Archivi categoria: povera_matematica

percentuali elettorali

Stavolta temo bisogni spiegare le cose al giornalista di Repubblica on line che spiega che l’emendamento del Castagnetti italoforzista che afferma “Ogni sesso non può essere rappresentato in misura superiore alla metà dei candidati della lista medesima” è in contrasto con il comma successivo che richiede che “ogni sesso non può essere rappresentato in una successione superiore a tre”.
Se qualcuno ha delle conoscenze nella redazione del foglio scandalistico scalfariano, gli faccia notare che la successione MMMFFF rispetta perfettamente entrambi i vincoli.
Mi sembra però più divertente chiedersi – e chiedere magari a Castagnetti – cosa succede nel caso che il numero di candidati in una lista sia dispari. Ad esempio, su nove persone non possono esserci più di quattro maschi e quattro femmine. E il nono? asessuato o transessuale?
Aggiornamento: come capita spesso il Grande Fratello scalfaro-orwelliano ha modificato l’articolo, ma questa volta sono stato più veloce e ho catturato la schermata :-)

Ultimo aggiornamento: 2006-02-07 14:18

sondaggisti cattivoni

Sabato scorso chi ha letto il Corsera si è trovato l’ennesima esternazione di Silvio B.. Quello che mi preme pubblicizzare è però una semplice frase del premier: “Tutti i sondaggi stranamente si discostano l’uno l’altro di un solo punto. È una cosa che fa pensare all’esistenza di un vero e proprio sindacato dei sondaggi per influenzare i cittadini.”
Peccato che – se i sondaggi sono fatti bene – è ovvio che i risultati non debbano essere troppo diversi l’un l’altro. Tutta la difficoltà nel fare previsioni sta proprio nell’estrapolare dati!
Il tutto naturalmente a meno che non si voglia l’effetto Montecarlo: si lanciano i dadi fino a che non viene fuori il risultato che si vuole.

Ultimo aggiornamento: 2006-02-06 11:17

Basta definire il campione

Repubblica fa un titolone su un sondaggio Eurispes che mostrerebbe come “il 68,7% dei cattolici italiani è favorevole ai Pacs”, e giù un’altra sfilza di percentualone non dico bulgare ma sicuramente importanti.
Leggendo più in giù, ci sono i primi dati divisi tra “cattolici” e “non cattolici”, e uno avvezzo alle statistiche trova subito qualcosa di strano; una percentuale complessiva del 26,4% è scorporata in “23% cattolici e 51,2% non cattolici’. Alla fine si scopre il trucco: “cattolico” è chi ha risposto “sì” alla domanda “sei cattolico”, e questa percentuale è dell’87.6%, contro ad esempio il 30% circa di quelli che hanno detto di andare settimanalmente a messa.
La cosa di per sé non è così importante, però spero faccia capire come sia semplicissimo manipolare dei risultati limitandosi a cambiare una definizione. A questo punto Ruini può dire “sette italiani su otto sono cattolici” senza nemmeno arrossire: che poi questi vogliano i Pacs è irrilevante, visto che basta definirli “cattolici peccatori”.

Ultimo aggiornamento: 2006-01-18 12:04

misteriose equazioni

Comincio a temere che l’avvicinarsi delle festività abbia completamente rovinato Repubblica. Capisco che le “notizie” che pubblichino nella versione online siano quelle che vanno subito a finire nel gossip sbertucciaro. Però in questo articolo sulla formula perfetta per il regalo siamo arrivati al massimo.
dietro la magia del regalo non si nasconderebbe solo la scelta dell’oggetto e della carta più bella ma un processo tecnico riassumibile – si legge sui quotidiani inglesi – nella misteriosa equazione matematica: 1/2 (d+2h+w)2 = 2(w+h)2.
Lasciamo perdere che quei due a destra della parentesi sono degli esponenti, come si può notare nella pagina del Manchester Online. E lasciamo perdere che la notizia ha una settimana (altre thumbnail si trovano qui per i voyeur matematici). Ma sembra davvero un po’ esagerato definire l’equazione come “misteriosa”.
Quello che però mi disturba è che così ad occhio ci dovrebbero volere due equazioni, visto che abbiamo tre incognite e non mi pare che ci sia più di un grado di libertà. Cosa mi sono perso?

