Archivi categoria: povera_matematica

Quelli che la neolingua è matematica

Stranamente non mi pare che la notizia sia apparsa sulla sezione “scienza e tecnologia” dell’italica stampa. Bisognerà dire a quelli dell’Ansa di fare meglio il proprio lavoro. Vi dovete perciò cuccare l’articolo in inglese; il succo è che è stato pubblicato su Nature un articolo, anzi una “lettera”, dove alcuni ricercatori di Harvard hanno quantificato il decadimento dei verbi irregolari nella lingua inglese. Un verbo irregolare è… ecco, è irregolare, e quando studi la lingua sei costretto a imparare della roba in più, e non ne hai voglia. Ecco quindi che c’è una forte tendenza dello studente a far finta di niente, mettere un -ed in fondo per fare il passato e il participio, e cavarsela così con un’unica metaregola invece che tante regolette. Lo facciamo anche noi: la fortuna che in questi anni ha avuto il verbo “perplimere” deriva proprio dalla metaregola “molti verbi in -imere hanno il participio in -esso: compresso, espresso, soppresso. E non vuoi trovare il verbo che al participio fa perplesso?”. Lo fanno gli inglesi da una vita. Da piccolo, mi insegnarono a sognare “to dream – dreamt – dreamt”, ma adesso sembrerei un tipo ricercato se dicessi “I dreamt of you”; peggio ancora, il verbo per lanciare gli incantesimi, che ha la sua bella età, fa “to cast – cast – cast”; ma la televisione è moderna, e le trasmissioni fanno “to broadcast – broadcasted – broadcasted”.
Che c’entra tutto questo con la matematica? Beh, i ricercatori non si sono limitati all’osservazione che più un verbo viene usato più è difficile che diventi regolare – e ci credo, continui a ripeterti come fa! – ma hanno affermato una precisa legge matematica che lega la regolarizzazione del verbo alla radice quadrata della sua frequenza d’uso, e hanno iniziato a fare previsioni su quale sarà il prossimo candidato ad essere inquadrato (per la cronaca, to wed). Non avendo a disposizione le tabelle interne all’articolo, non posso esserne certo; però una legge di questo tipo mi sembra tanto tirata fuori a posteriori, per far vedere come la matematica è brava e fa tante belle cose… e dando l’impressione che sia una sorta di magia, senza nemmeno gli effetti speciali di Harry Potter. Per me questa è una fregatura che allontana ancora di più la gente dalla matematica, e Ciò è Male.

Ultimo aggiornamento: 2007-10-20 13:34

Primarie PD e numero votanti

Ha già spiegato tutto Paolo Beneforti, ma magari una piccola ripetizione giova.
Quelli che hanno affermato che i tre milioni e rotti di votanti domenica scorsa sono il 25% in meno rispetto a quanti votarono due anni fa per incoronare Prodi come candidato premier si sono dimenticati che nel 2005 le primarie erano dell’Unione, mentre stavolta si votava il PD (DS e Margherita, insomma). Allora tra i candidati c’era Bertinotti; c’era Clementone Mastella (ok, ha spostato i risultati un po’ più di Adinolfi, ma comunque in prima approssimazione lo si può tralasciare). Di per sé, c’era tutta la parte di Sinistra Democratica che quest’estate si è staccata dai DS. Come fa notare Paolo, se guardiamo l’elettorato di riferimento scopriamo che quest’anno in percentuale ha votato più gente di due anni fa. In casi come questo, infatti, non sono tanto i numeri assoluti che contano, se non per riempire le pagine dei giornali, ma le percentuali. Non è sempre così, visto che ad esempio io preferisco avere il 10% di un milione di euro che il 50% di mille euro; ma ribadisco che la matematica di per sé è neutra, e ci vuole il nostro cervello per decidere quale modello usare.
(Ah. Per chi pensa che in entrambi i casi i numeri siano stati gonfiati: magari è possibile. Però dovrei fare allora tanto di cappello a chi ha deciso quanti dovevano essere i votanti quest’anno ed è stato così signore da non fare pesare le percentuali… oppure ha casualmente imbroccato il numero corretto. Ricordo poi che io non ho votato: il ragionamento è puramente matematico, io non ci guadagno nulla)

Ultimo aggiornamento: 2007-10-16 11:44

Veri Lavoratori

Sleepers mi segnala questo articolo del Corsera, dove si parla del furto del pc portatile di Francis Ford Coppola (che evidentemente non aveva fatto backup), e si legge che il nostro si lamenta dicendo “Nel pc avevo milioni di ore di lavoro”.
Come nota Sleepers, anche ipotizzando anche di lavorare 24 ore al giorno, in un anno abbiamo in media 8766 ore; anche limitandoci a due milioni di ore, il tutto fa… 228 anni e rotti. Niente male come stakanovismo, vero?

