Se uno prova a leggere la spiegazione della proposta Vassallo di riforma elettorale “spiegata” da Rep.it, e non si addormenta prima, un piccolo dubbio potrebbe venirgli. Se nelle liste di circoscrizione (che avrebbero da sei a otto nomi) “è obbligatoria l’alternanza uomo/donna”, perché mai si aggiunge subito dopo che “maschi e femmine non possono essere al di sotto del 40 per cento”? Anche nel caso di sette candidati, la percentuale è automaticamente ottenuta, e tutt’al più si può pensare che la norma vieti di fare liste ridotte con solo uno o tre candidati.
Poi uno va a leggere il testo originale e trova qualcosa di leggermente diverso: «Nellambito di ciascuna circoscrizione, nessuno dei due generi può essere rappresentato per meno del 40% tra i candidati di collegio di ciascun partito.» (grassetto mio). Le quote rosa, quindi, sono indicate esplicitamente a un livello diverso da quello che si immaginerebbe dal “riassunto” di rep.it; insomma, un riassunto fatto senza capire di cosa si stava parlando… sopratutto quando sono apparsi dei numeri.
Detto ciò, il testo originale mi sembra molto più chiaro del “riassunto”, anche se l’originale è molto tecnico – ad esempio, non spiega né qual è il metodo D’Hondt, che effettivamente è relativamente noto, né lo Hare‐Niemayer (dove Vassallo si sia inventato il nome Niemayer non lo so: il metodo tedesco attuale è questo, per la cronaca); insomma, molto meglio leggere il primo che il secondo. Essere innumerati forse ha una correlazione con l’essere illetterati?
Ultimo aggiornamento: 2007-11-12 11:11