Archivi categoria: povera_matematica

per far matematica bisogna parlare ad alta voce!

L’altra settimana il Corsera raccontava di una ricerca condotta da ricercatori dell’Università di Granada, che veniva riassunta come «Pensare ad alta voce e schematizzare: ecco come affrontare la matematica».
Il riassunto di per sé non è errato, almeno leggendo il riassunto corrispondente su AlphaGalileo. Il guaio è un altro; la ricerca è stata fatta su 3 (tre) studenti dell’ultimo anno di matematica. Non esattamente grandi numeri, vero? Che poi schematizzare faciliti l’apprendimento, e che quando si dice una cosa ad alta voce sia più facile ricordarsela e/o capirla credo lo si sappia da duemilacinquecento anni o giù di lì. Insomma, la matematica qua c’entra come i cavoli a merenda, ma volete mettere uno studio che spieghi “come imparare la matematica”?

Ultimo aggiornamento: 2009-12-28 15:59

solo 15 punti

Fabio Forno mi fa scoprire questo articolo della Gazzetta dello Sport sul nuovo sistema di punteggi in Formula 1. Per chi non lo sapesse, quest’anno si premiavano i primi otto classificati: i punti dati ai primi tre erano 10, 8, 6 punti rispettivamente. Dall’anno prossimo si premieranno i primi dieci classificati; i primi tre otterranno rispettivamente 25, 20, 15 punti. Il titolista della Rosea si premura però di spiegarci che «Il 2° classificato sale a 20, al 3° solo 15.» (grassetto mio).
Facciamo un po’ di conti. Prima il secondo prendeva l’80% dei punti del primo e il terzo il 60% dei suoi punti. Adesso il secondo prenderà l’80% dei punti del primo e il terzo solo il 60% dei suoi punti. Sono ragionevolmente certo che le proporzioni vengano studiate alla scuola elementare, ma mi sa che ci sono degli innumerati di ritorno.

Ultimo aggiornamento: 2009-12-11 16:12

Solo il 55%

Nell’attesa della privatizzazione dell’acqua, Amiacque, l’azienda idrica delle province di Milano, Monza, Lodi e Pavia, sta facendo una spietata pubblicità in tutti i media. L’ultima sua proposta è quella di installare distributori condominiali di acqua refrigerata e gassata, per la probabile gioia di chi potrebbe scendere in cortile a fare la scorta invece che portarsi in giro le bottiglie.
Non ho dubbi sulla qualità dell’acqua potabile (è sempre molto più controllata delle acque minerali…), ma ho forti perplessità sulla logica di quanto scritto nell’articolo. Cito: «La nostra acqua viene prelevata da 750 pozzi a 35-40 metri di profondità – spiegano i tecnici dell’ azienda -. Quando non è potabile (solo nel 55 per cento dei casi) viene usato il carbone attivo per renderla tale senza aggiunta di agenti chimici».. Martedì scorso avevo letto l’articolo sul dorso milanese del Corsera, quindi garantisco che era proprio così. Ma avete presente che il 55% è più di un caso su due? Come fate a scrivere “solo il 55 per cento dei casi”? Evidentemente no, visto che è stato scritto. Certo, posso dire “lavoro solo quattro giorni la settimana” (il 57%), ma qui si sottintende che in genere si lavora cinque o sei giorni la settimana; riportato al nostro articolo di giornale, si evince che in genere l’acqua italiana non è affatto potabile, e che in Lombardia bisogna ancora baciarsi i gomiti per la fortuna che si ha.

Ultimo aggiornamento: 2009-12-04 07:00

formula matematica per il regalo perfetto

Scopro da storiedime che i soliti ricercatori britannici hanno trovato la “formula matematica per il regalo perfetto”. Tale formula sarebbe T*L+Pi+Po+Cr+S+U+H/radice quadrata di C, dove il pezzo T*L indica il tempo per cui il bimbo si divertirà col regalo, C è il costo, e gli altri valori corrispondono ad alcune caratteristiche, misurate in una scala da 1 a 5.
Ora, innanzitutto mi chiedo chi è che finanzia tutti questi interessantissimi studi ai ricercatori britannici. Può darsi che come qui da noi si debba dedicare il 5% dei costi di un’opera civile all’acquisto e installazione di qualche opera artistica, lì si debba dedicare il 5% dei fondi alla definizione di una ricerca stupida; chissà. Ma la seconda domanda che mi pongo è molto più triste. Perché mai ci si riempie la bocca di formule matematiche che nessuno guarda mai? Se almeno ricercatori e giornalisti sfruttassero la cosa per spiegare un po’ cosa succede qualitativamente – introducendo così ad esempio i concetti di proporzionalità diretta e inversa – almeno la gente imparerebbe qualcosa…
Ah no, scusate. In questo modo ad esempio si accorgerebbero che raddoppiare il costo non dimezza la validità del regalo, ma la abbassa di molto meno. Oops. Magari si accorgerebbero di chi è stato a commissionare lo studio?