Ultimo aggiornamento: 2007-09-30 22:40

numeri a caso

Mercoledì è apparso un nuovo articolo sulle scelte dei lavoratori dipendenti riguardo alla destinazione del TFR. Nulla di particolarmente strano: bisogna fare dimenticare alla gente che in questi mesi i soldi messi nei fondi hanno perso valore (rendimento negativo: se non ci credete, ecco il grafico del mio fondo) e piuttosto convincerli a seguire la folla. Quello che però non mi tornano sono i numeri dati, ben diversi rispetto a un mese e mezzo fa. Posso capire che abbiano trovato tra le pieghe delle adesioni qualcuno in più, anche se passare da dire che al 30 giugno 2007 i lavoratori iscritti a forme pensionistiche complementari erano 2.017.611 a dire che sono 2.700.000 non può essere liquidato con una attenta verifica contabile. Ma dire che quelli iscritti al 31/12/2006 non sono 1.645.546 ma 1.800.000 mi pare un po’ toppo incredibile per dare retta a uno qualunque dei numeri che l’ineffabile Rosaria Amato ci ha anche questa volta propinato…
Aggiornamento: Secondo lavoce.info, forse per una volta la colpa è del presidente della Covip, Scimia. Sempre numeri farlocchi sono.

Ultimo aggiornamento: 2007-09-21 12:14

Un milione non è poi così grande

Articolo su La Stampa. Titolo: “I ghiacciai dell’Artide si stanno ritirando”. Dichiarazione: «L’area coperta da ghiacci si è ridotta ad appena tre milioni di metri quadrati».
Simpatico, vero? soprattutto perché tre milioni di metri quadrati equivalgono a tre chilometri quadrati. (Per i curiosi, l’anno scorso si parlava di 5.5 milioni di chilometri quadrati).
D’altra parte, quando si parla di “milioni” il numero è già così grande di suo… :-( e in effetti l’errore commesso è stato di un fattore 1.000.000 (un milione)

Ultimo aggiornamento: 2007-09-16 11:32

Matematica all’Università Maharishi

Per un vecchio beatlesiano come me, la parola “Maharishi” fa venire subito in mente Sexy Sadie. Ma il Maharishi Mahesh Yogi non si è certo fermato lì. Infatti ha fondato la Maharishi University of Management, che ha tutta una serie di corsi universitari, tra cui quello in matematica. Vale la pena leggere i nomi dei corsi: non so se preoccuparmi di più del corso sull’infinito, che ha come definizione “Dall’Insieme Vuoto all’Universo Illimitato di Tutti gli Insiemi — Esplorare l’Intera Matematica e Vedere la sua Sorgente nel Vostro Io”, oppure del corso di matematica di base, dove gli studenti “studiano l’aritmetica egli interi, le frazioni, le frazioni decimali, i rapporti e le percentuali, con un’enfasi sulle applicazioni”. Per onestà, aggiungo che generalmente i corsi, anche se con nomi piuttosto esoterici, sembrano assolutamente standard, come si può leggere dalle loro descrizioni.
(per i curiosi: avevo scoperto il link via Ars Mathematica)

Ultimo aggiornamento: 2007-09-14 10:50

questione di definizioni

MarkCC racconta di un esempio di povera matematica trovato nientemeno che nel New York Times, il che è una (misera) consolazione per quello che leggiamo sull’italica stampa praticamente tutti i giorni. L’articolo del NYT parla dell’economia tedesca, e afferma che in Germania preferiscono starsene disoccupati col sussidio statale. A riprova di ciò, mostra come il tasso di disoccupazione è al 5% in USA mentre è al 9% in Germania.
Peccato che la definizione statunitense di “disoccupato” è “uno che non lavora per nulla”, mentre quella tedesca è “uno che non ha un lavoro a tempo pieno”. Inoltre, se non lavori ma non stai cercando lavoro, per gli USA tu non sei disoccupato, per la Germania sì. Prendendo dati omogeneri, il tasso di disoccupazione tedesco scende al 6% (e sarebbe interessante scoprire se in questi ultimi anni hanno cambiato le definizioni italiane di disoccupazione…)
Insomma, si sono confrontate mele con pere: un errore molto insidioso da scovare, perché i numeri sembrano tutti corretti…

Ultimo aggiornamento: 2007-09-13 10:24

“settimo anniversario”

Alle sette e mezzo del mattino non sono molto sveglio, ma sono ragionevolmente certo di avere sentito per due volte a Radio Popolare che si parlava del settimo anniversario dell’11 settembre 2001. Strano, 2007 meno 2001 fa sei, e “sesto” e “settimo” hanno un numero di sillabe diverso e quindi si riconoscono bene.
(ps: che facevo io l’11 settembre 2001? me ne stavo a lavorare nel mio ufficio. E ho acceso la radiolina che tengo sempre per sicurezza)

Ultimo aggiornamento: 2007-09-11 09:35