Archivi categoria: obituary

Philip José Farmer

Se come me avete iniziato a leggere fantascienza con gli Urania anni ’70, magari il nome di Farmer non vi dice nulla, visto che la premiata ditta F&L se ne stava ben alla larga da uno scrittore che osava lordare la purezza della SF con sporche storie di sesso. E per di più, sesso tra umani e alieni, come in The Lovers, quando il massimo di cui si poteva parlare al tempo erano fanciulle discinte, pronte a cadere ai piedi dell’eroe (meglio se ingegnere), ma lasciando tutto all’eventuale immaginazione del lettore un po’ come nel teatro greco. Chi invece leggeva la concorrenza (le collane Cosmo Oro e Cosmo Argento dell’Editrice Nord) veniva a sapere Farmer era il miglior scrittore del secolo, e che si era fortunati a poterlo leggere da loro nonostante la censura strisciante italica…
A mio parere, quei giudizi sullo scrittore morto ieri sono parziali, e non permettono di conoscerlo davvero. Se uno è interessato all’erotismo interplanetario, tanto per dire, non è certo Farmer che deve leggersi: per lui il sesso era semplicemente una parte delle storie che raccontava. Ma il suo vero talento era nella creazione di affreschi dalle dimensioni incredibili, come quello dei Fabbricanti di Universi e soprattutto del Mondo del Fiume, dove entra dentro davvero di tutto; e nel caleidoscopio di citazioni letterarie, religiose e autoreferenziali che rendono la lettura una goduria per gli appassionati del genere (e non preoccupatevi se vi siete persi qualche personaggio secondario: a volte era proprio Farmer che se ne dimenticava…)

Ultimo aggiornamento: 2009-02-26 10:57

Giampaolo Dossena

In silenzio, com’era del resto sua abitudine, si è spento ieri mattina.
Ai più giovani dei miei lettori, il suo nome non credo dirà molto. Ma io ricordo quando su Tuttolibri apparve la sua rubrica di giochi con le parole, la prima su un grande quotidiano italiano (sono troppo giovane, i Wutki su Linus non li ho potuti gustare quando uscirono… e comunque Dossena era già uno di loro); fu amore a prima vista. Credo che le mie prime lettere a un quotidiano siano state indirizzate a lui, e a Torino devo avere ancora una sua risposta. Ah, i giochi con le parole non sono l’enigmistica, nel caso ve lo stiate chiedendo: quest’ultima è molto più seria (seriosa?), con tutta una serie di regole formali completamente diverse dalle regole pragmatiche dei primi. Ma non divaghiamo.
Dossena però non è stato solo un esperto di giochi – basti pensare alla monumentale Enciclopedia dei Giochi per i tipi di Utet. Tra i suoi libri che possiedo ci sono infatti anche i primi tre volumi della Storia confidenziale della letteratura italiana, un ipertesto ante litteram dove gli aneddoti sull’italiano tra il 900 e il 1400 sono gustosissimi. Ecco: il modo migliore per ricordarlo è forse proprio rileggere le sue pagine e sorridere.
Aggiornamento: (8 febbraio) Stefano Bartezzaghi parla di lui sicuramente meglio di quanto lo possa fare io.

Ultimo aggiornamento: 2009-02-06 08:46

Mino Reitano

Non dico che mi sia spuntata una lacrimuccia ad avere letto che è morto. Però un minimo di dispiacere sì, perché era una persona che si sapeva prendere in giro. Ricordo una trasmissione dove spiegava – lui che era un tappo – come avesse una serie di scarpe con rialzi sempre più alti a seconda dell’importanza del posto dove avrebbe cantato; e soprattutto non ricordo di averlo mai sentito fare piazzate e cose simili. Erano altri tempi.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-28 08:44

Bruno Makain

Ho scoperto da Beneforti che è morto giovedì scorso. Credo che almeno al 90% dei miei ventun lettori il nome non dica nulla, e la voce su Wikipedia non aiuta molto. Il punto è che Makain è stato un simbolo. Aveva iniziato diciassettenne a contribuire alla Settimana Enigmistica nel suo primo anno di pubblicazione, e ha continuato a farlo per settantacinque anni: una fedeltà all’azienda che ha dell’incredibile. (La parentesi dell’Ora Enigmistica non fa testo: era il 1945, quando la Settimana non era uscita per due mesi di fila e a Ferrara credettero che non sarebbe più riapparsa…)
Non so, è vero che da un lato mi vengono in mente i giapponesi che continuavano a difendere l’isoletta sperduta vari decenni dopo la fine della seconda guerra mondiale, ma qua la cosa è un po’ diversa. Certo che il destino gli ha fatto un brutto scherzo, non permettendogli di vedere il numero 4000 della rivista che è un po’ anche sua.

Ultimo aggiornamento: 2008-11-25 12:23

Aleksandr Isaevič Solženicyn

(almeno Wikipedia lo scrive così)
Solženicyn è stato il classico esempio della persona che i media occidentali volevano “solo un po’ diverso”, un po’ come Bobby Fischer. Era un piacere parlare di lui quando quei cattivoni di sovietici lo tenevano nei vari gulag: ma in realtà nessuno era davvero interessato a lui, se non come icona. Tant’è vero che quando poté andarsene dall’Unione Sovietica, si stabilì nel Vermont (in un bel posto lontano da tutti) e continuò per la sua strada, che non era certo favorevole agli americani, casualmente si smise di parlare di lui: giusto un minimo di copertura mediatica quando ritornò in Russia. Questo dovrebbe dire qualcosa. Io non ho problemi a dire che non ho mai letto nessun suo libro: però ho apprezzato il suo modo di essere.
P.S.: Se guardate il necrologio sul sito BBC, potete vedere come la redazione abbia scelto alcuni dei commenti dei lettori. Il punto fondamentale per me è “scelto”. Credo che un’interazione di questo tipo sia molto più interessante il banale forum sulla notizia – che comunque è già malvisto dall’italica stampa online – è utile per chi ha voglia di litigare, ma un lettore interessato solamente alle notizie trova più interessante vedere qualche punto di vista “personale”, che può dargli qualche idea in più su cosa è stato davvero quella persona.

Ultimo aggiornamento: 2008-08-04 12:09

Leo Chiosso

Trovo in un trafiletto su Leggo (non dico l’ultimo posto dove avrei pensato, ma quasi) che Leo Chiosso sarebbe morto qualche giorno fa a Chieri, dove abitava. Non riesco a trovare altri riferimenti in rete, se non il fatto che c’è un articolo oggi su La Stampa che però non posso leggere non essendo io abbonato: nemmeno Wikipedia dice ancora nulla. Non che possa stupirmi più di tanto. Quando ho chiesto lumi in giro, la risposta è stata corale: “Leo chi?”
Beh, Chiosso è stato il paroliere di Fred Buscaglione, oltre ad avere scritto i testi di robetta tipo Parole, parole, parole, ad essere stato uno degli autori di Canzonissima, e via discorrendo. Non pretendevo di vedere titoloni in giro, ma una notiziola sì… mi viene solo da sperare che si siano sbagliati quelli di Leggo.

Ultimo aggiornamento: 2006-11-27 11:27