Non parlo della liceità del referendum catalano né del diritto all’autodeterminazione, perché non ne so abbastanza neppure per dare un’opinione disinformata come mio solito. Noto però che Mariano Rajoy con la sua voglia di mostrare i muscoli è riuscito a convincere molti catalani dubbiosi ad andare a votare sì: la mia impressione è che se avesse tenuto un profilo più basso il numero di votanti sarebbe stato inferiore, pur contando coloro che a votare non ci sono potuti andare causa polizia che ha chiuso i seggi. (Nota a margine: stamattina sulla filocatalana Radio Popolare il commentatore da Barcellona ha fatto notare complottisticamente che a Badalona, città catalana dove il PSOE ha una forte maggioranza e che quindi si presume meno indipendentista, la polizia mica è arrivata. Mavalà? Se hai deciso di fare un’azione di forza e non hai risorse per farla dappertutto, dove ti metti a farla, secondo te?)
Ma quello che mi stupisce di più è il profilo davvero basso tenuto dalla UE. Quello che io mi sarei aspettato era un’affermazione tipo “Non entriamo nelle questioni nazionali, ma ci teniamo a ricordare che una nuova entità nazionale non può essere automaticamente parte dell’Unione Europea, e quindi occorre una procedura formale di adesione che veda l’assenso di tutte le altre nazioni”. Perché poi è questo che capiterà, anche se buona parte di chi ha votato per l’indipendenza non lo sa. Immagino che gli alti vertici indipendentisti catalani lo sappiano perfettamente, ma o giocano d’azzardo per avere un’autonomia ancora più ampia, tipo quella scozzese con unione delle corone, oppure sperano in qualche miracolo non meglio identificato. In definitiva, una brutta storia.