Ultimo aggiornamento: 2005-12-21 17:37

numeri matti

Francesco Merlo, nell’articolo su La domenica di Repubblica di ieri dal titolo wertmulleriano “Il matrimonio che non s’ha da fare – quell’ossessione tutta italiana”, se la prende con il matrimonio in generale e quello omosessuale in particolare. Problemi suoi. Però poi si mette a scrivere questo:
Davvero il matrimonio sopravvive come istituzione solo per i figli. Funziona come i numeri irrazionali in matematica, quei numeri matti che permettono il calcolo del cemento armato, l’elevazione di un grattacielo, la costruzione del ponte che collega la Danimarca alla Norvegia. Chi capisce i numeri irrazionali?
Io posso immaginare che Merlo abbia avuto dei traumi piuttosto gravi da piccolo con l’insegnante di matematica, e che ne sia riuscito ad uscire solamente facendo il passaggio logico “irrazionale -> matto”. Però occorrerebbe che un’anima pia gli facesse notare che non solo i numeri irrazionali non “funzionano”, ma – peggio – “esistono” (quasi per tutti i matematici…), e che li si puo “capire” senza troppi problemi con un disegnino. Ma soprattutto bisogna fargli presente che i conti per tutte quelle cose li fanno con ogni probaabilità dei calcolatori che non usano affatto numeri irrazionali. Ma forse lo choc sarebbe troppo forte per lui.

Ultimo aggiornamento: 2005-12-19 11:47

ordinamento

Su Leggo si dà notizia della graduatoria della corruzione, stilata dalla ONG Transparency. I meno corrotti, secondo un “quoziente matematico di percezione della corruzione” sono gli islandesi; si afferma poi che l’Italia è al 42° posto, un passo avanti visto che nel 2004 eravamo al 40° (neretto mio).
Leggendo il lancio Ansa, scopriamo che i numeri sono rovesciati: nel 2004 eravamo al 42° posto, quest’anno al 40°, il che ha senso visto che si parla di miglioramento. Ma per l’anonimo articolista, si direbbe che un numero grande è meglio di un numero piccolo…

Ultimo aggiornamento: 2005-10-19 12:06

avvocati e aritmetica

Stamattina su Metro c’era un trafiletto dal titolo “Se l’avvocato vince con l’aritmetica”, dove si diceva che la contea di Centre in Pennsylvania ha abolito la tassa sulle proprietà immobiliari, mettendo semplicemente un’aliquota zero. In questo modo però sono mancati i fondi alle scuole, che hanno citato a giudizio la contea, vincendo la causa perché il loro avvocato “ha sostenuto che lo zero non è un valore” e per dimostrarlo “ha preso una calcolatrice e fatto una divisione per zero, ottenendo E per error”.
Già così la notizia è abbastanza tragica per meritare uno spazio su questa mia colonna, ma c’è ancora di peggio. Il trafiletto era siglato “Metro”, non “Ansa”, “Reuter” o simili. Bene, ho fatto una ricerchina per vedere se trovavo la fonte originale e l’unica occorrenza che mi è capitata è questa. Una pagina datata luglio 2000, nella quale si parla della recensione di un libro e la storia si dice essere capitata l’anno precedente, ed essere stata usata come un “case study”.
Mi chiedo ora se è una leggenda metropolitana, o una storia vera anche se vecchia; e se Metro ha per caso comprato un bel libro “tanti begli aneddoti per riempire le pagine di un giornale quando non si sa cosa scrivere” e ogni tanto recuperi qualche gemma da propinare al pubblico che tanto in metropolitana dorme…

Ultimo aggiornamento: 2005-09-20 11:29

Numeri e differenze

Metro di oggi è stata davvero una lettura incredibile, in tutti i sensi.
Scopriamo infatti che un tal Brian Haw, paladino britannico del “No War”, avrebbe affermato che «ogni giorno gli USA spendono 1.3 trilioni di dollari per armamenti» Un trilione significa un milione di milioni; per fare un confronto, il prodotto interno lordo italiano in un anno è leggermente superiore a quel valore. È vero che gli USA sono ben più ricchi di noi, ma così ad occhio quella cifra può essere annua e non giornaliera. Eppure è passata nel testo senza alcun problema.
Ma se è per questo, qualche pagina dopo si legge che un non meglio identificato indice è salito dal valore 48.0 di luglio al 49.6 di agosto. Visto che un valore inferiore a 50 indica una flessione nell’andamento mensile delle vendite, viene correttamente scritto che c’è una decelerazione nel ritmo di contrazione; e in effetti è come dire “prima perdevo il 10%, adesso solo il 3%”. Peccato che qualche riga dopo si annunci che l’indice complessivo di Germania, Francia e Italia ha registrato ad agosto il balzo maggiore degli ultimi 20 mesi, «nonostante l’andamento negativo dell’Italia.». Ma l’indice è passato da 51 a 51.9; quindi la differenza è di 0.9 punti, contro quella di 1.6 italiana. Insomma, noi abbiamo contribuito di più al buon risultato, anche se continuiamo ad essere i fanalini di coda. Se vogliamo vederla in un altro modo, pensiamo a una vasca da bagno con due rubinetti (Francia e Germania) che inseriscono acqua e un buco (l’Italia) da cui esce. Ridurre le dimensioni del buco, anche se continua ad esserci, può essere più utile per riempire la vasca che aumentare leggermente la portata dei rubinetti…

Ultimo aggiornamento: 2005-09-07 15:52