Archivi categoria: pipponi

Quanto ci costa la cultura

la finta fontana di Trevi in Brasile

no, non è quella vera

Nel silenzio generale, il mese scorso è stato approvato il D.M. 161 11/04/2023 del Ministero della Cultura, “Linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali”. In pratica, se uno vuole fare una foto di un monumento (non sotto copyright), magari per una pubblicazione accademica, dovrà sganciare un discreto numero di euro al MiC: euro che forse – ma non è detto – basteranno per pagare i funzionari che dovranno far girare tutta la trafila burocratica. Il tutto cercando di convincere il volgo che ce lo chiede l’Europa, dato che il decreto recita tra l’altro

«VISTA la Direttiva (UE) 2019/790 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativa all’apertura dei dati e al riutilizzo dell’informazione nel settore pubblico e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE, recepita mediante il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 177»

Il tariffario è assurdo: non lo diciamo noi di Wikimedia Italia ma l’Associazione Italiana Biblioteche, che nota come per esempio chiedere copie digitali costi il triplo delle stesse copie (nel senso di avere la stessa risoluzione) stampate. Ma soprattutto è un ulteriore tassello per impedire di pubblicizzare i nostri beni culturali. Questo non lo pensa solo il governo: in questi giorni il tribunale di Firenze ha sentenziato che non si può usare l’immagine del David di Michelangelo senza autorizzazione e senza aver pagato i diritti (occhei, in questo caso il tariffario dice 20000 euro: il funzionario se lo pagano), con un ulteriore esborso di 30000 euro per l’editore che «ha insidiosamente e maliziosamente accostato l’immagine del David di Michelangelo a quella di un modello, così svilendo, offuscando, mortificando, umiliando l’alto valore simbolico ed identitario dell’opera d’arte ed asservendo la stessa a finalità pubblicitarie e di promozione editoriale». Non che io capisca perché quei soldi debbano andare alla Galleria dell’Accademia e non a un eventuale fondo statale, ma tant’è.

Mi chiedo solo cosa faranno adesso con la copia della Fontana di Trevi costruita in Brasile… altro che Totò!

Rinnovi generici

identità Lunedì ho trovato nella casella di posta due lettere, una per Jacopo e una per Cecilia. Le ha scritte il Comune di Milano, Area Servizi al Cittadino, Unità Anagrafe, e comunicava ai gemelli che tra meno di quattro mesi sarebbe scaduta la carta d’identità. Ben gentili. Però la lettera era asolutamente generica, come si vede dall’incipit. Naturalmente il Comune sa qual è la data di nascita dei gemelli, e non ci sarebbe voluto molto a preparare due modelli diversi di lettera, uno per maggiorenni senza le spiegazioni per minorenni che sono scritte più avanti e una per minorenni dove si scrive di dire ai genitori di attivarsi. Lo so, non è una gran cosa, ma il costo è nullo (e no, non rompetemi con la burocrazia necessaria per cambiare questi testi)…

Contenti loro

Leggo che il Trinity College di Dublino toglierà l’intitolazione a Berkeley della sua biblioteca, per il suo passato di schiavista. (Per la cronaca, il nome era stato dato nel 1978). Prima o poi cancelleremo anche Giulio Cesare, per aver assassinato chissà quante persone.

Ma la cosa più divertente – o tragica, fate voi – è che oltre a verificare se mantenere o meno i premi in onore di Berkeley, e questo lo posso capire, l’università farà una verifica sui ritratti del filosofo e vescovo, ritratti che evidentemente trasudano schiavismo. Per il momento pare che lo si continuerà a studiare, ma non mi stupirei se i libri di testo verranno emendati per ricordare l’esecrabile suo passato…

(Sì, io continuo a pensare che non si può leggere il passato con gli occhi del presente, perché così non si capisce né il presente né il passato)

Ultimo aggiornamento: 2023-04-27 19:37

Libertà contro liberazione

In realtà non c’è nulla di nuovo nelle parole del Presidente del Consiglio che vuole rinominare il 25 aprile Festa della libertà. Basta fare una ricerca in rete per vedere che negli ultimi anni, a partire da Berlusconi per andare ad Attilio Fontana o al presidente del consiglio regionale FVG Piero Mauro Zanin, il nome fa molta presa.