Ultimo aggiornamento: 2009-12-02 14:19

Punto doppio

[punto doppio]
Comune di Milano e ATM stanno continuando a cercare di convincerci che la costruenda linea 5 è Una Cosa Bellissima. Li capisco, visto che se la gente non la userà bisognerà ridare i soldi che i privati hanno messo col project financing all’italiana.
Quello che però non capisco è come possano pensare di convincere i lettori che ci siano tre punti di interconnessione con la rete quando due di questi punti collassano in uno solo (Porta Garibaldi). Paradossalmente per un matematico la cosa è assolutamente normale, a scuola mi insegnavano che una retta tangente a un cerchio lo incontra in due punti coincidenti; ma non credo che assessore e articolista siano così attenti alla matematica…

Ultimo aggiornamento: 2009-11-19 14:38

Berlusconi dà i numeri

A parte le tirate pronunciate in terza persona – Giulio Cesare aveva perlomeno una prosa più asciutta – ieri sera Silvio Berlusconi ha tirato fuori l’ennesimo suo sondaggio. Anche se nel sito apposito ci sono dati un po’ diversi sul gradimento al governo, prendo per buoni i dati da lui presentati:
«L’ultimo sondaggio che ho qui davanti a me dice che il governo è al 54%, il presidente del Consiglio è al 68% e il Pd, che è tornato Pci con l’elezione di Bersani, è al 25%».
Con ogni probabilità i primi due valori si riferiscono al gradimento, che è indipendente dalle scelte politiche della gente (basta vedere gli applausi che il compagno Gianfranco Fini si è preso alla Festa Democratica) e il secondo alle intenzioni di voto, cose completamente diverse. Insomma, tanto per cambiare il PresConsMin ha mischiato mele e pere pro domo sua.
Ma qualcuno ci casca ancora?

Ultimo aggiornamento: 2009-10-28 13:36

altro che pedofilo

Qualche giorno fa, il mio vecchio sodale ‘Ntuniott mi ha segnalato questo articolo sul “mostro di Melbourne” che ha violentato per trent’anni la propria figlia. L’articolo, anche se appare su Repubblica, è nella sezione “24ore” e quindi inserito da una cooperativa esterna, giusto per la cronaca. Cito il testo incriminato: i grassetti sono miei.
«Le violenze sulla figlia iniziarono nel 1970, quando la bambina aveva appena compiuto 11 anni. L’incredibile storia e’ venuta alla luce dopo che la donna, oggi 39enne, e’ riuscita a raccontare tutto a un poliziotto.»
Se fate un attimo i conti, quella povera donna sarebbe stata violentata dalla nascita, non da quando aveva 11 anni.

Ultimo aggiornamento: 2009-09-20 08:00

Rendimento negativo per i Bot?

[rendimento negativo - 1] [rendimento negativo - 2]
Layos ieri mi ha segnalato gli strilli in prima pagina di questo articolo di Repubblica sul “rendimento negativo per i Bot”, lamentandosi del fatto che la cosa sarebbe logicamente impossibile, visto che tu non paghi certo lo Stato per il piacere di prestargli dei soldi. La mia risposta è più possibilista.
Sul significato di “negativo” non ci sono dubbi, spero; resta da discutere il signiricato di “rendimento”. Che ci possa essere in assoluto un rendimento negativo non è così impossibile: se tanto per dire l’Italia emettesse titoli di Stato a un anno in dollari, e il mercato pensasse che il dollaro in quest’anno si apprezzasse chessò del 5% sull’euro, uno potrebbe anche comprarli a un prezzo superiore alla parità: anche se perdessi il 2% del valore in dollari, avrei un rendimento del 3% in euro. Negli anni ’80 i conti svizzeri in franchi per i risparmiatori italiani avevano effettivamente un rendimento negativo, che però era più che ampiamente compensato dalla rivalutazione dei franchi. Ma questo non è il nostro caso: i Bot sono in euro. Vediamo allora che succede.
Secondo l’articolo citato sopra, i Bot trimestrali hanno spuntato all’asta un rendimento dello 0,386% lordo, che tolto il 12.5% di tasse dà lo 0,337% netto circa. Se le banche, attraverso cui l’investitore compra i Bot, prendono una commissione dello 0,4% il risultato per l’investitore è effettivamente negativo. Ho dei dubbi che le commissioni rimangano così alte, ma conoscendo le nostre banche la cosa potrebbe anche essere possibile. L’unica cosa da dire è che non è vero che noi paghiamo lo Stato per il piacere di prestargli dei soldi; in realtà paghiamo le banche perché facciano il piacere di prestare dei soldi allo Stato. Ottima metafora della nostra vita.
Cosa significa tutto questo per quanto riguarda la povera matematica, visto che ho deciso di parlarne qua? La solita mia raccomandazione: quando si vuole usare la matematica, la cosa più importante è mettersi d’accordo sulle definizioni. Poi il resto segue (a meno di errori di distrazione)!
Aggiornamento: (h 15:00) Nei commenti qualcuno si è chiesto quando mai le banche facciano pagare lo 0,40% sui Bot, considerando che le commissioni sono in genere dello 0,10%. Verissimo: ma stiamo parlando di Bot trimestrali, e quindi il tasso annuo equivalente è (un pelo più) di quattro volte la commissione. I conti bisogna farli corretti :-)

Ultimo aggiornamento: 2009-09-11 10:17