Archivi categoria: obituary

Eric Woolfson

Scopro da Sofri (quello giovane) che è morto Eric Woolfson. Forse a voi il nome non dice nulla. Forse vi dice poco anche Alan Parsons Project (era lui il cantante e cofondatore del gruppo). Ma se “Eye in the Sky” magari vi viene in mente qualcosa di più.
Un romanticone come me possiede buona parte dei CD degli APP, oltre ad aver comprato qualche loro spartito; l’unico mio guaio è che come al solito il mio timbro vocale non è sufficientemente alto per cantare senza cambiare tonalità. Due brani: Don’t Let It Show e Time.

Ultimo aggiornamento: 2009-12-04 14:02

Virgilio Savona

Chissà perché il Corsera ha deciso di mettere la notizia della morte di Virgilio Savona nell’edizione napoletana del quotidiano online.
Il nome di Savona magari non vi dirà molto, ma ancora per la mia generazione il Quartetto Cetra è stato uno degli accompagnamenti musicali dell’infanzia. Lasciamo perdere il divertissement “Nella vecchia fattoria“, che poi è la versione italiana di non so quale brano popolare irlandese; ma in genere ho trovato sempre piacevole il loro modo garbato di raccontare le cose e gli arrangiamenti vocali – generalmente proprio di Savona – che davano un certo stile alle parodie musicali in cui erano bravissimi, come nella Biblioteca di Studio Uno. Sì, era la televisione degli anni ’60, forse addirittura la rivista degli anni ’50, e non vorrei certo tornare a quei tempi; però perché buttare via indiscriminatamente tutto quello che c’era allora? (E poi attenzione: nel 1970 Savona ha scritto per Gaber delle canzoni tratte da poesie di Ovidio, giusto per far presente che non è che qua ci fossero solo canzonette)
Vi lascio un link da YouTube, un successo dei Cetra della fine degli anni ’50: Un disco dei Platters. Se non sapete nemmeno chi siano stati i Platters… vabbè, tornate a sentire i Tokio Hotel.

Ultimo aggiornamento: 2009-08-28 14:23

Fravia

Scopro da un commento scritto da Stefano Calzetti che Fravia è morto (di cancro al fegato). Il nome probabilmente non vi dirà nulla, e per le cronaca io non ho mai avuto nemmeno uno scambio di email con lui. Però è stato uno dei primissimi link che avevo, (su un file… erano tempi eroici, stiamo parlando della metà degli anni ’90 quando l’idea stessa di avere un sito web era una novità). Searchlore è un sito che ti insegna a cercare: il reverse engineering applicato alla rete, il modo di scoprire pagine non linkate da nessuna parte con tecniche investigative e di intuizione. Un lavoro da Hacker (con la lettera maiuscola, non pensate ai poveretti che immaginano che defacciare un sito sia una figata pazzesca), e per questo stesso fatto poco noto al mondo… nonostante fosse sotto gli occhi di tutti. È di gente come lui che oggi abbiamo ancora più bisogno.

Ultimo aggiornamento: 2009-05-22 10:29

Biagio Melloni

Oggi è morto Biagio Melloni. Non l’ho mai conosciuto, ma ho sicuramente conosciuto la sua ideazione: i negozi Remainders.
In realtà è sempre stato difficile trovare qualcosa che mi interessasse davvero in un Remainders: però era una gioia fare una puntata e vedere cosa c’era di nuovo… ehm, di vecchio; e alla fine si usciva sempre con un libro o due, cose che non sarebbero mai venuto in mente prima. Ecco, l’eredità di Melloni a mio parere è proprio l’idea che ci si possa divertire in mezzo ai libri, cosa che io do per scontata ma non lo è affatto per la maggior parte degli italiani.