E lo credo bene. C’è una differenza enorme tra libertà e liberazione. La prima è uno stato di fatto, la seconda prevede un percorso, che nella fattispecie è stato quello contro nazisti e fascisti. Detto in altre parole, non ci sarebbe libertà se non ci fosse stata la liberazione. Le persone di cui sopra probabilmente lo sanno, ma sperano che chi li ascolta non lo sappia…

Sciacallaggio

la copertina di aktuelle Come sapete, io sparlo molto spesso dell’italica stampa, anche perché generalmente se lo merita. Ma in questo caso ci troviamo in Germania. Come riporta la BBC, il rotocalco die Aktuelle ha intitolato a tutta pagina “sensazionale! Michael Schumacher: la prima intervista!” Poi sotto in piccolo si legge “Es klingt täuschend echt”, che vuol dire più o meno “sembra ingannevolmente vera”. Cosa hanno fatto quelli di Aktuelle? Hanno chiesto a un’AI di tirare fuori il testo di una possibile intervista.
Una cosa del genere per quanto mi riguarda ha un solo nome: sciacallaggio.

Ultimo aggiornamento: 2023-04-20 10:29

La battaglia del grano

Una delle conseguenze della guerra della Russia all’Ucraina è che le esportazioni di grano da quest’ultima si sono estremamente ridotte in quantità: nonostante gli accordi – che è da vedere se saranno rinnovati – il trasporto via mare è molto difficile. Se si tiene conto che l’Ucraina è il granaio di Europa, tanto che si dice che l’azzurro e il giallo della bandiera raffigurano il cielo e i campi di grano, potete immaginare come si siano cercate altre vie per l’esportazione. Solo che i paesi vicini si sono trovati inondati di grano a prezzo più basso e hanno cominciato a bloccare le importazioni: prima ci sono state Polonia e Ungheria, ora la Slovacchia.
Il guaio è che questo grano finiva nei paesi del Terzo Mondo proprio perché costava poco, e quindi c’era questo gentlemen’s agreement; la nuova situazione ha completamente cambiato le carte in tavola e mostrato ancora di più quanto il nostro pianeta sia oramai interconnesso: se qualcosa si intoppa parte l’effetto domino.

(poi io mi chiedo se il “grano tutto italiano” della nostra pasta era davvero tutto tutto italiano, ma questo è perché io sono cattivo dentro)

ATM, dillo che non vuoi rimborsare i biglietti!

Come sapete se siete milanesi, ATM ha aumentato il costo del biglietto. Vabbè. Mio suocero, che abita a Monza, aveva tre biglietti interurbani che tanto non usa più: ho visto che ATM permette di farseli rimborsare, e ho deciso di provarci.
L’altra settimana stavo passando da Garibaldi e provo a vedere: nessuno slot libero. Vabbè. Guardo se posso prenotare a Zara, e scopro che in quell’ATM Point non trattano sostituzioni e resi. Vabbè. Prenoto allora per mercoledì a Loreto, dove posso andare in pausa pranzo. Arrivo: l’ATM Point è vuoto. L’impiegato mi chiede se voglio la sostituzione, e io gli dico “no, il rimborso”, al che scopro che: (a) il rimborso è solo del 90%: vabbè. (b) non mi rimborsano in contanti, ma sul conto in banca di cui serve l’IBAN: vabbè. (c) il rimborso arriva a 60 giorni: vabbè. (d) per il rimborso devo compilare un modulo: vabbè. (e) devo anche allegare fotocopia di carta d’identità e codice fiscale. E qui basta vabbè. Non servono carta d’identità e codice fiscale per comprare un biglietto dei mezzi. Non servono nemmeno per fare un bonifico in banca. E allora perché rompete le palle?

Essendo io una persona tignosa, giovedì sono ripassato con tutti i documenti, e dopo una decina di minuti ho una ricevuta che mi dice che tra 60 giorni mi verseranno quattro euro e ottanta centesimi. Ma la cosa peggiore è che il modulo che ho scritto con tanto amore è stato riscritto al PC dall’impiegato. Non era più semplice fare compilare a noi in elettronico, inviare le scansioni e in fase di salvataggio dare un codice da presentare con i biglietti al punto ATM? A quanto pare per gli abbonamenti annuali fanno così, il che continua a farmi pensare che questa sia una scelta ben precisa.