Una delle conseguenze della guerra della Russia all’Ucraina è che le esportazioni di grano da quest’ultima si sono estremamente ridotte in quantità: nonostante gli accordi – che è da vedere se saranno rinnovati – il trasporto via mare è molto difficile. Se si tiene conto che l’Ucraina è il granaio di Europa, tanto che si dice che l’azzurro e il giallo della bandiera raffigurano il cielo e i campi di grano, potete immaginare come si siano cercate altre vie per l’esportazione. Solo che i paesi vicini si sono trovati inondati di grano a prezzo più basso e hanno cominciato a bloccare le importazioni: prima ci sono state Polonia e Ungheria, ora la Slovacchia.
Il guaio è che questo grano finiva nei paesi del Terzo Mondo proprio perché costava poco, e quindi c’era questo gentlemen’s agreement; la nuova situazione ha completamente cambiato le carte in tavola e mostrato ancora di più quanto il nostro pianeta sia oramai interconnesso: se qualcosa si intoppa parte l’effetto domino.
(poi io mi chiedo se il “grano tutto italiano” della nostra pasta era davvero tutto tutto italiano, ma questo è perché io sono cattivo dentro)