Ultimo aggiornamento: 2009-05-13 16:19

Fabio Metitieri

Quando ho letto in rete la notizia stamattina l’ho creduta uno scherzo. E invece è proprio vero. Fabio Metitieri, il famoso “Ciao, Fabio” terrore di tutta l’internet italica, è improvvisamente morto.
Credo siano passati almeno quindici anni da quando avevo iniziato a litigare con CiaoFabio: dovrei recuperare i primi messaggi della lista LISA. D’altra parte ha sempre avuto un caratteraccio, e il suo modo di esporre gli argomenti non era certo conciliante; e secondo me era felice che tanta gente, oltre che insultarlo, non lo leggesse per principio. Così poteva sentirsi superiore a loro. Detto questo, un (sedicente) esperto che non leggesse i suoi commenti sparsi in giro per la rete non era per nulla un esperto; nella maggior parte dei casi le sue stilettate colpivano bersagli reali, e anche in caso contrario avevano il vantaggio di obbligarti a vedere le cose in maniera diversa. Ah, sì: uno dei suoi vezzi era non voler avere un blog (aveva solo un sito), ma fare il parassita su quelli altrui.
Ma queste cose ve le stanno dicendo già gli altri, ed è inutile che ve le racconti anch’io. Preferisco ricordarlo raccontando qualcosa che sicuramente non sapete. Due anni fa mi aveva spedito una copia del libro scritto da suo padre e che raccontava della seconda guerra mondiale vista appunto con gli occhi di un giovane ufficiale mandato sul fronte balcanico. Posso garantire che quando parlava di suo padre era completamente diverso dal “Ciao, Fabio” pubblico. Qualche mese fa, poi, Anna doveva preparare un corso di “scrittura aziendale” e mi ha chiesto di preparare qualche domanda ad alcuni dei miei amichetti. Mi sono rivolto anche a lui; dopo che gli ho assicurato che non era affatto uno scherzo, mi ha subito ampiamente risposto, e credo sia stato quello che mi ha dato la risposta più completa. Non siamo mai stati amici, insomma; però mi mancherà.
(ah: era appena uscito il suo ultimo libro, Il grande inganno del Web 2.0. Aveva promesso che me ne avrebbe inviato una copia; purtroppo me lo dovrò comprare, e garantisco che il “purtroppo” non è certo per la spesa)

Ultimo aggiornamento: 2009-04-17 11:13

Philip José Farmer

Se come me avete iniziato a leggere fantascienza con gli Urania anni ’70, magari il nome di Farmer non vi dice nulla, visto che la premiata ditta F&L se ne stava ben alla larga da uno scrittore che osava lordare la purezza della SF con sporche storie di sesso. E per di più, sesso tra umani e alieni, come in The Lovers, quando il massimo di cui si poteva parlare al tempo erano fanciulle discinte, pronte a cadere ai piedi dell’eroe (meglio se ingegnere), ma lasciando tutto all’eventuale immaginazione del lettore un po’ come nel teatro greco. Chi invece leggeva la concorrenza (le collane Cosmo Oro e Cosmo Argento dell’Editrice Nord) veniva a sapere Farmer era il miglior scrittore del secolo, e che si era fortunati a poterlo leggere da loro nonostante la censura strisciante italica…
A mio parere, quei giudizi sullo scrittore morto ieri sono parziali, e non permettono di conoscerlo davvero. Se uno è interessato all’erotismo interplanetario, tanto per dire, non è certo Farmer che deve leggersi: per lui il sesso era semplicemente una parte delle storie che raccontava. Ma il suo vero talento era nella creazione di affreschi dalle dimensioni incredibili, come quello dei Fabbricanti di Universi e soprattutto del Mondo del Fiume, dove entra dentro davvero di tutto; e nel caleidoscopio di citazioni letterarie, religiose e autoreferenziali che rendono la lettura una goduria per gli appassionati del genere (e non preoccupatevi se vi siete persi qualche personaggio secondario: a volte era proprio Farmer che se ne dimenticava…)

Ultimo aggiornamento: 2009-02-26 10:57

Giampaolo Dossena

In silenzio, com’era del resto sua abitudine, si è spento ieri mattina.
Ai più giovani dei miei lettori, il suo nome non credo dirà molto. Ma io ricordo quando su Tuttolibri apparve la sua rubrica di giochi con le parole, la prima su un grande quotidiano italiano (sono troppo giovane, i Wutki su Linus non li ho potuti gustare quando uscirono… e comunque Dossena era già uno di loro); fu amore a prima vista. Credo che le mie prime lettere a un quotidiano siano state indirizzate a lui, e a Torino devo avere ancora una sua risposta. Ah, i giochi con le parole non sono l’enigmistica, nel caso ve lo stiate chiedendo: quest’ultima è molto più seria (seriosa?), con tutta una serie di regole formali completamente diverse dalle regole pragmatiche dei primi. Ma non divaghiamo.
Dossena però non è stato solo un esperto di giochi – basti pensare alla monumentale Enciclopedia dei Giochi per i tipi di Utet. Tra i suoi libri che possiedo ci sono infatti anche i primi tre volumi della Storia confidenziale della letteratura italiana, un ipertesto ante litteram dove gli aneddoti sull’italiano tra il 900 e il 1400 sono gustosissimi. Ecco: il modo migliore per ricordarlo è forse proprio rileggere le sue pagine e sorridere.
Aggiornamento: (8 febbraio) Stefano Bartezzaghi parla di lui sicuramente meglio di quanto lo possa fare io.

Ultimo aggiornamento: 2009-02-06 08:46

Mino Reitano

Non dico che mi sia spuntata una lacrimuccia ad avere letto che è morto. Però un minimo di dispiacere sì, perché era una persona che si sapeva prendere in giro. Ricordo una trasmissione dove spiegava – lui che era un tappo – come avesse una serie di scarpe con rialzi sempre più alti a seconda dell’importanza del posto dove avrebbe cantato; e soprattutto non ricordo di averlo mai sentito fare piazzate e cose simili. Erano altri tempi.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-28 08:44