2007 [2007], pag. 987, € 28, ISBN 978-88-04-56660-1, trad. Barbara De Poli, Silvia Di Donato, Martino Diez, Gabriele Ferrario, Marco Aurelio Golfetto, Anna Maria Paoluzzi, Davide Tacchini), raccoglie 400 brevi saggi su altrettanti temi visti non solo dal punto di vista del Corano ma anche della tradizione islamica, con dovizia di riferimenti alle varie sure; nei saggi ci sono molto spesso riferimenti filologici, e del resto l’introduzione racconta proprio della nascita del Corano come testo scritto, dopo la sua origine che fu per scelta orale. Almeno per quanto riguarda le voci che ho preso a caso, ho trovato piuttosto difficile l’associazione tra quanto scritto e quello che si vede in pratica, anche perché per esempio non è chiarissima nemmeno la differenza tra sciiti e sunniti. In definitiva, l’opera è più utile da un punto di vista storico che da quello di attualità. Insomma, vale la pena di averlo come opera di consultazione, visto anche il prezzo contenuto, ma non è il libro da usare per avere una conoscenza non dico completa ma almeno ampia dell’islamismo. Attenzione alla traduzione; è rimasto qualche svarione di italiano, probabilmente per la rapidità richiesta nel preparare la versione italiana a pochi mesi dall’uscita dell’originale francese.

Ultimo aggiornamento: 2010-10-23 07:00

Colossal Book of Wordplay (libro)

[copertina] Martin Gardner è universalmente noto per i suoi libri di matematica ricreativa. Ma chiunque abbia letto qualcuno dei suoi libri (soprattutto se in lingua originale, per ovvi motivi) sa che Gardner amava indulgere anche ai giochi di e con le parole. Questo libretto, smilzo nonostante il reboante nome (Martin Gardner, Colossal Book of Wordplay, 2010, pag. 160, $8.95, ISBN 978-1-4027-6503-2) raccoglie per l’appunto i giochi sparsi nelle sue varie opere; Gardner stava riguardando le bozze quando in maggio morì, e l’opera è stata completata da Ken Jennings che stava già collaborando con lui per la preparazione del testo. Ora, è vero che molti appassionati di giochi matematici sono anche appassionati di giochi con le parole, anche se il il viceversa non è necessariamente vero; però è chiaro che Gardner, per quanto bravo, non era il top per questo tipo di giochi. Il risultato è comunque godibile anche per chi come me non è madrelingua inglese e quindi si perde parecchi giochi, a volte anche quando legge la loro soluzione. D’altra parte il libro è essenzialmente intraducibile, per ovvie ragioni, anche se si può riciclare qualcuno dei giochi di parole trovandone un equivalente italiano.

Ultimo aggiornamento: 2010-10-20 07:00

Problem Solving Through Recreational Mathematics (libro)

[copertina] L’idea di questo libro (Bonnie Averbach e Orin Chein, Problem Solving Through Recreational Mathematics, Dover 1980,2000, pag. 457, $15.95, ISBN 978-0-486-40917-7) è di parlare di matematica a partire dai problemi ricreativi. Nei vari capitoli si inizia a presentare alcuni di questi problemi, invitando il lettore a cercare di risolverli; poi vengono man mano introdotti i concetti che sono nascosti dietro i problemi stessi e si termina con una serie di esercizi (alcuni, ma non tutti, hanno un aiuto, una traccia di soluzione oppure una risposta).
Di per sé l’idea non è affatto stupida, tenuto anche conto che alcuni degli argomenti trattati – i grafi e le equazioni diofantine, per esempio – non fanno certo parte dei programmi scolastici, penso nemmeno negli USA. La sua messa in pratica però mostra parecchi difetti, primo tra tutti la ripetitività di dover fare più volte lo stesso tipo di ragionamento, che stufa in breve tempo anche se la formulazione dei problemi è sempre piacevole. Diciamo che a mio parere il libro è piu utile per un insegnante che voglia proporre ai suoi studenti un’esposizione un po’ diversa e quindi si metta a scegliere quello che ritiene più importante.

Ultimo aggiornamento: 2010-10-16 07:00

_The Alphabet_ (libro)

[copertina]Anche questo libro (David Sacks, The Alphabet, Arrow Books 2004, pag. 395, ISBN 978-0-09-943682-9) era fuori commercio, e l’ho acquistato di seconda mano dai fondi di una biblioteca (dello Stoke-on-Trent College), dove in effetti non era mai stato chiesto in prestito. Il tema, come dice il titolo stesso, è l’alfabeto, inteso come insieme delle 26 lettere che lo compongono; dopo un capitolo introduttivo che racconta come dal primo alfabeto (semitico ma egizio, precedente a quello fenicio) l’idea sia stata man mano presa da altre popolazioni che se lo adattavano ai propri suoni, segue un capitolo per ciascuna lettera, che mostra la sua evoluzione e il mutamento delle sue caratteristiche (grafiche ma anche di suono) nell’inglese. Uno dei due grandi svantaggi del libro è proprio il suo essere anglocentrico; si parla un po’ del francese perché in fin dei conti il normanno è una delle sorgenti della lingua inglese, e c’è qualche accenno allo spagnolo probabilmente perché è praticamente la seconda lingua statunitense, e basta. L’italiano non è praticamente mai citato e in quei rari casi Sacks colleziona strafalcioni, come a pagina 193 dove scrive “Gésu” e spiega che la G è dura solo davanti a A ed U. Il secondo problema è la ripetitività del testo: molte cose sono dette e ridette in tutti i capitoli, e dopo un po’ uno si stanca anche… In definitiva, una lettura interessante ma non so se la consiglierei.

Ultimo aggiornamento: 2014-04-21 16:19

Fascio e martello (libro)

[copertina]Molti sanno che Littoria (pardon, Latina) è stata fondata da Mussolini, durante la bonifica dell’Agro Pontino. Magari, pensandoci un po’ su, qualcuno si ricorda anche di altre città: Sabaudia, Aprilia, Carbonia. Ma nessuno probabilmente immagina che ci siano quasi 150 “città del Duce”, che a quanto pare amava porre la prima pietra su e giù per la penisola. In questo libro (Antonio Pennacchi, Fascio e martello – viaggio per le città del Duce, Laterza – “Economica 527” 2010 [2008], pag. 346, € 11.50, ISBN 978-88-420-9229-2), che nacque come rubrica su Limes ed ebbe una prima edizione nel 2003, Antonio Pennacchi parla di alcune di queste città. Premessa: si parla di architettura, ma non è un manuale di architettura. Pennacchi, nato a Latina, sente chiaramente proprio il tema. Aggiungete che scrive molto bene, con uno stile personale, e capirete che il libro non lo si legge come un saggio ma quasi come un romanzo storico… ehm, architettonico. D’altra parte le sue idee architetturali molte volte sembrano nascere dall’essere contro la storiografia ufficiale, e secondo me Pennacchi stesso non sempre crede a quello che dice ma lo dice lo stesso perché l’idea, anche se sbagliata, è carina. Il giudizio sulle opere del fascismo è molto disarticolato, soprattutto nella parte sociale (che fosse una dittatura è dato per scontato). Non è che si possa dare un valore positivo al fascismo solo perché hanno fatto queste città, ma non si può nemmeno negare la loro esistenza, no?

Ultimo aggiornamento: 2021-08-05 09:37